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Provinciale 2011 – commento dopo il quinto
turno
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5° TURNO -
MARTEDI' 5 APRILE 2011 |
||||||
N° |
BIANCO |
NERO |
||||
Scacc. |
Sort. |
Giocatore |
Ris. |
Sort. |
Giocatore |
Ris. |
1 |
7 |
Balboni Lamberto |
0 |
1 |
Occari Maurizio |
1 |
2 |
8 |
Giuffrè Salvatore |
0,5 |
5 |
Binder Andrea |
0,5 |
3 |
10 |
Fabbri Massimo |
0,5 |
6 |
Maesano Marco |
0,5 |
4 |
19 |
Reggiani
Riccardo |
0,5 |
16 |
Trevisani Guelfo |
0,5 |
5 |
3 |
Ricci
Alfredo |
1 |
4 |
Maietti Luca |
0 |
6 |
15 |
Del Colle Raffaele |
1 |
9 |
Rondelli Roberto |
0 |
7 |
17 |
Cavicchi Francesco |
0,5 |
11 |
Ricci
Roberto |
0,5 |
8 |
18 |
Ruiba Gabriele |
1 |
12 |
Solinas Roberto |
0 |
9 |
13 |
Bruini Andrea |
1 |
29 |
Namari Pierpaolo |
0 |
10 |
30 |
Turati Anelusco |
0 |
14 |
Cavazzini Umberto |
1 |
11 |
20 |
Boscia Francesco |
0 |
22 |
Brugnatti Elvo |
1 |
12 |
26 |
Baratelli Triestino |
0 |
23 |
Rossi
Stefano |
1 |
13 |
27 |
Dentale Raffaele |
0 |
24 |
Cartegni Aldo |
1 |
14 |
28 |
Ferrari Franco |
1 |
25 |
Dentale Anna |
0 |
|
21 |
Dentale Antonio |
1 |
|
Riposa |
|
|
2 |
Poltronieri Michele |
0 |
|
Ritirato |
|
Il quinto turno ha presentato un avvicendamento in
vetta alla classifica.
Nella partita di cartello, in prima scacchiera, il sottoscritto era chiamato a fermare la marcia
di Balbo, che conduceva a punteggio pieno. Se avesse vinto ancora, Lamberto si
sarebbe procurato un vantaggio di un punto e mezzo sui (sette) diretti
inseguitori, ed avrebbe praticamente fatto suo il
titolo con ben due turni di anticipo. Affinché il
torneo mantenesse un certo interesse, era necessario che Balbo non
vincesse: in caso di pareggio o di vittoria del sottoscritto, infatti, la
classifica avrebbe visto un leader a 4,5 punti e uno o più inseguitori a 4, e
il discorso per la vittoria finale sarebbe rimasto aperto. Forte di questa
motivazione, ce l’ho messa tutta per fermare il
Nostro, evitando così una caduta verticale dell’interesse del campionato. Che
ciò abbia anche giovato alla mia classifica, ovviamente è del tutto
incidentale... :-))
L’incontro mi è parso abbastanza equilibrato per
tutta la fase iniziale, nella quale sono state cambiate le Donne. Alla 17^
mossa decidevo di andare alla caccia di un Pedone cedendo un Alfiere per un
Cavallo. Non che fossi granché convinto di quella scelta (la posizione era tale
che la coppia degli Alfieri aveva grandi prospettive), ma
io, modesto “spingitore di legnetti”, non vedevo altri modi per raggiungere un
vantaggio apprezzabile. Con la mia scelta, se non altro, mi creavo un obiettivo
preciso (puntare a cambiar pezzi), e non dovevo chiedere troppo alla mia
(scarsa) abilità strategica. Dopo poche mosse sono
però incappato in un quasi-svarione: mi sono
auto-intrappolato un Cavallo, con una mossa che solo pochi tratti prima avevo
visto, e concluso che non era affatto igienica. Invece,
movendo rapidamente, ho giocato proprio il tratto incauto, già escluso in
analisi. Ah, la fretta! Solo per una certa dose di fortuna (mentirei se dicessi
che avevo previsto tutto) quel tratto non si è rivelato fatale. Una serie di
mosse difensive ma decisamente poco efficaci del mio
avversario mi hanno poi consentito non solo di cambiare il Cavallo in pericolo
con un Alfiere avversario (che così perdeva anche il vantaggio della coppia degli
AA), ma anche di guadagnare un altro Pedone e di rimanere oltre tutto con il
possesso di una colonna aperta. A quel punto l’esito dell’incontro era segnato.
La cosa che m’ha forse stupito di più in questa
partita è stato l’atteggiamento stranamente dimesso di Balbo, che di solito non
esita a condurre aggressivamente il gioco, e che aveva sicuramente a
disposizione qualche continuazione più intraprendente di quella da lui scelta.
La seconda
scacchiera ospitava l’interessante confronto fra Salvatore, valido
esponente della vecchia guardia, e il (quasi) giovane e rampante Andrea. (Stavo per scrivere che Salvatore è il decano di questo
Provinciale, ma ad un rapido controllo scopro che lo è Boscia.)
La partita, dunque, è stata abbastanza chiusa e manovrata per la prima parte,
con un discreto vantaggio di spazio del Bianco (Giuffrè),
e il Nero che manovrava in spazi piuttosto angusti. Soprattutto,
appariva evidente lo sviluppo arretrato del Nero, che alla 25^ mossa aveva
ancora due pezzi dell’ala Ovest nelle case di partenza. Andrea s’è
lasciato quasi intimidire da una mossa piuttosto intraprendente di Salvatore; quindi
ha pensato per oltre mezz’ora ad una possibile risposta, e il ritardo che ne è conseguito ha in parte condizionato il resto
dell’incontro. La partita si è aperta attorno alla 20^ mossa, e qualche tratto
più avanti Giuffrè ha
perduto un pezzo (oppure l’ha dato?), ma come compenso aveva ottenuto un’iniziativa
piuttosto pericolosa, senza contare i due pezzi neri ancora a casa e il forte
vantaggio di tempo. Ciononostante, ha preferito assicurarsi la divisione della
posta forzando una ripetizione di mosse, piuttosto che avventurarsi in varianti
taglienti ma correndo il rischio che – se l’attacco fosse sfumato – sarebbe
entrato in un finale perduto.
