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I DUE
CICLI di Marcello
Mormone (1/1/2001). Dodici partite in questo campionato del ritorno
nella massima serie non hanno ancora chiarito quale sia l'effettivo
rapporto di valori che esiste tra il Napoli ed il resto della
Serie A. Troppo diversi tra loro i due cicli (quello di Zeman
e quello di Mondonico) seppure uguali nelle caratteristiche.
Sei partite tra cui due grandi e tre concorrenti per la salvezza
sia per l'uno che per l'altro. E IL
CIUCCIO RIPARTI' di
Marcello Mormone (7/1/2001) Lazio - Napoli 1 - 2. 4' Amoruso
(N), 37' Autorete di Pancaro (N), 87' Mihajlovic r. (L) Bene!
C'eravamo lasciati una settimana fa con delle ottime premesse
per ben iniziare il 2001. Ed in effetti la partenza veloce c'è
stata. Si diceva che c'erano margini di miglioramento, ma la
sicurezza mostrata dalla squadra all'Olimpico è stata
davvero esaltante. Il gioco messo in mostra contro i campioni
d'Italia ha messo in evidenza come la difesa ed il centrocampo
stiano funzionando veramente a dovere. Si è vista una
squadra compatta, cortissima, dove il collettivo ha pagato nel
migliore dei modi. La squadra ha giocato tutta la partita senza
disunirsi. Difesa e centrocampo compreso il lavoro di Bellucci
hanno lavorato all'unisono, difendendo e attaccando sempre insieme. ... E POI SI FERMO' di Marcello Mormone (16/1/2001). Verona - Napoli 2 - 1. Anche stavolta riprendiamo da dove eravamo rimasti! Eravamo rimasti al ciuccio che riparte .... e subito è inciampato. Non credo che la squadra si sia montata la testa dopo la altisonante vittoria a Roma con la Lazio. Piuttosto fu una Lazio irriconoscibile che esaltò una squadra capace di lottare per l'obiettivo salvezza. Stavolta invece, l'obiettivo salvezza era anche il fine della squadra di Salvetti che, più del Napoli, aveva bisogno della vittoria per tirarsi fuori dalle quattro papabili. E ci ha ributtato dentro il Napoli. La differenza sta, secondo me, proprio nel maggior carattere che gli scaligeri hanno messo in evidenza, più degli azzurri, che comunque ci hanno messo l'anima. Non tutti per la verità. Il solito Amoruso, poco voglioso e dall'alto dei suoi cinque gol, poco ha fatto per meritare la sufficienza. Colpevolmente lasciato solo dal resto della squadra, ha mostrato poca voglia di lottare. Nelle scorse occasioni mi è capitato di criticarlo, anche contro corrente, e resto di quest'idea. Amoruso non è calciatore per una squadra che deve lottare con umiltà. Con ciò non voglio incolpare solo lui della sconfitta, ci mancherebbe, ma è comunque una delle note stonate di questo pomeriggio veronese. Altre colpe le dividerei in dieci parti da dividere equamente per altri dieci. E badate, son dieci con Mondonico, quindi uno ne resta fuori. E ne sono convinto. Ne resta fuori solo Bellucci che con una media da 5 è l'unico che ha meritato il 7. E qui entro in argomento. Non si è capito bene perchè sia stato sostituito subito dopo il magistrale tiro da fuori che ha portato in vantaggio il Napoli. I più non l'hanno capita, hanno cercato di interpretarla. Il mio parere è che forse Bellucci era l'unico che teneva un pò in ansia la difesa gialloblù e il tirarlo fuori ha permesso a tutto il Verona di lanciarsi all'arrembaggio, dato il poco peso di Amoruso. Non che il vantaggio sia stato meritato. La gara veleggiava velocemente verso uno zero a zero che, viste le condizioni disastrose del campo era il risultato più giusto. Nessuno riusciva a creare gioco e il maggior possesso di palla del Verona era comunque ben controllato dalla difesa del Napoli che mai si era mostrata in affanno fino a quel momento. Ma i due eventi si sono scatenati a pochissimi minuti di distanza: primo, il gol di Bellucci che ha rotto gli equilibri e ha caricato di vendetta i veronesi e secondo, la sua sostituzione che ha liberato di qualsiasi remora difensiva tutto il Verona che si è lanciato all'attacco praticamente al completo. A poco serve recriminare sull'errore di Mancini o di Baldini. Il fatto era che, con le premesse create dal palo di Larsen, il Verona stava arrembando e, se non era in quella occasione, sarebbe