INTER:
E' L'ORA DELLE SCELTE (Giovanni 29/1/2001)Scudetto. Parola pronunciata puntualmente
ogni estate dopo la solita pantagruelica campagna acquisti. Scudetto.
Parola puntualmente cancellata dal lessico del tifoso nerazzurro,
dopo poche giornate di campionato. Scena questa che succede ormai
da troppo tempo. Ogni anno il Titanic-Inter salpa dal porto di
Via Durini tra le feste e gli ori dei suoi passeggeri e ogni
anno naufraga inesorabilmente, portando nel profondo abisso i
sogni di noi sostenitori, veri e propri martiri del calcio italiano.
Noi stanchi di dover ogni anno guardare gli altri dal basso verso
l'alto, stanchi di non vincere niente (una coppa Uefa è
ben poca cosa) continuiamo a seguire la nostra squadra allo stadio
ogni domenica. È per noi che l'Inter deve rialzarsi dal
letargo in cui si trova da ormai più di dieci anni, e
ricominciare a correre per riprendersi quel tricolore che gli
spetta. È per noi che il presidente Moratti deve riportare
l'Inter insieme alle grandi del calcio mondiale. Ma per farlo,
presidente, deve scegliere. Scegliere se affidarsi al caso come
fatto fino ad oggi, puntando solo su dei nomi, che poi non sono
mai stati quelli giusti. Scegliere se affidare la squadra ad
un allenatore per tutta la stagione o solo per qualche giornata.
Scegliere tra collaboratori competenti o tra sanguisughe indifferenti
al fascino dei colori nerazzurri. Scegliere se sia ancora il
caso di ricoprire d'oro calciatori mercenari. Scegliere tra il
comprare cosi, tanto per comprare (vedi Vampeta, Gresko, Keane,
ecc..) o il comprare per vincere. È ora che l'Inter ricominci
da zero, con un progetto preciso, anche se a lungo termine. Non
le chiedo di vincere subito lo scudetto (ahimè che dolore
queste tre sillabe), ma di costruire una squadra, in cui ci sia
almeno qualche "extracomunitario" italiano, una squadra
che nel giro di due-tre anni torni a far paura a tutti.
Caro presidente, lo deve fare, per noi tifosi, che abbiamo il
cuore impolverato e non ci ricordiamo più cosa significhi
vincere.
IL MERCATO DI APRILE (Marco Baldi
1/4/2001) Finalmente
il campionato ha rivisto la luce, era ora. Dopo solo un paio
di settimane dire finalmente potrà sembrare
esagerato, ma basta prendere in mano un quotidiano qualunque,
di un giorno qualunque di questi, per rendersi conto di quanto
il dio pallone sia mancato un po a tutti. Cè
lItalia, daccordo, ma sappiamo tutti molto bene come
non sia proprio la stessa cosa. Tutti i cosiddetti grandi calciatori,
e non solo loro, sono volati verso le loro rispettive nazionali
sparse in giro un po per tutto il mondo, e le squadre,
quelle di vertice in primis, non si sono quasi allenate, e se
lo hanno fatto lo hanno fatto con giocatori nemmeno sufficienti
a formarla, una squadra di calcio. Così, in mancanza di
materiale, si sono buttati fiumi dinchiostro, e di parole,
fate un po voi, si è cercato con forza qualcosa
su cui scrivere, su cui argomentare, per cui vendere, sbizzarrendosi
con particolare insistenza sul calciomercato, che in questo periodo,
si sa, è spesso più caldo addirittura rispetto
al periodo estivo, e che non di rado appassiona i tifosi ben
più delle partite stesse. Si è così seguita
ogni pista, si è dato retta ad ogni soffiata, si è
scandagliata con rapace attenzione ogni singola affermazione,
di giocatori, allenatori, dirigenti o presidenti che siano, cercando
di scovare qualcosa che potesse in un certo qual modo far notizia.
Alcune indiscrezioni appaiono attendibili, o quanto meno possibili,
altre fanno ricordare da vicino il fantacalcio, come i giocatori
fossero quasi semplici figurine da attaccare e staccare a proprio
piacimento. Per elencare tutti i presunti colpi di mercato o
pseudo tali non basterebbe tutto il giornale, ci limiteremo quindi
a segnalare i più chiacchierati e caldeggiati, da tifosi
e giornalisti. Dalle indiscrezioni più diffuse e confermate
emerge un dato su tutti: un probabile semi-smembramento del Parma:
Cannavaro è ormai sicuro di approdare alla Lazio,
lo stesso Buffon è sempre più vicino a Roma,
sponda giallorossa, Thuram è conteso fra la Roma
e le milanesi, Sergio Conceicao ed Amoroso, stufi
di fare panchina con Ulivieri, sembrano entrambi avviati verso
il Milan, Boghossian ha parecchie richieste in patria.
