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NAPOLI: La stagione 2000-01

di Marcello Mormone

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I DUE CICLI di Marcello Mormone (1/1/2001). Dodici partite in questo campionato del ritorno nella massima serie non hanno ancora chiarito quale sia l'effettivo rapporto di valori che esiste tra il Napoli ed il resto della Serie A. Troppo diversi tra loro i due cicli (quello di Zeman e quello di Mondonico) seppure uguali nelle caratteristiche. Sei partite tra cui due grandi e tre concorrenti per la salvezza sia per l'uno che per l'altro.
Nel suo ciclo Zeman ha dimostrato come è possibile puntare decisamente alla B con una squadra che con Mondonico ha avuto una media inglese da zona Uefa (-7 per il primo, -3 per il secondo).
Qual è la chiave di lettura di questo cambiamento? Secondo la modesta opinione di chi scrive, la chiave sta nell'eterno dilemma dell'ultimo quarto di secolo della storia del pallone: calcio totale contro modulo all'italiana.
Zeman ha fatto la storia col suo Foggia, ma in quella squadra giocavano ragazzini spinti dall'entusiasmo e dalla voglia di emergere. Giocava gente che correva (vedi un certo Signori cui ancora oggi molti difensori faticano a stargli dietro), insomma, calciatori che si sacrificavano alla tattica per diventare campioni. Vallo a spiegare a gente scafata come Magoni, Baldini, vanitosa come Fresi o Matuzalem, statica come Amoruso o a un nazionale come Troise.
L'unico che si applicava alla morte negli schemi difensivi fu il baldo Coppola che, sfortuna sua, è stato l'unico che ha pagato.
E qui corre l'obbligo della considerazione. Ricordate quando Corbelli espresse la necessità di cambiare portiere? Giusto il giorno dopo la promozione. E così il bravo Nando ha dovuto sopportare prima una estate intera di dubbi e incertezze e quindi le umiliazioni di Zeman e le sue costrizioni dovute alla tattica fatale. Ricordo le uscite vertiginose nel momento sbagliato o i rilanci di piede impacciati a liberarsi di un pallone bollente più della patata. Ma se sto ragazzino è stato uno degli artefici della promozione e se il Bologna lo ha preso pur dopo avergli rifilato cinque pappine, vorrà pur dire qualcosa, vero Corbelli, vero Zeman? Buona fortuna, Nando!
Dicevo degli schemi di Zeman. Questo è stato dunque uno degli elementi della disfatta.
Un altro elemento è possibile raccorglielo nella prima settimana di Mondonico a Napoli. Visti i test fisici dei calciatori, il Mondo ordina: niente più doppio allenamento neanche al venerdì. E che succede? Nella prima contro l'Atalanta si rischia di vincere, e la squadra tira tutta la partita, e poi tutte le altre invece che un solo misero tempo.
Bastano questi elementi a giustificare la metamorfosi? Secondo me, si. Sono gli stessi i giocatori, sono sempre gli stessi i palloni a Soccavo e sempre Soccavo ha lo stesso campo (di calcio o di patate ognuno può giudicare da solo).
Il Napoli di Mondonico ha quindi saputo mostrare irriverenza e spavalderia contro le grandi, praticità contro le altre. L'unica sconfitta è stata quella di Milano, dove, ai punti, i rossoneri sarebbero stati felici di scroccare il pareggio.
La difesa ha mostrato sicurezza in crescita, pur se con qualche sbavatura, quando si è sistemata tradizionalmente con il libero arretrato, piuttosto che quella sempre traballante e insicura schierata in linea.
Il centrocampo è la nota migliore di questa squadra. Tutte le versioni viste finora hanno offerto rendimenti accettabili, azioni veloci, schemi precisi, inserimenti indovinati. Tranne quando, e qui duole accettare la verità, ci si aspetta di vedere Matuzalem in cattedra. Il ragazzino è bravo, ha tocco raffinato, giocate geniali, ma quando ha lui la palla il gioco si ferma, l'azione ristagna aspettando che lui inventi qualche lancio illuminato. Molto meglio la praticità di Pecchia o Tedesco. Il ragazzino pensa troppo a se stesso.
La grossa nota dolente è l'attacco. Bellucci si danna da trequartista o seconda punta, Sesa ha dimenticato cosa sia la velocità, ci si aspetta conferme da Stellone quando tornerà efficiente, ma non si può accettare che un attaccante che si è presentato con un curriculum invidiabile come Amoruso (praticamente il pezzo pregiato del capitale della società), continui ad offrire prestazioni come le ultime dodici (sic!). Occorre cambiare. E il margine di miglioramento c'è.
