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10 - DI VAIO. Gli dei del
calcio lo selezionano accuratamente tra i 22 in campo a San Siro,
per sanare un'ingiustizia imminente: il Milan che vince alla
faccia di Dida migliore in campo. La "cosa" che il
ragazzo romano fionda alle spalle del portierone brasiliano è
già adesso negli highlights del campionato. 9 - CHEVANTON. Da buon salentino d'adozione, sembra pizzicato dalla tarantola. In preda al ballo di San Vito, ovviamente, rimangono i difensori dell'Empoli, che se lo vedono sfrecciare ovunque. Fatturato conclusivo: due palloni raccolti da Bucci in fondo al sacco, uno schiantato sul palo, e Lanzaro costretto al fallo terminale pur di non averlo più tra i piedi. Chapeau. 8 - DIDA. Milan - Juventus passerà alla storia per il saggio balistico di Di Vaio, ma se il diavolo è ancora illibato a 5 dal termine, il merito è di baghera la pantera. Quando lo vedi correre, con quell'incedere a metà tra il dinoccolato e lo scoordinato, lo vedresti male negli amatori. Quando lo vedi tirare giù la saracinesca su Trezeguet e Di Vaio capisci che, anche se non sei d'accordo fino in fondo, Abbiati non sta accanto ad Ancelotti per caso. 7 - RECOBA. La frequenza con cui il suo rendimento sul campo ossequia il suo talento ricorda i tempi di respirazione delle balene, come dire che non è proprio continuo. Ieri sembrava al poligono di tiro, tanto male hanno fatto al Chievo le sue folgori mancine. Zaccheroni lo sguinzaglia in libertà, ed in tanto laissez faire tattico, il Chino sguazza gaudioso, ma il suo stipendio esige conferme ulteriori. 6 - MALESANI. Perché il Modena è LA sorpresa di quest'inizio di campionato, ed in copertina è giusto metterci una sola faccia, quella facciosa dell'allenatore veronese. Il calendario ha strizzato l'occhio ai canarini, ma il resto è produzione in proprio: il granaio della salvezza è gia gonfio di questi tempi, e neanche nelle viscere degli uccelli si poteva vaticinare tanta abbondanza. Il tecnico è ormai alla sua quarta o quinta vita, l'uomo ha visto entrambi i vertici dell'altalena, e adesso per impressionarlo ce ne vuole. 5 - RACALBUTO & MESSINA. Il primo è inadeguato al compito, e si diceva da giovedì. Non vede Trezeguet che s'affila il gomito sul viso d'angelo di Simic, né Tacchinardi che ringhia su Pirlo a terra. Da entrambe le situazioni nascono due gazzarre da taverna sul porto, all'interno delle quali il fischietto di Gallarate s'aggira spaurito col cartellino incollato in tasca. Il secondo ignora l'accettata di Marchegiani a Vieri, e ci vuole il guardalinee per ricondurlo alla ragione. 4 - MATUZALEM. Qua starebbero a loro agio anche Saja e De Sanctis, che hanno l'armadio pieno di scheletri, ma per lui non c'è amnistia. Soddisfatto per il primo gol da quando è a Brescia, attenta alla carriera di Bonera autografandogli i tacchetti sulla gamba. Difficile che a Parma si struggano di nostalgia per lui. 3 - BOLOGNA. Chi scrive ha seguito Bologna - Sampdoria folgorato da un'ispirazione. Chi scrive ci penserà due volte prima di farsi imbananire da nuove e future ispirazioni. Padroni di casa imbarazzanti: ruminano per 90 minuti le fila della loro mediocrità. Alla fine cambi canale incerto se compatire Mazzone, che, invece di godersi i nipoti deve passare così le domeniche, o buttarlo giù dalla torre, perché in calce a tanta penosa trama, dopo tutto, c'è la sua firma. |