stata in un'altra, ma il risultato era destinato a volgere in favore gialloblu e prima o poi si sarebbe capitolati. Unico errore, quindi, la sostituzione di Bellucci. Senza buttare troppo addosso a Mondonico, comunque. Il nuovo allenatore ha mostrato quanto si può fare con questa squadra e, questa battuta di arresto nella interessante serie di risultati positivi, può essere anche salutare. Il Napoli, così come è messo, non merita il quartultimo posto e prima o poi le cose torneranno a posto. Anche senza Edmundo che comunque può aggiungere qualche cosa in più. Non per essere menagramo, ma proprio su Edmundo spegnerei un attimino gli entusiasmi. E' si un campione, ma aspettiamo che lo dimostri sul campo e non acclamiamolo per quello che è stato in passato. Speranza
ri...Favorita di
Marcello Mormone (6/2/2001) Napoli - Fiorentina 1-0. Tre sconfitte di fila. Verona, Udinese
e Roma avevano riportato il Napoli in una dimensione che, anche
se un po' stretta, sembra essere quella che merita. A dire il
vero, forse, qualche punto dalle tre partite avrebbe dovuto venir
fuori. A Verona una vittoria, pur se poco meritata, si è
improvvisamente trasformata in una sconfitta per un autogol di
Mondonico. Forse la presenza di Bellucci in attacco avrebbe creato
qualche grattacapo in più alla difesa gialloblù
e avrebbe evitato quell'assalto finale che ha portato poi al
capovolgimento del risultato. Forse. Diciamo che un pareggio
ci stava tutto. Un pareggio che sarebbe stato meritato anche
in casa con l'Udinese, ma nel concerto del non gioco i bianconeri
di De Canio hanno saputo piazzare la botta vincente. Due punticini
che avrebbero consentito agli azzurri di affrontare un ciclo
terribile (Roma, Fiorentina, Juve e Inter) con qualche patema
d'animo in meno. Ma tant'è. Questa squadra ci ha abituato
a far diventare subito difficili cose che in definitiva sono
facili, facili. Quindi la pesante sconfitta di Roma. Tre palloni
presi e meritati. Mai gli azzurri hanno saputo contrastare la
capolista grande in potenza e talento. A dire il vero sembrava
che non ci fosse una scartina da nessuna parte in mezzo al campo,
tranne quelli che vestivano di azzurro. Ma è la capolista
la sconfitta ci sta tutta. I punti si dovevano fare prima.
E poi la magica notte di Palermo. In realtà magica solo
per i colori azzurri. Dopo diciassette anni senza serie A, a
Palermo avrebbero meritato uno spettacolo migliore. Spettacolo
che avrebbe dovuto dare la Fiorentina. Ed in effetti il primo
quarto d'ora i viola lo hanno giocato palla al piede, con superiorità
e mostrando che la classifica che ha gli sta un po' stretta. Vietato prendere il secondo. Juventus - Napoli 3-0 di Marcello Mormone (13/2/2001). Ahi, ahi, ahi! Nulla da dire. La Juve si è dimostrata molto più forte. E questo lo si sapeva già. Purtroppo il ciclo terribile continua ... malamente. Roma e Juve, le due squadre che finora hanno mostrato di meritare il primato in classifica, ci hanno malmenato senza pietà. tre palloni a testa e tutti strameritati. Poco ha fatto vedere il Napoli al Delle Alpi. Se non la buona volontà di alcuni che non può sopperire alla mancanza di talento. Peccato per quella discesa palla al piede di Zidane che ha poi propiziato il primo gol, quello di Kovacevic (altro che Del Piero). Forse l'esperienza di Magoni avrebbe potuto suggerire la falciata già alla trequarti, ma è troppo corretto il nostro per giocare in questo modo. E' così ... oplà: dieci minuti e si aprono le danze. Poco importa se era solo senza marcatura, poco importa se, sempre ahilui Magoni, non è riuscito ad opporsi efficacemente al colpo di testa di Inzaghi per il secondo gol. Una partita che ha mostrato ancora una volta la pochezza dell'attacco del Napoli. L'inutilità di Amoruso e la frescezza atletica assente di Edmundo non potevano in alcun modo impensierire la difesa bianconera. Inutile discuterne. Due note negative piuttosto: Del Piero e Mondonico. Del Piero: Sfidata la cabala. La rinascita del Pinturicchio iniziò con la partita di andata al San Paolo. Si è tristemente fermata la domenica dopo. E che non si venga a dire che è rinato ancora una