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3 gennaio 2002


Con il 2002 in autostrada a 150 km orari
EniTecnologie e l’ambiente
Un pozzo da primato

 

Con il 2002 in autostrada a 150 km orari
Con l'anno nuovo forse viaggeremo piu' veloci in autostrada. Rispettando pero' i limiti che saranno innalzati. La modifica all'articolo (142) del codice della strada, prevede infatti che il limite massimo di velocita' in autostrada resti fissato ai 130 Km/h, ma che possa essere superato fino a 150 Km/h solo sulle autostrade ad almeno tre corsie, piu' la corsia di emergenza. L'innalzamento, inoltre, sara' concesso solo alle autostrade che rispondano a determinati requisiti di sicurezza e alla verifica delle condizioni atmosferiche prevalenti su di esse. La verifica di queste condizioni sara' attribuita agli enti proprietari o concessionari delle autostrade. LA RIFORMA - Ecco, secondo i tecnici del ministero che stanno predisponendo le modifiche previste dalla legge delega per la riforma del codice, quelle che saranno le condizioni necessarie per consentire l'innalzamento del limite di velocita': 1) l'autostrada deve avere almeno tre corsie piu' la corsia di emergenza per ogni senso di marcia; 2) l'autostrada deve avere caratteristiche progettuali idonee, come ad esempio l'assenza di curve a stretto raggio; 3) devono essere analizzati i dati relativi agli incidenti dell'ultimo quinquennio, riferiti sia alla causa sia alla localizzazione degli incidenti stessi; 4) deve essere valutata l'intensita' del traffico; 5) devono essere analizzate le condizioni atmosferiche prevalenti, fermo restando che in caso di precipitazioni atmosferiche di qualsiasi natura, la velocita' massima non potra' mai superare i 110 Km/h.
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EniTecnologie e l’ambiente
Alghe che combattono l’effetto-serra perche' intrappolano l’anidride carbonica (emessa da una centrale o da un altro tipo di impianto) e la trasformano in biomassa da riutilizzare per scopi energetici. Un solvente chimico ma completamente ecocompatibile, in grado di decontaminare i suoli anche quando le sostanze inquinanti hanno tossicita' e concentrazione talmente elevata che una bonifica biologica non sarebbe praticabile. Il progetto che impiega le alghe per biofissare la CO2 è stato presentato nel quadro di un programma mondiale sotto l’egida della International Energy Agency. Il processo di bonifica dei suoli con solvente ecocompatibile e' in fase di industrializzazione. EniTecnologie e' tra le societa' che hanno la piu' lunga tradizione di studi in campo ambientale. La ricerca ha per oggetto tecnologie d’avanguardia per prevenire o minimizzare l’impatto sull’ambiente. EniTecnologie si occupa di decontaminazione, bonifica e recupero di suoli e acque di falda, del trattamento di rifiuti e acque reflue di origine industriale; pratica inoltre il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico e opera sia nel tessuto urbano che nelle strutture industriali.
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Un pozzo da primato
L’Eni, in collaborazione con Schlumberger, ha perforato il pozzo orizzontale piu' profondo del mondo nel campo di Villafortuna, Trecate. Nel 1984, quando fu scoperto, tale campo risulto' uno dei piu' grandi giacimenti petroliferi continentali d’Europa. Ma perche' perforare in orizzontale? La curiosita' nasce parlando del pozzo orizzontale Villafortuna 1, il piu' profondo del mondo, perforato dall’Eni, in collaborazione con Schlumberger. Questa tecnica consente un recupero di greggio superiore a quello ottenibile con la perforazione di un pozzo verticale. Va tenuto conto che la roccia-serbatoio porosa in cui e' accumulato il petrolio (dalla classica forma a bacinella rovesciata) si sviluppa generalmente in orizzontale. "Immaginiamo il giacimento come una sorta di cilindro orizzontale che si allunga per alcune centinaia di metri. E' evidente che un foro che attraversa orizzontalmente la zona mineralizzata consente un drenaggio di greggio superiore a quello ottenibile con uno o piu' fori che attraversano la formazione in verticale". Un’idea semplice, come l’uovo di Colombo, che le principali compagnie petrolifere, Eni compresa, adottano da oltre quindici anni. La realizzazione concreta, pero', e' tutt’altro che semplice, specialmente quando si raggiungono profondita' elevate. Occorrono strumenti e tecnologie adeguate, e soprattutto una buona conoscenza del contesto operativo e una grande competenza ed esperienza professionale. Per la perforazione orizzontale del campo di Villafortuna, si sono dovuti affrontare una serie di problemi legati soprattutto all’elevata temperatura statica del giacimento, che raggiunge i 180 gradi.
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