La presenza di Dio

Gruppo Biblico di Evangelizzazione



Perdere la presenza di Dio!
di David Wilkerson



 
 

 

Rovine tra le Apuane: click per ingrandire

Manuel Moschini


 
 
 

La storia di Davide, Betsabea e Natan

Davide commise adulterio con Betsabea e quello che fece "...dispiacque al Signore" (2 Samuele 11,27).

[Davide aveva speditoUria,  il marito di Betsabea,  sul fronte di guerra, in uno dei luoghi piú pericolosi, affinché morisse. Cosí accadde e Davide poté prendere Betsabea come moglie. - La storia é raccontata nel secondo libro di Samuele, capitoli 11 e 12 - ].

Betsabea divenne regina e davide continuó ad occuparsi delle sue incombenze regali.

Un giorno, probabilmente durante un'importante udienza governativa con ambasciatori esteri, qualcuno si avvicinó al re e gli sussurró:

- "Signore, c'é qui il profeta Natan. Insiste nel volervi vedere adesso. Dice che é una questione di vita o di morte!"

Posso immaginarmi Davide sbiancare, il sangue che fluisce via rapidamente dal volto, incapace di muoversi, paralizzato dala paura. I pensieri turbinano nella sua mente: "Oh no! Sa tutto! Sicuramente sa tutto! É un profeta! Dio deve avergli detto della mia storia segreta con Betsabea! Sa che Uria non é morto accidentalmente; sa che sono stato io a farlo uccidere! É finita! Non c'é piú niente da fare! Mi denuncerá apertamente!".

Davide congeda tutti i presenti. Inspira profondamente, quindi istruisce il suo servo:

- "Conduci Natan nei miei appartamenti".

E improvvisamente, ecco lí il profeta con quegli occhi profondi e penetranti, quel sant'uomo inviato da Dio, Natan. Davide si lascia cadere sulla sedia, il viso di un bianco spettrale.

- "Dio ti benedica, Natan. Che cosa posso fare per te? Dillo e lo faró!".

Natan distoglie lo sguardo e comincia a raccontare a Davide dell'orribile peccato commesso da un uomo ricco che aveva rubato la piccola pecorella di un pover'uomo. Davide si sente sollevato!

"Non sa niente! Non é qui per denunciare quello che ho fatto! Ce l'ha con qualcun altro!". Adesso Davide é tutt'orecchi. Dice al profeta:

- "Natan, vuoi dire che questo orribile egoista possedeva greggi e mandrie in gran numero, ma quando qualcuno é andato a trovarlo e c'era la necessitá di provvedergli un parso lui ha rubato l'unica pecorella del suo vicino povero? Quella pecorella che gli era cresciuta in casa, che giocava con i suoi figli e dormiva con loro? E qell'avido riccone egoista ha rubato quella pecorella? Aiutami, Natan, perché come é vero che il Signore vive io uccideró quell'uomo É terribile! Gli faró pagare quattro volte il valore della pecorella. Non preoccuparti, Natan. Diró al mio capitano di condurmi quest'uomo immediatamente. Qual é il suo nome, Natan? Dimmelo! Chi é???"

Natan si volta di scatto.
Fissa Davide negli occhi.
Gli punta il dito contro.
Dice:

- "Tu, Davide. Tu sei quell'uomo! Tu hai rubato Betsabea. Tu sei l'assassino egoista".

Davide é senza parole. Il terrore gli afferra il cuore mentre Natan gli ulra contro:

- "Perché dunque hai disprezzato la parola del Signor, facendo ció che é male ai suoi occhi?". (2 Sam 12,9).

Poi seguono queste solenni parole:

- "Cosí dice il Signore: «Ecco io sto per suscitare contro di te la sventura dalla tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un tuo parente stretto, che si unirà a loro alla luce di questo sole; poiché tu l'hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele e alla luce del sole».

Davide grida:

- "Ho peccato contro il Signore".

Davide é terorizzato, non a causa della profezia di Natan a proposito delle sue mogli. No, Davide sta ricordando quel che accadde a Saul a causa del suo peccato e della sua ribellione. Davide aveva visto quel grande uomo di Dio andare in rovina, l'aveva visto precipitare nellafollia qundo la presenza di Dio l'aveva abbandonato. Aveva pianto ala vista di quell'uomo, un termpo potente servitore di Dio e ora maledetto, costreto a vivere nela paura, disperato.

Davide sapeva quale era la fine di un uomo che perde la presenza di Di. Aveva visto gli spirito maligni possedere Saul. Perció Davide gridó: "Il mio peccato mi sta sempre dinanzi!".
 
