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ROMA, COME AL SOLITO di Valerio Minutiello (3/11/2000). La maledizione di Milano continua a colpire la Roma che non riesce ad espugnare il San Siro ormai da troppi anni. Eppure quest'anno l'occasione era ghiotta visto che la Roma non si trovava di fronte un Inter irresistibile. I giocatori giallorossi sono pero' scesi in campo con un ingiustificata paura, regalando il primo tempo agli avversari, facendo risorgere Sukur e non preoccupando mai il giovane Frey. Nel secondo tempo la musica e' cambiata ma ci ha pensato Frey a negare alla Roma il gol del meritato pareggio. Poi,dopo la sostituzione della follia (Montella per Rinaldi), il gol di Recoba che sfrutta il buco lasciato dall'uscita di Rinaldi e batte un non incolpevole Antonioli gelando i diecimila tifosi accorsi dalla capitale. Del Vecchio terzino, Candela centrocampista centrale, Montella in posizione arretrata per un modulo davvero troppo inedito! Bastera Emerson a risolvere tutti i problemi della Roma? Comunque come non bisognava esaltare il primato ora non bisogna drammatizzare. Si deve ripartire da Brescia cercando di portare a casa i tre punti per dimostrare di essere una grande squadra. Ma soprattutto bisogna assumere la benedetta mentalita' vincente e non intimorirsi ogni volta che si incontra una squadra un po' piu' blasonata. BATI,
BATI, BATIGOL di
Valerio Minutiello (8/11/2000) L'arma in piu' della roma si chiama
Batistuta o meglio Batigol. In sordina per tutto il primo tempo
esplode totalmente nel secondo segnando tre gol. Sei gol in cinque
partite e' il suo bottino eppure e' ancora al 50% della condizione. MONTELLA FA VOLARE LA ROMA di Valerio Minutiello (15/11/2000) La Roma affronta la sfida all'Olimpico con i Reggini senza il suo bomber Batistuta ma ci pensa l'aeroplanino giallorosso a far decollare la Roma in vetta alla classifica. La vittoria e' stata molto sofferta ma meritata. I giallorossi passano per primi grazie ad un rigore trasformato da Totti per un ingenuo fallo su Totti di Veron, che di certo ha in comune con il fuoriclasse biancoceleste soltanto il cognome e la nazionalita'. Gli amaranto pero' mettono in campo il cuore e agguantano il pareggio nel secondo tempo grazie ad un gran colpo di testa di Bogdani che anticipa Zago e la mette dove Antonioli non puo' arrivare. A questo punto si riaffaciano per i padroni di casa i fantasmi della sconfitta dello scorso anno,firmata Cozza e Cirillo. A scacciare i fantasmi ci pensa lo straordinario gesto atletico del numero nove giallorosso che con un tiro al volo dal limite batte Taibi. Con questa prodezza Montella ci ricorda che c'e' anche lui in caso ce ne fossimo dimenticati. E non sarebbe forse il caso di concedergli piu' spazio soprattutto quando Del Vecchio non e' in gran forma come in questo momento? Fino ad ora e' stato chiamato in causa poche volte ed ogni volta, o quasi, ha segnato. L'elogio dovuto a Montella non deve pero' oscurare la prova degli altri compagni che hanno giocato la partita piu' bella di quest'anno. Con il Brescia prima e con la Reggina poi la Roma ha dimostrato di avere il carattere per uscire da situazioni difficili, cosa che l'anno scorso mancava. Un'elogio anche a Tommasi che superando mille critiche e' riuscito a diventare un perno fondamentale della squadra e uno dei piu' apprezzati dai tifosi. I complimenti finali vanno ai tifosi reggini che hanno dato lezioni di tifo vero e hanno onorato il gemellaggio istituito l'anno scorso. Un'utopia purtroppo irrealizzabile andare allo stadio e vedere due tifoserie così corrette e spettacolari ogni partita. ROMA, ANCORA POKER di Valerio Minutiello (20/11/2000) La Roma fa poker per la terza volta in trasferta, stavolta la vittima sacrificale e' il Verona. La partita comincia in salita per i giallorossi di Capello che al terzo minuto lasciano un buco enorme in difesa permettendo a Gilardino di involarsi in area, Antonioli lo stende con le cattive e la frittata e' fatta. Il rigore lo trasforma Oddo facendo presagire una brutta giornata a Capello che si fa male ad una mano colpendo la panchina con un pugno. I giocatori pero' non accusano il colpo e macinano gioco. In campo si vede una sola squadra, la Roma, che raggiunge il pareggio con un tiro da fuori di Candela. Ci pensa poi Francesco Totti a far passare la Roma in vantaggio allo scadere del primo tempo spingendo in rete un pallone ben servitogli da Marco Del Vecchio. Nel secondo tempo Batigol prima sciupa poi si fa perdonare trasformando su punizione; un missile che viaggia alla velocita' di centosettanta chilometri orari dritto sotto al sette. Ancora Batigol firma il quattro a uno ben servito dal buon Tommasi portandosi in vetta alla classifica capocannonieri sopra a Shevchencko. Con sei vittorie in sette partite e diciannove gol la Roma difende il primato in classifica e comincia a far paura anche ai piu' scettici. Una Roma con una nuova personalita', una nuova mentalita' e una nuova arma vincente: una macchina da gol chiamata Batistuta. La nota migliore e' la facilita con cui i giallorossi hanno rifilato quattro gol al Brescia ma soprattutto al Lecce e al Verona, campi in cui nessuno vinceva da un anno. Attenuante per il Verona e' l'assenza di Laursen, pilastro della difesa, e l'uscita di Mutu dopo venti minuti per infortunio. Perotti ha pero' sportivamente ammesso la superiorita' della Roma, troppo forte per il suo Verona. Roma credici ma attenta a non farti prendere da facili entusiasmi, bisogna rimanere con i piedi per terra, il cammino e' ancora lungo. E' LA DURA LEGGE DELL'EX di Valerio Minutiello (29/11/2000) Al trentottesimo del secondo tempo dopo una partita non esaltante e che si avviava stancamente al termine con il punteggio di zero a zero il destino ha fatto il suo corso. Il fato ha voluto che la Roma portasse a casa l'intera posta grazie ad una prodezza dell'ex Gabriel Batistuta. Il bomber Argentino dopo aver fatto partire un missile da fuori area che si e' infilato alle spalle di Toldo, si e' lasciato andare ad un pianto di commozione. E cosi la giornata degli ex, che aveva visto Conceicao punire la Lazio e Marino trafiggere la sua vecchia Reggina, si e' conclusa con la prodezza dell'ex per eccellenza che lancia la Roma da sola in vetta alla classifica. E' Batistuta il plusvalore della Roma di quest'anno. Con i suoi nove gol in otto partite la Roma si trova ora a sei punti dalla Juve e a nove dalla Lazio. La consapevolezza di essere una squadra forte e' presente ormai sia tra i tifosi che tra i giocatori stessi, ma mentre per i primi e' lecito farsi cogliere dall'entusiasmo, i secondi devono rimanere con i piedi per terra come ha giustamente sottolineato Capello. Il campionato e' ancora lungo e la Roma dopo il Perugia al Curi, dovra' incontrare l'Amburgo fuori casa e poi Udinese, Lazio e Juve all'Olimpico. E' arrivato il momento per la Roma di dimostrare di aver fatto quel tanto atteso salto di qualita'. ROMA, ROMA,ROMA