Cio' che vorro' proporre
in questo imminente ritratto sara' una analisi estremamente personale
sul carisma ma anche (e soprattutto) sull'importanza che ebbe,
all'epoca, la figura di JIM MORRISON, nei confronti di un'opinione
pubblica la quale fin troppo superficialmente e frettolosamente
era solita condannare i "Maledetti (e futuri martiri) del
Rock erigendoli a sinonimi di Male Profondo, o addirittura proponendo
squallide, bieche allusioni a Mephisto e diretti interessati...
Ma, e questo ben si sa, i critici musicali di quel tempo sguazzavano
in mezzo ad un pantano di conformismo e di eccessivo "conservatorismo",
in special modo gli americani; non a caso Morrison ricevette
tutte le sue arcinote e leggendarie condanne nel proprio paese,
gli Stati Uniti, e non credo avrebbe avuto gli stessi problemi
guidiziari se fosse nato oltre-Manica.......
Io certo non mi posso definire ne' un ammiratore, ne' un "morrisonologo"...
semplicemente, una mattina mi sono alzato e... anziche' bere
una birra (...preciso che sono ASTEMIO e non bevo alcolici...)
o "spararmi" un acido, non ho fatto altro che sorseggiare
un innocuo caffe', quando... una "lucina" si e' accesa
dentro la mia testa sillabando il nome JIM MORRISON; il resto
e' venuto da se.
Per comprendere sino in fondo il valore del "concetto rivoluzionario"
di Jim Morrison occorre re-immergersi nel cuore degli anni '60,
e precisamente ritornare all'estate del 1965, quando Jim, allora
studente all'UCLA di LOS ANGELES, incontro' nella spiaggia di
Venice Beach, Ray Manzarek, suo futuro compagno ed epicentro
creativo dei Doors. Fu amore "a prima vista". Il magnetismo
di Morrison catturo' Manzarek e si sarebbe trattato dell'inizio
di una leggendaria collaborazione.
Sebbene l'America era gia' stata terribilmente scossa nel 1956
dal carisma e dalla ribellione di Elvis Presley (il primo "guastatore"
della musica popolare del Novecento), tuttavia i giovani e sprovveduti
americani si trovavano ancora costretti a sopportare uno spirito
conservatore eccessivo ed un puritanesimo ingombrante quanto
portavoce di "sterilita' del libero pensiero". Morrison
ebbe il preciso merito di frapporsi, in un momento di cruciale
importanza e di grande drammaticita', in mezzo a questo Sistema
"malato" di bigottismo ed inneggiante al piu' sfrenato
consumismo. Non solo: l'elemento che piu' di ogni altro distinse
il supremo, destabilizzante atto di anti-conformismo morrisoniano
da tutti gli altri "protestanti" suoi contemporanei,
fu determinato dal fatto che lui provenisse da una famiglia non
certo povera: Jim era figlio di un ammiraglio, il che, nell'America
di allora, aveva significato di "profondo conservatorismo".
Il futuro "RE LUCERTOLA" non si sarebbe certamente
tramutato nella stessa ribelle, scomoda icona della contro-cultura
americana se fosse stato allevato ed educato da una classe operaia,
e quindi abituato a lottare sin dai tempi dell'infanzia.
Si puo' tranquillamente avanzare che la genesi del VERO anticonformismo
sorga proprio (e soprattutto) dalle comodita' e dalle ricchezze
di una famiglia fin troppo benestante perche' si creino crisi
inter-familiari o gravi mancanze finanziarie.
Morrison non aveva mai accettato questa "concezione di vita
"edonistica" e spensierata" (e sorretta dal classico
"sogno americano"), e ben presto si accorse di dover
a tutti i costi manifestare a qualcuno, in un qualche determinato
momento ed in quale posto con precisione nessuno, allora, lo
avrebbe saputo, il suo sfrenato desiderio di liberta' ed anarchia,
principi da contrapporre agli obsoleti dogmi della Societa' contemporanea
di allora, una Societa' idealmente rappresentata dalla famiglia
medio-alto borghese in cui Jim era cresciuto.
Morrison non apparteneva certo a quella schiera di artisti ribelli
come Chuck Berry, John Lennon o Bob Dylan, figli del loro tempo
cosi' come delle sue frustrazioni, dalle quali sarebbe derivato
un irrinunciabile quanto spasmodico e radicale cambio di direzione;
non si senti' mai costretto ad imbracciare una chitarra ne' ad
esibirsi con complessini "yeh-yeh". Il suo sarebbe
divenuto un estremo, incontrollato, "absolutely-free"
pensiero di rivolta che, partito dal "cuore" di un'esistenza
priva di drammi inter-famigliari e/o incomprensioni di ordine
caratteriale, sarebbe giunto sino in fondo alla coscienza della
gente comune, ribaltandone opinioni e concetti legati alla vita,
e capovolgendo con invidiabile, inusuale autoritarieta', quello
stesso Sistema che lo aveva prima visto nascere e poi accudito.
Morrison si sarebbe trasformato in un'icona trans-generazionale,
una mente dalla grave complessità capace di riscrivere,
ma totalmente a suo modo, le regole del suo tempo: "NON-regole"
che sarebbero state prese a divino esempio di anti-conformismo
e folle (necessaria per l'imposizione dei valori per i quali
i giovani dei tardi anni '60 si battevano nelle piazze delle
grandi citta') rivolta da parte di milioni di contestatori stanchi
di vivere in un paese dove era pressoche' proibita la liberta'
di esprimere proprie sensazioni e propri pensieri. Il RE LUCERTOLA
avrebbe funto da "capro espiatorio" e si sarebbe attirato,
come una calamita dalle bibliche proporzioni, tutta l'ira, tutto
il dissenso di un'America che non poteva certo tollerare, visti
i "principi" sui quali era stata fondata, un simile,
depravato fautore di lascivo atteggiamento e scandalosi versi...
