MUSICA - LA STORIA DEL ROCK

VAN MORRISON'S WILD NIGHT IN CALIFORNIA

Easy Rider Generation in Concert (Recorded live at Pacific High Studios, Marin County, California, September 5, 1971)


di Alan "J-K-68" Tasselli (4/11/2002)

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Raramente il sottoscritto ha potuto riscontrare in una performance live una tale intensita' ed espressione artistica quale quella riscontrata "WILD NIGHT IN CALIFORNIA", uno dei bootleg piu' riusciti ed attendibili di tutta la carriera vanmorrisoniana. La voce di Van Morrison cattura immediatamente l'orecchio (e la mente) dell'ascoltatore di turno, eccitandolo a piu' riprese e tenendolo incollato al palco senza che egli abbia il tempo per fiatare, tanto e' piacevolmente "turbato" da un simile diluvio di forza e inarrivabile dolcezza esecutiva. Van-The-Man si e' sempre dimostrato alfiere coraggioso in un'era in continua oscillazione, dove l'industria discografica stava mostrando i primi segni di quella caotica, melmosa e talvolta torbida dittatura, sinonimo di esasperato "music business".
Se volessimo trovare il piu' perfetto esemplare di antidoto a tale movimento, Van Morrison costituirebbe la sintesi ideale onde combattere i soprusi del consumismo piu' sfrenato ed irritante. A quel tempo, Morrison era considerato "solamente" un vocalist dal timbro unico e trascinante, esecutore dotato di immenso pathos e versatilita', che aveva alcuni anni prima piazzato in classifica uno degli "anthems" degli swingin' Sixties, la celeberrima GLORIA (in seguito ripresa, magistralmente, anche dai DOORS). I suoi dischi, assurdamente, continuavano a barcollare tra le poche migliaia di copie vendute e l'assoluto anonimato, tanto che Van stesso molti anni fa dichiaro' che non aveva neanche i soldi per mangiare... e di conseguenza era spesso costretto a chiederli in prestito a qualche suo amico. Talvolta finiva perfino a dormire nei parchi pubblici o, ancora peggio, all'interno della propria auto. In breve le risorse finanziarie erano inversamente proporzionali ai vertici artistici raggiunti da Van nel periodo '68 - '74, periodo aureo in cui sforno' limpidissime gemme quali ASTRAL WEEKS, MOONDANCE, HIS BAND AND THE STREET CHOIR, TUPELO HONEY, SAINT DOMINIC PREVIEW, HARD NOSE THE HIGHWAY, IT'S TOO LATE
TO STOP NOW ed altri ancora.
Questo LIVE in California non rientra nella discografia ufficiale di Van Morrison: si tratta, come gia' accennato all'inizio di questo articolo, di un bootleg, riesumazione di un memorabile concerto tenuto nei PACIFIC HIGH STUDIOS in California nel 1971.
I'VE BEEN WORKING rompe il ghiaccio, dettando istantaneamente le coordinate di un rabbioso, aggressivo Van Morrison, un torrenziale, concitato rhythm'n'blues dalle tonalita' vagamente drammatiche; il modo migliore onde voler disegnare l'atmosfera che si instaurera' sul palco di li' a poco. Segue WILD NIGHT, cinica e spietata, serrata e "attentatrice", una versione piu' scarna ed acida nei confronti di quella in studio; Van getta sugli spettatori un fluviale condensato di gelo e fiamme, "accendendo" il fuoco di una passione "figlia" di una notte sporca, notte selvaggia ritmata da turbolenze notturne e da prostitute ammalianti ed attentatrici. In assoluto, uno dei picchi "rhythm'n'bluesistici/soul" di Van The Man, una di quelle tracce che trova maggiore e piu' compiuta espressione nelle trascinanti performances live del grande artista irlandese. Il mio corpo vorrebbe ballare, altre volte vorrebbe gettarsi in terra al fine di celebrare un fantomatico rito sessuale con la mia compagna; non mi trattengo, il ritmo e' coinvolgente ed assume l'"aspetto" di un turbinoso rapporto orgasmico guidato dal superbamente aspro canto vanmorrisoniano. BALLERINA, la terza traccia, fungera' abilmente da contraltare, sinonimo di profonda sensibilta' umano-artistica dell'uomo straight from Belfast, riecheggiante i versi e le armonie subliminali dell'immortale ASTRAL WEEKS.
INTO THE MYSTIC riconferma lo status creativo dell'artista nord-irlandese, e ne sottolinea la travolgente emotivita', trascinata dal suo inconfondibile timbro, sublime veicolo attraverso il quale Van-the-man "colpisce" il suo pubblico, in un irrefrenabile susseguirsi di dichiarazioni e struggente sentimento, uno spasmodico alternarsi di gioia e romanticismo, sferzanti spaccati di una realta' non sempre in sintonia con l'ingombrante sensibilita' di noi umani, ed "inqualificabili" atti d'amore verso la donna amata. Contraddizioni che appaiono evidenti in THESE DREAMS OF YOU, che in alcuni tratti sembra riecheggiare lo sfrenato soul di WILD NIGHT, creando un gioco di contrasti dei quali Morrison e' da sempre insuperato maestro. FRIDAY'S CHILD e', sin dall'inizio degli anni '70, uno degli indiscussi cavalli di battaglia del cantautore, una evocativa ballata dal ritornello irresistibile quanto struggente e decadente, l'apoteosi della verve malinconica di un ispiratissimo, assolutamente debordante Van Morrison.

