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LE REGOLE CI SONO GIA' MA NESSUNO LE OSSERVA
On. Alberto Gagliardi (8/7/2000)

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Alleati-nemici, indecisi a tutto, tranne che su ciò che a loro interessa. Questa è l'opinione corrente sui governi italiani, sempre frutti di compromessi, sempre pronti ad accontentare tutti pur di evitare scontri frontali. Forse l'opinione pubblica più diffusa vorrebbe un governo simile a un poderoso aereo che decolla deciso verso la sua méta, naviga senza spaventarsi per il "furiar dei venti" e puntualmente arriva al previsto atterraggio. Ma nemmeno per sogno. I nostri governi, sia del vecchio centro-sinistra della prima Repubblica, sia del nuovo centro-sinistra, sembrano delle mongolfiere. Prima una grande rissa per salirvi e molti di quelli che vi riescono, spesso, più che esperti e validi navigatori, sono solo zavorra, poi, appena saliti nel cielo del comando, ecco che ogni brezza fa cambiare direzione con una indecisione di rotta che a volte spaventa.
Per far partire la mongolfiera, prima difficili trattative per la distribuzione degli incarichi ministeriali, poi la rissa per le presidenze delle commissioni, con scontri, minacce, imboscate, disallineamenti e riallineamenti nei programmi di spesa, fino ai nodi importantissimi, cruciali per il "quieto" vivere governativo, costituito dalle presidenze delle aziende statali e degli enti pubblici, con i relativi consigli di amministrazione. Insomma, una cagnara in cui i cani grossi abbaiano forte e quelli piccoli ancora più forte per far sentire che esistono e che possono essere determinanti perché le astuzie del velleitarismo riescono a creare uno scompiglio anche esiziale. Insomma, la regola per allestire questo equipaggio non sembra data dal programma di rotta che dovrebbe fissare il comandante, ma dal disordine e dalla casualità che al momento scaturisce dalla forza di pressione, anche se le nostre regole costituzionali dicono che il presidente incaricato sceglie con piena autonomia i membri del suo governo. Norma sempre disattesa. Si è tentato di fare il bipolarismo come se dovessero crearsi solo due partiti: uno che governa e uno che vi si oppone, invece ce ne troviamo 46. Ora si vuole fare la riforma elettorale, illudendo la gente, ancora una volta, che finalmente i mali italiani da rissosa spartizione finiranno. Non ne siamo convinti. Non sono le regole che vanno cambiate, quelle valide già ci sono e dovrebbero essere osservate, ma va cambiato profondamente, psicologicamente il modo reale di fare politica.
E' inutile, quindi, che Veltroni voglia far apparire come scopo primario del governo Amato la riforma elettorale. La gente non ci crede perché sa che l'unico vero fine è la finanziaria, quel programma che permette alla sinistra il governo economico del Paese per l'anno prossimo, indipendentemente da eventuali sconfitte elettorali. Insomma, in questo momento, il vero partito al governo è quello della spesa per il quale le tasse non bastano mai.

Cordialmente.