Reduci dall'insuccesso
del progetto MAGICAL MYSTERY TOUR ed orfani del loro manager
Brian Epstein, I Beatles diedero avvio ad un inconvertibile ed
apparentemente inarrestabile declino, prima umano che artistico,
e questo stato di apparente "follia interna" sarebbe
esploso ben presto in una bellicosa forma di anarchia che spezzo'
il gruppo in quattro entita' separate, scisse in modo drammatico
ed irreversibile dai loro ormai ingrassati ed ingovernabili ego;
in breve essi diventarono a tutti gli effetti musicisti e compositori
solisti, qui intesa nell'accezione piu' larga del termine.
Lo status di complesso unito quanto la teoria di complementarieta'
reciproca, con il WHITE ALBUM vennero frantumate in tanti piccoli,
in alcuni casi non identificabili, "oggetti volanti"
dispersi nella loro personalissima, inespugnabile galassia cosmica,
diretti chissa' dove e per quale mai intenzione .......
Il "doppio bianco", com'e' unanimemente conosciuto,
sia da fans che da critici, non solo si sarebbe trattato dell'ennesimo,
strabiliante capolavoro musicale dei Beatles, nonche', con molte,
probabilita', il loro definitivo zenith creativo, ma avrebbe
rappresentato un insuperato esempio di abilita' "decostruttiva"
del Pop, "decostruzione" che, seguendo un'inedita logica
musicale, assunse il significato di "nuovo confine abbattuto"
in senno alla musica popolare del Ventesimo Secolo.
Se SGT. PEPPER porto' i Beatles a toccare il cielo con un dito,
e provoco' la Seconda Grande Rivoluzione di massa in ambito rock,
il WHITE ALBUM funse da perfetta quanto spietata, spudorata antitesi
alle "colorizzazioni" sgargianti e talvolta opprimenti
del Sergente Pepe: niente piu' trucchi dall'appeal ipnotico e
stralunato, ma un album, un percorso che avesse l'intenzione
di tracciare una strada al contrario, in netto contrasto con
le sfarzosita' e gli eccessi psichedelici dell'"LP piu'
influente della storia del ROCK".
Il WHITE ALBUM si materializzera', secondo l'assoluta volonta'
di JOHN, PAUL, GEORGE e RINGO, come "nemico dichiarato"
di Sgt. Pepper e Revolver; l'hype questa volta lascia spazio
all'anarchia musicale piu' devastante: assisteremo all'ultima
grande provocazione ad opera degli ex-quattro baronetti.
A cominciare dalla copertina, a suo modo tanto magnetica quanto
fu quella di SGT. PEPPER, ma in modo del tutto distante e contrastante:
interamente bianca, un bianco "minimale", quasi non
volesse recare disturbo a coloro che fossero rimasti "accecati"
e poi... non vedenti a causa degli "abbagli" del precedente,
illustre LP. Tale spregiudicata mossa si rivelo', seppur implicitamente,
un atto di "gentile ed intelligente" polemica e acido
astio verso tutti coloro che malinterpretarono e fraintesero
gli acuti concetti esposti all'interno di "Pepe". Dopo
l'esplosione, infatti, molti, TROPPI gruppi si gettarono sulla
scia della nuova, sconvolgente moda psichedelica, che proprio
con i Beatles (sebbene essi stessi si potrebbero definire in
mille modi tranne che "psichedelici"...), venne promossa,
da moda "underground", a divulgatrice di nuovi e mai
sperimentati "concetti", qualche mese prima solo sfruttati
in cantine o casomai "sepolti" in qualche bobina gelosamente
nascosta e rivelan-ti "verita'" inudibili, per i tempi.
Sin dalla prima traccia, la trascinante, irriverente BACK IN
THE USSR, a firma di PAUL McCARTNEY, e' fin troppo chiaro che,
nonostante sia passato solamente un anno e poco piu', l'album
avrebbe vertito su coordinate del tutto differenti da quelle
ultra-cervellotiche ed avanguadistiche degli lp predecessori.
Scoordinato, sballato,
conciso e serrato, un'opera ambiziosa ma allo stesso tempo resa
unica dalla accattivante semplicita', contraddistinta da una
insolita ma gradita durezza ed asprezza; elementi questi che
rendevano THE BEATLES un'opera di grande valore ed impreziosita
da un impareggiabile eclettismo. Esso fu l'emblema della scomposizione
e poi ristrutturazione del genere musicale; si ha, con il DOPPIO
BIANCO, un'eccitante, quanto inaudita per i tempi, ricerca a
360° gradi, nei meandri piu' scavati ed inaccessibili di
un apparentemente ristretto e limitato pianeta musicale.
