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PRESIDENZIALISMO E CONCRETEZZA
di Giglio Rossi (22/6/2000)

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Dopo il Congresso di Livorno che nel 1921 divise l'originario socialismo italiano, la sinistra si è sempre ritrovata con più uomini di contemporanea leadership. Da profonde spaccature, ogni tanto, sorgeva una effimera unione che immediatamente si guastava perchè i capi erano diversi tra loro e nessuno aveva l'egemonia della sinistra. La storia continua e ancora c' è questa affannosa ricerca del capo.
Oggi, invece, il Polo, piaccia o non piaccia, ha un capo, ha un leader che tiene salde le redini della sua coalizione, anche se spesso essa è scalpitante.
Questa situazione è apprezzata dalla gente perchè le repubbliche parlamentari sono in declino ovunque e in fondo gli elettori, quelli che restano tali, aspirano tendenzialmente a una repubblica presidenziale. Questa non è da confondere con un regime autoritario, ma è certo che l'italiano si attende un pò più di decisione nella gestione dello Stato.
Un'altra attesa diffusa è una maggiore concretezza nei problemi quotidiani.
Tempo fa il senatore Valiani, a una domanda rivoltagli, ha risposto:"...la sinistra continua a sbagliare dal '45. Dovrebbe mettersi dal punto di vista del verduraio e invece filosofeggia...Per capire come si migliorano le condizioni di vita di una persona qualunque come un verduraio, avrebbe dovuto ragionare come uno che ha il banchetto della frutta e verdura, invece ha continuato a ragionare ideologicamente, per slogan. Quindi ha continuato a ripetere che le ragioni della classe operaia sono diverse da quelle della classe media, e non è vero. Che il benessere collettivo è più importante e viene prima dell'interesse dei singoli, e non è vero. Che l'uguaglianza è un obiettivo raggiungibile con un rivolgimento, e non è vero...La classe operaia, oggi in Italia, ha gli stessi desideri e aspirazioni della classe media: la casa, la macchina, un lavoro per i figli. Non esiste interesse della classe operaia diverso da quello della borghesia...Berlusconi l'ha capito..."