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DECRETO SALVACALCIO...

E LA FACCIA ?

di Andrea Pergola (23/2/2003)

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Il calcio ha proprio smarrita la diritta via, la strada maestra e le sue fondamenta. Cos'era ieri? Quello che dovrebbe essere ancora, momento aggregante che regala attimi di libidine pura. Cos'è oggi? Un orribile ibrido, un incrocio mal riuscito tra gioco ed affare di borsa, tra divertimento e business.

Qualcuno dice che non ci sono più i presidenti ricchi e scemi di una volta. Sarà. Fatto sta che una società di calcio, oggi, è gestita da individui dalle dubbie motivazioni e dalla difficile collocazione: tifoso o azionista di maggioranza? Spinto dall'amore e la passione o solo dall'interesse? In realtà è un orribile Minotauro: metà supporter e metà presidente. La cosa più grave è che le due metà spesso si confondono, entrano l'un nell'altra e danno vita ad una miscela velenosa e distruttrice: il capitalista fallisce nel senso più sciagurato del termine; il tifoso è costretto a vendere i gioielli di famiglia e le bandiere.

Oggi il calcio è una cosa seria. Prima chiunque aveva la possibilità di dire e tutto il contrario di tutto, era questa la sua forza, dare la possibilità a chiunque di avere un'idea talmente labile da risultare persino difficile da ricordare. Oggi ci vogliono obbligare a trovare verità assolute anche nel football. Guardate di cosa siamo costretti a parlare in questi giorni: non dell'emozionante prestazione della decimata Juve, ma di condono. E' passata alla Camera, infatti, la "ciambella di salvataggio", che durerà un anno, per i club calcistici: essa dà la possibilità di spalmare in 10 anni le minusvalenze.

Un condono, come sempre, apre inquietanti scenari morali ed etici: è giusto dare un simile segnale a chi in questi anni ha fatto di tutto per tenere i conti regola? Non li si tratta, implicitamente, da fessi? Ma, e questa è l'obiezione più importante, non si rischia di falsare il campionato permettendo a certe squadre di giocare con atleti mai pagati e che mai avrebbero acquistato con una gestione più oculata, meno menzognera e scevra di buffonerie? Le altre squadre, quelle che scioccamente hanno lavorato per togliere il rosso dai bilanci, non si sarebbero rinforzate se avessero saputo della possibilità di un condono? Persino l'Ue s'è mobilitata: nella nuova e salvifica legge "vi è un chiaro effetto distorsivo della concorrenza nei confronti di società che operano in altri settori e delle società calcistiche di altri Paesi Ue". Concetto simile a quello, leggermente più radicale espresso da Luca Cordero di Montezemolo (che tra le tante attività è vicepresidente onorario del Bologna.conta un po' meno del nulla insomma): "l'esatto opposto di quello che dovrebbe avvenire in un paese serio".

Basta questo per bocciare la decisione di camera e senato? No, basterebbero se si parlasse di vita quotidiana. Parlando di calcio il discorso si fa più complicato, quasi labirintico, s'incrociano vie diverse che cercano però, tutte, il punto di partenza antecedente al peccato originale. Il condono, infatti, assume una sua dignità se si pensa che potrebbe essere l'ultima scialuppa per un calcio che sta per affogare in pieno oceano, circondato da onde altissime e sempre più solo. Quanti tifosi sopporteranno altri casi Fiorentina? Il decreto salvacalcio potrebbe evitare proprio questo, il fallimento di tantissime altre società -dalla serie A alla C- e la perdita del pubblico sempre più stufo di assistere alle manfrine di EteocleMoggi e PoliniceSensi (fratelli rivali nati dall'incesto di Edipo con la propria madre, in cui l'ambizione di regno diviene brama di grandezza ed individualismo sfrenato. Che li portò ad uccidersi reciprocamente..giuro: non è una speranza!).