A tutto ciò sommiamo che il Napoli ha appena intravisto il rientro di Saber; aspetta con trepidazione i rientri di Vidigal e Moriero e credo si possa concludere che non sarà una sorpresa se alla fine gli azzurri chiuderanno il campionato senza troppi affanni. E alla prossima.

E IL CIUCCIO RIPARTI' di Marcello Mormone (7/1/2001) Lazio - Napoli 1 - 2. 4' Amoruso (N), 37' Autorete di Pancaro (N), 87' Mihajlovic r. (L) Bene! C'eravamo lasciati una settimana fa con delle ottime premesse per ben iniziare il 2001. Ed in effetti la partenza veloce c'è stata. Si diceva che c'erano margini di miglioramento, ma la sicurezza mostrata dalla squadra all'Olimpico è stata davvero esaltante. Il gioco messo in mostra contro i campioni d'Italia ha messo in evidenza come la difesa ed il centrocampo stiano funzionando veramente a dovere. Si è vista una squadra compatta, cortissima, dove il collettivo ha pagato nel migliore dei modi. La squadra ha giocato tutta la partita senza disunirsi. Difesa e centrocampo compreso il lavoro di Bellucci hanno lavorato all'unisono, difendendo e attaccando sempre insieme.
Addirittura si è visto rallentare qualche possibile contropiede in attesa del sostegno del resto della squadra a conferma che il collettivo è l'arma preferita da Mondonico.
L'ottimo lavoro di copertura del centrocampo ha dato sicurezza alla difesa e i marcatori si sono quindi completamente dedicati al lavoro di distruzione degli attaccanti avversari, senza doversi preoccupare di eventuali incursioni dei centrocampisti avversari. Perché non faccio nomi? Perché hanno lavorato bene tutti. Baldini, Troise, e Quiroga sono stati impeccabili nelle marcature (contro gente del calibro di Salas e Crespo) tanto è vero che gli unici due tiri pericolosi (peraltro ben neutralizzati da Mancini) sono venuti da incursioni da dietro di Pancaro e Nedved, oltre ad un calcio di punizione di Mihajlovic deviato oltre la traversa dal portierone azzurro. Encomiabile il lavoro di Pecchia che, oltre ad un efficace lavoro di copertura e di contrasto, ha evidenziato la solita intuizione nell'impostazione dell'offensiva. La sapiente regia di Magoni, l'ottimo lavoro di copertura di Baccin e le solite scorribande di Saber hanno dato potenza al centrocampo che si è imposto a fare gioco per buona parte della gara.
Ci eravamo lasciati anche denunciando le note stonate dell'attacco. In effetti credo che miglioramenti in quel reparto non ve ne siano stati. Amoruso ha fatto il suo dovere sul primo contropiede che il Napoli si è conquistato e Amoruso ha ben sfruttato il lancio di Pecchia, fregando Mihajlovic e infilando Peruzzi in uscita. Dopodiché il secondo gol è venuto da uno sfortunato tentativo a liberare di Pancaro sul beffardo cross di Saber e tutte le altre azioni pericolose del Napoli (e sono state tante) sono venute da inserimenti da dietro. D'altra parte Amoruso difficilmente riesce a partecipare alla costruzione della manovra visti i suoi stop che consegnano regolarmente palla agli avversari. Forse se Bellucci potesse partecipare più attivamente alla finalizzazione della manovra, qualche pallone lo infilerebbe anche lui, ma il suo prezioso lavoro di cucitura tra il centrocampo e l'inesistente attacco lo sfianca oltremodo. Ma tant'è. E ben venga quindi l'arrivo fresco fresco di Edmundo. Probabilmente il brasiliano riuscirà a rendere giustizia all'enorme potenziale che il centrocampo mette a disposizione.
Poca cronaca della partita che ha visto il Napoli andare subito in vantaggio con un micidiale contropiede che ha messo Amoruso, liberatosi col mestiere di Mihajlovic, in condizione di battere a rete già al 4'. La Lazio si è vista quindi costretta a tentare di accelerare la manovra nel tentativo di recuperare la partita che probabilmente ha snobbato oltre il consentito. Tentativo vano visto che invece in altre due occasioni nei priomi venti minuti è stato il Napoli a presentarsi prima al tiro da fuori di Pecchia con mira da dimenticare e poi con Amoruso che non riesce a raggiungere un passaggio profondo, anticipato da Peruzzi. Dopo una parentesi laziale che ha portato solo un tiro da fuori di Nedved (25') deviato in angolo da Mancini, Il Napoli riprende a macinare e la Lazio capitola nuovamente al 37' con un'autorete rocambolesca di Pancaro su perfido cross di Saber.
