SPETTACOLI

DOLCI SOGNI E TRISTI RISVEGLI

di Valentina Zaccagnini (18/9/2003)

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Erano le15:30.

Questo pomeriggio, stavo studiando per l'esame che mi aspetta il 19.

Alzo gli occhi e alla TV, che era sintonizzata su Italia 1, vedo che sta per cominciare SuperStar, un nuovo programma "a caccia di talenti che vivono nel segno, e nel sogno, della musica!" o almeno così si bullava Daniele Bossari col suo sorriso patinato.

Con un rapido flashback mi vengono in mente gli almeno 600 programmi che adesso danno in tv a qualsiasi ora, che dicono di essere a caccia di talenti e mi viene da sogghignare, però la tentazione è irresistibile e allora levo il "mute" che avevo alla tv per farla tacere e comincio a seguire. (Dopotutto ho la scusa: studio scienze della comunicazione, se non li vedo io per farmi una cultura, chi deve vederseli questi programmi..?!).

Daniele Bossari scende dal pullman dicendo che è in cerca di 12 ragazze da scarrozzare in giro per l'Italia, per regalargli un sogno, il loro sogno.

E le ragazze che si sono presentate all'appuntamento alle 8 di mattina, tutte truccate, pettinate, il più possibile sexy, il più possibile in tiro, il più "più", tutto per essere al di sopra l'una dell'altra in un meccanismo di eliminazione spietata che da sempre fa parte dei concorsi di bellezza e di pseudo-canto, insomma, tutte queste giovani sono fomentate dalle parole del prode Bossari che gli spiega velocemente che sarà un duro compito per lui e per gli altri due giudici di gara, Di Cataldo e Brian (che dovranno valutare rispettivamente le capacità vocali e fisiche) e che la prova è strutturata in due parti: la prima, è una prova di canto a cappella dove devono il più possibile farsi notare e la seconda invece ha il sottofondo di una base.

Beh, la trasmissione dura "solo" mezz'ora e mi ha talmente fatto intristire che sono quasi felice di essere solo una mediocre e semplice studentessa.

Queste ragazze, che in fondo sono tutte carine, posate, impaurite, con le mani che sudano, la voce che trema, i tacchi troppo alti per permettergli un movimento naturale nel balletto e soprattutto tutte con la stessa voglia di sfondare, di essere SuperStar, hanno in tutto tre minuti ciascuna per rendersi ridicole, periodo di tempo entro i quali devono:

Presentarsi in modo appropriato, cioè con un guardaroba estremamente fashion, bella esposizione di gambe abbronzate, tonicità delle braccia, ombelichi, piercing, capelli sciolti e trucco efficace ma non eccessivo. Se non entri in una taglia 42 , faresti molto bene a startene a casa, segno che l'occhio vuole assolutissimamente la sua parte e forse il talento non è proprio tutto.

Cantare in modo decente, né con troppa voce, né senza, ( alcuni "veri talenti", cioè persone dotate di una bella voce, sono stati scartati senza pietà, quindi, perché perdere tempo prezioso a migliorare le capacità canore?!).

Cercare di essere grintose e non far vedere che in realtà si trema nel profondo dell'animo, dimostrare di non essere un tronco, ma muoversi, muoversi, ballare, "regalare emozioni" come dice Bossari, stupire, guardare la telecamera, ammiccando come tante ninfette, sembrare sexy, ma con malizia innocente, ancheggiare senza però cercare di sembrare Carla Fracci in gioventù, piuttosto le Jennifer Lopez dei poveri.

Inoltre le poverine devono portare a termine (si fa per dire) l'audizione, senza lasciarsi scalfire dai commenti pungenti dei giudici che, dato che non hanno né tempo nè voglia di compiere analisi approfondite su queste scalmanate, le sbeffeggiano, si lanciano in acuti commenti sul fisico delle poche ragazze in sovrappeso che hanno osato presentarsi, le interrompono nel bel mezzo degli acuti, tanto che alcune ragazze implorano di poter finire il loro pezzo quasi con gli occhi pieni di lacrime, gli propinano battute sarcastiche atroci tipo: "Guarda che non siamo a Superalbero, ma a Superstar, devi muoverti di più, non sembrare un tronco!!!!"

In poche passano la selezione, nella puntata di oggi sembravano tutte inadatte a passare in semifinale, ne hanno scelte solo 6, e le molte scartate, passavano il tempo dietro le quinte a cercare di schivare la telecamera che voleva immortalare la loro cocente delusione, perché non sono adatte a quel tipo di sistema, che le vuole subito pronte allo schermo, subito sicure, spregiudicate e che non può perdere tempo a lavorare su un materiale troppo grezzo, perché non ne vale la pena e perché costa troppo.

La cosa che mi tocca di più è che sono ragazze della mia età, sono tutte come me, che però hanno un sogno diverso dal mio e per arrivarci sono disposte a tutto, farsi sfruttare come cameriere nei pub o nei call center per mettere insieme i soldi per le lezioni di canto, ore di palestra per avere un corpo tonico, ore davanti allo specchio a provare i passi.

La tv entra nelle loro vite dicendo che è arrivata per regalagli un sogno, il loro sogno, ma non è vero, niente si fa per niente, i loro famosi quindici minuti di gloria sono prima di tutto usati per fare audience, (vi immaginate a quell'ora quante ragazzine di 13, 14, 15 anni che non vedono l'ora di arrivare ai 18, si incollano alla tv e sognano un futuro da veline, superstar, saranno famose, grandi sorelle, operazione trionfo, miss muretto, miss Italia, velone, letterone, letteronze, ecc ecc ecc?).

Le loro gaffe, le loro moine, la loro disperazione per esser state scartate, la gioia di essere state prescelte fra tante per poi rifinire nell'anonimato (C'è qualcuno che si ricorda più delle Lollipop?), tutto è inghiottito dalla telecamera che ha il compito di raccogliere le emozioni, i sogni di queste ragazze che non sono né troppo dotate, né troppo scarse e che però si sentono vincenti così, perché è ciò che da loro si richiede.

Quello che vedo è che alla televisione di oggi manca il talento vero, la capacità di saper fare davvero qualcosa, sta sparendo la categoria delle ballerine serie, quelle vere, parlo di Heater Parisi che alzava la gamba a mò di saluto fascista e di Lorella Cuccarini che a 40 anni ancora ha il fiato per reggere un balletto di 5 minuti, frutto di anni di danza classica, di studio, di fatiche, di sacrifici.

Questo è ciò che manca: la fatica, lo studio, la competenza.

A cosa serve fare scuola di ballo se per stare in tv contano solo cosce lunghe e bel sorriso?

E, mi chiedo, come si può capire con un'audizione di tre minuti le capacità canore di una ragazzina di 18 anni?

Giocare coi sogni è una cosa profondamente ingiusta e vedo tutto il coraggio di questa ragazzine per non farselo strappare di mano da altre ragazze più svelte e più scaltre nel farsi notare e soprattutto da questo sistema che le macinerà come ha fatto con altre milioni di ragazzine in passato.

Mi auguro che, per loro, non ci siano tristi risvegli.