29,30 Ottobre 1998
Cantieri Cultrali alla Zisa, Spazio 0

Giovanni Damiani

Salve  follie  precise
atto primo

versi di Francesco Carapezza

Prima esecuzione in forma concertante


 
 
 
 
 
 
 

disposizione spaziale:



 

           contrabbasso 1
          cantante mic 2
3 violini I -oboe      cantante mic.3 3 viole - sax baritono percussione 2
cantante mic.4
       clarinetto    contrabbasso 2
     violoncello      flauto
   clarinetto basso          pubblico      violoncello 2
  viola       cantante mic.5
 corno- cantante micr.1      3 violini II
  violino      tromba
percussione 1 sintetizzatore- regia         direttore cantante mic.6

 

Personaggi e interpreti:

Filippo Semmelweis (1818-65) (Mezzosoprano) Anna Clementi
suo padre     (Basso-Baritono) Gianfranco Giordano
dottor Skoda    stesso Basso-Baritono
dottor Klein     (Baritono)  Christian Kesten
visitatore,partoriente,maestra  (Soprano leggero) Valentina Tomasello
voci di studenti e infermieri  (due tenori) Davide Cicchetti e Antonello Lo Presti

Zephir Ensemble, direttore  Francesco La Licata
regia del suono    Giovanni Damiani
 
 

Palazzo Fatta, Associazione Amici della Musica-data da definire
incontro pubblico con Giovanni Damiani sull’opera, seguito da un concerto
solisti Adalgisa Badano, Gaetano Costa
 

organico strumentale dell’opera:
Flauto (anche ottavino),Oboe, Clarinetto in Si bem., Clarinetto basso discend. al Si bem., Sax Baritono,
Corno, Tromba in Si bem.,
Percussioni (due esecutori),
Sintetizzatore Kurzweil K2000- suona anche la Celesta,
Archi (tutte parti separate): 7 violini, 4 viole, 3 violoncelli, 2 contrabbassi
da sin. verso destra: Violino solo, Viola solo, Violoncello solo (IV C. in Si Bem.), Contrabbasso primo (III C. in Sol), 3 Violini primi, 3 Viole, 2 Violoncelli, Contrabbasso secondo (III C. in Si bem., IV C. in Re), 3 Violini secondi.
per la disposizione intorno al pubblico, v. pianta.

le alterazioni valgono per la nota che precedono e per quelle subito ripetute o trillate con non più di un’altra nota.
suono di norma non vibrato.
per gli archi: posizioni dell’arco: sul tasto=esattamente metà della corda vibrante, suono da clarinetto, al tasto, ord., al ponte, sul ponte=toccare il ponticello e cercare di produrre più armonici possibili; CR.+L.=CRINI +LEGNO;impeciare, oltre ai crini, anche il legno.

organico elettroacustico:
parti registrate su 5 tracce vengono avviate (e fermate) dal regista del suono. Talvolta l’orchestra entra a un segnale di queste parti, come da partitura
5-10 gruppi di altoparlanti,
4 di questi sospesi dall’alto,
1 altoparlante posto al centro della sala impersona l'”io viaggiante” che ascolta tutti i suoni muoversi intorno a lui nel suo movimento ansimante,
elettronica dal vivo: sintetizzatore nell’orchestra e amplificazione di alcune parti vocali.