Nuova tegola per la Lazio al 45' quando Peruzzi si fa espellere per una respinta con le mani tre o quattro metri fuori area e con il tiro di Pecchia a botta sicura nel proseguimento deviato in angolo in affanno da Pancaro. Fuori uno spento Crespo e dentro il secondo portiere Orlandoni che nel secondo tempo evita una capitolazione maggiore parando tutto il possibile. Amoruso, Magoni e Bellucci si presentano a ripetizione davanti alla porta, ma il terzo gol non arriva e la sostituzione di Veron con Simeone offre forse qualche possibilità in più alla Lazio che, oltre ad un tiro di Veron finito a lato, solo nel finale riesce a procurarsi un rigore (87') per fallo di Tedesco su Nedved che è parsa più una concessione dell'arbitro che un fallo vero e proprio. Mihajlovic infila Mondini (entrato qualche minuto prima a sostituire Mancini con sofferenze muscolari) e non resta altro che chiudere il sipario su questa deludente prestazione dei campioni d'Italia che vedono allontanarsi ancora di più la vetta della classifica ad appannaggio della Roma. Domenica prossima c'è il Verona e quindi appuntamento al Bentegodi.

... E POI SI FERMO' di Marcello Mormone (16/1/2001). Verona - Napoli 2 - 1. Anche stavolta riprendiamo da dove eravamo rimasti! Eravamo rimasti al ciuccio che riparte .... e subito è inciampato. Non credo che la squadra si sia montata la testa dopo la altisonante vittoria a Roma con la Lazio. Piuttosto fu una Lazio irriconoscibile che esaltò una squadra capace di lottare per l'obiettivo salvezza. Stavolta invece, l'obiettivo salvezza era anche il fine della squadra di Salvetti che, più del Napoli, aveva bisogno della vittoria per tirarsi fuori dalle quattro papabili. E ci ha ributtato dentro il Napoli. La differenza sta, secondo me, proprio nel maggior carattere che gli scaligeri hanno messo in evidenza, più degli azzurri, che comunque ci hanno messo l'anima. Non tutti per la verità. Il solito Amoruso, poco voglioso e dall'alto dei suoi cinque gol, poco ha fatto per meritare la sufficienza. Colpevolmente lasciato solo dal resto della squadra, ha mostrato poca voglia di lottare. Nelle scorse occasioni mi è capitato di criticarlo, anche contro corrente, e resto di quest'idea. Amoruso non è calciatore per una squadra che deve lottare con umiltà. Con ciò non voglio incolpare solo lui della sconfitta, ci mancherebbe, ma è comunque una delle note stonate di questo pomeriggio veronese. Altre colpe le dividerei in dieci parti da dividere equamente per altri dieci. E badate, son dieci con Mondonico, quindi uno ne resta fuori. E ne sono convinto. Ne resta fuori solo Bellucci che con una media da 5 è l'unico che ha meritato il 7. E qui entro in argomento. Non si è capito bene perchè sia stato sostituito subito dopo il magistrale tiro da fuori che ha portato in vantaggio il Napoli. I più non l'hanno capita, hanno cercato di interpretarla. Il mio parere è che forse Bellucci era l'unico che teneva un pò in ansia la difesa gialloblù e il tirarlo fuori ha permesso a tutto il Verona di lanciarsi all'arrembaggio, dato il poco peso di Amoruso. Non che il vantaggio sia stato meritato. La gara veleggiava velocemente verso uno zero a zero che, viste le condizioni disastrose del campo era il risultato più giusto. Nessuno riusciva a creare gioco e il maggior possesso di palla del Verona era comunque ben controllato dalla difesa del Napoli che mai si era mostrata in affanno fino a quel momento. Ma i due eventi si sono scatenati a pochissimi minuti di distanza: primo, il gol di Bellucci che ha rotto gli equilibri e ha caricato di vendetta i veronesi e secondo, la sua sostituzione che ha liberato di qualsiasi remora difensiva tutto il Verona che si è lanciato all'attacco praticamente al completo. A poco serve recriminare sull'errore di Mancini o di Baldini. Il fatto era che, con le premesse create dal palo di Larsen, il Verona stava arrembando e, se non era in quella occasione, sarebbe stata in un'altra, ma il risultato era destinato a volgere in favore gialloblu e prima o poi si sarebbe capitolati. Unico errore, quindi, la sostituzione di Bellucci. Senza buttare troppo addosso a Mondonico, comunque. Il nuovo allenatore ha mostrato quanto si può fare con questa squadra e, questa battuta di arresto nella interessante serie di risultati positivi, può essere anche salutare. Il Napoli, così come è messo, non merita il quartultimo posto e prima o poi le cose torneranno a posto. Anche senza Edmundo che comunque può aggiungere qualche cosa in più. Non per essere menagramo, ma proprio su Edmundo spegnerei un attimino gli entusiasmi. E' si un campione, ma aspettiamo che lo dimostri sul campo e non acclamiamolo per quello che è stato in passato.

