Politica

LA GUERRA E' APERTA
di Marco Bordin (23/3/2001)

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Manca un mese e mezzo all'election day del 13 Maggio e la volata,partita già da diverse settimane ,tra le due coalizioni candidate alla guida del paese è ormai lanciata. Si dice che in amore e in guerra tutto sia permesso e alla luce di quanto sta accadendo mi permetterei di aggiungere che anche in campagna elettorale vige lo stesso criterio.Il povero Presidente Ciampi dal suo viaggio sud-americano si vede costretto ancora una volta a richiamare
all'ordine i due contendenti e le rispettive squadre,nella speranza purtroppo senza seguito che la competizione per la conquista del parlamento sia un momento di fruttuoso,duro,ma corretto confronto sulle idee,sui programmi e sugli uomini presentati al paese,tralasciando la denigrazione dell'avversario e delle altrui idee,facendo leva sulle proprie risorse e capacità,sui risultati conseguiti da chi ha governato negli ultimi tre governi,ma anche sugli obbiettivi che tali governi non hanno raggiunto. Sarà fondamentale,in questa battaglia di consensi,fare della chiarezza e della capacità di autocritica elementi centrali attorno al quale far ruotare il dibattito,il paese ha bisogno di idee chiare presentate da uomini,siano essi politici navigati o personalità tecniche,che sappiano spiegarle in modo da poter raggiungere il pubblico più ampio possibile il quale potrà naturalmente condividerle o meno,contribuendo in questo modo ad allargare l'attenzione sulla vita politica perchè essa possa costituire un mondo a cui il cittadino sente il bisogno di prestare attenzione e non come un'entità lontana che agisce sulla nostra quotidianità come un fardello. Nel momento in cui gli italiani compiranno la loro scelta,delegheranno alla coalizione
vincente la facoltà di mettere in atto quanto precedentemente proposto,con impegno e decisione senza tuttavia trascurare il ruolo di quanti siederanno sui banchi dell'opposizione in quanto essi rappresenteranno comunque una
parte rilevante del paese nei confronti della quale portare rispetto,questo atteggiamento di collaborazione non dovrà essere estremizzato,correndo così il rischio di paralizzare l'attività delle camere per poi correre ai ripari
a pochi mesi dalle elezioni successive o ricorrendo all'abusato strumento del referendum nei confronti del quale gli italiani manifestano un costante disinteresse derivante anche dall'insensato quorum,il quale permette a tutti
i contrari al quesito di poter sfruttare anche una percentuale di astensioni oscillante attorno al 30%,nei confronti del quale si era parlato di abolizione,dispersa poi chissà dove nel mare delle proposte estemporanee.