Navata centrale |
Poco sopra gli archi, posti tra una colonna e laltra, tutta una balconata che tra le varie mensole reca dei bassorilievi, opera di maestranze locali (1474).
In basso, nelle vele degli archi, i dodici apostoli dipinti da Cesare Nebbia (1601).
Ma dove locchio si ferma compiaciuto ed estasiato e sullo splendido soffitto della navata centrale, progettato da Antonio da Sangallo il Giovane, al quale i soprastanti alla fabbrica della chiesa avevano imposto di farlo "de quela richeza che è quelo da camera de Papa Leone in Palazzo del Papa in Roma, dove se fa el concistorio", fu realizzato da Giovanni di Pietro, legnaiolo fiorentino, detto il Pazera, tra il 1518 e il 1530.
Fu ricoperto tutto doro zecchino (circa 60 chilogrammi), donato da Paolo III che lo inaugurò nel 1538.
L'oro venne portato dall'America da Cristoforo Colombo e Carlo , l'imperatore di Spagna, l'aveva donato al papa Paolo III.
Al di sopra della porta grande un affresco opera di Angelo Pucciatti, discepolo del Guercino (Giovan Francesco Barbieri 1591 -1666) eseguito nel 1630, su ordinazione di Domenico "pizicarolo", che è ritratto con la mano mozza e al quale la Vergine concesse la grazia di vedersi risanata la grave ferita. Nell'affresco, vicino a Domenico, è il figlio; vi sono raffigurati altri miracoli, tra i quali quello accaduto al canepinese Don Simone Fioretti (o Foglietta) che, sventrato, con le viscere tra le mani, viene completamente risanato non appena è trasportato davanti allimmagine taumaturgica.
Particolare affresco del Pucciatti |
Ai lati del portone centrale, in basso, 2 pile per l'acqua santa, opera di Camillo, figlio di Lorenzo da Cortona(1555).
Più in alto due tele: a sinistra "Madonna del Carmine", proveniente dalla Chiesa ora sconsacrata di S.Teresa in p.zza Fontana Grande, opera del pittore Bonifazi (sec.XVIII); a destra "Vergine addolorata" di Benefial sec. XVIII.
Il pavimento della chiesa fu realizzato tra il 1495 e il 1507 dai viterbesi m° Danese e m°Bernardino; è stato restaurato negli anni 1970-1973.