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Provinciale 2010 – commento dopo il
quarto turno
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4° TURNO - VENERDI' 26 FEBBRAIO 2010 |
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N° |
BIANCO |
NERO |
||||
Scacc. |
Sort. |
Giocatore |
Ris. |
Sort. |
Giocatore |
Ris. |
1 |
7 |
Balboni
Lamberto |
0 |
9 |
Maesano
Marco |
1 |
2 |
4 |
Maietti
Luca |
0 |
1 |
Occari
Maurizio |
1 |
3 |
8 |
Binder
Andrea |
0 |
2 |
Poltronieri
Michele |
1 |
4 |
6 |
Zanirato
Stefano |
0 |
3 |
Temporin
Alberto |
1 |
5 |
17 |
Del
Colle Raffaele |
0 |
5 |
Ricci Alfredo |
1 |
6 |
11 |
Solinas
Roberto |
1 |
14 |
Fabbri
Massimo |
0 |
7 |
29 |
Ferrari
Franco |
½ |
13 |
Cavicchi
Francesco |
½ |
8 |
27 |
Melchiori
Simone |
0 |
12 |
Cavazzini
Umberto |
1 |
9 |
19 |
Ricci Roberto |
1 |
15 |
Rondelli
Roberto |
0 |
10 |
10 |
Giuffrè
Salvatore |
1 |
16 |
Bruini
Andrea |
0 |
11 |
18 |
Reggiani Riccardo |
0 |
24 |
Bindini
Daniele |
1 |
12 |
20 |
Boscia
Francesco |
0 |
25 |
Nicoli
Leonardo |
1 |
13 |
31 |
Turati
Anelusco |
0 |
21 |
Correggiari
Amedeo L. |
1 |
14 |
23 |
Baratelli
Triestino |
1 |
32 |
Mazzetto
Fabio |
0 |
15 |
28 |
Saraceni Gian Luigi |
0 |
26 |
Cartegni
Aldo |
1 |
16 |
7 |
Balboni
Lamberto |
0 |
9 |
Maesano
Marco |
1 |
Venerdì
scorso il provinciale
In prima scacchiera, infatti, egli ha
fatto suo l’incontro con Balbo. Va detto subito che si
è trattato di una prova difficile per Marco, che ha dovuto subire per quasi
tutta la partita l’iniziativa e il vantaggio di
materiale dell’avversario. In una difesa Siciliana, Marco (col Nero) incappava
in una svista a seguito della quale perdeva una qualità. Con un simile
svantaggio dalle prime battute, si stava facendo strada negli astanti la
convinzione che Maesano non sarebbe riuscito a
raccogliere neppure il pareggio. Si consideri, tra l’altro, che di fronte aveva
un avversario piuttosto insidioso, che nella fantasia
e nella disposizione all’attacco ripone le sue armi più pericolose. Essendo la
scacchiera di quella partita accanto alla mia, potevo dare frequenti sbirciate;
vedevo una costante pressione di Lamberto, alla quale Marco si opponeva con grande tenacia. Il cambio delle Donne, proposto (quasi
imposto) da Lamberto, si sarebbe dovuto rivelare vantaggioso, non foss’altro
per l’avvicinarsi di un finale in cui la qualità in più si sarebbe dovuta far
sentire con tutto il suo peso. Ma la posizione piuttosto chiusa, con i Pedoni
del Nero disposti in catena, non agevolavano le
manovre di Balbo. Il quale a un certo punto commetteva
un classico errore facendosi “infilare” le due Torri dall’Alfiere avversario.
Per sua sfortuna, la configurazione dei Pedoni non consentiva neppure di
disporre le Torri in modo da autoproteggersi (cosa che avrebbe consentito la
perdita della sola qualità), ed ha finito così per perdere una Torre netta.
Ecco dunque che la tenace e precisa difesa di Marco è stata
premiata.
In seconda, io
affrontavo il Presidente non al massimo della sua forma. Nell’apertura ho optato
per uno stupido sviluppo in fianchetto di un Alfiere che avrebbe giocato molto
meglio in altra casa. Da quella scelta infelice (e antiposizionale), è
conseguita una difficoltà di collocazione dei miei
pezzi quasi imbarazzante. Se si aggiunge che mi sono lasciato forzare
un’impedonatura che avevo visto ed evitato giusto due mosse
prima, e che dopo di essa le mie prospettive di gioco erano ridotte ai
minimi termini, si può facilmente intuire come ancora una volta l’apertura si
sia rivelata il mio tallone d’Achille. Maio, forte della sua superiorità
posizionale, si è concesso una notevole intraprendenza, fino ad una mossa che
mi consentiva di guadagnare un Pezzo per due Pedoni, ma a scapito della
sicurezza del mio Re. Col senno di poi (ma forse anche con un po’ di buon senso
di prima...) posso dire che non avrei dovuto accettare
quel baratto: tutto sommato l’incolumità del proprio Re è prioritaria negli
Scacchi, e metterla a repentaglio per il modico prezzo di un Alfiere per due
Pedoni non è affatto saggio. Per l’ennesima volta, sono stato
vittima della mia “sindrome di S. Tommaso”, che mi spinge ad andare a
“vedere”, così come a Poker si cerca di smascherare un bluff. Invero, ciò che
ho visto non mi è piaciuto affatto: l’attacco di Maio era un po’ + temibile di
quanto lo avessi giudicato; a ciò si aggiunga che le mie possibilità difensive
erano molto limitate dall’infelice collocazione dei
miei pezzi, soprattutto nell’ala Ovest. Per mia buona sorte, Luca si è
scomposto e ha perso lucidità: non solo non ha visto un semplice perpetuo,
preferendo una continuazione dubbia, ma non ha neppure considerato una semplice
variante che avrebbe alimentato l’attacco. Non so dirvi il responso
del Fritz sulla mia posizione, ma è facile immaginare che ci fosse qualche
continuazione vincente. Invece Luca, che nel frattempo
aveva anche accumulato un preoccupante svantaggio di tempo, ha commesso alcuni
svarioni consegnandomi la partita.
