Raramente il sottoscritto
ha potuto riscontrare in una performance live una tale intensita'
ed espressione artistica quale quella riscontrata "WILD
NIGHT IN CALIFORNIA", uno dei bootleg piu' riusciti ed attendibili
di tutta la carriera vanmorrisoniana. La voce di Van Morrison
cattura immediatamente l'orecchio (e la mente) dell'ascoltatore
di turno, eccitandolo a piu' riprese e tenendolo incollato al
palco senza che egli abbia il tempo per fiatare, tanto e' piacevolmente
"turbato" da un simile diluvio di forza e inarrivabile
dolcezza esecutiva. Van-The-Man si e' sempre dimostrato alfiere
coraggioso in un'era in continua oscillazione, dove l'industria
discografica stava mostrando i primi segni di quella caotica,
melmosa e talvolta torbida dittatura, sinonimo di esasperato
"music business".
Se volessimo trovare il piu' perfetto esemplare di antidoto a
tale movimento, Van Morrison costituirebbe la sintesi ideale
onde combattere i soprusi del consumismo piu' sfrenato ed irritante.
A quel tempo, Morrison era considerato "solamente"
un vocalist dal timbro unico e trascinante, esecutore dotato
di immenso pathos e versatilita', che aveva alcuni anni prima
piazzato in classifica uno degli "anthems" degli swingin'
Sixties, la celeberrima GLORIA (in seguito ripresa, magistralmente,
anche dai DOORS). I suoi dischi, assurdamente, continuavano a
barcollare tra le poche migliaia di copie vendute e l'assoluto
anonimato, tanto che Van stesso molti anni fa dichiaro' che non
aveva neanche i soldi per mangiare... e di conseguenza era spesso
costretto a chiederli in prestito a qualche suo amico. Talvolta
finiva perfino a dormire nei parchi pubblici o, ancora peggio,
all'interno della propria auto. In breve le risorse finanziarie
erano inversamente proporzionali ai vertici artistici raggiunti
da Van nel periodo '68 - '74, periodo aureo in cui sforno' limpidissime
gemme quali ASTRAL WEEKS, MOONDANCE, HIS BAND AND THE STREET
CHOIR, TUPELO HONEY, SAINT DOMINIC PREVIEW, HARD NOSE THE HIGHWAY,
IT'S TOO LATE
TO STOP NOW ed altri ancora.
Questo LIVE in California non rientra nella discografia ufficiale
di Van Morrison: si tratta, come gia' accennato all'inizio di
questo articolo, di un bootleg, riesumazione di un memorabile
concerto tenuto nei PACIFIC HIGH STUDIOS in California nel 1971.
I'VE BEEN WORKING rompe il ghiaccio, dettando istantaneamente
le coordinate di un rabbioso, aggressivo Van Morrison, un torrenziale,
concitato rhythm'n'blues dalle tonalita' vagamente drammatiche;
il modo migliore onde voler disegnare l'atmosfera che si instaurera'
sul palco di li' a poco. Segue WILD NIGHT, cinica e spietata,
serrata e "attentatrice", una versione piu' scarna
ed acida nei confronti di quella in studio; Van getta sugli spettatori
un fluviale condensato di gelo e fiamme, "accendendo"
il fuoco di una passione "figlia" di una notte sporca,
notte selvaggia ritmata da turbolenze notturne e da prostitute
ammalianti ed attentatrici. In assoluto, uno dei picchi "rhythm'n'bluesistici/soul"
di Van The Man, una di quelle tracce che trova maggiore e piu'
compiuta espressione nelle trascinanti performances live del
grande artista irlandese. Il mio corpo vorrebbe ballare, altre
volte vorrebbe gettarsi in terra al fine di celebrare un fantomatico
rito sessuale con la mia compagna; non mi trattengo, il ritmo
e' coinvolgente ed assume l'"aspetto" di un turbinoso
rapporto orgasmico guidato dal superbamente aspro canto vanmorrisoniano.
BALLERINA, la terza traccia, fungera' abilmente da contraltare,
sinonimo di profonda sensibilta' umano-artistica dell'uomo straight
from Belfast, riecheggiante i versi e le armonie subliminali
dell'immortale ASTRAL WEEKS.
INTO THE MYSTIC riconferma lo status creativo dell'artista nord-irlandese,
e ne sottolinea la travolgente emotivita', trascinata dal suo
inconfondibile timbro, sublime veicolo attraverso il quale Van-the-man
"colpisce" il suo pubblico, in un irrefrenabile susseguirsi
di dichiarazioni e struggente sentimento, uno spasmodico alternarsi
di gioia e romanticismo, sferzanti spaccati di una realta' non
sempre in sintonia con l'ingombrante sensibilita' di noi umani,
ed "inqualificabili" atti d'amore verso la donna amata.