volta. Quel pallone lo avrebbe preso anche mio nonno se avesse avuto le gambe chiuse. Mondonico: Si fa sempre più forte il sospetto che il Mondo, preso il primo cerchi solo di non prendere anche il secondo, piuttosto che cercare di recuperare. Lo si era intravisto a Roma (dove poi invece ne ha presi altri due), ma qualcosina sembrava emergere anche a Verona dove, in vantaggio, ha azzeccato le mosse giuste per far capovolgere il risultato. Non dico che senza sostituire Pecchia il Napoli a Torino avrebbe recuperato lo svantaggio, ma il Pepe è sempre l'unico ad aver voglia di trascinare la squadra in avanti e la sua sostituzione sembra aver avvilito anche il resto della squadra. Questo centrocampo a cinque (ricordo 3-5-2) sembra tanto mascherare un tremebondo 5-3-1 (non è un errore: in attacco Amoruso non esiste! n.d.a.) dove i due centrocampisti esterni, c'è poco da fare, sono difensori è basta. Altre due note più negative del resto: Bellucci e Edmundo. Bellucci: E' sconfortante scoprire ancora una volta quanto sia importante il dio denaro. Una volta Bellucci era un trascinatore. Da quando si è parlato di contratto e non si è trovato accordo (ricordo Bellucci al Bologna a parametro zero) il barbuto attaccante è diventato più inutile di Amoruso. Edmundo: Anche se gli si può concedere ancora qualche attenuante, è strano come ancora non sia pronto fisicamente il giocoliere azzurro. Va bene che se ne porta tre appresso di difensori, però a continuare a giocar da fermo prima o poi gli altri impareranno. L'inesperienza del ragazzino. Napoli - Inter 1-0 di Marcello Mormone (18/2/2001). Tre punti che fanno rifiatare il Napoli. Ci volevano. E tra l'altro meritati. Dopo la debacle della settimana scorsa, quando gli azzurri raccolsero tre pere al Delle Alpi mentre le altre concorrenti vincevano, stavolta, al contrario, vittoria insperata e le altre ferme al palo. Direi insperata fino al fischio d'inizio. Perchè già nei primi dieci minuti si comincia a capire quale sarà il tenore dell'incontro. Un Inter incapace di organizzare il centrocampo permette al Napoli la superiorità che fa in modo di portare più volte al tiro Quiroga, Matuzalem e Bellucci. Per la prima volta gli azzurri schierano il centrocampo disegnato all'inizio ancora da Zeman: la sorpresa è Vidigal in campo dal primo minuto, mentre ci si aspettava che sedesse sullo scanno. La sua presenza ha assicurato ordine e geometrie al centrocampo. Pur se non velocissimo, il nero, ha orchestrato col pallone smistando a destra e sinistra ben assistito da Husain e Matuzalem che forse è quello che ha beneficiato di più della presenza di Vidigal. Sembrava liberato da compiti da regista ed puntasse all'area di rigore con più facilità. Sicuramente stavolta ha giocato qualche metro più avanti e ciò gli ha permesso di cercare Edmundo per triangolazioni e scambi tutti brasiliani. Un paio di volte queste hanno portato al tiro l'uno e l'altro. Tra i due, però, correva senz'altro di più il ragazzino. Ottimo il lavoro di fatica di Bellucci. Svariava tra la destra e la sinistra del fronte d'attacco permettendo gli inserimenti ora di Baccin, ora di Saber (più quest'ultimo per la verità, anche perchè la presenza di Zanetti, il più tonico dell'Inter, ha consigliato Baccin a non muoversi più di tanto). Sicuramente la grande giornata di Baldini (certamente il migliore in campo) che ha praticamnete reso inoffensivo Vieri, ha ispirato sicurezza in difesa e Quiroga (in effetti meglio da centrale) semrava libero da patemi trovando quasi sempre il tempo giusto per l'intervento. Troise il solito leone. Primo tempo quindi tutto di marca partenopea e il gol sarebbe stato strameritato. 