Politica

QUANDO PER FARE SATIRA BASTA DIRE LA VERITA'
di Fulvio (4/3/2002)

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Per caso ho visto che nel programma della Gialappa's l'altra settimana, in combutta con Antonio Albanese, si prendeva in giro il nano pelato. E se la trasmissione che praticamente costituisce la cultura giovanile comune al momento dice certe cose, forse non tutto è perduto. Il triste è che non si tratta di satira, ma di semplice verità. Un po' come il buon Marco Travaglio, quando è andato da Luttazzi con prove palesi sulla corruzione di quel tipo che ci governa ( a proposito... Luttazzi l'hanno inserito in una lista di proscrizione, vero? Spero che possa lo stesso campare con il teatro, visto che oramai è inviso al regime ). Ma no, ma no, possibile che ce l'abbiate tutti con lui? La manifestazione di oggi ( 2 marzo ) a Roma è solo spinta da un odio verso il Silvio, da una pura e semplice demonizzazione degli avversari. Così ha detto il fido "saluta Emilio!" Fede. Tranquillo, Emilietto. Noi non odiamo il tuo paparino, anzi, dobbiamo solo ringraziarlo. Non credo che mi sarei interessato di politica se non avessi avuto un così ovvio nemico. Pare che sia così anche per tanti miei coetanei ( i cosiddetti "giovani", oppure la "generazione invisibile", insomma quella gente lì ). Il segno tangibile sono la manifestazione di oggi e le altre che l'hanno preceduta. Al di là delle idee politiche, basta il buonsenso a farci partecipare, almeno idealmente, ad esse. Credo che neanche il regime fascista, pur basato su demagogia pura, avesse delle contraddizioni evidenti come quelle del berlusconismo. Per ridere non serve Zelig, basta guardare Emilio Fede. La controindicazione è che ti rimane anche una specie di groppo alla gola.... basta espedienti retorici, cerchiamo di arrivare al punto. Tanto è probabile che se siete su internet a leggere la Gazzetta dei Principianti la pensiate come me... wow, siamo all'evoluzione del linguaggio: se state leggendo qui probabilmente è perchè pensate. E basta. Il mio vuole solo essere un commento alle immagini sulla manifestazione "a caldo", senza grosse pretese perchè sono solo un diciannovenne incoerente che ascolta gli Oysterhead invece di Ramazzotti ( ma questa è un'altra storia, e si dovrà raccontare un'altra volta ).
Mi sono sciroppato lo speciale di rai 3, seguendo per bene i discorsi di Fassino e di Rutelli. Del primo ho una certa stima, del secondo molto meno, soprattutto dopo averlo visto a "Sciuscià" che parlava esattamente come il berlusca ( soprattutto quanto a densità di concetti praticamente nulla ). Quello che mi è piaciuto fin dall'inizio delle proteste anti-governo era l'assenza di un'ideologia politica. Ho seguito con molto sospetto il discorso del bel Francesco, ricordando un passo della "Fattoria degli Animali" di Orwell. Alla fine della rivoluzione, i maiali che hanno preso il potere sono indistinguibili dagli uomini. Non è che riusciremo a scacciare quello pelato per ritrovarci al potere un suo sosia coi capelli? Spero di no, di essere solo preda del sospetto.
Dopo lo special sulla rai, vediamo un po' cosa dice l'Emilietto nazionale... le immagini trasmesse ti lasciano solo due alternative: a) chi ha montato il servizio è un completo incompetente ( ipotesi già triste di suo ); b) le immagini sono montate per mostrare qualcosa di diverso dalla realtà. Perchè quando Fede parla del numero dei partecipanti si vede una via in cui ci sono quattro gatti, mentre la totalità delle immagini della rai mostra una grande folla? Perchè la telecamera indugia per tre quarti del servizio sullo stesso gruppo di "scaldati" che gridano e agitano le bandiere rosse, li riprende da più angolazioni, mentre a quanto pare il grosso delle persone era tranquillo? Probabilmente quelli che leggono qui simpatizzano per gli "scaldati", io per primo, ma se mio nonno avesse visto quelle immagini avrebbe dedotto che era un corteo di violenti, di anarchici, di ( ...aaah! ) comunisti. E mio nonno era partigiano, però come tanti altri è preda facile della televisione. Dovremmo trovare un modo per difenderci da questo mostro terribile. Chiudo qui, scusate l'incoerenza.