di Valerio Minutiello (18/12/2000) La Roma di Capello vince anche il derby e tenta una fuga che fa sognare i tifosi. La stracittadina, che da sempre regala grandi emozioni, quest'anno aveva un sapore speciale perche' mai aveva visto scendere in campo due squadre di così grande livello, e mai era stata così importante per lo scudetto. La partita e' stata molto equilibrata, e le due squadre hanno concesso pochissimo in difesa. Il primo tempo e' scivolato via stancamente con i portieri inattivi. Nel secondo tempo c'e' stata qualche emozione in piu' ma l'equilibrio e' sempre stato totale. E così, come succede in questi casi, e' stato un episodio a decidere la partita; Zanetti chiama al miracolo Peruzzi su colpo di testa ma poi Nesta, preoccupato del sopraggiungere di Del Vecchio spazza colpendo Negro e la palla va a finire in fondo al sacco. Davvero sfortunata la Lazio che poi si vede negare il pareggio dalla parte bassa della traversa che respinge un tiro di Nedved. Non puo' essere pero' solo la sfortuna a giustificare il risultato della partita che ha comunque evidenziato gli attuali problemi di gioco della Lazio. Inoltre grandi meriti vanno alla Roma che non e' stata da meno ed e' stata brava a tenere a bada una Lazio che doveva assolutamente vincere per ridurre lo svantaggio in classifica. Migliore in campo senza dubbio Cafu' che ha regalato giocate spettacolari e propiziato con un cross perfetto il gol della Roma. Grande prova anche di Samuel, Zanetti e il solito Tommasi ormai leader della tifoseria giallorossa. Grandi meriti sul risultato finale vanno infine al sempre troppo trascurato dodicesimo uomo. La curva sud ieri ha sostenuto la squadra per tutti i novanta minuti con una passione unica dando dimostrazione di essere gia' campioni da questo punto di vista. Venerdi la Roma ospitera' la Juventus per un' altro match tesissimo e importantissimo in chiave scudetto. Ci si aspetta un'altro pienone all'Olimpico per l'ultima partita dell'anno e si spera che la Roma faccia un bel regalo di natale ai suoi tifosi, se lo meritano. ROMA INCONTENIBILE! di Valerio Minutiello (10/1/2001) Atalanta - Roma 0 - 2. La Roma vince anche la durissima battaglia al Brumana e allunga ulteriormente il distacco sulle inseguitrici: +8 dalla Juve, +11 dalla Lazio. Sembra davvero inarrestabile questa squadra che sta' battendo tutti i record da quando c'e' il campionato a tre punti. Anche chi aveva attribuito la sua fuga ad un calendario facile si e' dovuto ricredere. A Bergamo in un campo ai limiti della praticabilità la Roma ha vinto una vera e propria battaglia contro i terzi in classifica. Qualcuno temeva che la pausa natalizia potesse essere dannosa per la Roma e la risposta si e' avuta dopo soli trenta secondi dall'inizio con il gol di Del Vecchio, dopo una magnifica azione di Montella. L'Atalanta poi prova a recuperare buttandosi in avanti a testa bassa ma trova sempre la strada sbarrata da una difesa perfetta in cui spicca un vero e proprio gigante di nome Samuel. Solo un pericolo per Lupatelli per un colpo di testa di Doni che esce di poco. Poi la Roma spietatissima raddoppia al quarantatreesimo con Damiano Tommasi sempre con la complicita' di Montella. Nel secondo tempo la Roma amministra il risultato lasciando inoperoso Lupatelli. Il prossimo rientro di Emerson e il miglioramento del ginocchio di Batistuta sono ulteriori note positive e incoraggianti per la Roma. Samuel sta' dimostrando di essere il campione che e' stato descritto giocando fino ad ora ad altissimi livelli e rassicurando chi temeva in un ennesima fregatura. Anche Tommasi puo' considerarsi un importantissimo acquisto visto che rispetto agli anni scorsi sembra un altro giocatore trasformandosi da caprio espriatorio di tutti i mali ad uno dei maggiori artefici di questo momento magico. Inoltre la squadra ha trovato in Samuel un nuovo pilastro difensivo, un punto di riferimento importante. Uniche note dolenti sono l'espulsione di Zanetti che saltera' la partita col Bari insieme a Cafù e l'ingiustificata polemica di Montella per la sacrosanta sostituzione con Rinaldi dopo l'espulsione di Zanetti. Chissà quale sarà la squadra che scenderà in campo domenica, anche se c'e' da stare tranquilli visto che finalmente quest'anno c'e' un organico davvero competitivo con una panchina che sembra quasi blasfemo chiamarla così. Il momento magico della Roma continua e le inseguitrici sembrano non reggere il passo ma bisogna rimanere con i piedi per terra e continuare a lottare, e di questo la squadra e' consapevole. E' proprio l'umiltà e la voglia di vincere la sua forza maggiore. NIENTE ALLARMISMI PER LA ROMA di Valerio Minutiello (16/1/2001) Mezzo passo falso per la Roma con il Bari. La capolista non è andata oltre il pari all' Olimpico, contro l'ultima in classifica. E poteva andare anche peggio, visto che il Bari era passato in vantaggio al 24' del secondo tempo. Una punizione da 25 metri di Mazzarelli, da posizione molto defilata, beffa un colpevolissimo Lupatelli. Il pareggio arriva 7 minuti dopo su rigore, procurato astutamente e trasformato con rabbia da capitan Totti. Poi La Roma rischia prima di vincere con un tiro al volo di Zago di poco fuori, e poi di capitolare al 90', salva Samuel sulla linea. Non è sicuramente la stessa Roma vista finora, ma non e' il caso di drammatizzare. Un calo di tensione che può essere anche positivo per ritrovare la rabbia e la concentrazione giusta per la supersfida di Domenica contro il Milan al S.Siro. Le assenze di Cafù, Batistuta e Zanetti possono essere un'attenuante ma non una scusante per i giallorossi. I sostituti non sono stati all'altezza. Bravo Nakata in fase di costruzione ma nullo in fase difensiva. Prova incolore per Guigou e per lo scalpitante Montella. Juve, Lazio e Fiorentina hanno vinto quindi la distanza dalle inseguitrici si è ridotta. La juve è a -6, Lazio e Fiorentina a -9. Non è comunque il caso di fare conti a questo punto della stagione. Bisogna considerare ogni partita come una finale lottando con la grinta che abbiamo visto a Bergamo. Il pari con il Bari non è dato certo da un calo fisico. Anzi i migliori complimenti vanno al preparatore atletico Massimo Neri. La condizione dei giallorossi è strepitosa e il merito è anche suo. Le squadre preparate da lui hanno sempre dimostrato una condizione atletica eccezionale fino alla fine del campionato, e questa è una garanzia di non poco conto. Questo pareggio non è quindi un dramma e va visto più come un bicchiere mezzo pieno che come un bicchiere mezzo vuoto. CAMPIONI D'INVERNO di Valerio Minutiello (30/1/2001) La Roma liquida il Napoli con un secco 3 a 0 e conquista con una giornata d'anticipo il titolo di campione d'inverno. Per sapere se lo dovrà spartire con la Juventus bisogna però aspettare domenica prossima. Dopo un consistente rallentamento che ha permesso alle inseguitrici di recuperare 5 punti in due giornate la Roma ha dimostrato sul campo di non essere una squadra in crisi. La