POESIE TRATTE DALLA

TESI DI LAUREA IN TRADUZIONE

di Gabriele Davini:

Studio Critico e Traduzione in Lingua Spagnola
di un'Antologia di Poeti Friulani dal Secondo
Dopoguerra ai Giorni Nostri

Tesis doctoral de Gabriele Davini:
Estudio Crítico y Traducción al Español
de una Antología de Poetas Friulanos del Segundo
Posguerra a Nuestros Días


Università degli Studi di Trieste:
Scuola Superiore di Lingue Moderne
per Interpreti e Traduttori

Relatore: Prof.ssa ELVIRA DOLORES MAISON PRENZ
Correlatori: Prof. MARCELLO MARINUCCI,
Prof. JUAN OCTAVIO PRENZ
Anno Accademico: 1989-90


Mario Argante  | Luciano Budigna  | Gabriele Davini  | Ennio Emili 
Biagio Marin  | Pier Paolo Pasolini ]


Autore: Mario Argante
da: Erbe che mur, Arti Grafiche Friulane, Udine 1975

CJAMPANIS TAL VINT

Cjampanis tal vint
e lancûr di linsôi
dentri il voli dal toblât.

Un toc di gorne
a pendolòn de stale
al sune l'agunie dal istât.

Tal polvaròn de strade
al passe di buride
un funerâl di fués.


CAMPANAS AL VIENTO

Campanas al viento
y ropa colgada
en el ojo del henil.

Un trozo del canalón
del establo, oscilante,
toca la agonía del verano.

En la polvareda de la calle
pasa rápido
un funeral de hojas.


Autore: Luciano Budigna

GIORNO PER GIORNO

Chi coglierà questo fiore
del desiderio represso
chi sarà il giustiziere
di tante colpe non commesse?

Nelle paludi del nulla
cadrà questa vana corolla:
la viltà non ha specchi,
senza immagini è il suo rimorso.

Se almeno questa vittoria
avesse il prezzo della sconfitta:
il sonno sarebbe pieno di incubi
e al mattino ci sveglieremmo colpevoli.

Rimorso senza colpa,
giustizia senza condanna,
fervore senza amore,
amore senza fervore.

Giorno per giorno la morte
e la vita costruiscono
questo edificio che il tempo
guarda con ironia.


DE DÍA EN DÍA

¿Quién cogerá esa flor
del deseo reprimido
quién será el verdugo
de muchas no cometidas faltas?

En los pantanos de la nada
caerá esa vana corola:
la vileza no posee espejos,
carecen de imágenes sus remordimientos.

Si al menos esta victoria
tuviese el precio de la derrota:
el sueño se llenaría de pesadillas
y de mañana nos despertaríamos culpables.

Remordimientos sin culpa,
justicia sin condena,
fervor sin amor,
amor sin fervor.

De día en día la muerte
y la vida construyen
ese edificio que el tiempo
mira con ironía


Autore: Gabriele Davini

ETERNITÀ

E poi fu l'alba
Poi fu crepuscolo
Fu tramonto

Ma dietro quell'oscura massa gassosa
Dietro quell'insormontabile barriera d'ignoranza

Fu tramonto
Poi fu crepuscolo
E poi fu l'alba

Eternamente
Le tenebre risplendevano di gioia


ETERNIDAD

Y luego rompió el alba
Después despuntó el crepúsculo
Llegó el ocaso

Pero detrás de aquella obscura masa de gas
Detrás de aquella insuperable barrera de ignorancia

Llegó el ocaso
Después despuntó el crepúsculo
Y luego rompió el alba

Eternamente
Las tinieblas resplandecían de júbilo.


Il treno del destino
corre forte
e sembra fermo
porta lontano
dove il cuore si sgomenta.

Rimpiango i gabbiani
luttuosi compagni d'un tempo
e mi sembran felici
ora
che ho occhi diversi.


El tren del destino
corre rápido
y parece inmóvil
conduce lejos
adonde el corazón se asusta.

Añoro las gaviotas
luctuosos amigos de un tiempo
y me parecen felices
ahora
que tengo ojos diversos.


OSSERVO

Osservo il lento volare dei gabbiani
Sembrano felici
Che sia possibile?

La loro inutilità spirituale
Il loro essere senza sapere
È affascinante

Osservo il lento planare dei gabbiani
È davvero buffo!
Che sappiano che vivono perché devono morire?
Che sappiano della loro assoluta inutilità?

