MUSICA - LA STORIA DEL ROCK

SGT. PEPPER E GLI ALTRI

...ulteriori, deliberate considerazioni su...


di Alan "J-K-68" Tasselli (25/6/2002)

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Ho spesso dibattuto dell'importanza che ha avuto SGT. PEPPER sulla musica pop della fine anni '60 cosi' come su quella delle generazioni a venire.
Ma ho altrettanto spesso letto acide critiche su questo inarrivabilmente storico LP, ed i commenti che oggi si leggono sono talmente difformi e caotici che, alla fine, ci si trova smarriti sul reale senso e valore dell'opera in oggetto di critica.
Vi offro a tal proposito alcune mie divagazioni di puro stampo "analitico".
In aggiunta a tutto questo, vi propongo ulteriori deliberate considerazioni su quelli che io, amorevolmente e con grande simpatia, definisco "I COMPARI DI SGT.PEPPER".

.....e' altrettanto vero che all'epoca era la stampa stessa a "soggiogare" le menti dei ragazzini che tanto amavano questo complesso. La si potrebbe definire un'"autentica campagna di sodomizzazione mentale-pro-BEATLES". Intendo dire: secondo la stampa dell'epoca dopo RUBBER SOUL e' ovvio che i BEATLES fossero in crescendo e REVOLVER attesto' l'allora stato di crescita ispirativa e intellettuale. Ma, e tal cosa risulta assai singolare piu' oggi che 35 anni fa, i mass-media VOLLERO A TUTTI COSTI che il disco successivo a REVOLVER fosse il loro DEFINITIVO capolavoro. In pratica la gente fu costretta a credere a questa (oggi la definisco in tal avventuroso modo) "farsa" e da questo (pre)concetto si sviluppo' la tesi, una volta che IL SERGENTE PEPE usci', secondo la quale esso avrebbe rappresentato l'inarrivabile picco creativo dei quattro baronetti. Ad anni di distanza dalla sua uscita, qualche critico decisamente piu' "elastico", si sarebbe accorto casomai del contrario, di come, ad esempio, fosse REVOLVER il masterpiece piu' rappresentativo dei BEATLES (declassando progressivamente il "povero e smarrito" Sergente Pepe). Insomma... la morale di tutto questo e', forse, che,la verita', quella DEFINITIVA, sul reale valore di questa band, non verremo mai a saperla. Sono giunto a questa laconica quanto lapidaria conclusione coniugando un po' tutte le critiche ed analisi mosse pro e contro i Beatles.
Niente di piu' e niente di meno.