vittoria era fondamentale, in una giornata in cui le dirette inseguitrici (Lazio e Juve) hanno divorato gli avversari, segnando gol a raffica. La Roma passa prima con Del Vecchio di testa, poi raddoppia con un gran tiro da fuori di capitan Totti e nel finale segna il terzo gol con Batistuta. Al di là del risultato sono molti i punti che possono far felici i giallorossi. Innanzitutto il positivo rientro di Emerson, già soprannominato "il puma". Il campione brasiliano è entrato al 10' del secondo tempo disputando un ottima gara. E' sicuramente l'arma in più della Roma per questa seconda parte del campionato. Altra nota positiva il ritorno al gol del suo bomber Batistuta, a secco da Dicembre. Non stà bene Gabriel e si vede ma segnare per uno come lui era importantissimo, si è visto dall'esultanza. Migliore in campo il solito Cafù, devastante su quella fascia destra. Mondonico ha cambiato tre volte la marcatura su di lui ma senza riuscire ha fermare in nessun modo il "pendolino" giallorosso. Samuel è sempre più una garanzia in difesa così come Tommasi lo è a centrocampo. Il Napoli di Mondonico ha fatto veramente poco per tentare di arginare la potente macchina giallorossa e se affronterà così tutte le partite la salvezza sarà davvero dura da raggiungere. Sull'altro versante, quello della lotta per il tricolore, la sfida ormai è tra tre squadre a meno che non ci siano clamorosi rientri. Sono tre squadre in splendida forma, Roma, Juve e Lazio, le scommesse sono aperte! Coppa
UEFA - Liverpool - Roma 0 - 1 - COMUNQUE GRANDI di Marco Baldi (23/2/2001). Dopo quello
con il Lecce, la Roma riesce solo parzialmente a sfatare il tabù
Liverpool. Vince ad Anfield Road, seconda squadra
italiana a riuscirci dopo il Genoa nel 92, ma passano gli
inglesi, che nei quarti affronteranno il Porto, qualificatosi
a spese del Nantes. Nei complessivi 180 minuti la Roma dimostra
comunque di essere la più forte, e di avere a cuore una
coppa che molti ritenevano snobbasse. Dopo aver pregiudicato
la qualificazione nella gara dandata, persa solo per gli
errori di una difesa rimaneggiata, la corazzata di Fabio Capello
domina il match di ritorno contro un Liverpool che anche davanti
al proprio pubblico si chiude a riccio in difesa, tentando solo
rare e confuse sortite offensive. Nella prima frazione, sospinta
dagli oltre mille afecionados arrivati da Roma, la squadra giallorossa
fa quel che vuole fino alla trequarti, con Candela e Nakata nella
parte dei leoni, ma si smarrisce negli ultimi trenta metri. Si
sente la mancanza di importanti assist-men come Totti e Cafù,
e quelle poche volte che il pallone supera il muro difensivo
eretto dai colossi del Liverpool, né Delvecchio né
Montella hanno la freddezza e la precisione di uno come Batistuta.
Oltre ad un bel rasoterra del numero 24, di poco fuori, lunica
vera parata da segnalare è però di Antonioli, che
respinge grazie ad ottimi riflessi una gran punizione da quaranta
metri dellex milanista Ziege. LA ROMA NON SI FERMA Vicenza - Roma 0 - 2 di Marco Baldi (25/2/2001). Da un po di tempo ormai uno slogan dei tifosi giallorossi cita testualmente: Il nuovo sito della Roma? www.machicefermapiu.com!. Bé, se il campionato continuerà così ancora a lungo, il presidente Sensi potrebbe anche prendere in considerazione lidea. La Roma, nonostante una partita a tratti davvero imbarazzante, riesce infatti a portare a casa i tre punti contro il Vicenza, conquistando lottavo successo stagionale in trasferta, record per la squadra giallorossa. Mantiene le distanze su Juventus e Lazio, entrambe vittoriose, che restano rispettivamente a sei e ad otto punti dalla capolista. Dopo la beffa di Liverpool, la squadra di Fabio Capello ritrova sul neutro di Udine, in uno stadio prevedibilmente quasi deserto, sia Totti che Cafù, ma i due, non ancora al meglio, non incidono. Zanetti è inizialmente preferito a Tommasi per affiancare Emerson, anche lui al rientro. Primo tempo soporifero, in cui le due squadre, penalizzate dal forte e gelido vento, danno vita ad una vera e propria sagra degli errori. Larbitro Cesari fischia molto, forse troppo (solo nella prima frazione ben 34 gli interventi sanzionati), e la partita fatica a decollare. Il Vicenza, con Toni e Zauli non troppo ispirati, si difende diligentemente ma non cerca quasi mai la penetrazione offensiva. La Roma, pur giocando male, ha comunque alcune buone occasioni. Da ricordare un bel colpo di testa di Montella su punizione di Cafù terminato fuori, nonché un duetto di alta classe fra Emerson e Batistuta, con il tiro dellargentino ribattuto in calcio dangolo. Al 33 lo stesso campione di Reconquista esce per infortunio (domani 26/02/20001 gli accertamenti sanitari), e viene sostituito da Montella. Mossa obbligata ma che risulterà poi decisiva. Al 30 primo episodio dubbio, quando Toni, affrontato da Zebina, cade in area. Il Vicenza reclama il rigore, Cesari fa continuare. Altra protesta, questa volta della Roma, al 40, quando Delvecchio entra in area e cade contrastato da Firmani. Cesari ammonisce per simulazione il romanista. Giudizio sicuramente difficile, ma ammonizione forse esagerata. Nel primo quarto dora della ripresa stesso noioso copione del primo tempo. Toni dà il via ad una buona azione quando, imbeccato alla perfezione da Sommese, salta Zebina ed entra in area in velocità, ma in precario equilibrio fa partire un debole tiro facilmente bloccato dal sempre ottimo Samuel. E la Roma finalmente si sveglia. Prima è Cafù ad impegnare lex Sterchele, che respinge con difficoltà il suo destro, poi Montella, che dopo unazione confusa in area di rigore vicentina, coglie lennesimo palo delle sue ultime partite. Allarbitro sfugge un brutto fallo di reazione di Totti su Cardone, e pochi minuti dopo, al 79, Montella, in caduta, indovina una gran bordata da 20 metri, che va ad infilarsi sotto il sette alla sinistra di Sterchele. Tre minuti e la Roma raddoppia con Emerson, che risolve di sinistro una mischia in piena area di rigore. La squadra giallorossa, con Guigou al posto di un Totti spesso fin troppo lezioso, controlla agevolmente negli ultimi minuti le sterili sortite offensive vicentine, ottenendo una vittoria tanto importante quanto sofferta. ROMA
- INTER 3 - 2. Grande Roma, grande Montella di Marco Baldi (5/3/2001)Rieccolo. Questa
volta è proprio vero, è tornato. Finalmente. Labbiamo
atteso per mesi, abbiamo sospirato ad ogni suo errore, ad ogni
partita, e non sono state poche, clamorosamente sbagliata, ma
ormai non ci sono più dubbi. Laeroplanino, al secolo
Vincenzino Montella, è tornato a volare sui cieli dellOlimpico,
in tempo per guidare una Roma rimaneggiata solo sulla carta alla
vittoria contro lInter, sfatato lennesimo tabù,
con una doppietta nella maniera che almeno fino a ieri gli era
meno congeniale: il colpo di testa. La squadra giallorossa, alla
sesta vittoria consecutiva, non riesce ad allungare sulle inseguitrici,
ma, aspettando Lazio-Juve fra due settimane, va benissimo così.