In terza,
Massimo otteneva una buona posizione contro Marco. L’iniziativa sembrava
potesse sfociare in un vantaggio tangibile, ma va
detto che Marco si difendeva bene, riuscendo a contenere le minacce avversarie.
Forse da una precisa analisi potranno scaturire varianti promettenti per il
Bianco, ma sulla scacchiera Massimo non è riuscito ad
andare oltre il pareggio. Posso solo aggiungere che alcune linee offensive, che
avevo preso in considerazione dall’esterno, ad una
prima occhiata non sembravano portare a nulla.
Patta è finita anche la partita in quarta, che mi sembra si sia svolta interamente sui binari di un sostanziale
equilibrio.
In quinta
l’esimio Presidente doveva presumibilmente sentirsi a guisa di segugio in loco
sacro (= come un cane in chiesa). Alfredo aveva ottenuto una posizione più che
promettente, con iniziativa, vantaggio di spazio e miglior gioco di pezzi;
pleonastico aggiungere del suo robusto vantaggio sull’orologio, una costante
del Nostro (come farà?). Ogniqualvolta mi avvicinavo a quella scacchiera,
vedevo Alfredo incrementare il proprio vantaggio posizionale, Mentre Luca doveva
fare i conti con l’inesorabile incedere dell’orologio, che nelle ultime battute
della partita segnava pochi minuti a sua disposizione. Devo anche aggiungere, per
la verità, che non vedevo una chiara linea di gioco
che potesse condurre alla vittoria. Inoltre, tenendo presente che Alfredo, di animo quanto mai generoso, è solito stupire gli astanti (nonché
gratificare gli avversari) con inopinati regali, mi chiedevo che cosa mai
sarebbe riuscito ad inventare stavolta per non portare a casa l’intera
posta. La mia curiosità non è stata esaudita: Ricci ha
condotto in porto con successo l’incontro. Solo non saprei dire se la sconfitta
di Luca sia da ascrivere, in ultima analisi, ad un suo svarione in zeitnot, oppure
se Alfredo abbia trovato il modo di concretizzare un
vantaggio decisivo.
In sesta scacchiera
Roberto subiva una pesante sconfitta ad opera di
Raffaele, nonostante una differenza di 170 punti elo,
e un punteggio atteso di 0,7 da parte di Roberto. Questi, che già non aveva
condotto l’apertura in modo impeccabile, incappava in una banale svista che lo
lasciava con una Torre in meno, con un compenso (leggero vantaggio di sviluppo,
e forse un Pedone) decisamente insufficiente. Nonostante qualche incertezza, Raffaele è venuto a capo dei
pochi problemi che il Nero è riuscito a porgli.
Strana la conclusione dell’incontro, in settima, fra
Francesco e Roberto. Il primo, col Bianco, aveva il pieno possesso della casa
f5. Dopo aver visto una lezione di Negrini
sull’argomento, non saprei dire se quella casa fosse forte per il Bianco o
debole per il Nero, ma sembrava comunque un ottimo
viatico per un assalto del Bianco al Re avversario. Per un certo numero di
tratti m’è parso che Francesco abbia condotto bene quell’attacco, guadagnando un Pedone e procurando qualche
grattacapo a Roberto. Poi però l’attaccante si è quasi smarrito per strada, e
non ha trovato il modo di affondare il colpo mortale. Probabilmente la
freddezza difensiva di Roberto, unita alla scarsità di tempo a disposizione di
Francesco, hanno consigliato quest’ultimo
ad accontentarsi della patta. A me era parso di intravvedere una qualche ideuzza
per alimentare l’attacco del Bianco, procurando un po’ di preoccupazioni
all’avversario, ma dallo sguardo inevitabilmente rapido e superficiale da
spettatore non si può pretendere più di tanto: può darsi che le potenzialità
del Bianco in quella posizione fossero minori di quanto sembrasse. Sentiremo
l’amico Fritz...
L’ottava
scacchiera ha ospitato la maggiore sorpresa di questo quinto turno (seguita
a ruota da quella in sesta): Gabriele ha infatti avuto
la meglio su un ostinato Roberto, che voleva vincere a tutti i costi un finale
stra-patto (sempre secondo me, ovviamente: Luca sostiene che stesse meglio
Gabriele). Quel finale era la logica conclusione di una partita abbastanza
equilibrata, nella quale però il Nero ha anche avuto
qualche momento in cui era preferibile per via un Alfiere avversario piuttosto
cattivo. Forse per il ricordo di questo leggero vantaggio (peraltro sfumato),
Roberto non ha voluto riconoscere l’impossibilità di forzare una vittoria nel
finale. Ci ha provato ugualmente e – come spesso avviene in casi analoghi – ha
dovuto rinunciare anche al mezzo punto che gli “spettava”. Vabbè
che la patta non gli serviva, come ha dichiarato Roberto alla fine della
partita, ma mi sembrava così scontata che la ricerca della vittoria non era
altro che l’utopistica speranza di una cappella dell’avversario. Invece Gabriele ha tenuto botta, e incassato il punto
intero.
Non avendo presente altro, chiudo con l’indice di sorpresa, pari a 36,4 per
questo quinto turno.