Con SGT. PEPPER i Beatles avevano dato dimostrazione al mondo
intero che la musica che essi stessi suonavano ed elaboravano
di continuo nei propri studi di ABBEY ROAD, aveva il diritto
supremo ed incontestabile di essere eletta a Nuova Forma d'Arte
contemporanea, valicando ogni piu' inimmaginabile confine della
musica del Ventesimo Secolo e occupando prepotentemente un posto
d'elite accanto alle due forme di musica "colta" per
eccellenza: il JAZZ e la MUSICA CLASSICA.
THE BEATLES invece ha tutt'altre "ambizioni": intende
correre "al contrario", quasi si trattasse di una macchina
da FORMULA 1 che, d'improvviso, vedendo che tutti stavano seguendo
la sua scia, un po' per ira, un po' per rispetto, avrebbe deciso
che sarebbe stato il momento di rimettersi in discussione e fare
.... una drastica, "inconcebile" marcia indietro.
Il disco e' un calvario di suoni e distorsioni, in continuo bilico
tra rock'n'roll e vaudeville (HONEY PIE), sospesa fra eteree
ballate dall'appeal psichedelico (CRY BABY CRY) e pseudo avanguardiste
(REVOLUTION N. 9); ma vi
troviamo al suo interno anche reminiscenze di hard-rock (EVERYBODY'S
GOT SOMETHING TO HIDE EXCEPT FOR ME AND MY MONKEY), candide ballate
da camera dal "feel" quasi-classiccheggiante e sorrette
da un testo al limite del non-sense (MARTHA MY DEAR); oppure
squarci di rock lennoniani come I'M SO TIRED e la celebre HAPPINESS
IS A WARM GUN (uno dei capolavori del disco: un brano che in
realta' contiene tre frammenti di tre melodie diverse, a testimonianza,
questa, della "scientificita'", nelle modalita' di
composizione, di Lennon e McCartney).
Ma a detta di molti la traccia piu' entusiasmante ed emotivamente
riuscita e' WHILE MY GUITAR GENTLY EEPS, ad opera di un sempre
piu' maturo, in qualita' di autore, GEORGE HARRISON: musicalmente
si tratta di una malinconica, struggente ballata poi visceralmente
invigorita, fino a compiere una perfetta metamorfosi di liricita'
e grande senso di perdita nel vuoto; a lungo restera' IL capolavoro
harrisoniano.
Anche i testi riflettono la grande, monumentale versatilita'
espressa dalle musiche del WHITE ALBUM: si passa dai temi piu'
disimpegnati (ma mai sciocchi, anzi: assai ironici) di BACK IN
THE USSR a vere e proprie celebrazioni di MADRE NATURA (MOTHER'S
NATURE SON) che rivela un sorprendente McCartney in versione
"soft-country"; Lennon, da par suo, eccelle nella sarcastica
e spregevole SEXY SADIE (narrante la delusione e conseguente
disillusione provocata dal MAHARISHI YOGI, che Lennon non ha
alcuna remora nel definirlo un povero "buffone" e cialtrone...);
McCartney da ampia dimostrazione, poi, di concepire liriche di
dubbio,ambiguo gusto, come nel caso della durissima, sferzante
HELTER SKELTER, ricca di distorti, laceranti frastuoni (la cui
tetra fama fu data dal fatto che ispiro' il folle Charles Manson
a compiere l'ormai arcinota strage in Casa Polansky, uccidendo,
abbandonandosi a rituali satanici, la bellissima moglie Sharon
Tate...), quasi un rock concepito per "violentare"
non solo le orecchie dell'ascoltatore ma anche la sua fantasia...
Opera aperta per eccellenza, dunque, nella quale nessuno degli
autori si impone barriere o tabu', anzi, il compito, la MISSIONE
principale del "doppio bianco" e' infrangere i cliche's
che riducevano la musica pop a tre semplici accordi uniti a testi
dall'imbarazzante banalita'.
A questo proposito, JOHN / PAUL / GEORGE AND RINGO sarebbe risultato
essere un titolo di gran lunga piu' adatto: e' praticamente impossibile
rimanere indifferenti alla estrema liberta' creativa individualistica
che con
THE BEATLES raggiunge vertici di espressivita' raramente riscontrabili
in altre opere "di rottura" del Ventesimo Secolo. Ma,
onde raggiungere questo status di assoluta' liberta' artistica,
non sono stati risparmiati alcuni, "piccoli" ed insignificanti
scarti che avrebbero funto da "scarabocchi" all'interno
del magniloquente dipinto beatlesiano. Certo ci saremmo potuti
risparmiare l'inutilita' di ascoltare autentici rimasugli e "piccole
deliziose schifezze" quali HONEY PIE, DON'T PASS ME BY,
THE CONTINUING STORY OF BUNGALOW BILL, le tutt'altro che memorabili
ROCKY RACCOON (esempio di fiacco "wester'n'roll") e
WILD HONEY PIE, "donateci" da un fin troppo supponente
McCartney che, ahinoi, qui ci avrebbe rivelato le prime avvisaglie
di MUZAK di cui diverra', nel cuore della carriera solista dei
'70, il principale esponente.
