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Provinciale 2011 – commento dopo il sesto
turno
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6° TURNO -
VENERDI' 8 APRILE 2011 |
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N° |
BIANCO |
NERO |
||||
Scacc. |
Sort. |
Giocatore |
Ris. |
Sort. |
Giocatore |
Ris. |
1 |
1 |
Occari Maurizio |
1 |
10 |
Fabbri Massimo |
0 |
2 |
5 |
Binder Andrea |
1 |
7 |
Balboni Lamberto |
0 |
3 |
16 |
Trevisani Guelfo |
0 |
3 |
Ricci
Alfredo |
1 |
4 |
6 |
Maesano Marco |
½ |
8 |
Giuffrè Salvatore |
½ |
5 |
18 |
Ruiba Gabriele |
½ |
13 |
Bruini Andrea |
½ |
6 |
14 |
Cavazzini Umberto |
1 |
19 |
Reggiani
Riccardo |
0 |
7 |
15 |
Del Colle Raffaele |
½ |
17 |
Cavicchi Francesco |
½ |
8 |
22 |
Brugnatti Elvo |
0 |
11 |
Ricci
Roberto |
1 |
9 |
4 |
Maietti Luca |
0 |
24 |
Cartegni Aldo |
1 |
10 |
9 |
Rondelli Roberto |
1 |
28 |
Ferrari Franco |
0 |
11 |
12 |
Solinas Roberto |
1 |
30 |
Turati Anelusco |
0 |
12 |
29 |
Namari Pierpaolo |
½ |
23 |
Rossi
Stefano |
½ |
13 |
21 |
Dentale Antonio |
½ |
20 |
Boscia Francesco |
½ |
14 |
25 |
Dentale Anna |
1 |
26 |
Baratelli Triestino |
0 |
|
27 |
Dentale Raffaele |
1 |
|
Riposa |
|
|
2 |
Poltronieri Michele |
0 |
|
Ritirato |
|
Il sesto turno ha visto confermata la leadership del sottoscritto, che –
grazie alla sconfitta di Balbo ad opera di Bindo – si
ritrova con un punto di vantaggio rispetto agli inseguitori.
In prima
scacchiera, dunque, il sottoscritto aveva la meglio su un
valido Fabbri. Questi giocava in apertura una mossa che io, lì per lì,
avevo valutato piuttosto dubbia, dal momento che scompaginava la struttura
pedonale del Nero sul lato Est. Può darsi che questa mia valutazione fosse inesatta, oppure che io non abbia giocato in modo
preciso; sta di fatto che non sono riuscito ad ottenere alcun vantaggio
tangibile dalla presunta imprecisione del mio avversario. Non solo: quando al
12° tratto Massimo arroccava lungo, mi lasciava con un palmo di naso, perché
avevo impostato il gioco per un attacco su un eventuale arrocco corto. Dopo quella
mossa le mie prospettive di attacco erano ampiamente
ridimensionate, mentre promettenti possibilità si dischiudevano per il mio
avversario. Per mia buona sorte, dopo pochi tratti Massimo giocava
una mossa veramente sconsiderata, che perdeva virtualmente un Pedone, e
soprattutto comprometteva la struttura dei suoi Pedoni centrali, consentendomi
altresì una efficace reazione. Lo zeitnot nel quale è finito ha fatto
il resto.
In seconda
scacchiera, abbondantemente dopo le altre partite, è terminato un altro incontro decisivo per il vertice della classifica. In
una posizione concitata e difficile (con Donna e 2 TT in gioco da ambo le parti,
e potenziali pericoli per entrambi i monarchi), i contendenti hanno
dovuto giocare parecchie mosse in una manciata di
minuti, oltre all’incremento. Secondo tutti i presenti
il vantaggio era di Andrea, e il Fritz ha successivamente
confermato questa impressione comune. Tuttavia, ripeto, in quelle fasi la partita presentava oggettive difficoltà; non era
affatto semplice giocarla, dovendo fare i conti con la tensione, la stanchezza
per le precedenti 3 ore abbondanti di gioco, e l’importanza della posta in
palio. Il pericolo di svarioni era dietro l’angolo, e diverse mosse deboli sono
state giocate da ambo i contendenti. L’impressione del momento è stata che
l’ago della bilancia si sia spostato più volte,
puntando ora un colore, ora l’altro. L’ultima, decisiva cappella l’ha commessa Balbo, che ha dovuto abbandonare dopo pochi tratti.
In terza
scacchiera, Guelfo giocava con il Bianco una partita molto “timida” contro
un arrembante Alfredo. Il quale acconsentiva a bloccare quasi
completamente l’ala di Donna per dedicarsi con grande
tranquillità ad un attacco sull’arrocco corto del Bianco. Ho sottolineato
quasi, perché con grande sensibilità Ricci ha evitato di chiudere
completamente la posizione; anzi, ha mantenuto una fastidiosissima pressione di
un Cavallo su un Pedone debole in b3, che costringeva l’avversario a mantenere
la Donna legata alla sua difesa. Intanto, in tutta tranquillità, Alfredo
sviluppava il suo attacco sul lato Est. Guelfo riusciva a collocare un Alfiere
in una casa eccellente (f5), tanto da darmi l’impressione che – con
un’eventuale successiva manovra di blocco di Pedoni – avrebbe potuto
organizzare un fortino quasi inespugnabile. Tuttavia Guelfo non ha seguito quell’idea, e dopo pochi tratti Alfredo
ha potuto liberarsi del forte Alfiere campochiaro del
Bianco mediante un sacrificio di qualità con effetti devastanti. L’esito della
partita era dunque segnato: l’abbandono è arrivato dopo tre mosse. Io ero però curioso di verificare l’impressione che ho avuto
“in diretta”, e cioè se la risorsa difensiva che avevo intravisto durante la
partita avrebbe potuto dare al Nero qualche speranza di resistere. Sembra
proprio di no: un’analisi successiva (non di Fritz,
ma più modestamente di Alfredo e mia), avrebbe
dimostrato che la partita del Bianco era comunque senza speranze. Troppo
pesante era infatti la debolezza in b3, e troppo
infelice un Cavallo bianco in h1 completamente immobile, mentre i pezzi neri
acquistavano attività man mano che la posizione si apriva.