Speranza ri...Favorita di Marcello Mormone (6/2/2001) Napoli - Fiorentina 1-0. Tre sconfitte di fila. Verona, Udinese e Roma avevano riportato il Napoli in una dimensione che, anche se un po' stretta, sembra essere quella che merita. A dire il vero, forse, qualche punto dalle tre partite avrebbe dovuto venir fuori. A Verona una vittoria, pur se poco meritata, si è improvvisamente trasformata in una sconfitta per un autogol di Mondonico. Forse la presenza di Bellucci in attacco avrebbe creato qualche grattacapo in più alla difesa gialloblù e avrebbe evitato quell'assalto finale che ha portato poi al capovolgimento del risultato. Forse. Diciamo che un pareggio ci stava tutto. Un pareggio che sarebbe stato meritato anche in casa con l'Udinese, ma nel concerto del non gioco i bianconeri di De Canio hanno saputo piazzare la botta vincente. Due punticini che avrebbero consentito agli azzurri di affrontare un ciclo terribile (Roma, Fiorentina, Juve e Inter) con qualche patema d'animo in meno. Ma tant'è. Questa squadra ci ha abituato a far diventare subito difficili cose che in definitiva sono facili, facili. Quindi la pesante sconfitta di Roma. Tre palloni presi e meritati. Mai gli azzurri hanno saputo contrastare la capolista grande in potenza e talento. A dire il vero sembrava che non ci fosse una scartina da nessuna parte in mezzo al campo, tranne quelli che vestivano di azzurro. Ma è la capolista … la sconfitta ci sta tutta. I punti si dovevano fare prima. E poi la magica notte di Palermo. In realtà magica solo per i colori azzurri. Dopo diciassette anni senza serie A, a Palermo avrebbero meritato uno spettacolo migliore. Spettacolo che avrebbe dovuto dare la Fiorentina. Ed in effetti il primo quarto d'ora i viola lo hanno giocato palla al piede, con superiorità e mostrando che la classifica che ha gli sta un po' stretta.
Ma erano seconde linee. Terim ha ritenuto di lasciare a riposo i più forti attaccanti (Chiesa e Nuno Gomes) per dare spazio a Leandro e Mijatovic. E l'attacco si è mostrato sterile. Il gioco macinato da Rui Costa nella prima parte della gara mai ha costretto in affanno una attenta difesa azzurra che vede in Baldini un importante punto di riferimento, ormai. Il capitano si sorbisce onori (pochi) e oneri (tanti) anche quando c'è da alzare al voce con l'arbitro e beccare cartellini. La superiorità si è concretizzata con tre tiri da fuori finiti … fuori. Ha dato invece frutti migliori la mossa di Mondonico che (a sentir lui) a corto di attaccanti, ha preferito tenere Pecchia sullo scanno come riserva in attacco appunto, preferendogli Husain e appiccicando Magoni a Rui Costa. Ed in effetti a partire dalla metà del primo tempo, il Napoli ha cominciato a tenere palla. Con poco frutto però, ma perlomeno impediva ai viola di giocare e di avvicinarsi pericolosamente all'area di rigore azzurra. L'unica occasione fino a quel momento è stata costruita da Matuzalem e Quiroga, il cui triangolo ha portato quest'ultimo davanti a Toldo che non ha faticato a controllarne la conclusione stanca e imprecisa. Ed intanto si spera sempre nel guizzo illuminante di Edmundo, il quale anche se gioca da fermo, porta via sempre tre difensori. E così si trascina l'incontro fino alla metà del secondo tempo. Spettacolo mediocre e occasioni vere zero. Fino a quando Mondonico infila nel gioco Pecchia, che, oltre ad essere fresco, scalpita per la costrizione panchinara. Velocità e ripartenze sono tutte opera del Pepe che mostra quanto sia importante nel peso del Napoli, forse più di Matuzalem che nonostante faccia sempre quadrare il centrocampo, stenta a diventare trascinatore. Compito che Pecchia assolve magicamente. La sua presenza ravviva la squadra. Tutti sono disposti a seguirlo. Nel carniere un gol di Edmundo (di testa pelata) giustamente annullato per fuorigioco al 25', ed un tiro dello stesso (30') che Toldo si ritrova tra le braccia. Due brividi sembrano poi chiudere i conti: un tiro di Torricelli che sfiora Fontana e va sul fondo e un destro ancora di Edmundo anche questo di poco fuori. Ma proprio quando il pari sembra scontato brilla il duo Magoni-Pecchia e sul tiro del primo, malamente fermato da Toldo, vola la freschezza del secondo che infila a porta vuota. Speriamo che sia uno di quelli che faranno la salvezza.

