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13 novembre 2001 |
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Medicina
del territorio e specialisti: tutti i numeri |
Il
fabbisogno delle attivita' specialistiche ambulatoriali |
Categorie
mediche: a che punto siamo ? |
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Medicina
del territorio e specialisti: tutti i numeri |
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Il territorio e' davvero importante! Se si riuscisse a
far lavorare in modo integrato i medici di famiglia con
gli specialisti,il peso che ricade sugli ospedali sarebbe
inferiore a quello oggi osservabile.
Basti pensare ai risparmi, oltre ai minori disagi per
l'utenza, che si realizzerebbero, diminuendo il numero
dei ricoveri per accertamenti. Il problema e' soprattutto
disporre di un numero adeguato di medici specialisti operanti
per il SSN. La specialistica era affidata - prima che
il decreto 502 del 1992 stabilisse che il ruolo dei medici
specialisti era ad esaurimento- ai cosiddetti "medici
specialisti convenzionati esterni" facenti capo ( per
lo piu') al Sumai ( Sindacato dei medici specialisti convenzionati).
Il sindacato ha realizzato recentemente un censimento
del settore da cui emergono dati di grande interesse per
capire la dimensione de problema. Si calcola che oggi
esistano 23.500 specialisti, di cui solo il il 62% ha
come incarico principale quello di lavorare in un ambulatorio
specialistico. Tale numero corrisponde ad un rapporto
di 0.4 specialisti per 1000 abitanti ( se riferito ai
23.500) oppure di 0.2 se si fa riferimento ai soli medici
operanti in ambulatorio. Davvero poco !!
Ma i medici di famiglia possono risolvere a livello di
distretto (senza inviare i pazienti in ospedale) questi
problemi assistenziali ?
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Il
fabbisogno delle attivita' specialistiche ambulatoriali |
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In base ai dati del Censimento, il Sumai ha calcolato
il fabbisogno addizionale di "lavoro" specialistico, se
si facesse riferimento a uno standard preveda, ad esempio,
1 oculista per ogni 9.000 abitanti.
Applicando gli standard relativi a tutte le specialita',
si stima che il fabbisogno di specialisti arriverebbe
a circa 65.000 unita' per un totale di ore- lavoro richiesto
pari a oltre 3 milioni all'anno. Le carenze di fabbisogno
piu' importanti riguarderebbero "igiene e medicina dell'eta'
evolutiva" (numero di ore annue mancanti pari a 365.194);
"odontoiatria" (343.192 ore); "cardiologia" (23.536 ore);
" ostetricia e ginecologia" ( 229.626 ore) " chirurgia
generale: ore 179.633; " oculistica": 162.378; "oncologia":
120.462; "ortopedia" (114.598 ore).
A voler essere "critici" ma in modo costruttivo ,le cose
non starebbero proprio cosi'. Le previsioni di fabbisogno,
infatti, andrebbero fatte con riferimento alle risorse
di personale nella sua complessita' e, soprattutto, tenendo
presente le tecnologie e le modalita' di lavoro, oltreche'
le funzioni e gli obiettivi specifici assegnati. Questo
non significa che le carenze segnalate dal Censimento
del sindacato non siano reali.
Sono di tale ampiezza, infatti,che stanno ad indicare
senz'altro una carenza di personale nel settore della
specialistica ambulatoriale.
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Categorie
mediche: a che punto siamo ? |
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Il Censimento offre altre interessanti stime quantitative.
Si calcola che oggi siano operanti circa 332.560 medici.
Di questi 41.547 ( ma in verita' circa 48.000 o piu')
apparterrebbero alla medicina di famiglia, ivi incluse
le guardie mediche. I medici ospedalieri sarebbero circa
100.000, mentre gli specialisti sarebbero 23.500. Come
per molti altri fenomeni, esistono ragguardevoli differenze
territoriali a proposito della distribuzione dei medici.
Il numero maggiore ( circa 121.000) si troverebbe nelle
Regioni meridionali e nelle isole. In base alle categorie
di appartenenza i medici specialisti (del Sumai) rappresentano
invece il 7.07% a livello nazionale: la percentuale del
sud si avvicina alla media nazionale, quella di nordest
e del nordovest e' inferiore, mentre le Regioni del centro
( 9.17%) la superano. I dati ci dicono quanto e' in effetti
complessa la razionalizzazione da intraprendere. Non si
tratta infatti si riequilibrare (solo) la composizione
delle varie figure professionali o di coprire le carenze
piu' eclatanti, ma anche di intervenire in una "dislocazione
territoriale" assai difficile da realizzare con i soli
strumenti amministrativi o con le semplici regole della
mobilita'( come finora si e' fatto o pensato di fare).
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