In quarta
scacchiera, in una partita sostanzialmente equilibrata, Salvatore e Marco
si sono divisi la posta, esattamente come Gabriele e Andrea in quinta.
In sesta Umberto, poco dopo la fine dell’apertura, otteneva un vantaggio
decisivo grazie a un incredibile errore di Riccardo: in quello che sarebbe
dovuto essere un cambio doppio, Reggiani si è limitato ad un cambio semplice,
senza avvedersi che lasciava un Alfiere pulito in presa. Umberto catturava e
ringraziava, e la partita era da considerarsi virtualmente finita.
In ottava
mi era parso che Elvo potesse sfruttare significativamente la debolezza delle
case f6 e h6 a ridosso dell’arrocco di Roberto. La fugace impressione è stata
che – almeno per un tratto – un salto di Cavallo del Bianco avrebbe dato non
pochi grattacapi al Nero. Non so se fosse errata la
mia impressione, oppure se sia stato intempestivo il salto di quel Cavallo; sta
di fatto che, avvicinatomi successivamente a quella scacchiera, ho visto il
Cavallo che – invece di sviluppare un’azione offensiva – era intrappolato nel
campo del Nero, senza apparente via d’uscita e potenziale preda
dell’avversario. Ad un successivo ritorno, il Cavallo era di nuovo libero (come
avrà fatto?), ma la posizione di Elvo decisamente
senza speranze.
I risultati del sesto turno sono stati quasi tutti secondo pronostico. Le sorprese sono state decisamente contenute, tranne una: in nona scacchiera, il Presidente si produceva in uno dei suoi
principali capolavori, perdendo contro Cartegni, a
dispetto di una differenza elo di oltre 500 punti
(!), e di un punteggio atteso di 0,96. Nella partita, inizialmente equilibrata,
dopo una ventina di mosse Luca ha guadagnato un pezzo per un Pedone (passato);
un compenso troppo scarso per poter rappresentare un
serio pericolo. Tuttavia Maio, che nella gestione del
tempo ha un vero tallone d’Achille, riusciva a complicarsi la vita riducendosi
in zeitnot.
Probabilmente a causa di questo si produceva in una serie di mosse tra
l’inefficace e il dannoso, consentendo ad Aldo di intrappolargli il Cavallo in più.
Riusciva però, nonostante lo zeitnot, a trovare un interessante sacrificio di Torre che,
alzando un consistente polverone, gli procurava ottime possibilità di
pareggiare per ripetizione di mosse. Ma invece di accontentarsi del pareggio,
abbagliato da un matto inesistente, si infilava in una
variante sterile, al termine della quale, invece del matto, c’era un finale con
una Torre in meno. La fine poi è stata decretata addirittura dall’orologio:
Luca ha finito il tempo nel cercare quel matto che appunto aveva visto pochi tratti prima e che invece continuava a sfuggirgli,
esattamente come un miraggio. Va detto peraltro che, se la trascrizione della
partita che ho visto io è corretta, dopo il sacrificio di Torre Maio aveva ben
altro a disposizione che il perpetuo: con un micidiale uno-due
avrebbe catturato la Torre avversaria con scacco, e alla mossa successiva
l’Alfiere, restando con D, A , 4PP contro D e 4PP. E’
tanto incredibile questa svista, che mi viene perfino il dubbio che ci sia un
errore nel formulario.
Da segnalare, in ultima
scacchiera, il punto della bandiera della piccola Anna
contro Triestino.
Come accennato prima, l’indice di sorpresa di questo sesto turno sarebbe stato
straordinariamente basso (17,3), se non ci fosse stata la sconfitta del
Presidente. Nella realtà invece esso è risultato di 23,9.
Nonostante un intero punto di vantaggio, la
matematica non garantisce ancora al sottoscritto la vittoria finale; a sola
certezza è che il vincitore uscirà dal terzetto composto da
me, Alfredo e Andrea. Se questi ultimi vinceranno i rispettivi incontri
dell’ultimo turno, si verificherà un ex-aequo a tre,
come poche volte è accaduto nei nostri provinciali. In quel caso, piaccia o no,
il titolo sarebbe deciso da quella roulette russa che è rappresentata dallo
spareggio tecnico. D’altronde, per quanto “giusto” si possa cercare
di progettarlo, qualunque spareggio tecnico costituisce sempre un ripiego, una
seconda scelta, nella definizione della classifica di un torneo. Al
momento il Bucholtz sembrerebbe favorire Andrea
(sempre nell’ipotesi che lui riesca a superare Maesano,
e io perda contro Alfredo), ma le variabili in gioco
sono troppe e troppo aleatorie per poter fare pronostici. Non dimentichiamo poi
che i due diretti inseguitori potrebbero anche perdere entrambi, e in questo
caso la piazza d’onore e il terzo posto andrebbero a
qualcuno del quartetto Giuffrè, Balboni,
Maesano, Cavazzini. Martedì
sera lo scopriremo...