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Provinciale 2010 – commento dopo il secondo turno

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2° TURNO - VENERDI' 19 FEBBRAIO 2010

BIANCO

NERO

Scacc.

Sort.

Giocatore

Ris.

Sort.

Giocatore

Ris.

1

8

Binder Andrea

½

1

Occari Maurizio

½

2

2

Poltronieri Michele

0

9

Maesano Marco

1

3

12

Cavazzini Umberto

½

3

Temporin Alberto

½

4

14

Fabbri Massimo

1

5

Ricci Alfredo

0

5

6

Zanirato Stefano

1

11

Solinas Roberto

0

6

32

Mazzetto Fabio

0 F

7

Balboni Lamberto

1 F

7

4

Maietti Luca

1

22

Brugnatti Elvo

0

8

10

Giuffrè Salvatore

½

19

Ricci Roberto

½

9

24

Bindini Daniele

½

13

Cavicchi Francesco

½

10

30

Namari Pierpaolo

0

16

Bruini Andrea

1

11

15

Rondelli Roberto

½

27

Melchiori Simone

½

12

26

Cartegni Aldo

0

17

Del Colle Raffaele

1

13

23

Baratelli Triestino

1

18

Reggiani Riccardo

0

14

20

Boscia Francesco

0

29

Ferrari Franco

1

15

28

Saraceni Gian Luigi

0

21

Correggiari Amedeo L.

1

 

31

Turati Anelusco

1 F

 

Forfait

 

 

25

Nicoli Leonardo

0 F

 

Forfait

 

Questo secondo turno ci ha regalato qualche sorpresa.

In prima scacchiera i contendenti si sono accordati per una tranquilla patta senza neppure giocare.

In seconda Michele ha fatto vedere i sorci verdi a Marco, sacrificando ben due pezzi per l’attacco. Un attacco che aveva presupposti seri, e che si è dimostrato, anche con le analisi del dopo partita, decisamente efficace e pungente. Tuttavia Michele ha mancato almeno un paio di continuazioni vincenti, e soprattutto gli è sfuggito un cambio di Donne che l’ha stroncato: senza le Dame e con un paio di pezzi in meno ha perso ogni speranza ed ha abbandonato subito. In analisi si è visto che – appunto – c’erano diverse continuazioni che non lasciavano scampo al Nero. Se ben ricordo, abbiamo anche visto una variante che vinceva anche con il cambio delle Donne. Ma la cruda realtà degli scacchi impone di giocare le mosse giuste sulla scacchiera. A Michele va ascritto il merito di aver giocato una partita brillante, e soprattutto di aver intuito il secondo sacrificio, molto forte ma tutt’altro che scontato. A Marco va invece riconosciuto che si è difeso correttamente e con freddezza.

In terza, in una partita di cui purtroppo non so nulla, Cavazzini ha inchiodato sulla patta Temporin, a cui rende quasi 300 punti elo.

La quarta scacchiera ha presentato la principale sorpresa del secondo turno. Il buon Alfredo ha dovuto soccombere contro un convincente attacco di Massimo, il quale – in questa partita - ha perseguito l’iniziativa con maggiore convinzione del suo avversario. Piuttosto strano, va detto, perché di Alfredo si può dire molto, ma non che non sia attento all’iniziativa. E invece in questo caso Massimo è stato più intraprendente. Forse la cappella decisiva è stata una anomala spinta, da parte di Alfredo (Nero), del proprio Pf7 di due passi. Considerato che il Pedone a fianco era in g6, capite bene come la posizione dell’arrocco non ne abbia tratto giovamento. E infatti dopo poche mosse Massimo, con il più classico dei sacrifici, ha scardinato gli ultimi (indeboliti) baluardi a difesa del Re avversario, e si è potuto addirittura permettere di scegliere fra due matti diversi.

In quinta Solis ha dovuto soccombere contro Zanirato, in una partita che si è mantenuta in un sostanziale equilibrio per buona parte della sua durata. A tratti, anzi, sembrava che entrambi i contendessi “tirassero” alla patta, visto che diverse mosse parevano avere l’unico scopo di passare la mano. Il finale di Cavallo (Roberto) contro Alfiere (Stefano) e Pedoni pari era parso agli osservatori e al sottoscritto decisamente patto. Roberto ha tuttavia irrigidito i suoi Pedoni sull’ala Ovest, condannando il proprio Re a mantenere la difesa di un Pedone sotto costante pressione dell’Alfiere avversario. Va detto peraltro che Stefano si è inventato un sacrificio di Pedone decisamente interessante per sfruttare la scarsa mobilità dei pezzi di Roberto. Al quale, peraltro, sono sfuggite le migliori mosse difensive. Morale: Zanirato ha perseguito la vittoria con più convinzione di Solinas, e alla fine è stato premiato e ha portato a casa l’intero punto.