Jim Morrison fu, a mio parere, il prototipo di "artista
maledetto" pronto al sacrificio supremo, in nome di una
liberta' eterna ed impossibile da conquistare in vita; un artista
che non avrebbe accettato ALCUN tipo di compromesso (essendo
lui stesso IL compromesso), professando massime quali "meglio
una fine disperata che una disperazione senza fine..." che
e' assai indicativo sul concetto morrisoniano di "esistenza".
Jim era affascinato dalla morte in quanto entita' astratta, impenetrabile,
oscura e misteriosa, non intesa come mera fine, ma bensi' come
un "nuovo inizio" dal quale poter gettare le basi per
un "nuovo modo di vivere e vagare libero sul sentiero dell'immortalita'".
Concetti estremi perche' potessero essere "decifrati"
compiutamente dai mass-mediologi dell'epoca.
L'America, da sempre paese scisso da ingovernabili contraddizioni,
la maggior parte delle quali assurde ed incomprensibili per il
popolo del Vecchio Continente, avrebbe condannato selvaggiamente
gli slanci rivoluzionari del RE LUCERTOLA. Di fronte credettero
di trovarsi un uomo dalla fede smarrita per sempre ed ora tramutatosi
in ambasciatore dell'Oscurita' e dell'ignoto, profanatore del
"sogno americano" e divulgatore di assai espliciti
atti di erotismo e di perversione edipica fino ad allora del
tutto inesplorati e mai resi pubblici con tale, spiazzante crudezza
ed ardore lirico. L'eresia come diabolica forma d'arte onde instaurare
nuovi principi di anarchia da parte di un giovanissimo popolo
depresso, oppresso dall'ottusa civilta' e lascivo benessere americano.
Un eretico pronto al sacrificio supremo, un dannato ora stretto
nella morsa della sua piu' "cara" ossessione: una morte
precoce, immatura, avvolta nelle tenebre di una notte girovaga
non ancora del tutto chiarita, a piu' di trent'anni dall'accaduto.
Si badi bene: la mia intenzione non e' certo quella di "demonizzare"
o saturare ulteriormente un concetto che oltre trent'anni fa
faceva discutere animatamente, e che ora fa solamente sorridere...
specie se vi sono autentici buffoni all'interno del bizzarro
Show Business musicale quali il roboante, inflazionatissimo e
scandaloso (??...) MARYLYN
MANSON: in realta' quest'uomo non ha fatto altro che reiterare
alcuni cliche' di certo rock satanico del passato,
pescando un po' da Ozzy Osbourne, un altro po' da IGGY POP, portando
a termine il suo "progetto" citando (implicitamente)
il BLACK ROCK teatrale di ALICE COOPER. ...non molto originale,
devo supporre...
L'unica, sostanziale differenza, e' che oggi si compie questo
atto di pseudorivoluzione solo per scopi di lucro commerciale
(o mero spettacolo macabro-edonistico fine a se stesso), mentre
nel caso di Jim Morrison, la rivolta e le conseguenti, spregiudicate
e provocatoriamente teatrali esibizioni (ai limiti del lascivo
e dell'erotismo piu' esplicito immaginabile) erano dettate da
una frenetica, "febbricitante" necessita' o da una
primitiva urgenza nel volerle riversare su di un pubblico troppo
ingenuo, disorientato e sprovveduto per comprendere quale fosse
la via da seguire.
Il successo e le case discografiche negli anni '60 non contavano
nulla sulla coscienza di Morrison, a lui interessava imporre
le proprie ultra-anarchiche vedute, a costo di finire in galera,
a costo di rimanere ucciso dallo stesso establishment a cui lui
aveva dichiarato eterna guerra, attraverso le ipnotiche, peccaminose
e "ombrose" musiche dei Doors ed ai suoi corrosivi,
sensazionalmente scabrosi testi. Un autentico fuorilegge, in
un'era, quella dei tardi
anni '60, considerata come sorta di far-west dove sulle porte
dei "saloon" era appiccicato il ritratto del bandito
ricercato: "WANTED, dead or alive, possibilmente vivo",
puo' darsi fosse questo l'imperativo indetto dal Governo
Americano contro un uomo pericoloso, TROPPO pericoloso, affinche'
la credibilita' di quel popolo non venisse offesa ne' messa alla
berlina da un pazzo con in mano una semplice asta da microfono
agitata in modo disconnesso e minaccioso. "MORRISON IL BANDITO....
CATTURATELO!"
Ma prima che venisse definitivamente ingabbiato dai gendarmi
americani, Jim provvide per conto suo ad imboccare una via a
senso unico, tra perdizione e presagi oscuri e "maledetti",destinato
ad un infausta quanto inevitabilmente inconvertibile, profetizzata
auto-distruzione, come se si fosse costretti, sia per destino
che per volonta', a rispettare solennemente un copione cinematografico
scritto da Morrison stesso...: una morte giovane per un mito
eterno. Il mito di un uomo che non "sarebbe uscito vivo
di qui".
ALAN "FIVE-TO-ONE"
TASSELLI Questo
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