I Tanzi si sono comunque premuniti, bloccando il perugino Mazzantini
ed acquisendo il cartellino del danese del Verona Laursen.
Dalla Lazio, nellambito delloperazione Cannavaro,
dovrebbero poi arrivare Negro e Baronio. Altro
obiettivo degli emiliani è Simone Inzaghi, conteso
dalla Fiorentina. Anche la Roma non sta però a guardare:
dopo Cassano, Sensi ha concluso lacquisto di Mexes,
diciottenne promettentissimo difensore centrale dellAuxerre,
e, nel caso non arrivasse Buffon, ha già un accordo
con la Fiorentina per Toldo. Arriverà poi uno fra
Viduka, Lucarelli e Rossini, per fare da
riserva a Batistuta. Montella rimarrà, mentre unica
cessione di rilievo in casa giallorossa sarà quella di
Nakata al Parma, indipendentemente dallaffare Buffon.
Più di una al contrario le partenze in casa Lazio: Veron,
in rotta con la società per la questione passaporti, sarà
ceduto in Spagna, Real Madrid in pole position per lui; Salas
era già stato ceduto al Chelsea, il giocatore ha rifiutato
la destinazione, ma partirà comunque verso altri lidi;
Nedved è tentato dal Manchester, ma difficilmente
andrà via; continuano poi le pressanti richieste dellInter
per Nesta, ma Cragnotti non pare intenzionato a far partire
il forte difensore. Colpo laziale dellanno potrebbe essere
lattaccante del Liverpool Owen, anche se la squadra
sembra aver più bisogno di rinforzi nel settore difensivo.
Ufficializzato intanto il trasferimento a Barcellona del gioiellino
del Boca Juniors Riquelme: il giovane argentino gioca
nello stesso ruolo di Rivaldo, la cui partenza è
ormai sempre più certa; destinazione più probabile
il Milan di Berlusconi, che per lui farebbe follie. Alternativa
al brasiliano per la società rossonera il tedesco Deisler
dellHertha Berlino, ma cè da battere la forte
concorrenza del Bayern Monaco. Campagna come al solito votata
al risparmio invece per la Juventus; unico obiettivo certo dei
bianconeri, nonostante le rituali smentite di Moggi, è
largentino Kily Gonzalez del Valencia, inseguito
anche da Roma ed Inter. Si prospetta poi un clamoroso scambio
di centravanti proprio con la società nerazzurra: Filippo
Inzaghi dovrebbe accasarsi a Milano, con conseguente avvento
a Torino di Christian Vieri, già stufo dellInter.
Capitolo allenatori. Tardelli rimarrà allInter
anche la prossima stagione solo in caso di qualificazione alla
Champions League, altrimenti via libera a Zaccheroni,
od in alternativa a Cuper, che appare però sempre
più vicino al Barcellona. Stessa situazione in casa Milan:
se la squadra rossonera fallirà lEuropa, via la
strana coppia Maldini-Tassotti e panchina a Terim.
Mancini rimarrà alla Fiorentina, indipendentemente
dallesito di questa stagione, mentre non dovrebbero esserci
dubbi sulla conferma di Ulivieri se il Parma continuerà
con questi ritmi. Situazione invece confusa nella Lazio: Cragnotti
vorrebbe confermare Zoff, tentato però dalla prospettiva
di diventare presidente federale; in questo caso via libera a
Lippi, già contattato da tempo. Intanto potrebbe
ritornare in auge Zeman, cercato da Vicenza, Brescia e
Salernitana.
CHIESA E MANCINI AFFOSSANO LA
ROMA E RIAPRONO IL CAMPIONATO (Emiliano Tolfa 10/4/2001) Nelle ultime settimane a Roma
era sempre più di moda il ritornello musicale: cos'è
successo al ampionato...Batistuta l'ha ammazzato...
Ieri, nell'odissea che avrebbe portato la Roma ad impattare al
"Franchi", tutti i tifosi giallorossi erano convinti
di aver già strappato dal petto degli "odiati"
cugini biancocelesti lo scudetto e di aver in qualche modo allontanato
in maniera definitiva l'altra nemica di sempre: la Juve....
