Lunedì 7 aprile
2003
Parma-Milan 1-0 (Adriano,77')
Juventus 60, Inter 54,
Milan 52.
Doveva essere la partita
da vincere assolutamente, nella quale non si poteva sbagliare,
e si doveva tirare fuori la grinta giusta per mantenere ancora
viva la speranza di recuperare la Juventus più che mai
in fuga, e invece è stata solo una grande delusione.
Forse è giunto il momento di dare l'addio allo scudetto,
che dopo la partita di Parma dista di otto punti: un'infinità
a sette giornate dalla fine del campionato.
Certo non si può dire con certezza matematica che i rossoneri
siano tagliati fuori dalla lotta per il tricolore, ma a questo
punto diventa davvero difficile rimettersi in gara.
Dunque la Champions League rimane l'unico obiettivo importante
da seguire per non fallire in questa stagione dove il Milan era
la favorita numero uno sia sul campo italiano che su quello europeo.
E' stato un gol di Adriano
(c'è anche un po' di Inter in questa brutta serata rossonera)
a decidere il match di Sabato sera.
Il brasiliano è stato abile a deviare di tacco alle spalle
di Dida un cross dalla sinistra di Mutu dopo 77' di intenso gioco,
durante i quali il Milan non è stato di certo a guardare
gli avversari giocare: almeno due grandi occasioni sprecate da
Inzaghi, davvero molto sfortunato, e una spettacolare traversa
di Seedorf.
Ovviamente non mancano le polemiche, partite da Galliani che
denuncia gli eccessivi episodi penalizzanti nei confronti del
Milan.
In effetti ci si è sempre lamentati dei rigori concessi
gentilmente ai rossoneri, ma raramente soffermati sugli ormai
sei gol annullati per presunti fuorigioco.
L'ultimo contro il Parma proprio era valido, e poteva essere
estremamente importante.
"In caso di dubbio niente bandierina" continuano a
ripetere agli assistenti di linea prima delle partite, ai sensi
del regolamento Uefa che ordina: "In doubt no flag".
Se c'è una squadra che può sentirsi penalizzata
da questa regola, è proprio il Milan: nessun'altra squadra
ha giocatori più propensi a schemi sul filo del fuorigioco.
Ma al di là degli episodi favorevoli o sfavorevoli che
possono aver influenzato (seppur non significativamente) questa
stagione, dal punto di vista dell'organico, il Milan non ha scuse.
Nesta, Rivaldo, Rui Costa, Seedorf, Shevcenko, Inzaghi, sono
elementi di prestigio mondiale, ci si chiede quindi il perché
di questo fallimento.
Cattiva gestione?
In questo caso Ancelotti sarebbe il principale indiziato, e non
è nascosto che la sua sorte sia come quella di Cuper:
vincere o lasciare.
Tuttavia Ancelotti non sembra ancora arreso: "Abbiamo perso
una partita che non meritavamo di perdere, siamo stati molto
penalizzati e non solo questa sera.
Non dobbiamo arrenderci, ma crederci fino alla fine".
Il Mister rossonero dunque non si dà per vinto e vuole
caricare gli animi per la partita di Martedì contro l'Ajax.
Alla luce del risultato di Sabato, è facilmente immaginabile
la determinatezza con la quale il Milan disputerà questa
sfida, ormai un classico in ambito europeo. |