Sì, forse lo sanno
Ed è per questo che

Osservo il lento librarsi dei gabbiani
Imperturbabili su quell'arida roccia
Lo sguardo fisso al destino
Che li attende
Che CI attende.


MIRO

Miro el lento volar de las gaviotas
Parecen contentas
¿Puede ser posible?

Su inutilidad espiritual
Su existir sin saber
Es fascinante

Miro el lento planear de las gaviotas
¡Es propio bufo!
¿Comprenden que viven para morir?
¿Comprenden su absoluta inutilidad?

Sí, tal vez lo comprenden
Y es por eso que

Miro el lento cernirse de gaviotas
impasibles sobre una árida roca
La mirada fija en el destino
Que las espera
Que NOS espera.


VORREI

Vorrei essere la Luna
Alta nel cielo
Imperturbabile

Vorrei essere il Sole
Cullato dalle nuvole
Sempre splendente

Vorrei rincorrere il Tempo
E prendere a pugni il Destino
Ma poi mi soffermo
Mi guardo allo specchio
E stordito dall'impotenza di essere uomo
Chiudo gli occhi

Vorrei essere un gabbiano
Che si libra alto nel cielo
Per vedere se davvero c'è qualcosa lassù


QUERRÍA

Querría ser la Luna
En lo alto del cielo
Imperturbable

Querría ser el Sol
Arrullado por las nubes
Siempre esplendente

Querría perseguir el Tiempo
Y tomar a puños el Destino
Pero después me detengo
Me miro al espejo
Y aturdido por la impotencia de ser un hombre
Cierro mis ojos

Querría ser una gaviota
Que se cierne en lo alto del cielo
Para ver si allá algo se encuentra


Autore: Ennio Emili
da: Solitudine del giorno martedì, Rebellato, Padova 1966

LA LUNA

Sale la notte nell'ombra dei declivi
le pure rupi
e dormono le selve cariche d'uccelli.
Odora l'erba riversa
coi lunghi fiori sui prati rasi.
Nell'onda della conca
non odo più il rombo del torrente,
ogni voce querula ho lasciato lontano,
ogni scroscio d'ira.
In un lago di silenzio
attendo il sortilegio della luna
sul ciglio della croda:
gonfie nuvole s'aprono lente
con orli argentei
e appare nell'azzura trasparenza
cinta dai veli
la fronte della luna:
tocca la cima del cuore e la cima dei monti.


LA LUNA

Sube la noche en la sombra de declives
las puras rocas
y duermen llenas de pájaros las selvas.
Huele la yerba volcada
con largas flores en los prados rasos.
En la onda de la cuenca
no oigo más el retumbo del torrente,
todas voces lamentosas he dejado lejos,
todos accesos de ira.
En un lago de silencio
espero el sortilegio de la luna
en el borde de la roca:
infladas nubes se abren lentas
con orillas argénteas
y aparece en la azul transparencia
ceñida por velos
la frente de la luna:
toca la cima del corazón y la cima de los montes


Autore: Ennio Emili
da: Solitudine del giorno martedì, Rebellato, Padova 1966

PUNTINO COLORATO

Ho camminato dentro uno smeraldo
vi frusciava il mio passo felice,
solo bianche ali
di farfalle alitavano.
Mi vedevo un puntino colorato
sopra un mare di verde inaudito
E questo era tutto. E questo era infinito


PUNTITO COLORADO

He caminado dentro de una esmeralda
allí arrastraba mi paso feliz,
sólo blancas alas
de mariposas resollaban.
Me sentía un puntito colorado
en una mar de un verde inaudito
Y esto era todo. Y esto era infinito.


Autore: Biagio Marin
da: Acquamarina, Rebellato, Padova 1973

CATERINA

I
La luce della primavera
rideva su te
tutta un bianco ciliegio.
Sotto il velo, ch'era aria amorosa,
commossa da ogni tuo passo,
palpitava la tua giovinezza.
Eri un favo maturo di miele
così dolce, così profumato
in ogni tuo gesto di sogno.
Pesanti le ciglia coprivano
d'oscuro velluto
gli occhi d'acqua marina.
La bocca violacea
serrava il tuo bianco sorriso.
Nessuno la schiuse coi baci!
Con te si spense la luce del mare,
l'incantesimo dei nostri alleluia;
il profumo vanì
dalle tamerici nimbose
dai fior di corallo.
Or vorrei tornare
a quella tua bocca serrata,
ritrovarne il riso segreto
e suggerne il miele soave;
e quel lume di grazia
che rischiarava il tuo viso.


