Secondo turno, martedì 8 novembre 2011 (Indice di Sorpresa 22,2)

BIANCO

NERO

Scacc.

Rat.

Giocatore

Ris.

Rat.

Giocatore

Ris.

1

1

Campini Marco

½

8

Sitta Marco

½

2

7

Giuffrè Salvatore

0

2

Occari Maurizio

1

3

3

Dann Timothy

1

10

Solinas Roberto

0

4

11

Ricci Roberto

0

4

Ricci Alfredo

1

5

5

Maietti Luca

1

27

Baratelli Triestino

0

6

26

Namari Pierpaolo

0

6

Binder Andrea

1

7

9

Rondelli Roberto

½

13

Cavazzini Umberto

½

8

19

Cartegni Aldo

0

17

Spagnuolo Alessandro

1

9

21

Capitanelli Alberto

0

12

Trevisani Guelfo

1

10

23

Lanzoni Sergio

½

15

Bruini Andrea

½

11

24

Ferrari Franco

0

18

Reggiani Riccardo

1

12

28

Turati Anelusco

0

20

Brugnatti Elvo

1

 

22

Bersanetti Luca

1

 

Forfait

 

 

14

Simioli Stefano

½

 

Bye

 

 

16

Cavicchi Francesco

½

 

Bye

 

 

25

Sitta Raul

½

 

Bye

 

Per il secondo turno sono stati richiesti ben tre “bye”. Ricordo che per un torneo “casalingo” come il sociale, ci siamo dati la regola di ammettere una sola assenza con penalizzazione parziale (si perde solo mezzo punto), purché si avvisi per tempo chi fa i turni (cioè il sottoscritto, nel caso specifico). Ovviamente, ogni ulteriore assenza comporterà la sconfitta a forfait, come da regolamento. La nostra regola interna prevede inoltre che all’ultimo turno il diritto al bye venga meno, per evidenti motivi di opportunità e correttezza di classifica. E a proposito di correttezza, approfitto per ricordare che, se si è impossibilitati a giocare un certo turno, è opportuno avvertire per tempo chi prepara gli accoppiamenti, anche se si è già fruito del bye: in questo modo gli accoppiamenti stessi verranno falsati il meno possibile.

Fatta questa puntualizzazione, vi propino un breve commento al secondo turno.

In prima scacchiera, Sitta affrontava con la dovuta accortezza il 1 del tabellone, che cercava di prevalere puntando ad un migliore dinamismo dei pezzi, pure a scapito di una struttura pedonale decisamente infelice sul lato di Donna. Dopo aver constatato l’inutilità di una manovra che aveva valutato con troppo ottimismo, Campini concludeva che la sua posizione non gli avrebbe dato speranze di vittoria, se non confidando in un errore dell’avversario. Per questa ragione ha proposto la patta, che l’altro Marco ha accettato.

In seconda scacchiera, il mio avversario ed io ci siamo scambiati cortesie a vicenda. “Prego, si accomodi! Vuole un bel vantaggio?” “Ma le pare? Ci mancherebbe! Vada pure in vantaggio lei!”. Dopo essere partito all’arrembaggio con un velleitario attacco di Pedoni sull’arrocco di Salvatore (entrambi avevamo arroccato corto), ho poi giocato con scarsa precisione, e l’assalto è finito in un binario morto. Al 18° tratto, ho pensato bene di far giocare il Re per scacciare la Donna avversaria da una casa fastidiosa. “Un’ideona! Sai la sorpresa dell’avversario, nel vedere il mio Re avanzare?” è stato il mio pensiero. Questo però mi è stato presto ricacciato in gola con una semplice presa che guadagnava un Pedone e metteva a nudo la vacuità del mio piano. Insomma: una cappella per non aver visto tre semi-mosse. Incredulo per una simile sciocchezza (peraltro senza scuse per il tempo: avevo oltre 40 minuti sull’orologio), per un attimo ho accarezzato l’idea di abbandonare, poi mi è venuto in mente che a scacchi occorre anche tirare fuori un po’ di grinta, e soffrire (esiste anche la patta). Quindi ho continuato la partita con un Pedone in meno senza alcun compenso evidente.

Il mio avversario, però, non metteva in campo tutta l’energia del caso: forse gli si è anche presentata qualche occasione per sferrarmi – come si dice – il “colpo del KO”. Invece mi ha consentito di riorganizzarmi, concedendomi pure un barlume di iniziativa, che improvvisamente è diventata pericolosa dopo una mia minaccia che Salvatore non ha visto. Riconquistata la parità di materiale e l’iniziativa, ho portato una nuova minaccia, che avevo valutato molto forte, ma che invece si poteva contrastare senza problemi. Peccato che Salvatore abbia cercato di pararla nel modo peggiore possibile, regalandomi un pezzo e la partita.

Non ho visto nulla della partita in terza scacchiera, vinta dal favorito Timothy, che ha 300 punti elo di vantaggio. A proposito, è lui il Campione sociale uscente.

In quarta, nell’incontro fra i due Ricci ha vinto il più... spinoso! Pur col Nero, Alfredo è uscito bene già dall’apertura, mettendo l’avversario di fronte a continui problemi. La sua iniziativa mi è parsa sempre crescente nel corso della partita, fintantoché la posizione di Roberto non è crollata.

Ho ben poco da dire sugli incontri delle successive tre scacchiere, in cui il pronostico è stato pienamente rispettato.

Una curiosa altalena si è invece verificata in ottava scacchiera, dove i reciproci complimenti che si sono scambiati Aldo e Alessandro hanno fatto impallidire quelli fra Salvatore e me. In centro partita, Alessandro ha intrapreso una “combinazione” che gli sembrava guadagnare un Pedone. Non si è però avveduto di una banale intermedia che lo lascerebbe invece con un pezzo in meno. Nulla di complicato: se ben ricordo, tutta la combinazione era di cinque semi-mosse, e la possibilità di intermedia si presentava alla quarta. Ma è stato a questo punto che è accaduto l’incredibile. Aldo, non essendosi avveduto della semplice intermedia che l’avrebbe lasciato col pezzo in più, ha giocato un’altra intermedia, che... ha perso un pezzo! Non credevo ai miei occhi. Ovviamente Alessandro ha ringraziato e intascato il punto.

Mentre in nona scacchiera Guelfo si rifaceva della sconfitta del primo turno, in decima Andrea non riusciva ad andare oltre il pareggio con uno dei rappresentanti della vecchia guardia: quel Lanzoni che ai (suoi) tempi d’oro faceva incetta di provinciali.

Il prossimo turno proporrà diversi incontri interessanti. Ricordo che tutti gli accoppiamenti vanno sempre considerati provvisori, perché potrebbero venire modificati in caso di indisponibilità di qualche giocatore, purché annunciata per tempo.