0 a 0 invece e tutti al riposo. Inizio del secondo tempo e la musica non cambia. Proprio al 6' infatti la costante presenza del Napoli in attacco permetteva a Matuzalem di trovarsi in area di rigore a recriminare su una spinta da tergo palla al piede che non convinceva Rodomonti a concedere il penalty. E qui il ragazzino beccava la prima ammonizione per simulazione (si può discutere se la spinta era da rigore o meno, ma la simulazione onestamente non c'è stata). Tre minuti e un velo di Husain permette allo stesso Matuzalem di liberare la staffilata che si infila rasoterra e a fil di palo alla sinistra di Frey. Primo gol in serie A, gioia incontenibile (maglietta al vento) e il ragazzino becca il secondo giallo, giusto, e di conseguenza l'espulsione. Discutibile semmai è la regola. Il tempo di sostituire Edmundo (che manda Mondonico a ... cercar farfalle) con Magoni e comincia l'assalto dell'Inter. Molto sterile a dir la verità. Trentacinque minuti, più il recupero, col Napoli indietro a difendere il preziosissimo vantaggio e l'Inter a costruire molti tiri da fuori ... fuori, qualche pallone che ballonzola davanti a Fontana, ma veri pericoli mai, tranne forse un colpo di testa a botta sicura di Ferrante fermato dal portiere azzurro e un tiro da fuori di Seedorf deviato sulla traversa dallo stesso Fontana. Mondonico tenta la carta Moriero al posto di uno stanco Bellucci per tirare su la squadra, ma la mossa non sortisce effetti e l'ingresso di Fresi in luogo di Vidigal, sembra più teso a perdere tempo che altro. Finisce quindi anche il secondo tempo ed il Napoli porta a casa questi tre punti che gli permettono di agganciare il trenino delle quartultime. Il ciclo terribile è finito. La prossima c'è il Bologna fuori casa e ... vedremo come andrà a finire. La pagella:
Bologna
- Napoli 2 - 1 di
Marcello Mormone (25/2/2001) Un risultato che al Napoli va un
pò stretto. Gli azzurri avrebbero da soli meritato pienamente
il pareggio e magari con un allenatore un pò più
coraggioso, qualcosa in più si sarebbe anche potuto osare.
Un primo tempo che ha visto subito pimpante il Napoli che porta
Edmundo alla conclusione ben controllata da Pagliuca. Pian piano
i rossoblu di Guidolin cominciano a prendere il sopravvento,
ma il possesso di palla non porta a nulla di concreto grazie
ad un'attenta retroguardia azzurra.
L'ACCELLERATORE NON SPINGE Napoli - Lecce 1 - 1 di Marcello Mormone (5/3/2001). Ormai è destino che il Napoli debbe restare invischiato nella lotta per non retrocedere sino alla fine del campionato. Ogni volta che la situazione si fa favorevole in considerazione dei risultati delle altre pericolanti, non si riesce ad avere la giusta accellerazione per tirarsene fuori. Pare che si divertano a restare lì. Il risultato pare giusto. Nessuna delle due squadre è sembrata mettere in evidenza una netta superiorità. Il predominio degli azzurri, peraltro sterile, non ha portato a nulla se non a un paio di conclusioni, neanche poi tanto pericolose (entrambe con Edmundo) ed al rigore procurato da Matuzalem e fallito beceramente dallo stesso Edmundo. Il Lecce è invece parso squadra molto attenta in difesa e pronta a provare a sfruttare le azioni di rimessa una delle quali ha fruttato il gol del pareggio da parte di Vugrinec prima ed una traversa piena poi. Una nota per Vidigal. A parte il fatto che non è in condizione e quindi praticamente inutile il suo lavoro in campo, resta da comprendere perchè sia così testardo nel voler restare in campo. Per due volte si è accasciato col ginocchio dolorante e per due volte si è rialzato e ha ripreso. Fino a quando non ha perso un prezioso (per il Lecce) pallone che ha portato al tiro da fuori Vugrinec per fortuna alto. Ci si stupisce che queste cose le vedono tutti meno che l'allenatore. Più della partita, però, e del solito leit-motiv già espresso in precedenza, mi soffermerei sui fatti accaduti sugli spalti. Sembra incredibile, ma quando non c'è da prendersela con tifosi avversari, i napoletani sono capaci di prendersela ... tra di loro. Per una monetina lanciata in campo, per Maradona, o per altre cazz...(bip) che non meritano nemmeno di essere discusse. E per questi motivi, qualcuno finisce all'ospedale con traumi cranici che dovrebbero invece colpire chi scatena questi eventi e non con calci e pugni, ma con manganellate ben assestate. Certa gente non solo dovrebbe restare lontano dagli stadi, ma dovrebbe marcire in galera, a riflettere quanto è cretino fare a botte sullo stadio. Basta! Ho sprecato già troppe parole sull'argomento.
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