Ma il ritorno a casa per i circa diecimila coraggiosi che dal
mattino avevano preso a viaggiare in direzione di Firenze non
sarà stato sicuramente di più felici.
I ricordi saranno sicuramente volati al finale degli ultimi due
campionati vinti da squadre in rimonta (Milan, Lazio) e in qualche
modo alle polemiche che hanno caratterizzato questo campionato:
passaporti, calcio scommesse, doping etc..., che a detta del
presidente Sensi condizioneranno il futuro cammino della sua
squadra.
Ma dobbiamo dire ad onor del vero che la partita avrebbe sicuramente
dovuto avere un esito diverso, la formazione capitolina avrebbe
meritato almeno il pareggio anche se la partita giocata dai viola
è stata senza ombra di dubbio la migliore dell'era Mancini.
Ebbene sì, proprio lui, l'artefice dei successi degl'ultimi
anni della Lazio è stato il mattatore della capolista
costringendola ad uno stop inaspettato.
Ma se Mancini è stato la mente della vittoria dei viola,
colui che l'ha resa possibile ha un nome ed un cognome ben preciso:
Enrico Chiesa, autore di una splendida doppietta e di ottime
giocate che hanno più volte messo alla corda i difensori
della squadra di Capello.
Per non dimenticare poi il ritorno per la prima volta da ex all'Artemio
Franchi del bomber di Reconquista: Gabriel Omar Batistuta.
La sua non è stata sicuramente una grande partita anzi
tutt'altro, ma si sapeva fin dall'inizio che sarebbe stata una
giornata particolare per il cannoniere argentino.
Durante tutta la partita è sembrato fuori dal gioco, sembrava
l'uomo in più di una fiorentina tonica e gagliarda, in
alcune circostanze è sembrato addirittura che non volesse
tirare in porta e poi, statistiche alla mano, ha commesso più
falli di quanti non ne avesse subiti, insomma quasi un difensore
aggiunto per la formazione gigliata.
Comunque la prova offerta dalla capolista non è stata
affatto delle migliori, soprattutto la difesa ha subito la velocità
di un Chiesa micidiale e i tagli di un Rui Costa che sostituiva
uno spento Cafù nei panni di extraterrestre, da segnalare
inoltre la prova opaca del "pupone" Totti che forse
dovrebbe pensare più a giocare che a lamentarsi con gli
arbitri e le mediocri prestazioni di Zebina, Rinaldi, Tommasi
e soprattutto Cafù che ha subito in maniera quasi irrisoria
il giovane laterale sinistro Moretti. Appena sufficenti le prove
degl'altri giallorossi in campo con un Emerson che si conferma
ancora una volta realizzatore da trasferta.
La Fiorentina invece esce da questa partita con alcune certezze
in più e con delle piacevoli novità.
Che Toldo, Chiesa e Rui Costa siano i pilastri di questa formazione
non vi erano dubbi ma se a questi si aggiungono delle gente come
Lassisi, Amoroso e il sorprendente fluidificante di sinistra
Moretti (per altro tifosissimo della Lazio) per nulla intimorito
dall'avversario di turno, un certo Cafù; si potrà
certamente capire come si sia arrivati a questo risultato.
Sicuramente la partita di ieri avrà fatto sorridere le
altra due pretendenti che avranno passato uno strano Lunedì,
davanti al televisore con un solo pensiero nella testa: tifare
Fiorentina.
Ancelotti dovrà quindi ringraziare il suo ex allievo Chiesa
se ha ripreso nuovamente a credere nello scudetto, visto che
la Roma fino a ieri sembrava davvero inarrestabile.
Ma anche noi dobbiamo ringraziare l'Enrico nazionale se da oggi
in poi potremmo riprendere a parlare di classifica.
Grazie Mancio, grazie Viola.
MILAN: IL BUIO OLTRE LA SIEPE
(Andrea Morlacchini 10/4/2001) Anche
la stagione 2000-01 sta volgendo al termine; i tifosi rossoneri,
sfiniti da una serie infinita di opache prestazioni (solo parzialmente
lenita dal clamoroso successo nel derby), non possone che sperare
in un futuro piu' roseo, sulla scorta dei proclami pre-elezioni
del presidente Berlusconi.