Vietato prendere il secondo. Juventus - Napoli 3-0 di Marcello Mormone (13/2/2001). Ahi, ahi, ahi! Nulla da dire. La Juve si è dimostrata molto più forte. E questo lo si sapeva già. Purtroppo il ciclo terribile continua ... malamente. Roma e Juve, le due squadre che finora hanno mostrato di meritare il primato in classifica, ci hanno malmenato senza pietà. tre palloni a testa e tutti strameritati. Poco ha fatto vedere il Napoli al Delle Alpi. Se non la buona volontà di alcuni che non può sopperire alla mancanza di talento. Peccato per quella discesa palla al piede di Zidane che ha poi propiziato il primo gol, quello di Kovacevic (altro che Del Piero). Forse l'esperienza di Magoni avrebbe potuto suggerire la falciata già alla trequarti, ma è troppo corretto il nostro per giocare in questo modo. E' così ... oplà: dieci minuti e si aprono le danze. Poco importa se era solo senza marcatura, poco importa se, sempre ahilui Magoni, non è riuscito ad opporsi efficacemente al colpo di testa di Inzaghi per il secondo gol. Una partita che ha mostrato ancora una volta la pochezza dell'attacco del Napoli. L'inutilità di Amoruso e la frescezza atletica assente di Edmundo non potevano in alcun modo impensierire la difesa bianconera. Inutile discuterne. Due note negative piuttosto: Del Piero e Mondonico. Del Piero: Sfidata la cabala. La rinascita del Pinturicchio iniziò con la partita di andata al San Paolo. Si è tristemente fermata la domenica dopo. E che non si venga a dire che è rinato ancora una volta. Quel pallone lo avrebbe preso anche mio nonno se avesse avuto le gambe chiuse. Mondonico: Si fa sempre più forte il sospetto che il Mondo, preso il primo cerchi solo di non prendere anche il secondo, piuttosto che cercare di recuperare. Lo si era intravisto a Roma (dove poi invece ne ha presi altri due), ma qualcosina sembrava emergere anche a Verona dove, in vantaggio, ha azzeccato le mosse giuste per far capovolgere il risultato. Non dico che senza sostituire Pecchia il Napoli a Torino avrebbe recuperato lo svantaggio, ma il Pepe è sempre l'unico ad aver voglia di trascinare la squadra in avanti e la sua sostituzione sembra aver avvilito anche il resto della squadra. Questo centrocampo a cinque (ricordo 3-5-2) sembra tanto mascherare un tremebondo 5-3-1 (non è un errore: in attacco Amoruso non esiste! n.d.a.) dove i due centrocampisti esterni, c'è poco da fare, sono difensori è basta. Altre due note più negative del resto: Bellucci e Edmundo. Bellucci: E' sconfortante scoprire ancora una volta quanto sia importante il dio denaro. Una volta Bellucci era un trascinatore. Da quando si è parlato di contratto e non si è trovato accordo (ricordo Bellucci al Bologna a parametro zero) il barbuto attaccante è diventato più inutile di Amoruso. Edmundo: Anche se gli si può concedere ancora qualche attenuante, è strano come ancora non sia pronto fisicamente il giocoliere azzurro. Va bene che se ne porta tre appresso di difensori, però a continuare a giocar da fermo prima o poi gli altri impareranno.