 

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.

Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.

Ecco, nella colpa sono stato generato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.

Ma tu vuoi la sincerità del cuore
e nell'intimo m'insegni la sapienza.

Purificami con issopo e sarò mondo;
lavami e sarò più bianco della neve.

Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.

Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.

Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.

Insegnerò agli erranti le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza,
la mia lingua esalterà la tua giustizia.

Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode;

poiché non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.

Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.

Nel tuo amore fa grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.

Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l'olocausto e l'intera oblazione,
allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.
 

(Salmo 50)

 

Che cosa accade quando la presenza di Dio ti abbandona?

Se i cristiani prendessero a cuore l'esperienza di Saul, griderebbero al Signore come Davide: "Dammi un cuore puro! Non respingermi dalla tua presenza!". Saul é un tragico simbolo del cristiano che ha perso la santa presenza di Dio.

3 tragici sintomi caratterizzano questa condizione:

  1. Uno spirito depresso, malinconico. Lo Spirito di Dio lasció Saul perché si era rifiutato di ubbidire al comandamento di Dio. Il Signore gli aveva ordinato di non fare nulla finché Samuele fosse giunto a Ghilgal per cercare Dio e offrire sacrifici, ma Saul divenne impaziente e prese tutto nelle sue mani. Perció il Signore lo lasció: "...poiché tu non hai osservato quello che il Signore ti aveva ordinato" (1 Sam 13,14). Non aveva preso sul serio la Parola di Dio.

  2. Uno spirito di invidia e di gelosia si abbatté su di lui ed egli divenne insicuro. Le masse cantavano: "Saul ha ucciso i suoi mille, e Davide i suoi diecimila...". E Saul da quel giorno in poi, guardó Davide di mal occhio. Il giorno dopo, un cattivo spirito, pemesso da Dio, si impossessó di Saul che era come fuori di sé in mezzo alla casa.
     
    Il giorno dopo, un cattivo spirito sovrumano s'impossessò di Saul, il quale si mise a delirare in casa. 
    (1 Sam 18,7-9)

    Saul vagava per la casa, spaccando tutto in preda a violenti eccessi di ira. Delirava come un folle! Scaglió la sua lancia contro Davide per ucciderlo.
     

    Saul cominciò a sentir timore di fronte a Davide, perché il Signore era con lui, mentre si era ritirato da Saul.
    (1 Sam 18,12)

    La cosa peggiore che possa dirsi di un figli di Dio é proprio questa: "La presenza del Signore si é ritirata da lui". Al suo posto giunge uno spirito di disperazione e di vuoto che provoca irritazione improvvisa, eccessi di ira, gelosie, invidia e paura. Lo spirito di melanconia fece credere a Saul che qualcuo ce l'avesse con lui, che tutti cospirassro nei suoi confronti, che nessuno lo amasse e che nessuno povasse compassione per lui.
     
     

    ...perché voi tutti siate d'accordo contro di me? Nessuno mi avverte dell'alleanza di mio figlio con il figlio di Iesse, nessuno di voi si interessa di me e nessuno mi confida che mio figlio ha sollevato il mio servo contro di me per ordire insidie, come avviene oggi.
    (1 Sam 22,8)

    Non aveva piú fiducia nel proprio figlio. E in un funesto giorno, Saul ordinó l'esecuzione di 85 sacerdoti! Passó a fil di spada Nod, la cittá dei sacerdoti senza rispamiare donne, madri e bambini. Saul divenne un mcchinatore, un manipolatore di persone. La sua casa era divisa e in tumulto. Perenemente irrequieto, Saul non riusciva piú a dormire.

    C'é una depressione causata dalla mancanza di determinate sostanze nel cervello e in questo caso si tratta di un problema strettamente medico. Ma la maggior parte delle depressioni tra il popolo di Dio sono attribuibili al fatto che lo Spirito di Dio si é ritirato dl credente a causa della sa disubbidienza. Come Saul, queste persone si rifiutano di prendere Dio sul serio. E come Saul diventano irritabili, gelose, invidiose, manipolatrici e piene d'odio.
     
     

  3. Confessioni frquenti e occasionali potenti manifestazioni dello Spirito Santo senza un conseguente cambiamento del cuore. Saul non faceva che confessarsi. Diceva sempre: "Ho peccato! Mi dispiace!". Lo disse a Ghilgal quando disubbidí a Dio, risparmió il bestiame migliore e salvó il re malvagio Achis. Lo disse a Davide, dopo che questi si rifiutó di ucciderlo nella spelonca: "Mi hai reso bene per male, mentre io ti ho reso male per bene" (1 Sam 24, 18). Saul si pentí ancora sulla collina di Achila, dopo che Davide era penetrato nel suo campo mentre le guardie dormivano e gli aveva rubato la lancia e la brocca d'acqua. Allora Saul gridó:

  4.  