Poi succede che dopo il fatidico 13 Maggio, i nomi dei campioni
in precedenza sventolati (Rivaldo, Rui Costa, Thuram ecc.), vengono
sostituiti da quelli di onesti operai del pallone (Javi Moreno),
che certamente poco si addicono ad una squadra che voglia seriamente
inaugurare un lungo ciclo vincente.
Si sentono poi giustificazioni (?) al limite dell'assurdo, come
quella del vicepresidente rossonero Galliani, il quale dichiara
che Rui Costa non serve al Milan perche' incompatibile con Serginho:
probabilmente allora, neanche Maradona sarebbe servito al Napoli,
visto che gia' aveva in squadra un fuoriclasse come Renica...
I tifosi rossoneri stanno ora meditando di non rinnovare l'abbonamento
allo stadio per la prossima stagione, anche se il sopracitato
dott. Galliani se ne potra' infischiare, forte comunque degli
ingenti incassi derivanti dai diritti delle pay tv.
E' evidente che lo strappo c'e', e va ricucito al piu' presto:
in un mondo gia' afflitto da mille problemi com'e' quello del
pallone, l'ultima cosa di cui si sente il bisogno, e' quella
di una fuorviante ed offensiva (per chi vive di calcio), propaganda
elettorale.
PIOGGIA? NO, BUFERA: LAZIO-PARMA
SOSPESA (Marco Baldi 10/4/2001) Lazio Parma, sospesa dallarbitro
Braschi per un nubifragio abbattutosi sullOlimpico, rappresenta
senza dubbio un caso isolato per il calcio italiano, ma è
comunque inevitabile un ricorso con la mente ad un altro famigerato
match dei nostri tempi, che nominare ci sembra sinceramente superfluo.
Quella partita decise le sorti di un campionato di calcio (o
forse di pallanuoto), e, sotto la direzione di gara di Collina,
si giocò lo stesso, nonostante le intemperanze della natura
non sembravano amare molto il prato del Curi. Ora la domanda
apparirà scontata, ma ce la poniamo la stesso: perché
quella no e questa si? Mah
Perugia- Juve era un partita
a sé, difficilmente paragonabile ad altre, giostrata e
regolata da un destino beffardo, si è detto e ripetuto:
ultima giornata di campionato, fondamentale nellassegnazione
di uno scudetto, giocata in contemporanea con tante altre, sicché
un suo eventuale rinvio avrebbe di fatto falsato il campionato
(come se poi la sospensione di settantaquattro (74) minuti non
abbia ottenuto lo stesso risultato). Piovono comunque a mò
di diluvio (tanto per restare in tema) proteste di parte bianconera,
lacqua di Roma è forse di versa da quella di Perugia?,
ironizzano Moggi e tanti altri, poco inclini ed abituati, bisognerebbe
ammetterlo, ad ingiustizie e stranezze varie. Difficile dare
loro torto. I laziali ribattono con il teorema fondamentale del
calcio italico, ossia: la Juve ha rubato negli ultimi trentanni,
almeno adesso stia zitta. E ci scuserete ma non riusciamo a dare
torto neanche a loro. Ormai comunque è inutile continuare
ad accapigliarsi, quel che è fatto è fatto, ma
concorderete con noi nel dire che ci troviamo di fronte ad un
fatto quantomeno singolare, forse paradossale, che ripropone
lesigenza di regole più chiare e precise nel nostro
calcio, e non solo nel nostro, che sicuramente non fermeranno
le polemiche, per la gioia di tanti, ma probabilmente le attenueranno
e ci faranno finalmente capire che nella vita ci sono cose ben
più importanti di una partita di calcio.
IL
PUNTO SULLA 29^ GIORNATA DI SERIE A (Emiliano Baldetti 6/5/2001)
In
attesa di vedere cosa ci regalerà la scintillante sfida
del "delle Alpi" tra la Roma capolista e la sua eterna
rivale Juventus (2-2 n.d.r.), diamo uno sguardo alle partite
che hanno caratterizzato la 29° giornata del massimo campionato
italiano.
La partita che richiamava l'attenzione di molti tifosi era il
facilissimo match tra Lazio e Bari. Quest'ultimo si presentava
all'Olimpico con un nuovo allenatore e con la quasi certezza
di essere retrocesso in serie B. Bastano 2 tiri dalla distanza
di Veron e con la complicità del giovane e sfortunato
portiere barese la pratica è archiviata portando così
la squadra di Zoff a 59 punti. Sorprendente è stato il
risultato allo Stadio "Curi" di Perugia dove il Milan
non riesce a superare la squadra di Cosmi, perdendo per 2 a 1.