In settima scacchiera potrei dire che si è verificata una sorpresa doppia, e fra poco si capirà perché. La differenza elo tra Salvatore e Roberto è di quasi 300 punti a favore del primo. Però, come sappiamo, quando un giocatore partecipa a pochi tornei il suo elo non è molto veritiero. E’ il caso di Massimo Fabbri, per esempio, il cui punteggio è sicuramente più basso della sua forza reale. Come era il caso di Poltro: nel Provinciale del 2008 aveva circa 1600 punti, mentre oggi ne ha oltre 400 in più. Poiché mi sento di affermare che nel giro di questi due anni la sua forza di gioco è rimasta pressoché costante, delle due l’una: a) il suo elo era sottostimato prima, oppure b) è sovrastimato ora. Propendo per a). Una considerazione analoga va fatta per Roberto Ricci, che nel provinciale 2009 guadagnò quasi 100 punti, essendo entrato con il punteggio base di 1440. Punteggio che evidentemente gli stava stretto. Nel sociale da lui vinto ne avrebbe guadagnati altri 114, se quel torneo fosse stato valido, ma non lo fu. L’aumento di elo di Roberto sarà per forza lento, se lui farà uno o due tornei l’anno. Questo per dire che anche quello di Ricci R. è un elo ampiamente sottostimato; la differenza di punti rispetto a Giuffrè gli attribuisce un punteggio atteso di 0,15, che francamente appare tutt’altro che realistico. Nella partita è sembrato che l’atteggiamento di Salvatore fosse un po’ “timido” rispetto ad un Roberto piuttosto intraprendente; tanto da arrivare ad offrire un Cavallo per un attacco che, nell’analisi del dopo partita, non sembrava affatto irresistibile. Ma Giuffrè ha temuto conseguenze gravi ed ha rifiutato il sacrificio. Successivamente, alcune sue mosse decisamente deboli hanno consentito a Ricci di sviluppare un’intensa pressione sul Re avversario, sfociata in una combinazione che è sembrata imparabile: una sequenza di mosse forzate (una decina di semi-mosse, se ben ricordo), con uno pseudo-sacrificio iniziale, al termine delle quali Roberto si è trovato con tre Pedoni in più: quelli dell’arrocco avversario. A quel punto la partita non aveva più storia, e Roberto, nella scelta fra prendere un quarto Pedone o cambiare le Donne, ha optato per quest’ultima soluzione. Chi non l’avrebbe fatto? In realtà, negli sviluppi successivi della partita, il Pedone “a” di Salvatore, che pareva del tutto insignificante, è improvvisamente diventato molto minaccioso, tanto da poter essere fermato solo sacrificando un pezzo. Ma la marea di Pedoni di Roberto continuava a preoccupare, nonostante il pezzo in meno. Però il nostro, piuttosto a corto di tempo, ha preferito accettare la patta offertagli da Salvatore, piuttosto che cercare di giocare una posizione tutt’altro che chiara e con la preoccupazione dell’orologio che incalzava. Dunque, questa è la seconda occasione persa da Roberto (ricordo che al primo turno aveva già avuto buone chanches contro Maio). Questa è quasi clamorosa, e va probabilmente imputata a due momenti fondamentali. Il primo quando ha avuto troppa fretta di cambiare le Donne con i tre Pedoni di vantaggio; la sua infatti era più attiva, e gli avrebbe consentito di dare ancora altro fastidio all’avversario. Il secondo, decisivo, quando ha trascurato l’importanza (e la potenziale minaccia) del Pedone passato dell’avversario sulla colonna “a”; Pedone che (ironia della sorte) avrebbe potuto guadagnare in una mossa.

Ora si può comprendere il motivo per cui prima parlavo di “sorpresa doppia”: a) Roberto è andato prepotentemente in vantaggio a dispetto del suo punteggio atteso di 0,15, e b) non è riuscito a concretizzare una superiorità che pareva incolmabile. Invero, la sorpresa a) può dirsi tale solo se si guarda ai numeri, mentre (per quanto detto sopra) noi sappiamo che non può considerarsi una vera sorpresa.

Un ultimo cenno all’indice di sorpresa, che dai 14,71 del primo turno è schizzato a un 39,64 di questo secondo turno. Ricordo che questo indice (per ogni turno) rappresenta una specie di misura di quanto i risultati di quel turno si discostano da quelli attesi. Quanto più alto è il numero di un certo turno, tanto maggiori sono le sorprese verificatesi in quel turno. Per avere dei termini di paragone, nel Provinciale 2009 tale indice assunse valori fra 19 e 41.