L'inesperienza del ragazzino. Napoli - Inter 1-0 di Marcello Mormone (18/2/2001). Tre punti che fanno rifiatare il Napoli. Ci volevano. E tra l'altro meritati. Dopo la debacle della settimana scorsa, quando gli azzurri raccolsero tre pere al Delle Alpi mentre le altre concorrenti vincevano, stavolta, al contrario, vittoria insperata e le altre ferme al palo. Direi insperata fino al fischio d'inizio. Perchè già nei primi dieci minuti si comincia a capire quale sarà il tenore dell'incontro. Un Inter incapace di organizzare il centrocampo permette al Napoli la superiorità che fa in modo di portare più volte al tiro Quiroga, Matuzalem e Bellucci. Per la prima volta gli azzurri schierano il centrocampo disegnato all'inizio ancora da Zeman: la sorpresa è Vidigal in campo dal primo minuto, mentre ci si aspettava che sedesse sullo scanno. La sua presenza ha assicurato ordine e geometrie al centrocampo. Pur se non velocissimo, il nero, ha orchestrato col pallone smistando a destra e sinistra ben assistito da Husain e Matuzalem che forse è quello che ha beneficiato di più della presenza di Vidigal. Sembrava liberato da compiti da regista ed puntasse all'area di rigore con più facilità. Sicuramente stavolta ha giocato qualche metro più avanti e ciò gli ha permesso di cercare Edmundo per triangolazioni e scambi tutti brasiliani. Un paio di volte queste hanno portato al tiro l'uno e l'altro. Tra i due, però, correva senz'altro di più il ragazzino. Ottimo il lavoro di fatica di Bellucci. Svariava tra la destra e la sinistra del fronte d'attacco permettendo gli inserimenti ora di Baccin, ora di Saber (più quest'ultimo per la verità, anche perchè la presenza di Zanetti, il più tonico dell'Inter, ha consigliato Baccin a non muoversi più di tanto). Sicuramente la grande giornata di Baldini (certamente il migliore in campo) che ha praticamnete reso inoffensivo Vieri, ha ispirato sicurezza in difesa e Quiroga (in effetti meglio da centrale) semrava libero da patemi trovando quasi sempre il tempo giusto per l'intervento. Troise il solito leone. Primo tempo quindi tutto di marca partenopea e il gol sarebbe stato strameritato. 0 a 0 invece e tutti al riposo. Inizio del secondo tempo e la musica non cambia. Proprio al 6' infatti la costante presenza del Napoli in attacco permetteva a Matuzalem di trovarsi in area di rigore a recriminare su una spinta da tergo palla al piede che non convinceva Rodomonti a concedere il penalty. E qui il ragazzino beccava la prima ammonizione per simulazione (si può discutere se la spinta era da rigore o meno, ma la simulazione onestamente non c'è stata). Tre minuti e un velo di Husain permette allo stesso Matuzalem di liberare la staffilata che si infila rasoterra e a fil di palo alla sinistra di Frey. Primo gol in serie A, gioia incontenibile (maglietta al vento) e il ragazzino becca il secondo giallo, giusto, e di conseguenza l'espulsione. Discutibile semmai è la regola. Il tempo di sostituire Edmundo (che manda Mondonico a ... cercar farfalle) con Magoni e comincia l'assalto dell'Inter. Molto sterile a dir la verità. Trentacinque minuti, più il recupero, col Napoli indietro a difendere il preziosissimo vantaggio e l'Inter a costruire molti tiri da fuori ... fuori, qualche pallone che ballonzola davanti a Fontana, ma veri pericoli mai, tranne forse un colpo di testa a botta sicura di Ferrante fermato dal portiere azzurro e un tiro da fuori di Seedorf deviato sulla traversa dallo stesso Fontana. Mondonico tenta la carta Moriero al posto di uno stanco Bellucci per tirare su la squadra, ma la mossa non sortisce effetti e l'ingresso di Fresi in luogo di Vidigal, sembra più teso a perdere tempo che altro. Finisce quindi anche il secondo tempo ed il Napoli porta a casa questi tre punti che gli permettono di agganciare il trenino delle quartultime. Il ciclo terribile è finito. La prossima c'è il Bologna fuori casa e ... vedremo come andrà a finire. La pagella:
 Fontana  6 Tutto ciò che doveva fare l'ha fatto.
 Troise  6,5 Alterna giornate da leone a giornate grigie. Stavolta leone.
 Baldini  7 Vieri annullato. Qualche ripartenza palla al piede. Una sicurezza.