Botta e risposta. Pochi minuti e la partita sinfiamma.
All8, alla prima vera azione offensiva, Recoba batte
nettamente in velocità Zago e dalla destra fa partire
un cross millimetrico per il sinistro di Vieri, che con un preciso
fendente insacca fra palo e portiere, però Antonioli non
appare del tutto incolpevole. Ma la Roma, da grande squadra quale
è, ha una reazione fulminea, e dopo due minuti è
già pareggio: punizione da quaranta metri di Assuncao,
liscio generale in area, Montella va sul pallone, non lo colpisce
ma con il suo movimento contribuisce in maniera decisiva a disorientare
Frey, che va da una parte, il pallone dallaltra. E parte
il primo boato dellOlimpico. Meritato vantaggio. Il quarto
dora che ne segue è un assedio della Roma a cercare
il vantaggio. Montella, Delvecchio e Candela, ispirati da uno
straripante Totti, impegnano a più riprese Frey, che risponde
da gran portiere. Ma non può nulla al 27, quando
una gran punizione da trenta metri di Assuncao, ancora lui, coglie
in pieno la traversa, e Montella savventa sulla respinta
con doti da grande opportunista: per lui è un gioco da
ragazzi insaccare di testa ed andare a planare sotto una Sud
in delirio. Inter meglio del solito. Dopo il goal però
la Roma ha una leggera flessione, sbaglia troppi passaggi e cerca
poco lazione offensiva, e lInter cerca di approfittarne.
Ma, pur giocando tutto sommato decentemente, dimostra che i venti
punti di distacco in classifica non sono un caso. Non riesce
mai a rendersi granché pericolosa, e cerca la via della
rete solo con qualche tiro dalla grande distanza di Di Biagio,
fischiatissimo dai settantamila dellOlimpico, che comunque
lascia abbastanza tranquillo Antonioli. Recoba, che si presenta
con il nuovo look a zero, comunque non dispiace,
non ancora allaltezza dei sedici miliardi netti annui,
e probabilmente non lo sarà mai, ma è in miglioramento:
evidentemente i capelli lo appesantivano. E proprio dal suo piede
parte, in pieno recupero, un perfetto passaggio filtrante per
Vieri, che batte in velocità Zebina e Samuel, e mette
la palla lì dove Antonioli non può arrivare. Lattaccante
interista si conferma spauracchio per Antonioli, sette goals
in carriera allattuale portiere giallorosso, e gela lOlimpico.
Ancora Roma. La ripresa è abbastanza equilibrata, ma la
Roma, spinta dal solito meraviglioso pubblico, spinge di più,
e con Totti, Montella e Delvecchio, fenomenale sulla fascia sinistra,
mette paura a Frey. Al 42, quando il pareggio appare ormai
inevitabile, sugli sviluppi di un calcio dangolo Top Gun
Montella batte Frey di testa per la terza volta. Secondo volo
per lui e terza esplosione, questa volta definitiva, dellOlimpico,
che ha finalmente ritrovato lidolo di un tempo. La pagella:
Antonioli 5,5: Impegnato seriamente solo in occasione dei due
goals. Sul primo non è esente da colpe, sul secondo complimenti
a Vieri. Zebina 5,5: Troppo lezioso nei disimpegni, è
impreciso negli appoggi ai compagni. Si fa saltare da Vieri in
occasione della seconda rete. Zago 6: Si fa beffare da Recoba
in occasione del secondo goal, ma lo blocca molte altre volte.
Non garantisce il solito uomo in più a centrocampo. Samuel
6: Dà vita ad un gran duello con Vieri sulle palle alte.
Lo vince, ma anche lui sulla seconda rete non è impeccabile.
Guigou 6: Prova più volte a sfondare sulla fascia destra,
cercando spesso la collaborazione di Samuel, ma è impossibile
garantire la stessa spinta di Cafù. La Roma cerca altre
soluzioni, con successo (dal 74 Di Francesco 6: Dincoraggiamento.
Al rientro dopo uninfinità, non è ancora
al meglio, e si vede). Assuncao 7,5: Segna il primo goal e propizia
il secondo. Basterebbe questo per meritarsi il voto. Dà
ordine al centrocampo, ed innesta con i suoi lanci alcune delle
principali sortite offensive giallorosse. La Roma
allunga sui cugini ROMA - BRESCIA 3 - 1 di Marco Baldi (12/3/2001)Doveva essere
una giornata tranquilla, senza grossi scossoni, erano tutti pronti
a scommettere che tanto la Roma capolista, quanto le inseguitrici
Juventus e Lazio, avrebbero passato indenni il facile turno.
La realtà è stata ben diversa, e non possiamo nascondere
il nostro piacere nel constatarlo. Solo i giallorossi confermano
in pieno le aspettative, superando il Brescia dellex Mazzone,
mentre la Juve vince, ma suda sette camicie per avere la meglio
su un unottima Reggina, e la Lazio crolla a Bologna sotto
i colpi di Beppe Signori, ed, ormai a undici punti dalla Roma,
sembra scendere forse definitivamente dal treno-scudetto. E domenica
cè Lazio-Juve
Gioia sul filo della capitale.