Ente Autonomo Teatro Massimo
organizzazione: cooperativa Sintesi Cultura

§§§§§§§§§§§§§
 

 Il manoscritto postumo che contiene la chiave, il logos: microcosmo.
Sette anni di silenzio, bandito dalla attività accademica-
il rumore di fondo delle chiacchiere, della predestinazione.
Le mani pure.
La sfida del buio, senz’altri strumenti che logica e ostinazione.
Semmelweis (1818-1865) sfidò fino in fondo “il pericolo di voler troppo bene agli uomini” (Cèline ). Combattendo da medico contro l'infezione puerperale, che rendeva ogni nascita in ospedale una fatale incognita, egli scoprì un rimedio profilattico, tutt’ora valido; scrive al proposito Guido Ceronetti: “Quale ostetrico egizio, siberiano, tolteco o pellirrossa avrebbe mai osato toccare una puerpera con le mani fresche di contatto con un parente, uno sciacallo, un cane, un rospo, un topo morto? Solo l’Ostetricia europea del secolo piu’ illuminato e raffinato (...) è stata capace di elevarsi a tanto.”  Circondata nel suo ospedale da ignoranza e presunzione, la scoperta di Semmelweis divenne occasione di conflitti accademici che lo portarono al silenzio, alla follia, e a una morte per contaminazione con un cadavere (che sia stato in lucidità o nella follia, nessuno può dirlo; certo il suo temperamento sfrenato e intollerante verso i tiepidi, nei suoi ultimi atti abbandonò la logica implacabile dello scienziato in balìa del caos).
Undici anni dopo la sua morte il suo rimedio, diffuso dai suoi scritti, venne universalmente riconosciuto e adottato.
Un poeta ha nuovamente trattato la vicenda del medico ungherese: Francesco Carapezza, già coinvolto in Tratto di bocca come tratto su corda: lì un suo testo, la sua voce, qui tratti che erompono o covano, tessono e lacerano circuiti concentrici con la naturalezza dell’acqua.
Alla musica, l’impegno di tracciarsi un percorso che trascini intelletto e stupore. Il suono viene sempre e di nuovo interrogato in nessi possibili, invocato attraverso vari gradi di purezza. Da un ritmo di respirazione su un’unica nota centrale (un re), si dipartono, simmetricamente in alto e in basso, altri suoni che o erano già presenti nel puro suono iniziale, o comunque lo contengono (armonici e loro inversione speculare). E’ una scala al quadrato, una matrice di relazioni armoniche, polifoniche e ritmiche tutte espresse da frazioni dell’unità- il suono centrale. Essa viene percorsa nei modi più vari, resa al tempo o proiettata in diramazioni spaziali. Un suono ideale, ma anche l’erosione dell’astrazione ‘nota’ in favore di suoni permeabili al silenzio, al loro spazio esterno e interno, all’esaudimento psicofisico.
Il corpo del suono, così ingrandito e messo a nudo, mette in comunicazione gli interpreti, qui tutti solisti, dislocati a tutte le distanze e direzioni possibili di una sala; essi cooperano per un organismo altamente unitario, in cui ogni singola voce melodica può diventare a una successiva lettura un insieme armonico contemporaneo, o può essere ritrovata, ovunque, sparsa nello spazio mentre l'armonia macrocosmica si ritrova nella parte di ogni singolo interprete, in ogni incrinatura di suono e nel suo dispiegarsi nell’ascolto.
Nella forma completa l’azione è preceduta da un Ingresso preparatorio, consistente dal punto di vista scenico in uno stretto corridoio che mette in comunicazione lo spazio esterno col luogo dell’azione lasciando visitare tre celle (una di ospedale, una di carcere e una di manicomio). Mentre entra il pubblico può circolare liberamente, avvolto da suoni registrati o cadenze di pochi strumenti. Verso la fine dell’Ingresso viene aperto l’ampio spazio dell’azione, con veli e musicisti che circondano da ogni lato i posti per il pubblico. I cantanti si muovono attraverso passaggi tra le sedie: la loro parte è ora in leggii vicino al direttore, mentre un’ombra interpreta il personaggio, ora sul palco frontale, come cantanti tradizionali.
La parte elettronica, che s’inserisce in varie lunghe parti dell’opera, integra la spazializzazione naturale dei cantanti e degli strumenti con un movimento drammaturgico virtuale (che ho predisposto nel computer che elaborerà il nastro con un mio originale dispositivo); il risultato simula ciò che può ascoltare un uomo in movimento, spostandosi attraverso vari ambienti, suoni naturali, di città, di orchestre che suonano la stessa musica di quella realmente presente. Tutti gli ascoltatori saranno coinvolti in un nuovo viaggio sonoro a più dimensioni, come se si muovessero tra folle di suoni secondo traiettorie rettilinee o giravolte o orbite:
ora a passo d’uomo;
ora alla velocità del suono, il che crea un urto contro il muro del suono, su cui tutte le vibrazioni emesse da una sorgente si sovrappongono in un solo istante;
ora a velocità supersonica, il che ci fa arrivare prima i suoni emessi dopo- una ‘macchina del tempo sonoro’ puramente fisiologica, permessa dalle silenziose ‘ali’ messe all’ascoltatore da questa ambientazione drammatugica, che non vuole ricostruire alcun luogo della memoria ma possibilità della percezione e propriocezione.
Giovanni Damiani




 
 

Salve follie precise


di
Francesco Carapezza

 
 
 
 
 
 
 
 
 

ded. a un bambino di Marettimo
 

PERSONÆ

Filippo Semmelweis

Skoda / Padre

Klein

Un certo visitatore mattutino

Voci neutre; Voci di allievi e di professori
 



 

PLANIMETRIA

 Atto Primo

[0. Vol d'oiseau (vox)]

I. LUCE (circuito) [voci neutre/Padre/Semmelweis]

II. Tesi (dialogo) [Skoda/Semmelweis]

III. SCOPERTA-ENTDECKUNG  (dialogo/da solo) [Klein/Semmelweis]

 Atto Secondo

IV. CROCE (discanto) [voci di allievi e di professori]

V. VISITAZIONE (nunzio/cantando) [Visitatore/Semmelweis]

VI. Manifesto (circuito) [voci neutre]

VII. BUIO (planh a solo) [Semmelweis/Skoda-Padre in forma spiritale]



 
 I. LUCE [circuito]
Voci - Padre - Semmelweis
(voci neutre, confuse, sovrapposte):
In quali PARTI
                                      aprono
                                                                   i fioRI.
RImonta
 
                     da palermo...
 
