CALCIO Serie A 2003-04

L'ALTRA PARTITA

Deportivo - Milan: ecco la nuova Caporetto rossonera.

di Fabio Castano (9/4/2004)

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Nell'immaginario di ogni tifoso rossonero albergano tutte, ma dico tutte le straordinarie vittorie degli ultimi diciotto anni. Accanto a queste, piccole macchie indelebili. Le sconfitte, le disfatte, e ognuno ha la sua personale, quella che per prima fa male, punge di più al solo nominarla. Ma mai la disfatta fu di tali dimensioni per il punteggio, per l'importanza, per l'inferiorità rispetto agli avversari, per la differenza di prestazione rispetto alla gara di andata. Ricordo una sconfitta eclatante in un quarto di finale di Coppa Uefa, annata '95-'96. Anche allora il Milan di Baggio, Savicevic e Weah correva veloce verso il suo quindicesimo scudetto e anche allora, dopo il secco 2-0 a San Siro, ce ne rifilarono tre. Era il Bordeaux di Zidane, Dugarry e Lizarazu. Ricordo le sconfitte in Intercontinentale (non ultima quella con il Boca di dicembre), ricordo la sconfitta con l'Ajax in finale di Coppa Campioni al Prater di Vienna nella stagione '94 -'95. Ma vi giuro, la sconfitta di mercoledì le supera immancabilmente una ad una. E' così impensabile non passare il turno dopo quel tipo di gara d'andata. 4-1 espresso con la migliore partita stagionale probabilmente. E proprio quella prestazione ha eliminato la squadra. La troppa sicurezza (inconscia) che una partita del genere ti appiccica addosso ha cacciato fuori i rossoneri da questa Coppa. Mai esultare per l'abbinamento ad una squadra sulla carta inferiore ( e Galliani col suo pugnetto al sorteggio del Depo ci è caduto), mai credere che, con l'uscita delle grandi (Real, Aesenal), la strada sia spianata. E' un tranello nel 90% dei casi.
Possiamo dirlo: ogni tifoso rossonero ha un ricordo brutto in più da ieri sera. O forse meglio: IL ricordo brutto. Che risveglio dopo questi mesi di lode continua su qualsiasi giornale. Che risveglio dopo aver messo a tacere anche i più critici: il Milan era la squadra più forte al mondo prima di La Coruna e dopo quei novanta minuti sacrileghi non lo è più agli occhi di nessuno. E' un risveglio terribile, una metamorfosi Kafkiana. La sera ti metti a letto come la squadra più elogiata e temuta d'Europa. La mattina ti alzi e sei quell'insetto che gioca (gioca?) al Riazor senza un'idea di gioco. Senza una prospettiva di futuro. E si perché purtroppo molte cose sono rimesse in gioco dopo la batosta subita ieri. Cadere e farsi male è facilissimo, rialzarsi molto meno. La risposta più chiara la avremo sabato sera nella gara di campionato con l'Empoli. E chi se lo poteva immaginare. La gara con i toscani sarà il vero crocevia stagionale. Se la risposta a livello psicologico sarà da Milan il sogno del diciassettesimo scudetto sarà ancora lì, da gustare. Altrimenti la Roma dovrà andare in pellegrinaggio al santuario di Santiago de Compostela con i giocatori del Depo ( come aveva promesso l'allenatore dei galiziani Irureta se il "miracolo" del passaggio del turno fosse avvenuto). Un flebile bagliore di speranza si sarà già acceso negli occhi dei tifosi del diavolo più preparati: nell'anno della sconfitta in Coppa Uefa da parte del Bordeaux, la stagione si concluse con un gran bel finale a sorpresa. Il penultimo scudetto arrivò a Milanello con quel 3-1 a San Siro contro la Fiorentina. Ve lo ricordavate anche voi vero? Beh allora niente musi lunghi. E' ancora il caso di continuare a sperare, almeno fino a sabato sera.