Giuseppe Garibaldi jr. Circondato da neo-garibaldini. |
IL BICENTENARIO DELLA NASCITA DI
GIUSEPPE GARIBALDI
AL CENTRO DI RICERCHE STORICHE D’AMBRA
- UN EROE DA NON DIMENTICARE -
Un'altra serata di grande interesse e storicamente viva da ascriversi al
Centro Ricerche Storiche d'Ambra. Il meeting tenutosi presso la sede del Centro
a Forio, ha voluto celebrare il Bicentenario della nascita di Giuseppe
Garibaldi, uno dei più autentici artefici del nostro Risorgimento e dell'Unità
d'Italia. La sala – con la preannunziata dominante di camicie rosse: un
omaggio all’illustre Ospite - esponeva
una ricca mostra di immagini e di documenti dell'epoca (oltre 50 pezzi),
testimonianza della presenza del Generale sul nostro territorio, incentrata
principalmente sui rapporti tra Garibaldi e l'Isola d'Ischia. L'avv. Nino
d'Ambra presidente del Centro e fautore del meeting, ha intrattenuto gli ospiti
illustrando i vari documenti e ampliandone il contenuto storico-politico.
L'esposizione di diverse vignette, sempre contemporanee allo svolgimento degli
avvenimenti storici, eseguite da Antonio Manganaro ed Enrico Colonna, due
splendidi vignettisti politici napoletani attivi nella seconda metà
dell'Ottocento e dimenticati dall'ufficialità.
La sala gremitissima ha accolto con un caloroso applauso l'ospite d'onore
Giuseppe Garibaldi junior (discendente diretto di Giuseppe ed Anita) e di sua
moglie Flavia.
L'avv. d'Ambra ha aperto la serata leggendo con voce appassionata uno
stralcio di quanto scritto nella prefazione del suo libro "Giuseppe
Garibaldi: cento vite in una" e che così recita: <<Non appare
lontana dal vero la considerazione che Garibaldi fu il più amato dei
condottieri, il più grande suscitatore di entusiasmi e di ideali; forse il solo
che di amore e di entusiasmo fu inondato durante tutta la sua esistenza.
Sentimenti che non sono mutati col passare degli anni se non nell'animo di chi
è rimasto tropo lontano dagli intimi risvolti delle sue scelte di vita>>.
A queste parole ha fato eco "L'Inno di Garibaldi" magistralmente
interpretato dallo splendido Gruppo Musicale composto: da Gaetano
Maschio(baritono), Filomena Piro (soprano), Silvano Trani (pianoforte) e Gennaro
d’Avanzo(tromba). L'audience ha risposto con un grosso applauso di pieno
consenso.
E' seguito il momento delle "voci" sempre dell'epoca,
attraverso le parole dei vari "attori", quali testimonianze autentiche
dell'amore sincero delle masse popolari per Garibaldi. Esse vedevano in Lui -
come spiegava Nino d'Ambra - il vero <<Eroe del Popolo>>, puro e
privo di ambizioni, lontano da quelle scostanti ambiguità proprie degli uomini
di potere, che anteponeva sempre l'Ideale in ogni sua decisione, anche quando
significava dolorosa rinunzia per sè e per le persone a lui care. Rosa
Genovino, vera "linguista" del dialetto napoletano, ha letto con molta
efficacia l'articolo pubblicato in dialetto
su un giornale popolare , dell'arrivo
di Garibaldi a Ischia e quello relativo alla
sua partenza da Casamicciola nonchè
l'indirizzo di saluto, pieno di calore umano, del popolo napoletano a
Giuseppe Garibaldi, quando giunse nell'Isola
d'Ischia nel giugno del 1864, documento ripreso da una trascrizione dell'epoca:
"Lo popolo napolitano a Zi' Peppe sujo".
Nell'aprile del 1864 Garibaldi fu accolto trionfalmente a Londra. Leggiamo uno stralcio dell'articolo tratto da "The Weekly Dispatch" del 17 aprile 1864 :<<Non ci sono stati cortei, nè decorazioni, nè archi di trionfo, nè illuminazioni.....;..e un milione di persone lasciò spontaneamente il suo lavoro quotidiano per guardarlo in viso e per dirgli quanto lo amava e lo ammirava...>>. E "l'effetto Garibaldi" continuò nei salotti dell'aristocrazia, sui luoghi di lavoro, negli uffici pubblici - spiega l'avv. d'Ambra - mentre i poeti popolari continuavano a comporre canti inneggianti più alle qualità morali del Generale che alle sue gesta di condottiero. Il canto "Roma Napoli Londra" di autore sconosciuto, rinvenuto da d’Ambra negli scaffali non polverosi de The Manchester Central Library della città di Manchester, è uno dei più suggestivi. Le voci di Caterina Mazzella, Rita Agostino, Cecilia Mattera, tre cariche istituzionali della Fidapa, hanno testimoniato con efficacia il pensiero delle tre città concepite dall'autore come tre sorelle, tre Regine. La prima Regina, Roma, è riconoscente a Garibaldi perchè la salvò dai francesi; la seconda, Napoli, per averla resa libera dalla schiavitù borbonica e dall'ingiustizia dei preti; la terza, Londra, così si esprime:<<E' vero, io non devo a lui nè gratitudine nè amore//egli non difese le mie mura o spezzò le mie catene;//ma io ho catene terribili da temere, catene di uno spietato nemico//il cui culto è universalmente praticato://quel comando tiranno di Re-Mammona (il Dio-Denaro),//peggiore degli stessi Francesi e degli stessi Borbone!//Quale essere vivente ha mai gettato tale culto universale//così in basso, calpestandolo sotto i suoi piedi,//come quest'uomo?//>>.