A Roma, in un Olimpico tutto giallorosso la Roma parte bene,
con Totti e Cafu come sempre strepitosi nelle vesti di assit-men,
ma Montella e Delvecchio sprecano. Nonostante la Roma non riesca
a sbloccare il risultato, arriva comunque il boato dei sessantamila
dellOlimpico, quando al 19, preceduto da una lunga
ola dei tifosi giallorossi muniti di radioline, il tabellone
annuncia trionfale il vantaggio del Bologna sulla Lazio. Anche
a Roma però il goal è nellaria, ed arriva
due minuti più tardi da una perfetta punizione da trenta
metri di Marcos Assuncao. Per il brasiliano è la seconda
rete negli ultimi due incontri, entrambe su punizione, per lo
stadio lesplosione che ne segue è ancor più
fragorosa della precedente. Dal Paradiso allInferno. Nove
minuti ed i tifosi giallorossi vivono i trenta secondi più
brutti della giornata. Comincia il Brescia che, alla prima vera
apparizione offensiva, pareggia con Yllana, che devia di testa
una punizione di Bachini quel tanto che basta per mettere fuori
causa Antonioli, continua il tabellone, che brilla meno del solito
nel visualizzare il vantaggio juventino di Tudor. Ma se la Roma
è prima,
Il primo tempo si conclude con il Brescia
che tiene bene la palla e la fa girare con buona velocità,
ma non arriva mai alla conclusione. Le uniche sortite offensive
sono della Roma, sempre con Delvecchio. Al ritorno in campo dagli
spogliatoi ecco la solita Roma, buona nel primo tempo, ma cinica
e spietata nella ripresa. Non per niente, se andiamo ad analizzare
una per una le partite della formazione di Fabio Capello, ci
accorgiamo come abbia costruito la maggiorparte delle sue diciassette
vittorie su ventidue incontri disputati proprio nella seconda
frazione di gioco.
un motivo ci sarà. Quello della
Roma è un vero e proprio assedio ai danni di un Brescia
che sembra sempre sul punto di capitolare, ma è graziato
infinite volte da un Delvecchio lanciato alla perfezione da Totti
ma non certo in giornata, e da un Montella decisamente sfortunato.
La svolta. Ma poi entra Emerson, ancor più grande del
solito, e laeroplanino, liberatosi dellasfissiante
marcatura dellex Petruzzi, espulso, si scatena. Pochi minuti
e la partita subisce la svolta decisiva. La seconda rete arriva
al 68 ed è originata da un errore di Delvecchio,
quando il numero 24, in piena area di rigore, si fa rubare il
pallone da Castellazzi, ma il portiere non trattiene e Montella
savventa sulla sfera. Per lui è un gioco da ragazzi
depositare in fondo al sacco e dare così il nuovo vantaggio
alla squadra giallorossa. E sono sette. Il secondo tempo finisce
comera cominciato, ossia con una pressione costante ed
efficace della Roma, che all87 trova il meritatissimo
tris. Lazione è da manuale del calcio, i protagonisti,
manco a dirlo, Totti, Emerson, e Montella. Il capitano riceve
sulla trequarti ed appoggia al Puma, che di prima suggerisce
in avanti per il bomber italiano, che, invece di chiudere il
triangolo, affonda sulla destra, supera Calori e batte imparabilmente
Castellazzi. E il goal del 3-1, è il goal della
sicurezza, è il goal della liberazione per limmenso
popolo giallorosso. La partita è chiusa, lorecchio
inevitabilmente va alla radiolina, locchio al tabellone,
nella speranza ardente di un regalo della Reggina. Colomba e
compagni non ce la fanno, peccato e niente più. Questa
Roma ha dimostrato di poter trionfare anche senza alcun tipo
di favore altrui. La Roma impatta ... ma allunga di Marco Baldi (20/3/2001). Doveva essere un match tranquillo, facile, una formalità per la Roma, contro una pericolante che cercava punti, daccordo, ma che era pur sempre penultima. Una partita da vincere, aspettando magari un seppur insperato regalo dei cugini. Ed invece si è verificato esattamente il contrario: la Juve è crollata di schianto di fronte alla Lazio, mentre la Roma è incappata in una delle rarissime giornate no e non è riuscita ad avere la meglio su unarcigna Reggina, che ha dimostrato di non meritare la posizione che occupa in classifica. Ma, scherzi del calcio, Capello e la Roma sono contenti lo stesso, forse addirittura più del solito: la squadra giallorossa, grazie al pareggio rimediato a Reggio Calabria, allunga sulla Juve, ed ora è a +7, il che già di per sé, ad una giornata in meno dalla fine, è un fatto positivo. Solo Reggina. A Reggio latmosfera è quasi da festa scudetto: gemellaggio fra le tifoserie, grandi striscioni inneggianti alle rispettive squadre, fuochi dartificio che risplendono nel cielo. Ma il clima non segue latteggiamento festoso dei tifosi, è freddo ed il forte vento che spira sul Granillo finisce inevitabilmente per condizionare in modo pesante la partita. A cominciare meglio è la Reggina, più tonica e motivata, e che nel primo tempo gioca con lattacco a favore di vento. I calabresi giocano con buona velocità e veloce triangolazioni che mettono in difficoltà il centrocampo della Roma, ma non provocano comunque grandi pericoli alla porta di Antonioli, insidiato solamente una volta dallottimo Dionigi. Difficoltà. La Roma appare svogliata, nervosa, quasi avesse risentito delle tante polemiche in settimana sul presunto caso Cafù. La squadra di Capello dopo soli otto minuti perde poi per infortunio Delvecchio, sostituito da Guigou, e Don Fabio passa ad un 4-4-2 in cui luruguagio giostra sulla sinistra e Totti va a fare di fatto la seconda punta accanto a Montella. Si sente però lassenza di un uomo come lex interista, che sulla fascia, oltre ad una buona copertura, assicura anche una costante ed efficace spinta offensiva, che mette in difficoltà i terzini avversari e crea spazi centrali per le incursioni dei compagni. La squadra giallorossa tenta così solo rare, e spesso confuse, sortite offensive, bloccata dalle tempestive ed efficaci marcature dei reggini sui motori giallorossi, Cafù e Totti su tutti, e dallarbitro, signor Trentalange, che arresta sistematicamente le azioni della squadra romana fischiandole contro falli quantomeno discutibili, e non sanzionando interventi degli amaranto che avrebbero anche meritato perlomeno lammonizione. Sul finale della prima frazione la Reggina cala, e la Roma esce allo scoperto con più continuità, ma i pericoli per la porta di Taibi latitano. Roma diversa Al ritorno dagli spogliatoi, la squadra giallorossa appare, come al solito, più convinta e vogliosa di vincere e, complice un calo fisiologico dei calabresi ed il vento finalmente a favore, preme molto, ma non riesce comunque ad impensierire granché Taibi, se si eccettua una gran sventola di Cafù con parata plastica del portiere amaranto, ed un tiro sbilenco di Montella che semina il panico nella difesa calabrese, e su cui per poco Pendolino non savventa per ribadire in rete. ma niente da fare. Le azioni più pericolose sono comunque dei reggini, prima con Dionigi, che sfrutta un goffo scivolone di Zago in piena area ma è fermato da un super Antonioli, e Mozart, che da solo in piena area di rigore spedisce incredibilmente in curva un pallone doro a 90 scoccato. La gara termina così 0-0, risultato tutto sommato giusto, ma a Capello, data unocchiata di sfuggita al tabellone, non può non scappare un sorriso. La moviola
