MUSICA - LA STORIA DEL ROCK

THE RISE AND FALL OF ZIGGY STARDUST

AND THE SPIDERS FROM MARS

L'INDISCUSSO GRANDE EPICENTRO DEL GLAM

di Alan "J-K-68" Tasselli (1/6/2002)

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Il 1972 passera' forse alla storia come il punto forse piu' Alto raggiunto dal filone-glam, sia in termini commerciali che artistici. E "The Rise and Fall of Ziggy Stardust And the Spiders from Mars" e' essenzialmente specchio
di questo coloratissimo, androgino movimento. Qui, nelle vesti di "Ziggy", Bowie interpreta a suo modo il tema
dell'alieno, sotto forma di rock-star. Quasi una sorta di concept-album sulla veloce ascesa ed altrettanto rapida caduta di una giovane rock-star dalla sessualita' ambigua ed indefinita. E' il trionfo del glam-rock, in
tutte le sue sfaccettature: chitarre sature, testi decadenti, voci androgine ma anche composizioni di elevata sensibilita' artistica, ora sfocianti nell'ambiguita' piu' dichiarata, ora devianti verso un imponente ma mai
eccessivamente pomposo lirismo. In pratica, le prime due canzoni, "Five years" e "Soul Love", "scaldano" l'orecchio dell'ascoltatore e servono da introduzione al primo grande brano dell'album, la bellissima e tagliente "Moonage Day-dream", sottolineata dalla voce sovracuta di Bowie e dallo sferzante chitarrismo del magnifico Mick Ronson. Segue la celeberrima "Starman", uscito come singolo e poi divenuto cavallo di battaglia del futuro Duca Bianco, senz'ombra di dubbio uno dei brani piu' istantaneamente riconoscibili e "highlight" del disco. Poi e' la volta di "It ain't easy", unica cover di "Ziggy", sorta di country-spaziale con ritornello abbracciante influenze quasi-gospel.
Il brano successivo e' la stupenda "Lady Stardust", che rap-presenta il vertice lirico di tutto l'LP. In questo frangente lesaturazioni chitarristiche e gli acuti di Bowie lasciano spazio ad una sognante ballata dal testo svenevolmente decadente, benissimo interpretata dal Duca Bianco e struggente nei toni e nella melodia.
Riassumendo, "The Rise and Fall of Ziggy Stardust and The Spiders from Mars", e' uno di quei rari album nel quale la canzone successiva sembra essere l'ideale seguito di quella precedente. E' forse una delle prime
sensazioni ed avverti-menti che l'ascoltatore di turno percepisce dal contesto di un capolavoro simile. Gli altri "highlights" del disco sono naturalmente le ultra-famose ed iper-celebrate "Ziggy Stardust" e la "sorella" (impossibile separare l'una dall'altra,un po' come per "We will rock you/We are the champions" dei Queen) "Suffragette City". "Hang onto yourself e' punk ante-litteram di gran classe mentre "Rock'n'roll suicide", segna idealmente, musicalmente e liricamente la morte di Ziggy (cosa poi che Bowie rendera' pubblica nel concerto d'addio del suo alter ego, con come conseguenza, anche lo scioglimento degli Spiders from Mars, chiudendo
virtualmente un'epopea, l'epopea del glam, di cui "Ziggy Stardust" e' stato l'epicentro ed il momento di maggior trionfo artistico).

Alan "Moonage Stardust" Tasselli


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