Attualita’ del pensiero politico di Garibaldi
L'avv. d'Ambra ha poi parlato dell'attualità del pensiero politico
lungiveggente del personaggio storico, ricordando, fra l'altro, il suo
"Memorandum alle potenze d'Europa" (redatto a Napoli nel 1860 , subito
dopo la spedizione dei Mille e
pubblicato il 20 ottobre 1860 sul giornale "
Ancora, la prof.ssa Anna Verde ha dato voce con indubbia maestria, alle
parole scritte da una giovane giornalista Francesca Soligo, dopo la visita di
una Mostra di cimeli garibaldini, durante la quale le è passata davanti la
storia di Garibaldi nella parte migliore della sua vita. L'articolo ha come
sotto titolo "Un eroe la cui esistenza si colora di leggendarie
sfumature" e, come giustamente lo ha definito Anna Verde, è una
dichiarazione d'amore a questa gigantesca figura di uomo. "Forse più che
le gloriose gesta di guerra fu la sua bontà a renderlo un eroe popolare, il cui
nome era sulle labbra di tutti, la cui immagine infiammava gli animi della
gente. Dedicò la vita ad un ideale e sempre la sua mente e il suo cuore furono
tesi verso un'Italia indipendente e degna di un destino superbo".
Giuseppe Garibaldi jr. e il bisnonno
La parola passa con grossa attesa da parte dei presenti in sala, a
Giuseppe Garibaldi junior, pronipote del Generale e suo omonimo, la cui
somiglianza col bisnonno è notevole. Si sofferma non sul bisnonno condottiero o
politico, ma è forse, nel concetto dell'amore che ama chiudere questa serata.
Garibaldi amava il mondo, amava la vita -continua Giuseppe junior- ed ebbe la
fortuna di esaltare questi valori. Ringrazia l'amico Nino d'Ambra che gli ha
dato l' occasione di venire qui ad Ischia dove si sarebbe forse trattenuto di più
se fosse stato al posto del suo antenato pur cercando di non morire soffocato in
una sauna alle Terme S. Lorenzo.
Si augura che tutti possiamo uscire da questo incontro con un po' d'amore
in più, amore per gli uomini,amore per i giovani
in cui egli crede molto ed esorta a lasciarli liberi di essere presi dal
loro orgoglio, dalla voglia di vivere, perchè solo questo entusiasmo può fare
diventare bello questo mondo ed è da esso che bisogna ripartire se non vogliamo
essere sopraffatti da cataclismi di ogni genere.
Ricorda che nell'inno di Garibaldi ascoltato ci sono queste
parole:"Va fuori straniero" , ma il riferimento era ovviamente allo
straniero in armi mentre Garibaldi liberava gli "stranieri" dalla
schiavitù girando il mondo. Ricorda
quando fu in Cina e portò via con sè molti cinesi che dovevano andare a fare
gli schiavi negli Stati Uniti. "Più conosciamo questo uomo e più ci
sorprende" - continua il suo discendente - perchè è un insieme di valori
che saranno pur sempre gli stessi, come libertà, giustizia, solidarietà, amore
per il prossimo ma sono questi i veri valori del mondo per cui ha senso vivere.
Un grosso applauso seguito dai ringraziamenti dell'avv. d'Ambra, ha fatto
seguito alla testimonianza più diretta e più universale anche se non
contemporanea.
Ancora un applauso dalla sala per l'artista Gigi Vaiana che ha voluto
graziosamente far dono ai coniugi Garibaldi di una sua pregevole opera
raffigurante L'Eroe dei due Mondi a cavallo. Ricordiamo che lo stesso artista fu
l'artefice della copia della "Coppa di Nestore", regalata al Centro
d’Ambra dal Comune di Lacco Ameno a mezzo dell'allora Assessore alla Cultura
Tuta Irace.
Dal pubblico chiede di prendere la parola un distinto signore
di Bergamo, la città dei Mille; che porta il saluto della contessa Bice
Camozzi, ricordando che
A conclusione della serata, viene data in dono dal Centro d’Ambra ai
gentili ospiti, una cartolina raffigurante una vignetta satirico-politica
dell'artista napoletano Antonio Manganaro; Garibaldi junior, su pressante
garbata richiesta, le ha firmate con squisita cortesia.
Mi piace qui ricordare quanto scriveva lo scrittore Domenico Rea su
"Il Mattino" di domenica 3 luglio 1983: "Ho sempre sostenuto che
in provincia c'è della gente che lavora con profitto senz'aspettarsi nulla. Lo
diceva anche Pasolini....Ed ecco, fresco fresco un nuovo caso: quello di Nino
d'Ambra, ischitano di Forio"; questo fu scritto in occasione della
pubblicazione del libro "Giuseppe Garibaldi: cento vite in una" di
Nino d'Ambra. E il lavoro di ricerca continua incessante da oltre trent’anni.
Caterina Sepe
( Quotidiano “Il Golfo”, 3
luglio 2007, pagg.17 e 18)