La Roma inciampa ... ma non si ferma. Fiorentina - Roma 3 - 1. di Marco Baldi (10/4/2001) Era stata presentata come la partita dellesodo giallorosso, degli incidenti sicuri, dei romani come teppisti, ma i tifosi capitolini, giunti comunque in massa al Franchi nonostante il giorno feriale, hanno smentito la cattiva fama che li aveva accompagnati da una decina di giorni a questa parte. Alla fine sono entrati in sei settemila allex Comunale, come un popolo compatto e disciplinato, senza creare alcun problema; numerosi nel settore a loro dedicato gli striscioni ironici sullo spostamento al lunedì, ma nessun disordine. Almeno da parte dei fan romanisti. Numerose al contrario, almeno da quanto riportano alcuni organi di informazione, le aggressioni dei tifosi viola ai loro danni fuori lo stadio prima e dopo la partita; vittima più illustre lattore del Bagaglino Maurizio Mattioli, malmenato insieme ad un amico. Batistuta chi? Altro importante fatto della giornata: Batistuta tornava a Firenze, pochi se ne sono accorti, impegnati comerano a condannare le presunte doti criminali dei tifosi giallorossi. In curva Fiesole, per la verità, accampava qualche striscione in suo favore, ma per la gran parte dellincontro non sono stati che fischi per un campione che ha dato tanto, ma che evidentemente è stato già dimenticato. Largentino sembra risentirne, e non riesce ad esprimersi ai suoi soliti livelli, anche se, da grande campione qual è, riesce a crearsi le sue buone occasioni. Niente allarmi. Ma passiamo ai fatti tecnici, gli unici che dovrebbero interessare. La Roma perde a Firenze per la 3volta su 25 partite, ma la sconfitta sembra avere le sembianze più di una semplice inciampata in un cammino trionfale che di una vera e propria battuta darresto. In quel del Franchi la squadra giallorossa non demerita affatto, anzi, ma è frenata da una bella dose di sfortuna, da un grandissimo Toldo, ai massimi livelli stagionali, e da un paio, se non più, salvataggi sulla linea dei difensori di Mancini, che ottiene la prima vittoria da allenatore. La Juventus, grazie alla stentata vittoria di Verona, sale così a 6, ma il divario fra le due formazioni di testa sembra ben più abissale delle sole sei lunghezze attuali. Doccia fredda. A Firenze Mancini opta per un semi-inedito 4-5-1, in cui Rui Costa appoggia lunica punta Chiesa, mentre Capello ritorna la solito assetto, con Delvecchio a supporto di Batistuta, e Montella che si accomoda nuovamente in panchina. La Roma comincia molto aggressiva, ma lassetto difensivo viola funziona, con Cois che gioca quasi da libero, frenando tempestivamente le iniziative di Emerson e Totti. E la Fiorentina ad avere le migliori occasioni: prima Rui costa, poi Rossi sprecano, ma il goal arriva comunque dopo solo 12 minuti. La punizione, originata da un fallo di Samuel su Moretti, è dubbia, lesecuzione di Chiesa da venti metri è da applausi: palla sotto al sette, Antonioli battuto senza possibilità di appello. Roma in cattedra. La Roma ha una reazione da grande squadra e dopo un quarto dora arriva il pareggio: corner di Candela, Emerson, lasciato completamente solo dai difensori viola troppo occupati a frenare Batistuta, non deve far altro che appoggiare in rete di testa. Il resto del tempo passa con la Roma a cercare il raddoppio e la Fiorentina che appare in affanno, ma non capitola. Come prima. La seconda frazione è una fotocopia sputata della prima, ma con finale più amaro. La Roma, complice luscita di Cois, va allarrembaggio, il goal è nellaria, ma anche questa volta a trovarlo è la Fiorentina, con una rete che i tifosi giallorossi, ora come ora, definirebbero alla Paolo Negro: centro da sinistra del debuttante Moretti, Candela, nel tentativo di anticipare Bressan, incorna in tuffo, ma ottiene leffetto contrario: la sfera, tanto per capire quanto sia una giornata no per i giallorossi, prima sbatte su un palo, poi si insacca a pochi centimetri dallaltro. Ma se la Roma è stabilmente prima dal 12 novembre 2000 un motivo ci sarà pure: la reazione della corazzata di Fabio Capello è veemente, fioccano le occasioni, Batistuta, Montella, Totti, Samuel, ci provano tutti, ma Toldo non è daccordo, e quando non cè lui ecco che spuntano il Di Livio, il Repka od il Lassissi della situazione. Colpo di grazia. Un quarto dora dalla fine, Roma tutta sbilanciata in avanti, tipica azione in contropiede della Fiorentina, Bressan per Chiesa, che sigla la doppietta personale e mette in ghiaccio la partita. Sconfitta con qualche rimpianto, ma nemmeno troppi. ROMA, TRANQUILLA. di Marco Baldi (17/4/2001) Sfortuna, anzi sfiga, Mazzantini, Antonioli, Bolognino: quattro parole per descrivere un pareggio, un match che la Roma poteva e doveva vincere, ma che, da come si erano messe le cose, ha più elargito un punto che tolti due. A portieri invertiti sarebbe finita con una valanga di reti per la squadra giallorossa, e se ne è accorto anche Antonioli, ma sarebbe bastato un arbitro più in giornata per consegnare tre meritatissimi punti a Capello e lasciare invariato il distacco dalla Juventus, che invece, grazie alla vittoria sullInter, è salita a 4, riaprendo un campionato che però già domenica prossima, con Udinese-Roma e Parma-Juve, potrebbe virtualmente richiudersi. Il signor Bolognino, a dire il vero, ha sbagliato da ambo le parti, ma ha finito inevitabilmente per danneggiare la più forte, ossia la Roma, che si è vista sì concedere una rete che ha suscitato una marea di perplessità, ma anche negare tre rigori che hanno fatto gridare alloculista. Se esiste veramente un complotto ai danni della Roma non possiamo saperlo, ma ci sembra alquanto singolare come la società giallorossa (sì, società, non squadra) abbia subito il primo vero arbitraggio sfavorevole della stagione proprio nei giorni immediatamente seguenti alla denuncia del presidente Sensi. Bolognino sospinto dal vento del nord? Mah Alla spagnola. Ma andiamo per ordine. AllOlimpico prima della partita manifestazione dei tifosi, per la prima volta tutti compatti con il loro presidente. Cinquantamila fazzoletti