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CURIAMOCI ANCHE DI ABELE
di Giglio Rossi (25/6/2000)

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Il mio consuocero, un galantuomo di 66 anni, è stato aggredito la scorsa settimana in pieno centro cittadino per rubargli l'auto. Oltre, naturalmente al furto del veicolo e di tutto ciò che aveva a bordo, chiavi di casa, documenti, portafogli ecc. ha riportato anche la frattura del bacino e se non fosse stato istintivamente svelto a spostarsi, sarebbe stato schiacciato dalle ruote che gli sono passate a pochi centimetri dal viso. Ora è all'ospedale e ne avrà circa per tre mesi. Questo episodio non è nemmeno stato riportato dal giornale perchè ormai è cronaca quotidiana così frequente che non fa nemmeno più notizia. A tanto è degradata la nostra civiltà. E se i due malviventi fossero stati catturati al momento, che cosa avrebbero rischiato ? Forse qualche giorno di carcere, ma poco di più. Subito dopo pronti a ripetere le loro azioni. E ora vediamo che i detenuti protestano dietro le sbarre perchè pretendono l'amnistia e il clima sembra pure favorevole a loro. I telegiornali riportano meticolosamente la notizia del loro fracasso e di conseguenza la protesta si estende anche alle altre carceri finchè si arriverà al sospirato provvedimento di clemenza generale in un buonismo assurdo, vergognoso e dannoso.
E' sorta anche un'associazione a favore di chi delinque e si chiama "NON TOCCATE CAINO". Ma, mi chiedo, Abele chi lo difende ?