Morrison non risulta mai essere eccessivamente mieloso o pateticamente scontato, ogni volta che si prodiga in composizioni narranti le sue intricate vicende amorose; un uomo, prima ancora che artista, capace come pochi altri al mondo di trasmettere la propria naturalezza di persona apparentemente normale senza mai eccedere in preziosismi o gestualita' plateali d'accatto. Quando Van Morrison sale sul palco, su di esso sale anche la sua musica, un'Arte, che, a differenza di molti suoi arroganti contemporanei, non intende mai separarsi dall'essere uno qualunque, magari un tantino scontroso e difficile da avvicinare, caratteristiche peculiari queste che avvolgono di subliminale misticismo un artista che non ha mai voluto vendersi in nome del denaro, costretto spesso a suonare in piccoli circoli o pubs per soli 75 pounds (una miseria!...), vivendo alla giornata ma tenendo sempre brillante ed intatto il proprio genio artistico di uomo cantore di una ammirevole solitudine, costui mai sentitosi costretto a ricalcare le tappe classiche dell'ascesa a ruolo di rock-star. Gia', "rock-star": mai, come nel caso di Van Morrison, tale definizione puo' apparire come offensiva se non sacrilega: Van e' innanzitutto THE MAN, e non un affarista arrogante e spocchioso speculatore incallito del proprio denaro; egli si puo' tranquillamente annoverare in quella ristrettissima, selezionatissima categoria che risponde al titolo di ANTI-DIVO, un anti-divo per eccellenza (qui inteso nella sua piu' larga e...debordante accezione del termine). Durante le caldissime esibizioni LIVE, Van Morrison non ha mai dato l'impressione di volersi "appoggiare" su se stesso e la propria fama. Che io ricordi, mai una performance o resa dal vivo che fosse particolarmente sopra le righe, o fastidiosamente al di sotto degli usuali standards. La sincerita', emerge (e sempre emergera') quale inconfondibile tassello all'interno della fervida e mai doma mente di un artista che non si e' mai eccessivamente risparmiato, onde far fronte, sinomino questo di superba, innata classe, ai propri impegni di musicista e "canalizzatore" di sentimento e dolore, passione e ruvidezza, amore e risentimento. Un canale che avrebbe congiunto lui ed il suo pubblico attraverso le sue splendide opere in studio o tramite le esibizioni concertistiche un po' sparse per tutto il mondo (esibizioni che si contano numerosissime, in una carriera che ha abbracciato ben 4 generazioni).
Non mancano i momenti per celebrare un passato che Morrison ha tanto amato: ne' e' inconfutabile prova un "blues da saloon" quale DEAD OR ALIVE, e gli echi da "boogie pianistico" in CALL ME UP IN DREAMLAND, sintesi di un "divertissement" "peccaminosamente" contagioso e febbricitante, un diabolico rhythm'n'blues dominato naturalmente dall'asprezza vocale di un apparentemente instancabile Morrison; o la celeberrima HOUND DOG, antico cavallo di battaglia di ELVIS PRESLEY, in questo frangente rivisitata da un Van travolgente ed eccitatissimo, dimostratosi in questo "infuocato", passionale frangente, vocalist infinitamente espressivo, anche per quel che concerne il piu' diretto e selvaggio dei "rock'n'rollers". L'ultimo definitivo "highlight" a mio parere si rivela essere una scarna, ma al contempo intensa versione del classico dilanyano JUST LIKE A WOMAN che, per pochi minuti, Morrison "rende" sua, rivisitandola a suo modo pur non stravolgendola (e va menzionato il fatto che tra le numerosissime ballate di BOB DYLAN, JUST LIKE A WOMAN appare essere una delle piu' vicine in quanto a possibilita' timbrico-espressive dalla chiara marca vanmorrisoniana). Conclude questo memorabile, irrinunciabile set BUONA SERA SENORITA, allegra e scanzonata, forse un segno di sorprendente umorismo da parte di un autore che certo mai ha dimostrato di essersi voluto tirare indietro di fronte alle piu' sconcertanti evenienze, anche quando, piu' di trent'anni fa, riusciva a stento ad arrivare alla fine del giorno. Per poi rinascere il mattino seguente.
E tutto questo e' Van THE MAN Morrison. E questa e' la sua inarrivabile Arte.

ALAN "J-K-68" TASSELLI


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