 Quiroga  6,5 Da centrale si esprime al meglio. Peccato che arrivi stanco in area avversaria.
 Husain  5,5 La nota negativa. L'argentino non è mai sicuro palla al piede. Meglio in interdizione.
 Saber  6,5 Stavolta più sveglio del solito. I pericoli per l'Inter quasi sempre partono dai suoi cross.
 Baccin  6 L'unico costretto dall'avversario (Zanetti) a starsene un po più sulle sue.
 Vidigal  6 Il centrocampo con lui quadra, ma sebra ancora lontano dalla migliore condizione.
 Matuzalem  5,5 L'inesperienza dopo il gol ha macchiato una prestazione da sette e mezzo.
 Bellucci  6 Solito onesto lavoro. Si danna a destra e sinistra, ma mai impensierisce gli avversari.
 Edmundo  6 Si cercava con Matuzalem. Segno di voglia di fare. Se corresse pure sarebbe meglio.
 Magoni  5,5 Al posto di Edmundo. La sua esperienza avrebbe dovuto aiutare di più la squadra.
 Moriero  6 Al posto di Bellucci. Ha fatto dannare un po di più gli avversari. Molto isolato.
 Fresi  s.v. Al posto di Vidigal. Il suo ingresso è servito solo a perdere un pò di tempo.
 Mondonico  6 Difensivista. Pecchia al posto di Vidigal avrebbe forse dato più fiato alla difesa.

Bologna - Napoli 2 - 1 di Marcello Mormone (25/2/2001) Un risultato che al Napoli va un pò stretto. Gli azzurri avrebbero da soli meritato pienamente il pareggio e magari con un allenatore un pò più coraggioso, qualcosa in più si sarebbe anche potuto osare. Un primo tempo che ha visto subito pimpante il Napoli che porta Edmundo alla conclusione ben controllata da Pagliuca. Pian piano i rossoblu di Guidolin cominciano a prendere il sopravvento, ma il possesso di palla non porta a nulla di concreto grazie ad un'attenta retroguardia azzurra.
L'episodio è al 16'. Baldini si fa male e chiede la sostituzione. Oltre ai ventenni Quiroga e Troise, Mondonico è costretto ad infilare quindi il terzo ventenne, Bocchetti, il quale, da pollo, otto minuti dopo atterra Cipriani in area. Rigore. Signori: palla a destra e Fontana a sinistra. Uno a zero. Il vantaggio bolognese non è, a dire il vero strameritato, e il Napoli dopo qualche minuto di sbandamento, cerca di raddrizzare l'incontro. La leziosità degli azzurri è malvista da Mondonico che ordina più concretezza e subito due azioni sull'asse Moriero - Bellucci - Edmundo, portano quest'ultimo prima alla conclusione in area sul palo e poi al tiro da fuori la cui botta vincente fulmina Pagliuca e si infila alla sua destra. Pareggio giusto e squadre al riposo. Secondo tempo più di marca azzurra. Il Napoli spinge, pur senza concludere, ma è il Bologna, che di rimessa porta al tiro da fuori, prima Signori (15') e poi Tarantino (29'), entrambi a lato. Al 30' Edmundo tira sull'esterno della rete. Ma è al 41' che il Bologna trova il gol partita. Padalino lancia Signori che entra in area e brucia Fontana in uscita festeggiando così con una doppietta la sua centesima presenza rossoblu. Vani sono i tentativi azzurri nei minuti finali e il Bologna, porta a casa tre insperati punti che lo rilanciano verso la zona UEFA. Cinque ammoniti nel Napoli e uno nel Bologna. La pagella:
 Fontana  6 Incolpevole sui due gol.
 Troise  6 Meno incisivo delle altre volte.
 Baldini  s.v. Peccato. Non si fosse fatto male, forse sarebbe andata meglio.
 Quiroga 6 Stavolta si è sbilanciato poco in avanti. Solita attenzione in difesa.
 Husain  5,5 Come sempre buono in interdizione, ma in costruzione è praticamente inutile.
 Baccin  6 Il lavoro esterno lo ha fatto, anche se con poco costrutto.
 Vidigal  5,5 Altro accidente. Speriamo che non sia niente, in attesa di farci vedere cosa sa fare.
 Magoni 6 Prima lezioso. Quando è diventato più pratico i risultati si sono visti.
 Moriero  6 Più ispirato del solito. Il suo lavoro sulla fascia andrebbe sfruttato meglio.
