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IL CENTRO POLITICO
di Giglio Rossi (8/7/2000)

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E' innegabile che Forza Italia sia oggi la vera erede del centrismo DC. Un centrismo come era stato ideato e vissuto da De Gasperi sulla base dell'osservazione storica del Centrismo tedesco, un partito cattolico risalente al 1870. Infatti, dopo la morte di Bismarck, il centro cristiano continuò un riformismo che ha influenzato tutto il mondo sociale moderno. La legislazione stimolata all'epoca in Germania riguardava le assicurazioni sociali per i lavoratori, la costituzione di una apposita magistratura del lavoro, creò forme di sindacalismo e di associazionismo tra artigiani. Ma anche in altri settori il "Zentrum" elaborò movimenti e opinione pubblica. Si occupò di difesa della famiglia, della scuola e della partecipazione dei genitori a questa, il tutto alla luce dei valori del cattolicesimo. Il "Zentrum" era tale perché collocato tra il marxismo da un lato e i gruppi veramente conservatori dall'altro, quali erano i latifondisti di matrice nobiliare. Il "Zentrum" non difese solo la piccola e media borghesia ma, in una visione interclassista, si interessò dei problemi generali nell'ottica del bene comune. Dopo la prima guerra mondiale la stretta tra una sinistra sempre più rivoluzionaria e un ambiente sempre più conservatore continuò in maniera pressante fino all'avvento del nazismo che fu facilitato nella sua ascesa dalla sconfitta elettorale del Centro.
Il Centro tedesco, in definitiva, è stato un partito decisamente progressista nel periodo tra la fine dell'800 e la prima parte del '900. Parimenti è stato un partito universalmente riconosciuto progressista quello liberale nella stessa epoca. Ecco quindi che la definizione di sinistra italiana progressista e destra conservatrice così radicata nella mentalità di chi frequenta le sezioni del DS, non ha senso. Sinistra e destra sono solo una ubicazione in parlamento, cioè dove si siedono i parlamentari nell'emiciclo rispetto al Presidente dell'aula. I progressisti e i conservatori si vedono dai fatti e non dai banchi in cui siedono.
Il centrismo ideologico di De Gasperi fu combattuto all'interno della stessa Dc dai dossettiani che vedevano nel grande statista trentino una matrice liberale per nulla gradita. Dossetti non nascondeva la sua aspirazione a un controllo statale dell'economia e se non militava direttamente nelle fila del PCI era solo per il problema religioso. L'anticlericalismo comunista era l'unico motivo di divergenza. Problema che oggi è vivo in molti personaggi di spicco del PPI tra i quali emerge la Rosy Bindi per il suo fondamentalismo. Dossetti nel corso di due suoi famosi interventi sostenne che il modello sociale e internazionale più conforme alla sua visione del mondo era quello sovietico e sostenne che la forma di organizzazione e mentalità partitica più apprezzabile in Italia era quella del PCI. I fatti hanno dimostrato che Dossetti aveva torto e che Sturzo, con De Gasperi, avevano ragione e ora Forza Italia ha raccolto questa posizione che deve portare avanti con impegno e coerenza, utilizzando anche le linee liberali che vi sono confluite e quelle socialiste che, in un contesto mondiale di liberismo economico e di solidarietà sociale verso i più deboli, non solo non contrastano, ma formano evidente sinergia.
Cordialmente GIGLIO ROSSI