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Provinciale 2011 – commento dopo il
terzo turno
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3° TURNO -
MARTEDI' 29 MARZO 2011 |
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N° |
BIANCO |
NERO |
||||
Scacc. |
Sort. |
Giocatore |
Ris. |
Sort. |
Giocatore |
Ris. |
1 |
1 |
Occari Maurizio |
½ |
5 |
Binder Andrea |
½ |
2 |
7 |
Balboni Lamberto |
1 |
2 |
Poltronieri Michele |
0 |
3 |
3 |
Ricci
Alfredo |
0 |
6 |
Maesano Marco |
1 |
4 |
8 |
Giuffrè Salvatore |
1 |
4 |
Maietti Luca |
0 |
5 |
11 |
Ricci
Roberto |
0 |
10 |
Fabbri Massimo |
1 |
6 |
9 |
Rondelli Roberto |
1 |
20 |
Boscia Francesco |
0 |
7 |
12 |
Solinas Roberto |
1 |
24 |
Cartegni Aldo |
0 |
8 |
27 |
Dentale Raffaele |
0 |
15 |
Del Colle Raffaele |
1 |
9 |
30 |
Turati Anelusco |
0 |
16 |
Trevisani Guelfo |
1 |
10 |
19 |
Reggiani
Riccardo |
1 |
28 |
Ferrari Franco |
0 |
11 |
13 |
Bruini Andrea |
½ |
14 |
Cavazzini Umberto |
½ |
12 |
29 |
Namari Pierpaolo |
1 |
22 |
Brugnatti Elvo |
0 |
13 |
17 |
Cavicchi Francesco |
1 |
26 |
Baratelli Triestino |
0 |
14 |
23 |
Rossi
Stefano |
1 |
21 |
Dentale Antonio |
0 |
|
25 |
Dentale Anna |
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|
Il terzo turno non è stato avaro di sorprese.
L’incontro in prima
scacchiera si è risolto in un nulla di fatto a causa di una “convergenza di interessi”, che ha consigliato entrambi i contendenti ad
accordarsi per una patta preventiva. Si potrebbe aggiungere che in tempi di
“conflitto di interessi”, una sana convergenza dei
medesimi non è poi da disprezzare...
Il risultato in seconda
scacchiera è da considerarsi una vera sorpresa. Michele era infatti favorito in questo incontro, non foss’altro perché accreditato di un punteggio atteso di
0,77. Aggiungo poi che Balbo era reduce da un lungo periodo (un anno?) di
lontananza dalla scacchiera, a seguito di una specie di “saturazione” per gli
scacchi. Dopo un congruo periodo di lontananza dal nobil
giuoco, Balbo ha ripreso l’attività agonistica con il
2° weekend di Pieve di Cento, dove non ha sfigurato, battendo due avversari con
un elo minore del suo e perdendo da un 2290, un 2286
e un 2016. Si può pertanto ritenere che si sia presentato a questo Provinciale
abbastanza carico. La partita con Michele è probabilmente stata la migliore
della serata, per spettacolo e per pathos.
All’inizio del medio gioco, Poltro (che se non sacrifica
un pezzo per partita teme rischi per la salute...) si esibiva in un sacrificio carico
di veleno. Lamberto l’accettava, pur sapendo di mettere a repentaglio la
sicurezza del proprio Re. Non so dire se la scelta di Michele fosse del tutto corretta, ma di certo
ha gettato le basi di un lungo e pericoloso attacco, nel quale la maggior parte
dei rischi li correva – com’è ovvio – il difendente. Va quindi riconosciuto a
Balbo di aver giocato con la necessaria lucidità. Stavo per scrivere “freddezza”, ma mi sono ricordato del suo continuo agitarsi
durante la partita, che lasciava chiaramente trasparire la grande tensione del
momento. La lucidità che è riuscito a mettere in
campo, come dicevo, è stata sufficiente a Lamberto per portare a casa l’intera
posta. Michele, dal canto suo, ha condotto l’attacco sempre sul filo,
procurando continui grattacapi all’avversario, ma non è riuscito ad assestare
il colpo da ko.