Questo risultato riduce ad un barlume le speranze rossonere di
conquistare il quarto posto , accedendo così alla Champions
League. Sull' altro fronte milanese invece, ottima prova casalinga
dell' Inter grazie ad un roboante Vieri che riesce a mettere
ko in 10 minuti una Atalanta venuta a Milano per strappare un
punto utile per la volata Uefa. La squadra nero-azzurra continua
così la sua rincorsa al Parma. Per quest'ultimo oggi è
stato tutto facilissimo, davanti si trovava un Napoli rinunciatario
sin dal primo minuto. Così non è stato difficile
mettere il pallone per ben 4 volte alle spalle del povero portiere
partenopeo. Delude la Fiorentina che dopo aver perso a Verona
per 2 a 1 vede allontanarsi la zona Uefa. Infine vittoria scaccia
guai per il Vicenza sulla Reggina che vede sempre più
possibile una ipotetica salvezza. Negli anticipi giocati Sabato
il Bologna viene bloccato in casa dall' Udinese pareggiano per
1-1, e invece a Lecce assistiamo al ROBERTO BAGGIO SHOW che con
3 gol di cui uno da cineteca direttamente dalla bandierina del
calcio d'angolo porta il suo Brescia in piena zona salvezza.
Il Divin codino lancia un chiaro segnale a tutti coloro lo avevano
dato per finito e all'attuale ct della Nazionale Giovanni Trapattoni.
E' di Roby Baggio il gol più bello della 29° giornata........Continua
così !!!!!!!
INTER
- LAZIO 1-1 CHE BRUTTO ESSERE TIFOSI (Emiliano Tolfa 30/5/2001)
Sembrava fatta,
al novantaduesimo la Lazio era a meno tre dalla Roma ed ad un
passo dal coronare una lunga rincorsa; la mia Lazio, che per
un'intera stagione aveva arrancato e si era affannata nell'inseguimento
di una Roma veramente irresistibile era riuscita in un'impresa
a dir poco clamorosa.
In tutti quei lunghissimi novantadue minuti, mai avrei pensato
ad un epilogo così amaro.
A Roma la città sembrava caduta nel silenzio totale: i
romanisti allo stadio non volevano credere ai loro occhi, mentre
i laziali restavano increduli davanti a quello che neanche il
più ottimista dei tifosi biancocelesti avrebbe mai pensato
di ripetere, il sorpasso al fotofinish.
Io, al lavoro, mi dividevo tra la sala "giallorosa",
dove il televisore mostrava le immagini della partita e il mio
rifugio "biancoceleste" munito semplicemente di una
radio, la mia sciarpetta e della mia immancabile fede.
Per tutta la durata dei due incontri camminavo avanti e indietro
per i corridoi del palazzo, pensavo, facevo calcoli sulla classifica,
a come quella che sembrava una stagione disastrosa potesse diventare
improvvisamente una stupenda favola.
La radio mi incoraggiava sempre di più, a Bari sul neutro
del San Nicola la mia squadra stava dominando, le azioni da goal
si susseguivano, sembrava imminente la capitolazione della formazione
nerazzurra, ma il buon Marco (Ballotta) che per alcuni anni aveva
difeso la porta delle "aquile" sembrava non volerne
sapere di alimentare le mie speranze.
Più lo aspettavo e più questo maledettissimo goal
non arrivava, fin quando sull'ennesimo calcio d'angolo Veron
pennellava un pallone perfetto sulla testa di Crespo che puntualmente
segnava.
Tutto mi pareva così incredibile, ripercorrere le stesse
tappe scudetto dell'anno precedente anche perché intanto
a Roma, il Milan sul finire del primo tempo, passava in vantaggio
con uno stupendo goal di Coco.
E allora che pensare se non che i miracoli avvengono davvero,
che l'importante è crederci e non darsi mai per vinti
ma anzi lottare fino alla fine e poi si verrà ripagati.
Con queste convinzioni mi apprestavo a seguire il secondo tempo
che credevo potesse essere la mia rivincita personale ad un anno
di sfotto da parte dei "cari" cugini giallorossi.
Ma il mio dramma stava appena per iniziare, perché nel
secondo tempo l'arbitro Cesari colto da un raptus improvviso
espelleva ingiustamente Kaladze insieme al colpevole Candela,
reo di aver colpito il georgiano con un gomitata al naso.
Da li a poco la Roma pareggiava con il solito, straordinario
Montella autore di un goal da fantascienza.