 
                                      ...a buda
Lascia la madre!                                       ...le notti ladre...
 
                                        Stormo di cavalli
in corsa.
                       L[a Pest]e nuoVA
                                                                  VArchi
nell'ospedale
 
                              semmelweis
 
                                                                 bambino
mio...
 
                             La campana suona sotto gli archi
della ScuoLA.
                               LA Strada è
                                                              Filippo
PA-SSa la PA-lla!
 
                                        La carne di cavalLO
                                                                 LO stormire
di foglie giovani
 
                                il CASO
                                                     SEMMELWEIS
       PAPÀ
 
                               Dove vai?
 
 
                               A CASA.
 
 
PADRE:
Filippo. Il mio desiderio si scontra
col tuo. Non amerai il posto dove
vai e non sarai amato. A Vienna!
Ami la vita oltre il ragionevole,
lo so.
SEMMELWEIS:
           La medicina è la via.
PADRE:
Io mi oppongo alla tua naturalezza:
vacci.
SEMMELWEIS:
           In questo stesso istante. Parto.
II.Tesi
Skoda - Semmelweis
SKODA:
La vita sempre labile e però
ha la forza d'un cedro. Sai, Filippo,
come si tratta l'impeto? È un punto,
un fuoco.
              Lascialo covare.
SEMMELWEIS:
                                       MA,
Maestro. L'anima fa...
SKODA:
                                   Io ti voglio
bene. Devi aprire verità.
SEMMELWEIS:
I vostri allievi sanno come fare
male al prossimo.
SKODA:
                            Piano.
SEMMELWEIS:
                                       Mi ossessionano
d'ipocrisie. Versano disprezzo.
SKODA:
Piano. Lo so. Ti devi riposare.
spazi [...]
SEMMELWEIS con profondo affetto:
La mia tesi s'intitola: La Vita
delle Piante. Vi celebro la rosa
che nasce dalla rosa. È nei fiori
la qualità di farci migliorare.
Noi siamo veramente come loro.
III. SCOPERTA-ENTDECKUNG
Klein - Semmelweis
KLEIN:
Si crede il fuoco, Semmelweis?
SEMMELWEIS caustico:
Nove su dieci operazioni terminano
con la morte.
KLEIN:
Bravo. Lo so. L'infezione è fatale.
SEMMELWEIS c.s.:
Perché, in casi identici, un malato
soccombe invece di un altro malato.
KLEIN:
Sarà la gelosia, assistente.
La febbre delle puerpere invade
come la peste, SA?
96% di decessi
da noi in maggio, SA?
SEMMELWEIS c.s.:
La nostra clinica è che ne ospita
più della clinica del dottor B.
KLEIN:
Consideriamo le cause lunari,
igrometriche, cosmiche...
SEMMELWEIS:
                                       CHI è
responsabile, Klein? I suoi studenti
operano le donne - i suoi studenti
portano morte.
KLEIN:
                        Semmelweis, lei vuole
con troppa violenza. Dimostrare
l'indimostrabile.
SEMMELWEIS:
                             Il fatto puro.
KLIN:
Il suo incarico è revocato.
spazi [...]
VOCE:
Kolletchka l'anatomico è morto.
Flebite. Linfangite. Meningite.
SEMMELWEIS da solo:
Volevo farmi la culla fra fragili
diamanti, ma mi sono messo in testa
questo: un medico che salva, salva
la propria sposa, il proprio demonio.
Il centro della vita è la giovane
donna partoriente che si apre.
L'infezione esiste. E sono io
la traccia dell'infezione. E mi ungo
dell'infezione. Unto, salvatore
di una rosa. Basta. Nelle mani
è la ragione. Il sentimento della
colpa non è. Le mani vere uccidono.
Col loro odore. Petali di fiore
dentro il fiore sublime della madre.
La morte di Kolletchka mi spiegava
l'identità del male suo con quello
delle puerpere. Fu punto durante
la dissezione. Smisi di cercare
altro. La via era lì. Le dita
degli studenti, infette per aver
toccato morti, portano negli organi
genitali le particelle infime,
senza alcun peso. È solo l'odore
di esse che si sente. [*] La morte
semplice come l'urto di natura.
Feci lavare le mani. Cloruro
di calce. Tecnica di deodora-
zione. Le morti caddero alla cifra:
*un battere, un tempo vuoto: nel metro e sincope nel cuore di S.
IV.CROCE [discanto]
Klein - Voci di allievi e di professori
KLEIN:
Chi è con Semmelweis?
VOCI [allievi/professori]:
           Farci lavare le mani con la -
La scoperta di Semmelweis è nulla.
           Come se respirassimo cadeveri -
Fuori dall'ospedale generale!
           Basta con queste inutili abluzioni.
TUTTI:
Fuori da Vienna Semmelweis.
V.VISITAZIONE
Un certo visitatore mattutino - Semmelweis
VISITATORE:
Salve. Il dottor Semmelweis?
SEMMELWEIS:
...
VISITATORE:
Benedetto il messaggio che Le porto.
Un fatto certo. Fuori dal normale.
Il dottor Michaelis ha voluto
assistere la propria moglie al parto.
Non ha usato le precauzioni
Sue, la donna dopo pochi giorni
è morta: infezione puerperale.
Pure il dottor Michaelis è morto.
Suicida. Sotto un treno. Per orrore.
Resta muto?
SEMMELWEIS, cantando:
Zitto per sette anni, ora muovo
il cuore.
La malattia di madre...
Tu mi fecondi. Eccomi.
...le notti ladre...
VI. Manifesto [circuito]
Voci clamanti, sinfoniche.
[L'ordine dei proclami proceda per sovrapposizioni e inserimenti.]
COME SI FA A NON AVERE COLPA
SE LA COLPA NON È REDENTA?
PREGO!
 