La partita in terza
ha visto prevalere Marco, col Nero, contro un Alfredo che aveva raggiunto una
posizione più che invidiabile. Tanto invidiabile che Marco aveva
pensato bene di offrire ad Alfredo un Pedone pur di liberarsi e dare un po’
d’aria ai propri pezzi. Dal canto suo, Alfredo s’è ben guardato dal
guadagnare il Pedone pulito, con la prospettiva di giocarsi la partita con il “solo”
vantaggio della posizione e di un Pedone. Ha invece optato
per una continuazione molto più aggressiva, portando un attacco al Re, ma
ignorando un vecchio adagio ben noto a mio nonno, che in vernacolo suona così:
“L’è mei n’uslin in sen che
n’oc pr’aria”. Per i (pochi) che faticassero
a comprenderlo, posso dire che equivale sostanzialmente all’altro, ben più
noto, prodotto della saggezza popolare: “E’ meglio un uovo oggi che una gallina
domani”. Ritornando al merito della partita, il Ricci
si è lasciato ingolosire da un attacco che sembrava promettere bene, ma che
presentava una piccola controindicazione rivelatasi poi fatale: la Donna era
andata a cacciarsi in una casa aggressiva ma con scarse possibilità di movimento
(leggi: quasi intrappolata). Marco ha potuto far leva proprio su questa
debolezza contingente della Donna avversaria per operare un efficace pseudo-sacrificio di Cavallo, che ha rappresentato l’inizio
della fine per il Bianco, il quale dopo pochi tratti ha
dovuto abbandonare. Naturalmente non è mancata (e come poteva?) la consueta
recriminazione di Alfredo sulla partita vinta ma
regalata. L’analisi del dopo partita (senza l’amico Fritz),
ha tuttavia messo in luce una interessante linea
difensiva del Nero, che conduceva ad un contrattacco molto efficace, e che
sembrava ridimensionare parecchio le velleità offensive di Alfredo; anzi, la
posizione pareva più ricca di insidie per il Bianco che per il Nero. Poi però,
insistendo nelle analisi, è stata proposta una variante, sottile e quanto mai
difficile da vedere, che offriva al Bianco grandi prospettive di vittoria. Che invece, sulla scacchiera, ha arriso a Marco.
Dell’incontro in quarta
scacchiera non si può dire che sia stato impeccabile: condotto quasi sempre in vantaggio da Salvatore, è sfociato in un finale
la cui posizione mi era parsa ancora favorevole a lui, sia pure non in modo
decisivo. Giuffrè s’è poi lasciato sfuggire una continuazione che sembrava vincente, lasciando al
Presidente qualche reale possibilità di patta, che però non è stata colta.
Complice anche lo zeitnot,
nel quale incappa abbastanza spesso, nelle ultime battute
Maio ha gettato al vento un non difficile pareggio.
Quando mi sono avvicinato alla partita in quinta scacchiera, ho visto una
posizione in cui Roberto, col Bianco, aveva un leggero ma sicuro vantaggio,
dovuto alla presenza nel campo avversario di un Pedone isolato ed arretrato (e
perciò debole). Ritenevo perciò che la probabile conclusione di quell’incontro si potesse verosimilmente dividere a metà
fra la vittoria di Roberto e il pareggio. Per la verità, la posizione
presentava uno di quei microscopici vantaggi che nei manuali vengono
puntualmente sfruttati, quasi si trattasse di una formalità. La mia modesta
esperienza mi suggerisce invece che le cose non sono sempre così semplici (ma
cosa c’è di semplice negli scacchi?). Il Pedone di Massimo, pur debole, era ben
difeso, ed io stesso da fuori cercavo di capire quale grimaldello avrebbe
potuto usare Roberto per ottenere un vantaggio tangibile. Non l’ho trovato, ed
evidentemente non c’è riuscito neppure Roberto. Dopo una manciata
di mosse, infatti, gli eventi erano incredibilmente precipitati per lui: il
Pedone (ex) debole ed arretrato si era trasformato – novello brutto anatroccolo
– in un cigno, pardon, un Pedone passato insieme con un altro ad esso
affiancato. La forza devastante di due Pedoni passati ed uniti si è ben presto
fatta sentire, e Ricci si è visto costretto a sacrificarci un pezzo, dopodiché
l’incontro era segnato.
Purtroppo non riesco ad aggiungere nulla sulle altre
partite per mancanza di informazioni.
Mi limito a far notare come in testa al torneo ci siano, a punteggio pieno, il n° 6
ed il n° 7 del tabellone, che si incontreranno
inevitabilmente al prossimo turno.
Concludo informando che le maggiori sorprese
del terzo turno sono state quelle dalla 2^ alla 5^ scacchiera, e quelle in 12^
e in 14^. L’indice di sorpresa si è
così innalzato a 38,5.