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

    «Ho peccato, ritorna, Davide figlio mio. Non ti farò più del male, perché la mia vita oggi è stata tanto preziosa ai tuoi occhi. Ho agito da sciocco e mi sono molto, molto ingannato».
    (1 Sam 26,21)

    Ma in tutto questo il suo cuore non cambió mai veramente; anzi con ogni nuova confessione si
    induriva!

    Quando Davide fuggí a Rama per stare con Samuele e i profeti, Saul lo raggiunse per ucciderlo, ma fu investito dallo Spirito di Dio:
     
     

    Egli si incamminò verso Naiot di Rama, ma cadde anche su di lui lo spirito di Dio e andava avanti facendo il profeta finché giunse a Naiot di Rama.
    1Samuele 19:24 Anch'egli si tolse gli abiti e continuò a fare il profeta davanti a Samuele; poi crollò e restò nudo tutto quel giorno e tutta la notte. Da qui è venuto il detto: 
    «Anche Saul è tra i profeti?».
    (1 Sam 19, 23-24)

    Quando si avvicinó al fuoco di Dio, presso ente santa, lo Spirito di Dio lo colpí come fulmine. Era maestoso! Tutto il giorno, tutta la notte, parole estatiche, lodi a Dio, profezie. Ma quando [lo Spirito] si alzó, tornó immediatamente alle sue vie malvagie.

    Quanti cristiani sono cosí! Dio occasionalmente si muove su di loro; allora essi piangono e promettono a Dio che le cose cambieranno. Dio concede loro periori di ristoro per attirarli a sé, per annullare il peccato. Ma essi non cambiano mai. Non provengono da una vita di dvozione. Non studiano la Bibbia. Non pregano. La prsenza di Dio non é con loro. Solo occasionalmente essi sperimentano il movimento dello Spirito di Dio su di loro.
     
     

  5. Vita confusa, senza guida, priva di una parola personale da parte di Dio. Una delle piú tristi pagine della Scrittura racconta di quando Saul consultó la strega di Endor perché Dio non aveva voluto rispondergli. Prestate attenzione alle tristi parole di Saul:

  6.  
     ... Dio si è allontanato da me; non mi ha più risposto...
    (1 Sam 28,15)

    Questo é il triste segno del cristiano che ha perso la presenza di Dio. Avanza confuso, angosciato, elemosina qualche parola da parte di Dio e arriva a consultare oroscopi e astrologi, qualunque cosa o persona che pretenda di essere profetica.

     
Come si perde la presenza di Dio?

Oggi i cristiani perdono la presenza di Dio nello stesso modo in cui la perse Israele. Dopo che Israele fu messo in salvo al di lá del Mar Rosso e tutti i suoi nemici furono sconfitti, morti infondo al mare, il popolo "... ebbe timore del Signore, credette nel Signore e nel suo servo Mosé" (Esodo 14,31). Dopo che furono salvati, gli Israeliti promisero di provvedere un'abitazione a Dio, un posto nei loro cuori che contenesse la Sua presenza. L'intera nazione promise.

(1) La presenza di Dio si perde perché non c'é luogo che possa conservarla! Israele promise a Dio che non avrebe mai dimenticato l'ora della sua liberazione, che i cuori degli Israeliti sarebbero stati la sua tenda, la sua dimora, che essi non avrebbero mai dimenticato. Questa é comunione quotidiana.

Non é quello che avete promesso a Dio quando vi ha salvato? Volevate dargli tutto il vostro cuore! Il vostro corpo sarebbe stato il suo Tempio! La sua Parola sarebbe stata il vostro diletto! Sareste stati sempre grati e ferventi!

Ma Israele ignoró la presenza di Dio e dimenticó la sua Parola.  cosí avviene oggi. Il popolo di Dio ha talmente poco rispetto per la sua Presenza ce on lascia posto e tempo al suo spirito. Si recano raramente nella loro cameretta per pregare, ma é proprio qulla la sua bitazione, la sua tenda. Molti citano il versetto:
 

Io non ti lasceró e non ti abbandoneró
(Ebrei 13,5)

Ma continuate a leggere: il versetto 7 reca con sé il comandamento di prestare atenzione alla Parola di Dio:

Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede.
(Ebrei 13,7)

(2) In secondo luogo, la presenza di Dio si perde quando si erige il vitello d'oro. Dio chiamó gli Israeliti riuniti intorno al vitello d'oro: "popolo dalla dura cervice!" (Esodo 32,9).