Ora i punti di distacco erano tre, ma a Bari la Lazio diminuiva
di intensità e la partita sembrava trascinarsi lentamente
verso la fine mentre all'Olimpico l'onnipresente Cesari estraeva
il terzo rosso della gara a scapito di un Serginho stupefatto,
dando così nuova linfa ad una Roma che stava crescendo
sempre di più.
I sostenitori giallorossi aspettavano trepidanti il goal della
sicurezza ma questi non arrivava anzi ne arrivava uno che forse
era ancora più importante perché permetteva alla
squadra giallorosa di prendere due piccioni con una fava.
Infatti al San Nicola arrivava il goal del francesino Dalmat
(unico insieme a Vieri a salvarsi nella nerissima stagione dell'Inter)
che aveva su di me e credo anche su tutti gli altri tifosi della
Lazio un effetto devastante.
Forse non saprò mai come ci si senta a venir centrati
da un treno ad alta velocità ma il mio umore ne sono sicuro
ha subito lo stesso effetto.
Non volevo crederci, a partita ormai finita, su una punizione
che non avrebbe dovuto creare notevoli danni se non un po' di
batticuore, scaturiva il goal del pareggio e rovinava quello
che di bello avevamo sognato per novantadue minuti.
In quel momento, a mezz'ora dalla fine del mio turno, chiusi
tutto e mi rifiutai di lavorare, aspettando solo che arrivasse
il momento di andare a casa, dove anche se solo fino al giorno
successivo sarei potuto rimanere "tranquillo".
Ma nella mia mente già sapevo cosa mi avrebbe riservato
il giorno seguente, la preda più facile per gli sfotto
preparati dai miei amici, ormai sicuri di avere le mani sul tricolore
e soprattutto di averlo scucito dalle maglie dei loro "odiati"
cugini.
Spesso ti accorgi di quanto possa essere spietato questo gioco,
un minuto prima festeggi e un minuto dopo se lì a recriminare
sulle occasioni buttate al vento.
Questa insieme alla finale di coppa Uefa persa per 3 a 0 con
l'Inter e allo scudetto regalato al Milan sono i ricordi più
amari che la mia giovane mente di tifoso della Lazio ricordi.
Ma sicuramente domandando a qualcuno più grande di me,
potrei notare come questi 3 eventi sono nulla in confronto alle
umiliazioni patite per le tante retrocessioni, le penalizzazioni
del calcio scommesse e via dicendo
.
Pensando a tutte queste cose e al fatto che finché la
matematica non ci condannerà non si è perso nulla,
mi sono ritrovato a parlare nuovamente di scudetto
.forse
solo perché mi rifiuto di vedere la Roma campione d'Italia.
Ma credo che il bello del calcio sia proprio questo, quest'alternanza
di sentimenti che secondo me solo uno sport così può
regalare anche se certe volte il "mestiere" del tifoso
è forse uno dei più brutti.
MUGUGNO SAMPDORIANO (Funnyball
18/7/2001) Mugugno
come lamento. Piccolo sfogo genovese. Abbiate la compiacenza
di ascoltare e di raccogliere questo invito rivolto a ricchi
imprenditori liguri. Domanda: "E'possibile che non esista
nessuno con un discreto numero di "palanche" in grado
di offrire solidarietà ad una realtà calcistica
in continua decadenza?". Domanda n°2: "E' possibile
che una società dal passato prossimo vincente giochi nel
campionato cadetto senza neanche un presidente?". Domande
lecite per chi ha vissuto momenti magici e per chi non ha ancora
disfatto le valigie e non ha ancora annullato la vacanza premio
in Europa. Non voglio apparire come nostalgico ma neppure come
rassegnato. Soprattutto vedendo una città in continuo
movimento desiderosa di gioie domenicali e ansiosa di contribuire
a riportare il suo nome nella massima serie. Questo nome (Sampdoria
n.d.r.) è in vendita e costa come un mediocre terzino
di A. La cosa incredibile non sta nel prezzo ma nell'inspiegabile
disinteressamento generale (media in particolare). Nessuno ne
parla e nessuno risponde. Benestanti blucerchiati: aiutate a
non far cadere nel baratro quel gioiello creato e cresciuto grazie
a Paolo Mantovani. Smentiamo una volta tanto la nomea del genovese
tirchio e tiriamo fuori il portafoglio. L'idea di alcuni sostenitori
è di fare una colletta
Fate voi!! |