 Bellucci  5 Inutile. Gioca solo per l'indisponibilità di tutti gli altri attaccanti.
 Edmundo  6 Stavolta molto più incisivo, finalmente si è sbloccato. C'è bisogno dei suoi gol.
 Bocchetti  5 Al posto di Baldini. Ha procurato il rigore al Bologna e una ammonizione per se con troppa inesperienza.
 Tedesco 5 Al posto di Vidigal. Il suo ingresso è servito solo a perdere un pò di tempo.
 Mondonico  5 Vissto che nel secondo tempo il Napoli spingeva molto, si sarebbe potuto approfittare infilando un centrocampista più votato all'attacco (Pecchia n.d.r.). Invece tende sempre a mantenere il risultato.

L'ACCELLERATORE NON SPINGE Napoli - Lecce 1 - 1 di Marcello Mormone (5/3/2001). Ormai è destino che il Napoli debbe restare invischiato nella lotta per non retrocedere sino alla fine del campionato. Ogni volta che la situazione si fa favorevole in considerazione dei risultati delle altre pericolanti, non si riesce ad avere la giusta accellerazione per tirarsene fuori. Pare che si divertano a restare lì. Il risultato pare giusto. Nessuna delle due squadre è sembrata mettere in evidenza una netta superiorità. Il predominio degli azzurri, peraltro sterile, non ha portato a nulla se non a un paio di conclusioni, neanche poi tanto pericolose (entrambe con Edmundo) ed al rigore procurato da Matuzalem e fallito beceramente dallo stesso Edmundo. Il Lecce è invece parso squadra molto attenta in difesa e pronta a provare a sfruttare le azioni di rimessa una delle quali ha fruttato il gol del pareggio da parte di Vugrinec prima ed una traversa piena poi. Una nota per Vidigal. A parte il fatto che non è in condizione e quindi praticamente inutile il suo lavoro in campo, resta da comprendere perchè sia così testardo nel voler restare in campo. Per due volte si è accasciato col ginocchio dolorante e per due volte si è rialzato e ha ripreso. Fino a quando non ha perso un prezioso (per il Lecce) pallone che ha portato al tiro da fuori Vugrinec per fortuna alto. Ci si stupisce che queste cose le vedono tutti meno che l'allenatore. Più della partita, però, e del solito leit-motiv già espresso in precedenza, mi soffermerei sui fatti accaduti sugli spalti. Sembra incredibile, ma quando non c'è da prendersela con tifosi avversari, i napoletani sono capaci di prendersela ... tra di loro. Per una monetina lanciata in campo, per Maradona, o per altre cazz...(bip) che non meritano nemmeno di essere discusse. E per questi motivi, qualcuno finisce all'ospedale con traumi cranici che dovrebbero invece colpire chi scatena questi eventi e non con calci e pugni, ma con manganellate ben assestate. Certa gente non solo dovrebbe restare lontano dagli stadi, ma dovrebbe marcire in galera, a riflettere quanto è cretino fare a botte sullo stadio. Basta! Ho sprecato già troppe parole sull'argomento.

La pagella:
 Fontana  6 Ordinaria amministrazione. Incolpevole sul gol.
 Troise  6 Ordinato. Lavoro sufficiente. Meno spinta del solito.
 Fresi 6 Lavoro attento in difesa e null'altro.
 Quiroga 6 Una sola disattenzione che è costato il gol.
 Husain  5,5 Come al solito buono in interdizione, ma in costruzione è praticamente inutile.
 Matuzalem  6 Ormai la squadra la ha presa per mano. Speriamo che si vedano anche i frutti.
 Baccin  6,5 Instancabile sulla fascia, decine di cross, mal sfruttati dai compagni.
 Vidigal  4 Adesso basta. Se non è ancora sano, che perda il suo tempo a curarsi.
 Moriero  6 Apporto determinante. Andrebbe sfruttato di più quando è in giornata.
Amoruso  5 Rientrante dopo l'infortunio, ha bisogno di ritrovare la condizione.
 Edmundo  6 Ormai la condizione c'è. Sbaglia il rigore ma si redime firmando il vantaggio.
 Magoni 6 Entrato al posto di Vidigal. Compitino svolto facile facile, ma nulla di più.
  Bellucci 5 Al posto di Amoruso. Anche stavolta ha giocato solo per onor di firma.
 Mondonico  4 Voto meritato solo per la testardaggine nel lasciare in campo Vidigal.