Questi Israeliti rappresentno un popolo che nnsi apparta con Dio, che non concede tempo e spazio alla dolce comunione con lui. Un popolo dal quale lo Spirito e la presenza di Dio si ritirano é un popolo che verrá presto consumato dall'idolatria. Non bisogna ridere degli Israeliti che danzano intorno al vitello d'oro!!!

I cristiani non devono chiedersi con condiscendenza: "Ma come poterono cadere cosí in basso?" Perché il vitello d'oro é ancora in mezzo a noi!

Che cos'é il vitello d'oro? É un simbolo. Rappresenta un profondo problema del cuore. Simboleggia un'indifferenza negligente ai comandamenti di Dio. Con le loro azioni gli Israeliti dicevano: "Dio non puó dire sul serio!"  Semplicemente non tenevano nel giusto conto i Suoi avvertimenti. Perché Israele divenne cosí noncurante, cosí negligente, cosí spensierato e senza timore alcuno per la Parola di Dio?

Perché la voce profetica era scomparsa. Non c'era il profeta tuonante. In quel momento non c'era un santo uomo di Dio che potesse riprenderli. Solo Arone, il sacerdote tenero nei confronti del peccato. Mosé era sulla montagna con Dio.

Cosí é oggi. Negli ultimi 30 anni abbiamo udito un vangelo permissivo.  I profeti si sono fatti avanti solo recentemente. Questa mancanza di pia riprensione ha prodotto un'indifferenza negligente che permette ai cristiani di sguzzare nel torbido senza convincersi di peccato, di essere indifferenti allo studio della Parola di Dio, a essere noncuranti nei confronti della preghiera. Sí, il vitello d'oro é uno spirito di indifferenza.
 

Come si riacquista e si conserva la presenza di Dio?

Dal momento che cosí tanti cristiani ignorano la  preghiera, il quesito essenziale é:

Volete davvero la presenza di Dio nella vostra vita?

Perché, che lo crediate o no, Israele avrebbe potuto appropriarsi di tutto ció che Dio aveva promesso, poteva farlo senza la sua presenza! Israele poteva farlo, e oggi molti cristiani lo fanno.

Dio disse a Mosé di guidare il suo popolo nella Terra Promessa; disse anche che un angelo li avrebbe guidati, non lui stesso:
 
 

Ma io non verrò in mezzo a te, per non doverti sterminare lungo il cammino, perché tu sei un popolo di dura cervice!
(Esodo 33,3)

Pensateci! Tutte le benedizioni di Dio, la ricca ereditá che ha promesso, i diritti dei suoi figli, ma senza la sua presenza! La presenza degli angeli, una tera dove scorre latte e miele, ma non la presenza di Dio!

Saul perse la presenza di Dio, eppure Dio gli fece sconfiggere gli Amalechiti.
Saul trionfó sui Filistei. Era ancora re.

Ma quanto sono terribili le conseguenze della perdita della presenza di Dio! In questa situazione il peccato prospera, gli idoli enrano e la carne sale sul trono.

Davide se ne rese conto e gridó a Dio: "Non respingermi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito" (Salmo 50).

Mosé conosceva queste conseguenze, perció si rifiutó di andare avanti senza la presenza di Dio. Disse al Signore:
 
 

«Se tu non camminerai con noi, non farci salire di qui. Come si saprà dunque che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io e il tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi? Così saremo distinti, io e il tuo popolo, da tutti i popoli che sono sulla terra».
(Esodo 33, 15-16)

Tre cose successero prima che la colonna di nuvola della presenza di Dio ritornasse.

- 1 -

Il popolo udì questa triste notizia e tutti fecero lutto: nessuno più indossò i suoi ornamenti.
Mosè a ogni tappa prendeva la tenda e la piantava fuori dell'accampamento, ad una certa distanza dall'accampamento, e l'aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno, posta fuori dell'accampamento, si recava chiunque volesse consultare il Signore.
Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava all'ingresso della tenda. Allora il Signore parlava con Mosè.
(Esodo 33, 4;7;9)

Prima fecero cordoglio, piansero, si afflissero e si pentirono alla triste notizia che Dio non sarebbe andato con loro. Impararono che Dio non fa la sua dimora presso gente testarda che prende alla leggera la sua Parola. Scoprirono che Dio parlava sul serio. Sebbene fossero i prescelti.

