MUSICA - LA STORIA DEL ROCK

SIMON & GARFUNKEL

L'URLO STROZZATO D'AMERICA

di Alan "J-K-68" Tasselli (13/5/2003)

Commenta l'articolo


Mentre Beatles, Beach Boys e miriadi di gruppi beat e surf nati e cresciuti sulla scia dei due grandissimi complessi (de)cantano l'assoluta gioia di vivere ed il delicato passaggio tra adolescenza e giovinezza, in un angolo remoto parallelo di New York, in stanze divise fra buio ed una tenue luce al neon, cominciano ad affiorare timidamente in superficie due artisti innamoratissimi del folk ed amanti della maestria vocale dei leggendari EVERLY BROTHERS; lo stile si dimostra essere lontano anni-luce dalle esuberanze ed isterie di gran parte dei complessi musicali in voga nella prima meta' dei Sessanta: una chitarra pizzicata con sottilissima malizia, arpeggi solari, talvolta oscuri ed ipnotici, un uso raffinato di melodie e contro-canti, sui quali svetta una voce elegantissima, a tratti commovente, magnificamente sospesa tra delicate bisbiglia e sussurra leggere come un soffio di vento quasi impercettibile.
E' il 1964. Simon e Garfunkel, dopo un semi-oscuro passato sotto le vesti di TOM & JERRY (siamo alla fine degli anni Cinquanta), decidono di imporsi, ma questa volta con maggiore determinazione, come personalissimo duo costantemente in bilico tra folk e superbe, irresistibili reminiscenze vocali dalla inconfondibile matrice "brothersiana".
Descrivere la musica di Simon & Garfunkel sarebbe come assistere al dolce, soffuso, silenziosissimo pianto di una fanciulla lasciata al suo destino di solitudine, dove la melodia prende il posto di una lacrima che, lentissimamente, scivola da un occhio e solca una minuscola parte di viso, fino ad incrociare le labbra di una bocca senza sorriso. Negli anni della British Invasion, quando ragazzine si strappavano i capelli ed urlavano fino a corrodere le proprie corde vocali il nome di Beatles, Rolling Stones, Who, Animals e tanti altri mostri sacri del Rock, la proposta musicale del duo newyorkese appariva come una assoluta anomalia, nell'ambito di quei roventi, convulsi, instabilissimi anni. Un urlo, un urlo strozzato e trattenuto in gola.... una decadenza trasposta in musica, sebbene si trattasse di una decadenza che non aveva nulla in comune con quella professata dai poeti maledetti di fine Ottocento.
Le melodie di Paul Simon strizzavano l'occhio a temi decisamente inconsueti per l'epoca, sorta di angolo oscuro in netta antitesi con le "buone vibrazioni" di allora.
Rispetto alla debordante, perennemente mutante Swingin' London, il duo sembrava vivere in una realta' a parte, realta' forse piu' sincera e drammatica di quella proposta e fotografata dai gruppi beat e tardo-beat arrivati al grande successo e quindi costantemente sotto il calore dei riflettori (e non solo...).
Dove il tipico complesso scanzonato dell'epoca accentuava stilemi e cliche' portati alla ribalta dai Beatles, in Simon & Garfunkel si nascondeva un desiderio di espressione che, spesso, si tramutava in repressione e pesante senso di sconfitta, un lato oscuro e poco battuto da una societa' che non riconosceva l'uguaglianza tra esseri umani e che non esitava a seppellire di miseria i piu' deboli e bisognosi di comprensione.
Gia' in WEDNESDAY MORNING 3 A.M., sebbene si tratti di un'opera incompiuta ed a tratti un pochino "sbandante", sarebbero emersi temi non certo molto comuni in quel 1964: HE WAS MY BROTHER sembra coniugare la cattiveria cinica e poetica di Bob Dylan con le superbe parti di canto degli Everly Brothers; un connubio affascinante, reso ancor piu' incalzante dalle liriche,
che narrano di un vecchio compagno di Universita' di Paul Simon, compagno descritto nella canzone come un "outsider", che "cantava seduto sulle propria ginocchia", finche', durante una sommossa studentesca, qualcuno gli sparo' e cadde a terra, privo di vita.
L'acustica di Simon, sebbene non ancora trasformata in elettrica, con pochi semplici accordi, coadiuvati mirabilmente dal canto di Garfunkel e dal perfetto contro-canto di Simon stesso, acquista il medesimo potere di un coltello dalla lama affilata, in grado di scorticare la pelle altrui, e rammentare ai benpensanti dell'epoca che non esistevano solo forme di divertimento ed isterismi da concerto, ma bensi' una realta' piu' vasta e profonda, non completamente percettibile e dai piu' ignorata, durante un periodo "drogato" di euforia, sesso e grandi spiriti rivoluzionati e contestatori.
Manifesto assoluto del leggendario duo si rivelera' essere la celebre THE SOUNDS OF SILENCE, autentico inno a quelle forme "oscure" ed apparentemente impercettibili che solo una persona dotata di straripante sensibilita' riuscirebbe a cogliere. "Hallo Darkness My Old Friend... I've come to talk with you in the end..." non e' che un presagio espresso da un pianto lirico sommesso e per nulla isterico, esemplare elegia alla solitudine ed alle dimenticanze di un popolo distratto e propenso piu' a distruggere che a creare. Un inno dedicato a "parole che non riescono ad essere udite" od a persone che hanno la bocca aperta del tutto capaci di comunicare.
E defilato, soffuso e sinuoso sospira, garbato e velato di glaciale tristezza, il suono del silenzio....... l'unico realmente percettibile.
Un'opera di rottura, in definitiva, si potrebbe affermare; THE SOUNDS OF SILENCE irrompe in tutta la sua straordinaria bellezza melodica sulle orecchie ancora "vergini" di schizzatissimi ascoltatori "ingozzati" di SHE LOVES YOU o bombardati da SATISFACTION, del tutto inconsapevoli possa esistere una realta' delicatamente sotterranea, un ecosistema per pochissime, fragilissime anime, pronte a spegnersi da un momento all'altro, dove ad accessi di riso provocati da ingenti dosi di marijuana vengono contrapposte silenziose, dimesse lacrime figlie legittime di recenti crimini, misfatti decretanti una via senza ritorno, una via destinata all'oblio, per sempre.
Successivamente assisteremo alla "svolta rockistica", a partire proprio dall'"elettrificazione" della sopra citata THE SOUNDS OF SILENCE, per merito di un colpo di genio tanto semplice quanto efficace da parte del loro produttore (dovendo precisare, che per quel che concerne la versione originale, contenuta in WEDNESDAY MORNING 3 A.M., si trattava di una composizione a sola chitarra e voce, senza canonico uso di basso e batteria, strumenti invece utilizzati per portare a compimento la versione definitiva, quella che tutti noi conosciamo e cantiamo da quasi 40 anni). Da quel preciso momento, Simon & Garfunkel sarebbero definitivamente passati alla storia, erigendosi a cantori moderni di toccanti quadretti malinconico-esistenziali, senza comunque mai scivolare nel patetico; un urlo strozzato e destinato a morire in gola..... una voce obbligata a non essere espressa, un uomo tradito dalla sua stessa, travolgente, ingovernabile sensibiltita'.
Questo testo è depositato presso www.neteditor.it e quindi coperto da diritti d'autore. Esso non potrà essere riprodotto totalmente o parzialmente senza il consenso dell'autore stesso, il quale, peraltro, ha autorizzato la pubblicazione su NuovoGPR, in data indicata in testa ed a mezzo e-mail.