E devo riconoscere che molto ho amato (e tutt'ora amo, svisceratamente) i JEFFERSON AIRPLANE, dei quali adoro, in maniera oserei dire "iconoclasta", "AFTER BATHING AT BAXTER'S": un disco assolutamente imperdibile, un autentico MUST per chi voglia comprendere il concetto, l'ambizione ed il coraggio di sperimentazione in un lontano 1967; un ammirevole ed indicativo manifesto psichedelico dell'epoca, quasi un degno
contraltare dei folli esperimenti lisergici dei PINK FLOYD di SYD BARRETT.
L'aura di estremo fascino che "ingabbia" l'opera (nonche' uno sbalordito ascoltatore) dona un'immortalita' artistica che rimanda a tempi a noi sconosciuti ed ignoti, a strambe ed inusuali melodie che fanno ben comprendere ai musicofili di oggi quale fosse l'ardito, incontaminante desiderio di abbattere ogni barriera musicale, anche la piu' apparentemente insormontabile.
POTERE DELLA MUSICA. E potere, innegabile, di straordinariamente creative e percettive menti di un 1967 che sembrava non voler finire mai.
"SURREALISTIC PILLOW" verra' sempre considerato come il "fulcro" sul quale ruotava la felicissima vena compositiva di GRACE SLICK, PAUL KANTNER e soci, ma "AFTER BATHING AT BAXTER'S" lo supera in appeal e selvaggio magnetismo, su questo non nutro alcun dubbio.
Un solco da ascoltare in una casa di campagna isolata dal mondo e completamente disabitata (...).... godrete di un effetto ... "psichedelico-schiavizzante" e vi separerete piu' che felicemente dalla rumorosa ed isterica civilta' contemporanea.
Un altro complesso che oggi meriterebbe un maggior approfondimento sono i MOBY GRAPE di Bob Mosley e Skip Pence (a sua volta il primo batterista dei JEFFERSON AIRPLANE, che contribui' al primo album della band californiana, "JEFFERSON AIRPLANE TAKES OFF").
Il loro album d'esordio e' a tutt'oggi considerato come uno dei migliori di sempre, se non IL MIGLIORE (e questa personale competizione se la giocano altri capisaldi come THE DOORS, NICO AND THE VELVET UNDERGROUND, THE ROLLING STONES, LED ZEPPELIN, ARE YOU EXPERIENCED? ed altri ancora).
MOBY GRAPE, uscito una settimana dopo SGT. PEPPER, ebbe un impatto straordinario sulla musica americana dell'epoca ed avrebbe influenzato generazioni successive. La loro sapiente, irresistibile miscela di blues, melodia beat e splendide armonie vocali (che rimandavano direttamente sia ai BEATLES che ai BEACH BOYS, e riferimenti migliori non potevano essere scovati!...) avrebbero portato ad un eccelso album, MOBY GRAPE, appunto.
Riascoltare oggi brani-essenza di un'epoca che sembrava troppo libera e troppo in armonia con se stessa per sembrare vera risulta ancora appagante e, a suo modo, eccitante: conferisce un innegabile "senso di curiosita'" e conserva ancora quel sound, quell'appeal che costituisce un senso di mistificazione che avvolge da sempre il decennio magico" per antonomasia.
Si puo' scorgere questa aura di misticismo all'ascolto immediato di HEY GRANDMA o della bellissima, trascinante COME IN THE MORNING (il capolavoro indiscusso e' comunque INDIFFERENCE, scritta dal batterista SKIP PENCE, deceduto fra l'altro pochi anni fa, definito una sorta di "SYD BARRETT D'OLTREOCEANO").
E non nascondo che traggo sempre maggior fascino dalle opere che al momento della loro pubblicazione furono a dir poco snobbate, "cancellate" dalla memoria degli allora esistenti, poi divenuti oggetti di culto, come nel caso del sopra-citato NICK DRAKE o dell'inarrivabile VAN MORRISON.
Il suo "ASTRAL WEEKS" e' tutt'ora reputato dai veri esperti musicofili come uno dei vertici espressivi piu' luminosi raggiunti, un inarrivabile concentrato di poesia, umanissima sincerita' e verve ispirativa che hanno avuto pochi eguali al mondo. Non a caso, quest'opera viene dai piu' indicata come il capolavoro assoluto di VAN "THE MAN" MORRISON, sebbene io sostenga che anche solchi come "TUPELO HONEY" (dove spicca un'incredibile, concitatissimo rythm'n'blues come "WILD NIGHT", che dal vivo rende ancor di piu', con un VAN MORRISON a dir poco debordante) valga la pena di essere etichettato come "sublime opera morrisoniana".
E non dico cio' per il semplice gusto della gratuita', lo dico perche' amo VERAMENTE tutta questa musica e mai saro' esausto nel continuare a stuzzicare la mia fantasia in nuove, esigenti ma appaganti ricerche in territori che oggi battono in pochi o nessuno. Sono dell'opinione che sia il metodo piu' intelligente, il piu' perspicace, al fine di eccitare la mente e di "soggiogarla" (come prima ho scritto) al desiderio di vedere e studiare nuove realta' musicali.
Scusate questa mia intemperante, fluviale "tempesta di sensazioni", ma non riuscivo a trattenermi...
Attesto che non prendo (ed ho mai preso) droghe, ne' bevo, ne' tantomeno fumo (sono astemio ed antialcolico). Diciamo... tutto "autoprodotto" dalla mia mente.
Vi saluto e chissa' che non vi spedisca qualcosa di piu'.... "soggiogante"...

BYE

Non un cretino, non un idiota,
non l'ultimo ma semplicemente un
TRASVOLATORE dell'era moderna

ALAN "J-K-68" TASSELLI

P.S.: MI SCUSO VIVACEMENTE PER GLI ERRORI CHE, CON MOLTA PROBABILITA', AVRO' COMMESSO, MA, COME E' INSITO NEL MIO CARATTERE, SCRIVO TUTTO QUASI A GETTO CONTINUO, COME SE DOVESSI PORTARE A TERMINE LA MIA MISSIONE DOPO ESSERE STATO PUNTO DA UN SERPENTE VELENOSISSIMO..... E POI.... SONO ANCORA SCHIAVO DELL'AURA PSICHEDELICA DI "AFTER BATHING AT BAXTER'S"... DATO DA NON SOTTOVALUTARE.


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