SPORT - CALCIO

FUORIGIOCO: La rubrica su calcio e dintorni

Calcio: Stagione 2003-04 - 5^ giornata

a cura di Lucy Resta

MILANO E' ANCORA POSSEDUTA DAL DIAVOLO

di Lucy Resta (6/10/2003)

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Lo chiamano Lucifero, Demonio, Belzebù, Maligno, eccetera eccetera…: ogni cultura assegna un nome diverso, o anche più di uno, a quell’entità che dovrebbe rappresentare il male e che spesso viene disegnata come un essere brutto, cattivo e muscoloso con la coda e le corna in testa. Beh, ieri sera quell’essere era in curva sud a San Siro e teneva in mano una Coppa Campioni; sotto di lui campeggiava la scritta “Noi realizziamo i vostri sogni”…

In Italia il Diavolo non è né brutto né cattivo ed è più fantasioso che muscoloso. C’è gente che vive per lui, eppure ogni domenica va in chiesa. Questo Diavolo non ha niente a che fare con le sette che portano tanta gente alla morte, non serve un esorcista, questo Diavolo è diverso: per tantissimi tifosi è una fede, una religione, ma possono amarlo anche una suora o un prete. E questo Diavolo, oggi più che mai, è rappresentato da un giovinetto con la faccia pulita che va in giro con un braccialetto con su scritto “Jesus” e che, dopo aver vinto un mondiale con la nazionale brasiliana, si riuniva a pregare con i compagni di squadra indossando una maglietta che diffondeva al mondo intero il messaggio “I love Jesus”. Questo ragazzino si chiama Kakà e, appena arrivato, ha conquistato i tifosi del Diavolo, i tifosi del Milan, che allo spettacolo di luci dei cugini nerazzurri hanno risposto con una delle loro solite ironiche e pungenti coreografie, che tanto male fanno ai poveri interisti, i quali cercano in ogni modo di spronare i propri beniamini che, invece, puntualmente li tradiscono in campo.

Così per un altro po’ di tempo la canzoncina “Milano siamo noi, solo noi” la canteranno ancora i rossoneri, anche se, come sempre, saranno pronti ad offrire una birra agli sfortunati cugini sui Navigli.

Però, che i milanisti realizzino quei sogni che sono anche degli interisti è proprio vero. Da anni l’Inter non riesce a vincere un trofeo importante (l’ultimo è stato la Coppa Uefa nel ’98, ma lo scudetto manca dall’ ’89 e la Coppa Campioni addirittura dal ’65) e da un po’ di tempo non ha la meglio neanche nel derby (tranne che nelle inutili amichevoli estive), una partita che per i tifosi, in certi casi, può salvare anche una stagione intera. Ma il Milan, in questa quinta giornata, non soltanto vince, stravince, umilia l’avversario, tenendo una straordinaria lezione di calcio e di personalità perché ha dimostrato di sapersi riprendere subito dopo una brutta prestazione come quella contro il Celta Vigo. L’Inter è una squadra senza identità, che non sa sfruttare le sue potenzialità, con un allenatore incapace di leggere le partite e di preparare i suoi per gli scontri importanti contro le altre concorrenti per lo scudetto. La cosa peggiore che ha fatto è stata dire “Vinceremo 2-0”: con questa frase ha portato sfortuna, ha caricato l’avversario e si è reso ridicolo. Da tre stagioni Cuper si ritrova tra le mani grandi campioni e non li sa gestire. Dall’altra parte Carletto Ancelotti non ha paura di lasciare in panchina gente come Rui Costa per mandare in campo un baldo giovane di 21 anni, Kakà appunto, che potrebbe anche impaurirsi davanti ad un’atmosfera da derby, ma che invece gioca come un veterano, insegna calcio con i suoi più esperti compagni e vince la sua prima stracittadina italiana facendo anche gol: 3-1 è il risultato finale, perché non sia mai che il duo diabolica Pippo e Sheva manchi all’appuntamento e perché Martins segna il gol della bandiera (una rete spettacolare).

I rossoneri dunque trionfano nella partita più importante per i tifosi e raggiungono in testa la Juventus.

I bianconeri, per la serie “chi la fa l’aspetti”, puniscono il Bologna (2-1), che due settimane fa aveva sconfitto l’Udinese segnando un gol di mano con Guly, grazie ad un rigore concesso a Zambrotta che prima si tuffa senza essere toccato, poi dopo ammette davanti ai giornalisti che si sarebbe meritato un’ammonizione per simulazione. Molti hanno fatto passare Zambrotta per un calciatore leale per questo gesto post-partita, ma non sarebbe più leale non buttarsi affatto o ammettere in campo che il rigore non c’era? Pazienza se poi Moggi si lamenta, ma così sì che Zambrotta potrebbe essere un eroe.

Mentre Juve e Milan mantengono la testa della classifica, la Roma pareggia a Siena, ma lo 0-0 non è un risultato deludente per i giallorossi e porta più ad un punto guadagnato che a due persi, perché il Siena ormai ha fatto capire a tutti di che stoffa è fatto : matricola sì, ma coraggiosa e sicura, che non si fa spaventare neanche dalle squadre più forti.

Lazio e Parma vincono di misura con sofferenza rispettivamente contro Chievo e Sampdoria, così i gialloblu raggiungono la Roma, mentre i biancocelesti hanno ancora un punto di vantaggio rispetto ai cugini.

Nelle altre sfide, il Brescia di Roberto Baggio sconfigge il Lecce per 4-1, portando alla ribalta il giovane Caracciolo autore di una tripletta, mentre il quarto gol è del solito, irresistibile codino. Dopo questa brutta partita la curva Nord del Via del Mare ha contestato l’allenatore giallorosso Delio Rossi, che conserva però il sostegno del presidente Rico Semeraro.

Udinese e Modena si impongono per 3-0 fuori casa su Ancona ed Empoli, mentre la partita Perugia-Reggina, posticipo delle 18, finisce a reti bianche.

Questa settimana torna l’azzurro con Trap e Gentile che possono chiudere definitivamente la questione della qualificazione europea con l’Azebaigian.