CALCIO Serie A 2003-04

L'ALTRA PARTITA

Bologna-Milan: La teoria calcistica di un mondo possibile.

di Fabio Castano (3/2/2004)

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E' il mondo messo in scena domenica scorsa al Dall'Ara il mio mondo possibile. Una della più interessanti teorie di comunicazione di massa parla del mondo possibile come di quella rappresentazione mentale che un fruitore ( mondo reale) ricerca in un mondo creato per lui dall'emittente ( mondo testuale), per rappresentarsi, per appagarsi, per sentirsi meno solo in questa società post-moderna che monadizza i soggetti, disgregandoli ( la teoria è ripresa da A. Semprini "Analizzare la Comunicazione" edito da Franco Angeli, testo interessante, soprattutto per chi ama la comunicazione di tipo pubblicitario). Ecco dunque che il parallelo si esplica facilmente: la partita, la rappresentazione che ho potuto osservare domenica ha appagato il mio ego calcistico, smodatamente esigente il più delle volte. Due squadre in campo capaci di creare quella che chiamo "una tensione calcistica" palpabile, anche dal comodo divano dal quale ho assistito allo spettacolo. Mi spiego: la tensione di cui parlo è quella sensazione di equilibrio, di incertezza, di "cattiveria" agonistica che ti porta a giocare con il cuore, più che con la razionalità o la prestanza fisica. Voglio ringraziare i ragazzi rossoblu se la rappresentazione è così ben riuscita: ammetto che il Milan, dalla trionfale notte di Manchester, mi ha abituato bene. Poche volte la compagnia ancelottiana è scesa in campo demotivata, senza furore iniettato negli occhi ( gli esempi sono pochi, anche se importanti: Yokohama, in casa con Bruges e Udinese).Ed è per questo motivo, per questa garanzia rossonera, che ogni domenica quando mi appresto ad osservare ed analizzare una nuova partita, spero vivamente negli avversari. Sono stati obbiettivamente demotivanti, per un ricercatore di tensione calcistica come me,( di bel calcio per parlare chiaro, scivolate, recuperi in difesa, classe e coraggio leonino in attacco, chiedo troppo?!Forse) i catenacci proposti da Reggina e Ancona alla Scala del Calcio. Come andare alla prima della Scala in tuta da ginnastica, anziché col vestito più elegante del guardaroba. Decisamente originale, ma altrettanto fuori luogo. Ringrazio anche il sor Carletto che mi stupisce ogni volta: oltre ad aver trasmesso la sua grinta innata ai degnissimi giocatori felsinei, è l'unico che ha capito ( insieme all'altro Carletto rossonero) cosa vogliono gli spettatori allo stadio o quando si adagiano sul loro beneamato divano domenicale. Bel gioco ragazzi miei, puro e aggressivo bel gioco. Bene. Mazzone ha capito questo concetto basilare ed ecco che domenica ha presentato in campo Nakata, Pecchia, Locatelli, Nervo, Sussi e nel secondo tempo Bellucci e Meghni. Tutta gente che sa giocare indubbiamente a calcio, tutta gente che, quando il mister delle giovanili spiegava come controllare il pallone, stava ad ascoltare e poi ci provava mille volte a fermarla bene quella boccia infernale, che le prime volte se ne andava per i fatti suoi. Tutta gente che ha grinta da vendere e che se deve fare una scivolata non ha paura di sbucciarsi le ginocchia. Anche se poi,rialzandoti, ti becchi una onestissima ammonizione . I commenti tecnici da fare sulla gara sarebbero molteplici. Fulminei e assestati nei momenti topici,i due gol del diavolo. A metà del primo tempo (19') Sheva è implacabile a trasformare in oro un'imbeccata armoniosa dello splendido regista Pirlo. Pagliuca battuto per la prima volta reclama un fuorigioco che non c'è. Da qui si apre il vero spettacolo : la pratica Bologna non è archiviata, i pericoli portati dai rossoblu sono numerosi. Così come le recriminazioni a fine partita per i tre presunti falli di mano in area ( Pancaro, Pirlo, Nesta). C'è da dire che anche i campioni d'inverno si lamentano: trattenuta di Natali su Kakà dopo un controllo a seguire di tacco del brasiliano. Caduta in area, ma Pellegrino non vede. Il sigillo finale è dello Scorpione Bianco Tomasson: pallonetto fatale di sinistro(44' secondo tempo) che lascia Pagliuca di gesso e lancia i rossoneri in una fuga solitaria. Juve e Roma a - 5.
Il calcio è pura comunicazione, è una rappresentazione iperbolizzata della realtà, è un circo magico e grottesco, come tutti i circhi. Un mondo possibile fatto di passione e lealtà. Il mondo possibile che tutti possiamo crearci. Beninteso: nel mio personalissimo mondo possibile una persona come Marco Materazzi non ha nessuna possibilità di entrare.