E George Martin, il loro infallibile produttore, non poteva che
avere ragione quando, assai saggiamente, aveva consigliato ai
quattro di ridurre ad un eccellente album singolo di 14 - 16
pezzi, tutta quell'incredibile "iniezione" di creativita',
la quale "infettò" "divinamente" gli
ultraprolifici "capi" Lennon e McCartney. Ma il reale
problema fu
che i Beatles, in un '68 sempre piu' "caldo", sempre
piu' sfuggente, si consideravano, di giorno in giorno, sempre
piu' BEATLES, il che aveva significato di padronanza assoluta
(da parte loro) di un Mondo Musicale che guardava, da sempre,
meravigliato e "pietrificato" ogni qualvolta i Nostri
concepivano i loro "geniali parti-LIRICO-POP".
I Beatles erano consci di tutto questo DIVINO POTERE, ed il loro
indiscusso status di "inespugnabilità" rendeva
i loro ego ancor piu' impazienti ed insoddisfatti del loro operato,
alla continua ricerca della perfezione tecnico-musicale-creativa,
in special modo da parte di Paul McCartney, il quale aveva preso
sempre piu' a litigare con il suo reticente "compagno di
genio" Lennon. Quest'ultimo, all'apice sentimentale con
Yoko Ono, credeva sempre meno nel progetto-Beatles e premeditava
gia' allora di sciogliere il famoso complesso, onde potersi dedicare
alla sua imminente carriera solista.
La reale "guerra", come tutti possono supporre, era
naturalmente tra i due Grandi Despoti Lennon e McCartney, considerando
che il "povero" Harrison non aveva mai avuto la possibilita'
di auto-candidarsi a valido strumento di opposizione contro la
Dittatura dei Due Mostri Sacri. Non parliamo poi di Ringo..........
Ormai il processo disgregativo era entrato in funzione, ed il
punto di non-ritorno ("annunciato" simbolicamente dal
fallimento di MAGICAL MYSTERY TOUR) fu decretato in maniera definitiva.
Ognuno procedeva e componeva per proprio conto, specie portandosi
session-men negli ABBEY ROAD studios (come ad esempio fece George
Harrison con Eric "SLOWHAND" Clapton, onde conferirgli
il titolo di chitarrista solista all'interno di WHILE MY GUITAR
GENTLY WEEPS, che Clapton stesso impreziosira' con un tagliente,
sensuale e magnetico assolo nella sezione centrale del brano).
Spesso oggi si parla di cross-over o di abbattimento di generi;
molti evidentemente non sanno che furono proprio i Beatles, in
quel nevralgico, isterico '68, a decretare l'abbattimento delle
barriere della musica pop, avventurandosi spesso e volentieri
in territori abitualmente a loro sconosciuti ed uscendone con
nuove formule musicali e concepimenti, all'epoca, del tutto inediti,
"uniti" dal folle intento di comporre musica cercando
pedissequamente e con grande spirito pionieristico, di allontanarsi
dagli abituali, oramai logori, cliche's del tempo.
Il WHITE ALBUM, in definitiva, avrebbe rappresentato per tutto
il mondo del Rock un supremo esempio di "decodificazione
musicale", dove il genere si tramutava in "non-genere"
e viceversa, e dove spesso cio' che si intendeva comporre non
era musica ma bensi' un primo, azzardato tracciato di... "NON-musica".
Abbiate dunque il coraggio di "immergervi" nei solchi
di THE BEATLES ed uscirete con un concetto "ex-novo"
sulla
musica rock, sia del vostro che... del "nostro" tempo.
...anche se quando vengono tirati in ballo i BEATLES parlare
di "tempo" e' quasi sempre relativo e, in alcuni casi,
fuori luogo.
Quando si tende a dire "musica e opere senza tempo"...
quando annunciamo: Ladies and Gentlemen... THE TIMELESS BEATLES!!!
E mi tuffai...
ALAN "J-K-68"
TASSELLI
....non riesco piu' ad
"uscire" da MARTHA MY DEAR........!!!!!!!!!!! Questo testo è depositato presso
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e quindi coperto da diritti d'autore. Esso non potrà essere
riprodotto totalmente o parzialmente senza il consenso dell'autore
stesso, il quale, peraltro, ha autorizzato la pubblicazione su
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