In terza scacchiera, finalmente, si è
vista una vittoria convincente. L’attaccante nato Poltro se la vedeva con Binder.
(Apro una breve parentesi. Curiosamente, nel Provinciale 2009, al quarto turno, in seconda
scacchiera si giocò
La quarta scacchiera ospitava il derby tra
gli amici rodigini. La spuntava Temporin, al termine di un incontro tutto
sommato equilibrato, conclusosi con un finale di una Torre
e Pedoni (pari) per parte, in cui è riuscito a sfruttare la migliore attività
del proprio Re, e probabilmente la struttura pedonale + favorevole. Non sono
riuscito a seguire l’analisi del dopo-partita, e ignoro quindi se quel finale
fosse facilmente vinto oppure (come mi sembra + probabile), alla sconfitta di
Stefano abbia contribuito anche un suo debole trattamento del finale.
Anche in quinta si è verificato un
finale di una Torre e Pedoni pari. Raffaele, accreditato dalle tabelle elo di
un punteggio atteso di 0,07 (!), secondo me ha tenuto
testa bene ad Alfredo. La partita mi è infatti parsa
piuttosto equilibrata fino alle soglie del finale. Ciò è però
costato molto, in termini di tempo utilizzato, a Raffaele, che si è visto
costretto a giocare le ultime fasi con l’affanno del tempo. Inutile dire che
Alfredo questo affanno non lo conosce neppure. In una
prima fase del finale di Torri la struttura pedonale sembrava irrimediabilmente
compromessa per Del Colle; era infatti ben chiaro il
piano di Ricci, che tendeva a minare una catena di Pedoni. Mi sembrava che non
ci fossero difese, e che la vittoria di Alfredo fosse
solo questione di tempo, ma Raffaele si è inventato quella che – sul momento –
mi era parsa una reazione interessante ed efficace. Ahimè, non sono riuscito a
seguire le ultime battute di quell’incontro. Ho soltanto visto che ha vinto
Ricci. Mi resta quindi la curiosità se la reazione che di Raffaele non fosse sufficiente, oppure se ha sbagliato in seguito.
Ben
poco so dell’incontro in sesta
scacchiera, dove ha avuto luogo l’ennesima puntata del permanente scontro
fra Solinas e Fabbri, che ha visto la vittoria del
primo. Mi è parso che anche questa partita sia stata
piuttosto equilibrata per quasi tutto il suo corso; almeno, questa era
l’impressione che ho avuto avvicinandomi a + riprese a quella scacchiera.
Ignoro se l’esito finale sia stato la naturale conseguenza di un vantaggio
posizionale di Roberto, oppure di una serie di mosse deboli di
Massimo. Poiché le opinioni dei contendenti non
collimano, non posso che sospendere il giudizio...
Della
partita in settima scacchiera ho visto diverse battute. Le
prime erano a mio avviso favorevoli a Franco, che si è
lasciato sfuggire l’occasione di “smaialare” la struttura dei Pedoni dell’ala
Ovest del suo avversario. Poi sono seguiti un po’ di casini tattici, che hanno lasciato Francesco con un consistente vantaggio di
materiale, ma il Re in posizione insicura. Franco ha poi fatto leva su tale
obiettivo per dare un po’ di grattacapi a Francesco, che ha dovuto restituire
parte del materiale di vantaggio. Non tutto, però: nel finale
Cavicchi si è trovato con un Alfiere in più (unico pezzo in gioco oltre
ai Re) e due Pedoni in meno. Un finale in cui, a mio avviso, l’Alfiere
garantiva ottime possibilità di assicurarsi il punto intero,
ma Francesco ha preferito accontentarsi della divisione della posta.
Anche l’incontro in ottava ha
avuto un esito contrario a quello che ci si attendeva osservandone lo
svolgimento. Per quasi tutta la partita, il Bianco (Melchios) ha goduto
di un vistoso vantaggio di posizione. Uno di quei casi
nei quali, nonostante la perfetta parità di materiale, chiunque guardi è
portato a concludere che quella posizione sfocerà in una
vittoria. Può essere vero... se gioca Capablanca! In effetti, man mano che la
partita continuava, la posizione di Umberto mi pareva
sempre meno preoccupante. L’ultima volta che l’ho vista, ho potuto osservare
un’inversione della condizione iniziale: era Umberto che stava meglio! Il
risultato finale è in linea con quest’ultima mia impressione.
Da ultimo, un cenno all’indice
di sorpresa, che per il quarto turno è stato di 36,6, di poco inferiore a
quello del secondo; segno che in numerose partite il risultato si è discostato
da quello più
probabile (definito sulla base dei punti elo). Infatti, in 12 partite su 16 la
differenza fra il punteggio reale e quello atteso ha superato il quarto di
punto , che è il massimo valore che può assumere tale
differenza se si verifica l’evento più probabile fra i tre possibili.
Il
prossimo turno vedrà nelle prime due scacchiere gli incontri di cartello. Se in prima scacchiera Marco mi batterà, prenderà il largo
mettendo un intero punto tra lui e gli inseguitori, e ipotecando la vittoria
finale. E in seconda scacchiera