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17 gennaio 2002

Il futuro della distribuzione elettrica
Parco eolico ai blocchi di partenza
Macchine utensili, produttori giapponesi in ritirata

  Il futuro della distribuzione elettrica
 
Dopo Roma, anche Torino, Milano e altri 27 centri urbani di medie o piccole dimensioni (Verona e Vicenza, ma anche Recanati e Osimo) assisteranno a un colpo di mano nella distribuzione dell’energia elettrica. Entro la fine dell’anno, entreranno infatti in scena le aziende pubbliche del settore nella gestione delle reti di distribuzione. Risultato? Le bollette dell’energia elettrica in queste citta' porteranno la firma delle municipalizzate. L’obiettivo? Garantire una maggiore efficienza, come recita il decreto Bersani. E un certo risparmio per gli utenti grazie alla riduzione dei costi della distribuzione. Sempre che ci sia un’inversione di tendenza sul fronte del costo dei combustibili.
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  Parco eolico ai blocchi di partenza
 
Il Comune di Mandas, in Sardegna, ha raggiunto l’accordo con la societa' Friel di Bolzano per la creazione di 80 pale in grado di produrre energia eolica, in modo da assicurare sia vantaggi economici sia ambientali all’interno del territorio. Sara' un grande vantaggio economico per gli abitanti di Mandas, se si considera che per ognuno dei proprietari dei terreni dove verranno installati i pali eolici la societa' paghera' 2 milioni all’anno, avendo il diritto di percepire il pagamento anticipato per i prossimi quindici anni. Chi possedesse abitazioni in zona avra' l’allaccio della corrente gratuita. Il progetto del parco eolico sara' in grado di creare nuova occupazione sul territorio; infatti, l’Amministrazione ha chiesto alla societa' Friel che per quanto possibile vengano impiegati lavoratori di Mandas sia per l’impianto sia per la manutenzione successiva. Sempre nell’ambito dello stesso progetto e' gia' stato montato un anemometro, un palo spia che permette di studiare le correnti eoliche e il processo del vento.
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  Macchine utensili, produttori giapponesi in ritirata
 
Movimento in Nord America per i produttori giapponesi di macchine utensili, che stanno rivedendo al ribasso i propri programmi di produzione a causa della crisi di fiducia che ha investito gli Stati Uniti Dagli Usa proviene il 20% degli ordini per macchine utensili nipponiche, ma la domanda ha subito in queste settimane un drastico calo. Secondo gli uffici Ice di Tokyo, la Makino Milling Machine Co. ha iniziato a licenziare e ha deciso la cessazione della produzione di macchine utensili. La societa' si limitera' a importare macchine dal Giappone e installare parti periferiche per soddisfare i bisogni dei suoi clienti. Anche la Okuma Corp. interrompera' la produzione di macchine utensili nel North Carolina, dimezzando il numero dei dipendenti. La strategia e' la stessa: l’azienda importera' macchine ad alto rendimento dal Giappone, installando apparecchiature periferiche e consegnando i prodotti finiti. Hitachi Seiki Co. concentrera' invece la propria produzione su due soli modelli di torni. Infine la Mori Seiki Co., che non ha stabilimenti all’estero, ha avviato dalla scorsa primavera i tagli alla produzione, nonostante continui ad avere giacenze in aumento.
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