don Lino
Caro don Lino
grazie prima di tutto per la precisazione riguardo il Concilio di Nicea,
si è trattato di un errore di battitura. Riguardo la critica alla
distinzione tra "credere in" e "credere la" riporto prima di tutto quanto
affermato nella NEW 22:
[...] vogliamo ricordare a coloro che affidano la loro vita alla
Chiesa che Dio non ci ha mai chiesto di farlo. Provate a ripensare al "Credo"
che professiamo ogni settimana come segno di adesione al cristianesimo,
preghiera tramandataci dagli stessi apostoli, e rifinita nei concili di
Nicea (323) e Costantinopoli (381). In questo credo professiamo: "Credo
IN Dio Padre... Credo IN Gesù Cristo.. Credo NELLO Spirito Santo".
Per Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo viene usata la particella
"IN". Credere IN significa affidarsi completamente e incondizionatamente
con tutto il corpo e con tutta l'anima. Significa consacrarsi alla Luce.
Ma che cosa si dice della Chiesa? Si dice: "credo LA Chiesa...".
Cioè significa credo CHE la Chiesa SIA...
È molto diverso professare di credere IN qualcuno oppure A qualcosa. In un caso si tratta di affidamento, di relazione. Noi siamo cristiani e non "ecclesiani", cioè rivestiti dell'uomo nuovo da Cristo e non dalla Chiesa, che semmai fa da tramite. Non ciò non vogliamo svuotare l'importanza dell'opera della Chiesa (che siamo tutti noi, corpo di Cristo), bensì riaffermare il primato dello Spirito di Dio che è la nostra vera guida. L'atteggiamo nei confronti della Chiesa, credo dovrebbe essere critico e fiducioso, secondo le 2 "nature" della Chiesa, santa e peccatrice. Santa, perchè immersa nello Spirito e peccatrice perchè composta di peccatori. Considerare la Chiesa solo santa significa perdere di vista la Parola di Dio e cadere in un terribile integralismo e fanatismo. Credere la Chiesa solo peccatrice significa cadere in un buio materialismo, scetticismo e pessimismo. |
Prima di tutto spero di interpretare male la sua precisazione sul "più seria". Perchè, per quanto cerchiamo di mantenere un atteggiamento sereno e gioioso, non amiamo prendere in giro nessuno, nè "giocare alla religione". È un gioco che non ci interessa!
Poi vorrei fare una precisazione: don Lino, lei ha colto in pieno! La nostra teologia è per l'appunto una "teologia da bar", una teologia da strada perchè abbiamo a che fare soprattutto con uomini, donne che si formano "nella strada" e non nelle parrocchie. I primi cristiani si resero conto ben presto che l'opera di Cristo scavalcava il giudaismo e le sinagoghe per entrare nelle piazze dei pagani. Il Cristo aveva un'opera UNIVERSALE!!!
Oggi è venuto il tempo in cui la VERITÀ scavalchi le strutture
parrocchiali, gli oratori, per entrare nelle case, nelle fabbriche, nei
bar, appunto. Mi auguro che lei non sia di quei preti che attendono i fedeli
sulla soglia della "sua" chiesa e si lamentano per la scarsa affluenza
alla Messa. Mi auguro che sia di quelli che vanno a cercare la gente al
bar. Che parlano con loro al bar e che li sentono fare discorsi da bar.
Noi, non ci rivolgiamo ai "sani" a coloro che hanno già scoperto
il Rivoluzionario Vivente, ma a coloro che soffrono, a coloro che hanno
dubbi, a coloro che non hanno più punti di riferimento, che cercano
e non trovano, a coloro che non vengono dal catechismo, ma dal bar!!!
Perchè della teologia sradicata dal quotidiano e relegata negli ambienti colti ecclesiastici la gente è stufa! Vada al bar e ascolti che cosa ne pensano. Non dovrei essere io a ricordarle che la Bibbia non è stata scritta per i teologi, ma per TUTTO il popolo di Dio.Certo, la teologia ci aiuta a comprendere il VERO messaggio che si cela dietro le parole che non sempre riescono a cogliere pienamente tutto il senso e la portata della Parola di Dio e la Chiesa è un faro luminoso nella giungla della "Bibbia fai da te". Ma non posso dimenticare che la Parola di Dio parla a me, perchè accogliendo la sua Parola, la Vita Nuova si faccia spazio in me. In me che non sono nessuno. Infatti io mi definisco un "cieco nato", uno che prima non vedeva e adesso ha qualche barlume di Luce, che non proviene da me, che mi è stata gratuitamente donata, e che vuole semplicemente condividerla con altri.
Non abbiamo la pretesa di insegnare, quanto di accompagnare. Non convertiamo
nessuno, perchè questa è opera segreta che lo Spirito
compie nell'intimo più intimo del cuore e della mente di ciascuno
di noi. Semplicemente annunciamo il Vangelo, con la consapevolezza che
siamo in cammino e che quanto noi del Gruppo Biblico di Evangelizzazione
abbiamo appreso del nostro Salvatore OGGI, è incompleto e forse
anche parzialmente errato. Ma se ci appoggiassimo alla nostra umana sapienza,
quando apriremmo bocca? La gente ha fame di spiritualità. Molti
sono coloro che per fame si rivolgono ad altre religioni cercando pane
che nella religione cristiana non riescono a trovare, perchè spesso
(ma non sempre) abbiamo sostituito il buon pane fragrante e profumato con
un pane d'oro, bello ma immangiabile. È ora di tornare alla gente,
nei bar, è ora di tornare alla POVERTÀ!
Mi perdoni questo panegirico, ma mi sembrava doveroso farle conoscere i sentimenti con cui operiamo. Infine voglio rispondere all'obiezione fatta al punto 2 (per il punto 3 credo che valga sempre quanto già affermato nella NEWS) e voglio rispondere non con parole mie, ma con quelle di due teologi (per l'appunto) che hanno più autorevolezza di me:
Fede: il carattere ecclesiale della fede
[…]Anche per la chiesa, come per il singolo vivere di fede significa riconoscere non in sé, ma in Dio il proprio fondamento e la propria solidità (Is 7,9). […] Essa [la chiesa] è segno non fondamento dello Spirito. […] La fede ne è il sostegno e l’alimento, ma è e deve essere anche il più intimamente pungente e sconvolgente stimolo critico contro ogni tendenza ad irrigidirsi, a sottrarsi all’azione vivificante dello Spirito a sostituirne l’imprevedibile fecondità innovatrice con la cristallizzazione di acquisizioni passate. La fede impegnala chiesa, come il singolo, ad un inesausto processo di conversione. G. Bof
Chiesa:
L. Sartori
Da “Nuovo dizionario di Teologia” a cura di Giuseppe Barbaglio e Severino Dianich. |
Ulteriori complessità, francamente non mi sembrano utili.
Cordialmente
Giampaolo