sventolano dagli spalti: è la panuelada, Sensi apprezza, saluta più volte il pubblico, si commuove. Assedio. Poi comincia il match. Nel primo tempo è un assolo giallorosso; Batistuta, Samuel, Emerson, Cafù, inarrestabile sulla fascia destra: ci provano un po tutti, ma Mazzantini (ma non era infortunato?) fa il fenomeno, e quando non cè lui è la palla a fare la barba al palo. Proteste collettive. Primo dei numerosi episodi dubbi della partita vede però protagonisti gli umbri: Zago contrasta Materazzi in area, il Perugia chiede il rigore. La spinta cè, il perugino cade, ma sembra accentuare pesantemente. Unica nota stonata nel gioco corale della squadra giallorossa Delvecchio, che gioca stranamente a destra, più avanzato del solito, ma ottiene come unico risultato quello di mettere in difficoltà Candela, troppo solo sulla sinistra, e di fare di quello della Roma una sorta di gioco monofascia, con il solo Pendolino a spingere sulla destra come un forsennato. E però proprio lex interista a reclamare la massima punizione al 36: Delvecchio è fermato in piena corsa da Mazzantini, che non tocca il pallone ma va nettamente sulle gambe. Rigore indiscutibile, larbitro fa continuare. Prima beffa. La Roma comunque non si intimorisce, e continua a spingere, invano. Perugia invece sempre in difesa, annichilito, con il solo Liverani, lento ma tecnicamente perfetto, che riesce a tenere testa a Tommasi ed Emerson a centrocampo, ma non abbattuto. Al 45, però, la sorpresa: Baiocco riceve palla a centrocampo, fa una decina di metri ed indovina il tiro della domenica anticipato al sabato. Lo stadio è gelato, ma si rianima al rientro delle squadre dagli spogliatoi, con Montella subentrato a Delvecchio. Solo polemiche. Al 7 è però ancora il direttore di gara a rendersi protagonista: Di Loreto, appena dentro larea di rigore, interviene irregolarmente in scivolata su Candela, ma larbitro non è dello stesso avviso. Un minuto e la Roma vede comunque premiati i propri sforzi, quando Totti pareggia con un gran destro da fuori, che rimane lunica vera giocata alla Totti della partita. Nella ripresa la squadra giallorossa non appare però quella concentrata e motivata, seppur imprecisa, del primo tempo, ha sì le sue occasioni, ma Mazzantini dorme comunque sonni più tranquilli, come del resto continua a fare Antonioli. La frazione è comunque animata da errori ed infortuni vari, con Bolognino ed Antonioli grandi mattatori. Il primo a dare spettacolo, come daltronde nel primo tempo, è il direttore di gara: al 30 Batistuta è atterrato in piena area da Milanese, rigore come al solito nettissimo, larbitro, altrettanto come al solito, fa proseguire. Seconda beffa. Bolognino è però salvato 3 minuti più tardi da Antonioli, che con la sua papera fa dimenticare ai fans giallorossi, almeno in parte, gli incredibili errori del 42enne arbitro di Milano (sì, di Milano, ma che strano ). La palla che arriva al portiere ex-Bologna da Zago appare docile, pozzanghera, sfortuna e, diciamolo pure, un po di incapacità, tradiscono il numero 1, Saudati ne approfitta ed il Perugia è, immeritatamente, di nuovo in vantaggio. Finale come il resto. La formazione di Capello sembra però rispecchiare appieno il carattere del suo allenatore: non si perde danimo, anzi, continua ad attaccare, e pareggia al secondo minuto di recupero. Ma, indovinate un pò, anche questa volta vere protagoniste sono le contestazioni: la rete si origina infatti da una mischia furibonda in cui Montella sembra toccare di mano, la palla carambola sui piedi di Tedesco e si insacca. I perugini che attorniano arbitro e guardalinee non fanno comunque cambiare idea a Bolognino, il goal è convalidato e la partita finisce 2-2, risultato giusto fino ad un certo punto, e che, considerato le aspettative della vigilia e lassedio giallorosso alla porta di Mazzantini, non può non lasciare qualche rimpianto. LA ROMA
TORNA A SORRIDERE Udinese
- Roma 1 - 3 di Marco Baldi (24/4/2001). Partita decisiva, si
era detto e ripetuto, tanto importante quanto difficile, quasi
proibitiva per una squadra, la Roma, reduce da una paio di risultati
(solo risultati, non gioco) non certo esaltanti, e secondo alcuni
(dalle parti di Torino o giù di lì) ormai in prevedibile
futura caduta libera in classifica. E invece quella di Udine,
complice limbarazzante mediocrità della formazione
di Spalletti, si è rivelata una tranquilla e piacevole
passeggiata primaverile (almeno così dice il calendario),
in cui la Roma ha offerto una prestazione al pari delle ultime
settimane, ma ha saputo essere più cinica e concretizzare
le occasioni che gli sono capitate. La squadra era rimaneggiata,
almeno allapparenza, ma in realtà le riserve, anche
se solo un organico come quello giallorosso può permettersi
di definire tali giocatori del calibro di Aldair, Montella e
Nakata, non hanno di certo fatto rimpiangere i titolari, anzi.
Il tutto, condito dallottimo lavoro psicologico fatto da
Capello in settimana, come solo lui ha dimostrato di saper fare,
e complice il pareggio della Juve a Parma, ha riportato il sorriso
sul viso dellallenatore friulano e permesso alla Roma di
allungare nuovamente sui bianconeri fino ad arrivare a +6, alla
vigilia di due sfide, il derby ed al Delle Alpi,
che potrebbero decidere le sorti di questo magico (per la Roma)
campionato. Roma,
che beffa! Roma -
Lazio 2-2 di Marco Baldi (1/5/2001). Una partita giocata in due
partite. È questo gioco di parole che a nostro parere
rende meglio lidea di un derby, Roma-Lazio, il più
importante della storia da settantanni a questa parte,
ma legato inevitabilmente a doppio filo con il match della Juve.
Juve-Lecce fa registrare un risultato che lasciateci definire
quantomeno clamoroso, se non totalmente inaspettato, un pareggio
che fa gridare al miracolo i tanti tifosi giallorossi attaccati
alle radioline in attesa del derby. Laltro scontro, il
derby appunto, un altro pareggio, per cui Capello avrebbe firmato
prima della partita, ma che, da come si erano messe le cose,
non può non lasciare qualche rammarico nella Roma, che
comunque, con una partita in meno da giocare ed alla vigilia
della sfida del Delle Alpi, lascia inalterato il vantaggio sulla
Juve, un +6 che, alla luce dellandamento delle prime 28
giornate, lascia ben sperare per il finale di questo bellissimo
(per la Roma) campionato. Questa
Roma non s'arrende mai! Juve
- Roma 2-2 di Marco Baldi (8/5/2001). Una fotocopia del derby
più discusso, unemozione durata novanta minuti,
una favola che come tutte le favole che si rispettano inizia
tra le risate, continua tra i pianti, finisce tra gli entusiasmi.