CATERINA

I
La luz de primavera
reía en ti
blanco cerezo.
Bajo el velo, aire amoroso,
que movían tus pasos,
tu juventud latía.
Eras panal maduro de miel
tan dulce, tan perfumado
en todos tus gestos de encanto.
Las cejas pesadas cubrían
con obscuro velludo
los ojos de agua marina.
La boca violada
escondía tu blanca sonrisa.
¡Ningún beso la abrió!
Contigo se apagó la luz de la mar,
el encanto de nuestros aleluyas;
se desvaneció el perfume
de las tamarices nimbosas
de las flores coralinas.
Ahora querría volver
a tu boca cerrada,
descubrir su sonrisa secreta
y chuparle la miel suave;
y esa luz de gracia
que aclaraba tu cara.


Autore: Pier Paolo Pasolini
da: Le ceneri di Gramsci, Garzanti, Milano 1957

E quale forza nel voler mutare
il mondo - questo mondo perduto
in malinconie, in allegrie pasquali,

giocondamente vivo anche se muto!
Quale forza nel vederne le sere
e i mattini, chiusi nel rustico

lume, quasi sere e mattini di ère
future, ardenti più di fede che d'affetto!
È floridezza e gioia, questo volere

violentemente essere espresso
che, in roventi vampe d'evidenza,
gonfia di spazio ogni umile oggetto.

Ne avvampano le incolori biciclette
di Cervignano, ammassate ai posteggi
delle sagre, lungo i poveri muretti

scottati dal sole, o ai tarlati ormeggi
dei traghetti sui turchini canali;
ne avvampano le camicie di tela, i greggi

calzoni degli allegri manovali
di Snia Viscosa, a file sugli asfalti
dello stradone...

E il polverone del sole e della pula
che ammassa e sfregola arancio e giallo
in un cantone perso nell'arsura

tra smunti salici, come in un ballo
domenicale, confinato sulle rive
del Tagliamento, o tra le arse valli

delle bonifiche, o sulle risorgive
lattee di magri fusti: dove assordante
la trebbia scuote col massiccio brivido

tettoie e stalle, in un ringhio osannante,
impastato di luce, di sudore umano,
del puzzo del vecchio e innocente branco

dei cavalli ammassati in un fulgore di rame...
L'amore di Ruda, gridato dal rosso
palco di povere casse, rimane

puro nella tua vita. E chi, scosso
dalla paura di non essere abbastanza puro,
aspira nel vento di primavera lo smosso

sapore della morte, invidia il tuo sicuro
espanderti nei solenni, festanti colori
dell'allegria presente, del sereno futuro.


¡Y qué fuerza en querer cambiar
el mundo - ese mundo perdido
en melancolías, en alegrías pascuales,

alegramente vivo aunque mudo!
¡Qué fuerza en ver sus noches
y sus mañanas, cerradas en la rústica

luz, como noches y mañanas de eras
futuras, más de fe que de afecto encendidas!
Floridez y alegría es ese deseo

de ser exspresado violentamente
que, con ardientes llamas de evidencia
hincha de espacio cada humilde objeto.

Flamean las incolores bicicletas
en Cervignano, amasadas en los depósitos
de las fiestas, a lo largo de las pobres tapias

escocidas por el sol, o en las amarras apolilladas
de los barcos en los canales turquinos;
flamean las camisas de tela, los crudos

calzones de los alegres obreros
en Snia Viscosa, en filas en los asfaltos
de la avenida...

Y la polvareda del sol y del aserrín
que amasa y confunde anaranjado y amarillo
en un rincón perdido en la sequedad

entre pelados sauces, como en un baile
dominical, confinado en las orillas
del Tagliamento, o entre los áridos valles

de los saneamientos, o en los manantiales
lácteos de magros tallos: donde ensordecedora
la trilla sacude con su brusco escalofrío

cobertizos y establos, en un gruñido de hosana,
empastado de luz, de sudor humano,
del hedor de la vieja e inocente recua

de caballos amasados en un fulgor de cobre...
El amor de Ruda, gritado desde el rojo
escenario de humildes cajas, permanece

puro en tu vida. Y quien, sacudido
porque teme de no ser bastante puro,
aspira en el viento de primavera el difundido

sabor de la muerte, envidia tu segura
extensión en los solemnes, festivos colores
de la alegría presente, del sereno futuro.


[lavori in corso]


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