Presenti gli avvocati ischitani
Nino d’Ambra e Agostino Polito
Imponente commemorazione del pittore Balbi (1806-1890)
Il
Ministero delle Poste per l’occasione ha disposto un annullo speciale
Ischia – Organizzata dall’Amministrazione Provinciale di
Frosinone, con la collaborazione di altri Enti, è stata effettuata la
commemorazione del pittore Filippo Balbi (Napoli 1806 – Alatri 1890), nel
centenario della morte, con una articolata manifestazione di alto livello
culturale. Il Ministero delle Poste ha disposto un annullo speciale per
l’occasione.
Abbiamo chiesto
all’avvocato Nino d’Ambra che, come Presidente del Centro di Ricerche Storiche d’Ambra, assieme all’avv. Agostino
Polito, ha partecipato alla commemorazione ed alla inaugurazione di ben tre
mostre di pittura dedicate alle opere dell’artista (Certosa di Trisulti,
Palazzo Gottifredo di Alatri, Palazzo della Provincia a Frosinone), di riferirci
qualche dettaglio sulla presenza del Balbi a Forio:
<<Per incarico dei Francescani di Forio – ha detto l’avv. d’Ambra
– l’artista, nel 1835, dipinse venti affreschi a lunetta raffiguranti
episodi relativi ai santi dell’Ordine Francescano. Sulle pareti del chiostro
francescano del Municipio di Forio ne sono rimasti 17, di cui dieci ancora
leggibili. Usò una sua tecnica speciale ad olio di cui non se ne conosce il
procedimento. Vi è poi un dipinto olio su tela (cm. 240 x 200), S.
Agostino che sconfigge l’eresia, firmato, che si trova nella chiesa di S.
Restituta a Lacco Ameno. Secondo la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici
di Napoli, sarebbe stato realizzato nello stesso anno (1835) degli affreschi di
Forio; Frusone invece, nella sua recente Monografia, lo data tra il 1837/1838.
Nella stessa chiesa di S. Restituta vi sono altri due dipinti, olio su tela
(ciascuno cm. 160 x 60), che raffigurano: Elemosina
di S. Tommaso da Villanova e L’Obbedienza
di S. Nicola da Tolentino. Queste due opere però sono solo attribuite al
Balbi dalla Sopraintendenza :su tale attribuzione il prof. Frusone ha sollevato
molti dubbi.
Collegata a Forio vi è anche
un’altra sua opera (nota). Sulla porticina della infermeria della Certosa di
Trisulti (dove il Balbi lavorò per molto tempo), dipinse ad olio un ragazzo di
Forio (quello riportato nella foto accanto), che gli eseguiva piccole faccende
domestiche quando lui soggiornava nell’isola d’Ischia. Dovette però essere
realizzato successivamente, tratto da uno schizzo a penna coevo, che trovasi in
collezione privata a Roma. Un’opera fresca e molto delicata, che ben poco
aveva a che vedere con gli evidenti accademisti del soggiorno ischitano.
Comunque le opere di Ischia danno solo una pallida idea rispetto alle opere del
periodo maturo del Balbi e che sono state esposte nellaantica Certosa di Trisulti e nel Palazzo Gottifredo di Alatri. E fra i
dipinti migliori si devono annoveraregli
affreschi eseguiti nella chiesa della Certosa, alcuni veramente maestosi,
soffusi di una luce tra il reale e l’irreale. Invece nel Palazzo della
Provincia di Frosinone sono state esposte, in splendide fotografie, quelle opere
del pittore non trasportabili. La manifestazione si è conclusa con una tavola
rotonda molto incisiva e coinvolgente, durante la quale è stata presentata (e
poi offerta gentilmente in dono ai presenti) una magnifica monografia, la prima
in senso assoluto, sulle opere del pittore Filippo Balbi, divisa per periodi
pittorici (ad eccezione di quello francese), curata magistralmente dal prof.
Armando Frusone ed edita dall’Amministrazione Provinciale di Frosinone.
Non si possono concludere queste brevi notizie senza complimentarsi con i
promotori e gli esecutori della manifestazione che, fra l’altro, porta alla
luce della storia le opere di un pittore (anche se “accademico” e
“conservatore”), completamente lasciato nel dimenticatoio, ricordando che il
Comitato Scientifico era composto dai professori Armando Frusone, Luigi Fioretta
e Fausto Roma. In una prossima occasione riferiremo sulle dotte relazioni alla
tavola rotonda, tutte veramente incisive ed eccellenti, ad opera dello stesso
prof. Frusone, dal prof. Roberto Maria Siena e dal critico d’arte dr. Vincenzo
Perna>>.