CHI NON RISPETTA LE MIE POCHE REGOLE,
SA COSA TORNA ALLA NOTTE?
LA MORTE LENTA.
QUALE MADRE È VITTIMA DI QUESTO
ATTO INCONSULTO?
CHI FATE NASCERE DA UN CORPO INFETTO?
PADRE, CHE DORMI MENTRE LA TUA DONNA
URLA -
NON CHIAMATE ASSASSINI AL VOSTRO LETTO.
PRECAUZIONI SEMPLICI!
AMANTI, NELLE VOSTRE TANE COVA
IL MALE CHE DOVETE SGOMINARE.
ATTI NORMALI!
                             SEMI. PIOGGIA. CANTO.
LE MANI SOLE APRONO LA VIA.
Un brusco enorme silenzio.
VII. BUIO [planctus]
Semmelweis - Skoda / Padre in forma spiritale
SEMMELWEIS, in un raptus, per la via:
La mia parola... era bevuta... sempre...
Ardo. Come?
Andavo verso il mio...
Cadere nel complotto!
Ancora vivo?
Ho visto margini di verità.
Io li ho visti! Li ho -
[vede il cadavere]
Il corpo rotto! Penetra! La mia
memoria...
Come, come, ancora, sono, io, vivo
[Qui si rappresenta l'atto in forma scenica.]
SKODA, veglia sul corpo di Semmelweis:
ombra dilagata
Mantengo caldo il ventre nonostante
gli anni. Ti tenni a battesimo, figlio,
in questo luogo: ecco il visibilio
di morte, la natura che ti fa
uguale a come ero. In manicomio
tu, creatura limpida, infettato
come le donne. Eri l'eco di
tuo padre, Semmelweis, eri venuto
a dire una parola. Come l'uomo
ti sei trovato a fare, oltre la
sua verità, l'amore, e tu sprofondi
perché possa risorgere di nuovo
quella, nel corpo, nel corpo di chi?
Nel corpo d'un bambino appena nato.
più a fuoco
Accanto al dio di sempre che ti aveva
fatto farneticare per la via
di Buda, sei un angelo, Filippo,
preso senz'ordine dalla follia
precisa, pura più della tua voglia.
Chi sfami coi deliri? Hai la carne
intatta per avere fatto cosa?
Il sangue in te dei morti: questa è
la sola via che ti poteva fare
compiere giorni. Godi del silenzio.
A parte me, tu chiami la rivolta
ma non c'è da sapere la ragione
di questo senso: l'uomo non saprà
che male hai, chi sei, non lo saprà.
SEMMELWEIS, sul letto di morte:
[Il delirio di S. potrà interconnettersi col discorso di Skoda.]
Io sono...
                 Ho perso i diamanti...
                                                   Bulbi
di fiori...
                  Ragnatele.
                                    Vele...
                                                PA-
PA'.
          Ero quell'attimo.
                                      Gli amanti
nascono.
               Nascono.
                               Io sono...
 
                 QUA.
FINIS
30.X.1997