Definitela un po come vi pare, fatto sta che Juve - Roma
era la partita che doveva decidere lo scudetto, non lo ha fatto,
o forse solo in parte, ma sarà comunque ricordata a lungo,
e ci va bene lo stesso. Nel derby aveva subito la rimonta, con
la Juve Capello ha dovuto rincorrere, cè lha
fatta, e adesso vede ancora più vicino uno scudetto più
che meritato. Il mister di Pieris ci ha messo il suo grande zampino
in un pareggio vittoria cercato e strappato con i denti
grazie a mosse tempestive quanto efficaci, e tanto intelligenti
da sfruttare al meglio le nuove regole, che non possono non favorire
una squadra come la Roma dotata, unica in Italia, di tanti extracomunitari
di valore. Da parte sua Ancelotti la partita laveva preparata
pure bene, ma non si può dire che la sorte labbia
sostenuto. Come abbiamo parlato di fattore CU per la Lazio, per
par condicio calcistica ci sentiamo quindi di farlo anche per
la Roma, che ha comunque dimostrato ancora una volta di essere
la squadra italiana forse più forte, ma sicuramente con
più carattere. Diventa così la Lazio la presunta
anti-Roma, anche se cinque punti appaiono comunque tanti a cinque
giornate alla fine, e la Juve si congeda probabilmente una volta
per tutte dal campionato, ma non ci sta e si attacca agli extracomunitari;
che meritasse di vincerla, la partita, non il campionato, non
cè dubbio, saremmo solo ipocriti a negarlo, ma il
tutto conferma quello che già da tempo pensavamo, ossia
come sia ormai svanito il proverbiale stile Juve, e noi non possiamo
che limitarci a constatare come sia paradossale che proprio quelli
che una volta predicavano la fine del piagnisteo
altrui, ed intanto continuavano a rubare, ora si lamentano perché
a vincere sono gli altri, e senza rubare unacca. La Roma
non vuole fermarsi. Roma
- Atalanta 1-0 di Marco Baldi (15/5/2001) Da un po di tempo
a questa parte dire Roma e dire Montella è un po
la stessa cosa. Lennesima dimostrazione sabato (12 maggio
2001, n.d.r.), in un gara, Roma-Atalanta, in cui laeroplanino
ha salvato per lennesima volta una squadra da un mese e
mezzo forse troppo spesso in difficoltà, di risultati
(vedi Perugia) o, meno di frequente, di gioco (vedi Juve). Complice
il gran caldo ed unAtalanta fin troppo arroccata in difesa,
la squadra di Capello incontra così ostacoli inattesi
in una giornata dal destino già scritto, ma grazie alla
premiata ditta Montella Nakata porta a casa tre punti
tanto importanti quanto sofferti, e naviga a vista verso quel
sogno scudetto che, quando mancano solamente trecentosessanta
minuti alla fine del campionato che ha sancito il dominio di
Roma su Milano, perde le fattezze di unillusione ed assume
una dimensione sempre più concreta. La Roma vince, tutti
contenti, tutti felici, direte. Ed invece no. Non poteva mancare
la solita quanto fastidiosa polemica settimanale, che questa
volta tratta sulla seconda sostituzione di seguito di Francesco
Totti. Per noi, chiariamo subito, il caso Totti non
esiste: certo, il capitano non aveva la faccia dipinta di gioia
dalla sostituzione, ma trovatemi uno che faccia le capriole quando
esce e sbancherete tutti i numerosi quiz e quizzoni televisivi
dItalia. E poi, un giocatore che non si esprime al meglio
e viene sostituito, che allanagrafe risulti Francesco Totti
o Pincopallino non dovrebbe fare molta differenza; anzi, forse
sarebbe più opportuno argomentare su casi come quello
di Eriksson, che non toglieva un Veron nemmeno con una gamba
sola (ricordate Lazio-Leeds ?), o di Ancelotti, che non tirava
fuori Del Piero neanche quando non strusciava un pallone (o dio,
non è che ora faccia il fenomeno, ma almeno qualche panchina
se lè fatta anche lui), ma il nostro è un
pensiero che non va molto di moda. Daltronde Roma, si sa,
non è molto amata al di là del Tevere, e città
o squadra non fa differenza più di tanto. L'innominabile
sempre più vicino Bari
- Roma 1-4 di Marco Baldi (21/5/2001) E un'altra giornata è
passata. Che già di per sé non è un fatto
trascurabile. Capello ha strapazzato il Bari, Zoff si è
divertito con un Udinese davvero disarmante, Ancelotti prima
è andato sotto, poi Zidane ha demolito il Bologna. Morale
della favola: tutto come prima, tutto come previsto, la Roma
continua a primeggiare ed intravede ormai lo scudetto più
meritato dellultimo lustro, Lazio e Juve continuano ad
inseguire ma vedono ridursi sempre più le possibilità
di operare una rimonta che, se alla vigilia sembrava quantomeno
difficile, figuriamoci adesso. A piemontesi e formelliani non
rimane che attaccarsi alla cabala (lanno scorso, a tre
giornate dal termine, la Juve era a +5 sulla Lazio; sappiamo
tutti come andò a finire), ma non sembra bastare contro
una formazione come quella giallorossa, indubbiamente in leggero
calo fisico, fisiologico dopo unintera stagione condotta
sempre ai massimi livelli, ma apparsa forte, cinica ed autoritaria
quanto basta per giungere tranquilla al 17 giugno senza troppi
sussulti. Qualche numero per avvalorare la nostra tesi: la corazzata
dellormai amatissimo Don Fabio vanta il miglior attacco
del campionato (62), ha collezionato il maggior numero di vittorie
in assoluto (21) e, più nel dettaglio, di quelle in trasferta
(10), nonché il punteggio (70) e la media inglese (+6)
migliori a questo punto della stagione nellera dei tre
punti. Aggiungere altro sarebbe solo inchiostro sprecato. Un
altro punto a favore della Roma, per niente trascurabile: il
tifo. Perché sarà pure vero che la Juve ha il record
di tifosi in Italia, ma quella che ha il maggior seguito, nel
senso letterale del termine, è la Roma. Difficile smentirci
dopo quei 25mila che da Bari a Roma cantano, incitano, esultano,
come mai si era visto prima quando a vincere erano Juve, Lazio,
Milan, o fate un po voi. Ringraziare i tifosi sembrerà
scontato, lo è meno farlo con una società, il Bari,
che, prima in Italia, li ha degnamente accolti, non dando retta
allo stereotipo di teppisti, delinquenti, criminali da perseguire
che troppo spesso li accompagna da qualche mese a questa parte,
e senza che nessuno ci abbia ancora spiegato il perché.
Roma,
solo un rinvio. Roma
- Milan 1-1 di Marco Baldi (30/5/2001) Un goal. Un solo goal
a tempo scaduto potrebbe decidere le sorti di unannata,
di una rivalità cittadina, di un intero campionato. Lautore
è Dalmat, beneficiario apparentemente lInter, in
realtà la Roma ed i suoi tifosi, danneggiata una Lazio
che vede sempre più prossima unabdicazione tanto
amara quanto inaspettata. Ma la rete del francese è solo
la punta delliceberg di unincredibile giornata, la
32, vietata ai cardiopatici, che ha prima visto riaprirsi
un campionato deciso ormai da tempo, poi riaffacciarsi timida
la prospettiva di una chiusura anticipata, ed a novantesimo scoccato
si è goduta in prima fila da assoluta protagonista lo
spettacolo di un finale imprevedibile che per lennesima
volta sigillava a doppia mandata un torneo sempre più
avviato verso una città che da tanto, troppo tempo lo
meritava, ma mai riusciva ad acciuffarlo. In fondo, come si dice,
tutte le strade portano a Roma; era ora che anche quella dello
scudetto si decidesse a seguire la tendenza generale. |