Contraddizioni che appaiono evidenti in THESE DREAMS OF YOU,
che in alcuni tratti sembra riecheggiare lo sfrenato soul di
WILD NIGHT, creando un gioco di contrasti dei quali Morrison
e' da sempre insuperato maestro. FRIDAY'S CHILD e', sin dall'inizio
degli anni '70, uno degli indiscussi cavalli di battaglia del
cantautore, una evocativa ballata dal ritornello irresistibile
quanto struggente e decadente, l'apoteosi della verve malinconica
di un ispiratissimo, assolutamente debordante Van Morrison.
Morrison non risulta
mai essere eccessivamente mieloso o pateticamente scontato, ogni
volta che si prodiga in composizioni narranti le sue intricate
vicende amorose; un uomo, prima ancora che artista, capace come
pochi altri al mondo di trasmettere la propria naturalezza di
persona apparentemente normale senza mai eccedere in preziosismi
o gestualita' plateali d'accatto. Quando Van Morrison sale sul
palco, su di esso sale anche la sua musica, un'Arte, che, a differenza
di molti suoi arroganti contemporanei, non intende mai separarsi
dall'essere uno qualunque, magari un tantino scontroso e difficile
da avvicinare, caratteristiche peculiari queste che avvolgono
di subliminale misticismo un artista che non ha mai voluto vendersi
in nome del denaro, costretto spesso a suonare in piccoli circoli
o pubs per soli 75 pounds (una miseria!...), vivendo alla giornata
ma tenendo sempre brillante ed intatto il proprio genio artistico
di uomo cantore di una ammirevole solitudine, costui mai sentitosi
costretto a ricalcare le tappe classiche dell'ascesa a ruolo
di rock-star. Gia', "rock-star": mai, come nel caso
di Van Morrison, tale definizione puo' apparire come offensiva
se non sacrilega: Van e' innanzitutto THE MAN, e non un affarista
arrogante e spocchioso speculatore incallito del proprio denaro;
egli si puo' tranquillamente annoverare in quella ristrettissima,
selezionatissima categoria che risponde al titolo di ANTI-DIVO,
un anti-divo per eccellenza (qui inteso nella sua piu' larga
e...debordante accezione del termine). Durante le caldissime
esibizioni LIVE, Van Morrison non ha mai dato l'impressione di
volersi "appoggiare" su se stesso e la propria fama.
Che io ricordi, mai una performance o resa dal vivo che fosse
particolarmente sopra le righe, o fastidiosamente al di sotto
degli usuali standards. La sincerita', emerge (e sempre emergera')
quale inconfondibile tassello all'interno della fervida e mai
doma mente di un artista che non si e' mai eccessivamente risparmiato,
onde far fronte, sinomino questo di superba, innata classe, ai
propri impegni di musicista e "canalizzatore" di sentimento
e dolore, passione e ruvidezza, amore e risentimento. Un canale
che avrebbe congiunto lui ed il suo pubblico attraverso le sue
splendide opere in studio o tramite le esibizioni concertistiche
un po' sparse per tutto il mondo (esibizioni che si contano numerosissime,
in una carriera che ha abbracciato ben 4 generazioni).
Non mancano i momenti per celebrare un passato che Morrison ha
tanto amato: ne' e' inconfutabile prova un "blues da saloon"
quale DEAD OR ALIVE, e gli echi da "boogie pianistico"
in CALL ME UP IN DREAMLAND, sintesi di un "divertissement"
"peccaminosamente" contagioso e febbricitante, un diabolico
rhythm'n'blues dominato naturalmente dall'asprezza vocale di
un apparentemente instancabile Morrison; o la celeberrima HOUND
DOG, antico cavallo di battaglia di ELVIS PRESLEY, in questo
frangente rivisitata da un Van travolgente ed eccitatissimo,
dimostratosi in questo "infuocato", passionale frangente,
vocalist infinitamente espressivo, anche per quel che concerne
il piu' diretto e selvaggio dei "rock'n'rollers". L'ultimo
definitivo "highlight" a mio parere si rivela essere
una scarna, ma al contempo intensa versione del classico dilanyano
JUST LIKE A WOMAN che, per pochi minuti, Morrison "rende"
sua, rivisitandola a suo modo pur non stravolgendola (e va menzionato
il fatto che tra le numerosissime ballate di BOB DYLAN, JUST
LIKE A WOMAN appare essere una delle piu' vicine in quanto a
possibilita' timbrico-espressive dalla chiara marca vanmorrisoniana).
Conclude questo memorabile, irrinunciabile set BUONA SERA SENORITA,
allegra e scanzonata, forse un segno di sorprendente umorismo
da parte di un autore che certo mai ha dimostrato di essersi
voluto tirare indietro di fronte alle piu' sconcertanti evenienze,
anche quando, piu' di trent'anni fa, riusciva a stento ad arrivare
alla fine del giorno. Per poi rinascere il mattino seguente.
E tutto questo e' Van THE MAN Morrison. E questa e' la sua inarrivabile
Arte.
ALAN "J-K-68"
TASSELLI Questo
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