Dio disse loro che li avrebbe lasciati. Ascoltate le sue parole:
 

Ritornate a me con tutto il cuore,
con digiuni, con pianti e lamenti».

Laceratevi il cuore e non le vesti,
ritornate al Signore vostro Dio,
perché egli è misericordioso e benigno,
tardo all'ira e ricco di benevolenza
e si impietosisce riguardo alla sventura.

Chi sa che non cambi e si plachi
e lasci dietro a sé una benedizione?
Offerta e libazione per il Signore vostro Dio.

(Gioele 2,12-14)

Quella benedizione é la presenza del Signore. Dove sono i cristiani che prenderanno sul serio la sua Parola, che piangeranno, digiuneranno, lo cercheranno, finché c'é la promessa della sua presenza???

- 2 -
In secondo luogo, essi misero da part i loro ornamenti. Il Signore disse:
 

Voi siete un popolo di dura cervice; se per un momento io venissi in mezzo a te, io ti sterminerei. Ora togliti i tuoi ornamenti e poi saprò che cosa dovrò farti.
(Esodo 33,5)

Questo significa che essi agirono in modo pratico per liberarsi da ogni distrazione mondana. I loro ornamenti erano repliche d'oro e d'argento dei malvagi déi egiziani: topi, capri e vitelli appesi a cateninte.

Si giustificavano dicendo: "Io non adoro quello che ho appeso al collo. É solo un pezzo d'oro, non significa niente; é semplicemente un ricordo dell'Egitto!". Ma Dio sapeva che c'era sotto qualcosa di piú. Il profeta Sofonia avvertí quegli Israeliti che Dio liavrebbe giusdicati.
 
 

Stenderò la mano su Giuda
e su tutti gli abitanti di Gerusalemme;
sterminerò da questo luogo gli avanzi di Baal
e il nome stesso dei suoi falsi sacerdoti;

quelli che sui tetti si prostrano
davanti alla milizia celeste
e quelli che si prostrano davanti al Signore,
e poi giurano per Milcom;

(Sofonia 1, 4-5)

Il popolo di Dio s'era forgiato piccoli ornamenti, immagini del dio dei Moabiti e degli Ammoniti, il dio dei sacrifici umani. Fino ad allora Dio aveva sopportato questo amoreggiamento, ma infine era diventata una questione di vita o di morte! I loro piccoli amultei li avevano spinti a fabbricarsi un vitello d'oro. Allora Dio disse:

"Basta cosí! Il minimo che possiate fare é sbarazzarvi di tutto ció che vi ammalia, di tutto ció a cui sacrificate il vostro tempo!".

I cristiani affermano di desiderare la presenza di Dio, ma non vogliono nemmeno mettere da parte quelle cose che palesemente li distraggono da lui. Giosué, [il successore di Mosé] ordinó al suo popolo:
 
 

Temete dunque il Signore e servitelo con integrità e fedeltà; eliminate gli dèi che i vostri padri servirono oltre il fiume e in Egitto e servite il Signore.
(Giosué 24,14)

Dio non scherza quando comanda: "Non introdurrai cosa abominevole in casa tua" (Deuteronomio 7, 26); "Non toccare nulla d'impuro" (Isaia 52,11). Perció si privarono di tutto ció che offendeva Dio.

- 3 -
In terzo luogo, Mosé eresse una tenda fuori del campo. Il tabernacolo non era ancora stato costruito. Era una tenda speciale, un'abitazione per la presenza di Dio, posta al riparo da ogni distrazione, lontano dal campo. Solo coloro che cercavano sinceramente il Signore si recavano alla tenda. Mosé vi andava quotidianamente e Giosuénon la lasció mai. Quella tenda rappresenta la "camera" segreta di ogni cristiano. Un figlio di Dio deve nasciarsi dietro la famiglia e gli impegni e deve recarsi lontano da tutto ció per incontrare il Signore, per cercare il suo volto, perché Dio si lamenta che "...non c'é nessuno che stenda la mia tenda, che innalzi i miei teli" (Geremia 10,20).

Solo allora la questione si risolveva:
 

Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava all'ingresso della tenda. Allora il Signore parlava con Mosè.
(Esodo 33,9)

 
  1. Se davvero volete la presenza di Dio, dov'é la vostra tenda?
  2. Perché non lo cercate?
  3. Perché non pregate?
  4. Perché non studiate la sua Parola?
  5. Perché é la chisa l'unico contatto che avete con lui?
  6. Non sapete o addirittura non vi importa della sua presenza in voi?



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