SPETTACOLI

BRITNEY, CHRISTINA, KYLIE E LE ALTRE

Power-Pop senz'anima. Il trionfo del "non-sentimento"


di Alan Tasselli (7/8/2002)

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Penso non vi sia cosa piu' irritante vedere certe faccine da "pop disimpegnato" sovrapporsi compiaciutamente sullo schermo televisivo. Piccole voci dalle grandi acrobazie tecnico-vocali ma del tutto incapaci di immergere pathos ed emotivita' nelle loro tracce-danzo-popperecce.
Eppure il canto dovrebbe essere sinonimo, portavoce della sofferenza dell'animo umano, nonche' "specchio musicale" del nostro contorto, seviziato, violentato animo; acrobatiche, vertiginose scale vocali sotto le inutilmente complesse, articolate tessiture strumentali, celebranti piu' che mai un magniloquente, spossante perfezionismo; e' come se davanti a noi avessimo un bellissimo corpo di donna, pronto per essere toccato, da sfruttato, da AVERE! - ma impossibilitato nel manifestare un barlume di sentimento che si avvicini al concetto di amore.
Tanta, troppa fisicita'; poca, troppo poca sensibilita'.
Queste "nuove-regine/reginette" del Pop da Terzo Millennio non sono altro che prodotti pre-confezionati che come robots "tele-comandati" dalle loro case discografiche/padroni, si muovono, si sbattono, si contorcono in bizzarre mosse elastiche quanto mai fine a se stesse, celebranti una piatta emotivita' senza sbocchi apparenti, drammaticamente priva di musicalita' e pathos interpretativo.
IL NULLA ASSOLUTO. L'inespressivita' al potere. La sensibilita' travolta, soppiantata, annichilita dai colori eccessivi e ruffiani del video-clip, quest'ultimo sempre piu' sinonimo di "Dittatura Discografica", e sempre piu' sinonimo di "Morte del Sentimento".

Ambasciatrici (si fa per dire, eh?...) di questo "non-movimento-senza-sentimento", in un 2002 povero di allettanti novita', sono tre disinibite ragazze, dal nome di BRITNEY SPEARS, CHRISTINA AGUILERA e, buon'ultima, una rediviva del Pop contemporaneo: KYLIE MINOGUE.
Costoro sono perfettamente inserite negli spietati, iper-affaristici ingranaggi del Music Business, un Sistema che tende a privilegiare l'edonismo e lo sfrontato commercio, piuttosto che il talento e l'originalita'.
Sia Britney, che Christina e Kylie si muovono sinuose all'interno di questa "Baraccopoli del Pop", infilando prepotentemente un hit dietro l'altro, ma, allo stesso tempo, confermando la loro proverbiale "non-identita'".
Perche', e sappiatelo, fare musica significa anche proporre soluzioni che siano il piu' vicine possibile ad una trasposizione e rappresentazione di noi stessi. Basilarmente non si dovrebbe inseguire il Mercato, ma il Mercato dovrebbe inseguire noi; il cosiddetto "virus del successo" seppellisce sempre piu' il desiderio di manifestarsi per quello che si e', venendo privilegiata l'apparenza ed il fisico, anziche' l'autenticita', la genuinita' dell'artista. In un utopistico quanto irrealizzabile "Libero Eden per Veri Artisti" sara' la sensibilita' che si imporra' sulla fisicita', e la sensibilita' sul "pericolo-spersonalizzazione" che il Commercio della musica popolare rischia di comportare all'artista di turno, durante ipotetici periodi di smarrimento o di "depressione d'artista". Queste tre "reginette del Pop" non hanno nulla a che spartire con i concetti sovraesposti, e difficilmente invertiranno la rotta. Il Successo, e la conseguente ingente quantita' di million-Dollari, tendono a confondere la mente dell'artista, fino ad un colossale disorientamento, portandolo ad uno status di "denaro-dipendenza" non dissimile dall'effetto-droga. Non sussiste piu' una "profonda ricerca in se stessi", ma casomai si verifica una profonda ricerca verso le bassezze piu' aberranti onde poter arrivare in cima il piu' velocemente possibile. Gente che non ha bisogno ne' intende aspettare, aguzzini senza scrupoli pronti a piegare la propria volonta' in favore del successo facile, "scortato" dal "Dio-Denaro". Brutto, brutto affare.
I ragazzini comprano, loro vendono ed intascano e trasmissioni fasulle e millantatrici celebrano i loro "prodigi", che tutto sono capaci di (di)-mostrare tranne che un proprio, distintivo talento.
In fondo, e' il trionfo del "NON-talento", abbinato ad una NON-musica, cantata, suonata da relativi NON-musicisti. Tutto segue un copione gia' scritto e reiterato fino alla nausea.
Prendete come esempio Britney Spears: prima irrompe con un primo colossale hit, si ripete in fotocopia l'anno successivo e di seguito pubblica una "pop-ballad" tanto stereotipata quanto ruffiana, dimostrazione da manuale di come si tenti in tutti i modi, vergognosamente e spudoratamente, di accalappiarsi oltre ogni limite del buon gusto, un pubblico troppo giovane affinche' sia in grado di comprendere il marcio che imperversa dietro quella bella faccina-acqua-sapone e.... (mi verrebbe da dire qualcosa di "sporco" e cattivo... ma rinuncio... in fondo avete capito... di che... "liquido" sto parlando....).
HIT-TRAVOLGENTE + BALLAD romantico-mielosa-iper-zuccherina, + un ultimo recentissimo cambio di direzione: I LOVE ROCK'N'ROLL, brano quanto mai sciocco e senza una precisa identita', ricalcante un riff copiato da un altro
riff di chissa' quale anonimo pezzo rock, di per se uguale a mille altri... Ruffiana, infinitamente ruffiana, la "dolce e carina" Britney; pallide dimostrazioni queste, di artista ipocritamente e fasullamente "versatile", spaziante numerosi generi, ma senza lasciare un tangibile segno.
Peccato che senza talento i generi "spaziati" siano inutili quanto pretenziosi e accattoni... Non vi e' alcun contesto storico rispettato da queste "scoreggine" canticchiatrici di sillabe ammiccanti e pseudoerotiche (DONNA SUMMER quanto ci manchi!.....); sembrano del tutto ignare del fatto che per creare musica decente e, soprattutto, onesta e di
genuino impatto occorrerebbe compiere una ricerca a ritroso, onde scoprire, studiare, analizzare e, fin quanto e' possibile, re-interpretare i Grandi del passato. Ammesso che sappiano che questi "Maestri dell'Antichita'" siano esistiti e che abbiano inventato Loro cio' che oggi queste presunte "reginette" riprendono senza alcun mordente.
Ma... che importa...? - in fondo dobbiamo interagire con "non-persone" dedite ad ascoltare questa "non-musica", prodotta da "non-produttori" e cantata (se puo' apparire lecito usare questo termine di sapor ormai "arcaico"...) da "NON-cantanti". Chissa'... forse provano gusto anche a vivere una...."NON-VITA"...
Voi che ne pensate?...


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