Con l'avvento, perentorio
quanto terrificante ed iconoclasta, del fenomeno PUNK, la musica
rock avrebbe subito il piu' grande tracollo psichico-qualitativo/ideologico
di tutta la sua intensa vicenda.
L'anno di TOTALE abbattimento dell'istituzione rockistica e'
il 1976, ovvero all'indomani della pubblicazione del singolo/manifesto
per antonomasia del nuovo dissacrante "verbo musicale":
ANARCHY IN THE UK, indovinate di chi?... MA DEI SEX PISTOLS,
of course!!
Per la prima volta si affermava un genere, una trasposizione
musicale che ben poco (quasi nulla) aveva a che vedere con i
canoni piu' classici del rock'n'roll; il PUNK era essenzialmente
una forma grettamente anti-musicale, suonata da autentici incapaci,
una moderna (allora) "voce scomoda" e fuori dal coro
ma del tutto stonata, ossessiva, fastidiosamente monolitica,
depravata e infinitamente volgare: in definitiva tale connubio
di devastante carica oltraggiosa e spropositata veemenza anarco-sociale
avrebbe comportato al morente (piu' mai) establishment-rock il
titolo di "anno zero", meglio!, "GROUND ZERO"
della musica popolare giovanile del XX° Secolo. Mai si era
assistito ad un degrado qualitativo cosi' ampio e distruttivo,
un'inaudita, violentissima soppressione di tutte le certezze
che il "vecchio" Rock, inteso come Arte nella piu'
totale accezione del termine solo fino a qualche mese prima,
aveva riunito in se; esso, con il funestante avvento del PUNK,
si vide inesorabilmente travolto, irrimediabilmente corrotto,
seviziato, stuprato da un nugolo infinito di anarcoidi repressi,
disoccupati e senza un futuro ben delineato ("NO FUTURE"
era lo slogan per eccellenza del movimento punker e questo titolo
emblematico e' di gran lunga la miglior sintesi possibile per
un eventuale commento/analisi sul nuovo Fenomeno sociologico-musicale
che colpi' l'industria del pop nei tardi anni '70).
Ad esser del tutto sinceri la prodigiosa evoluzione che vide
protagonista il rock'n'roll a partire dal 1966 fino a meta' anni
'70 stava affievolendosi in maniera alquanto drammatica, dando
segnali di decadimento creativo nonche' di una forte, preoccupante
involuzione riguardante pressoche' tutti i mostri sacri del Rock,
proprio coloro che avevano contribuito ad elevare a "somma
arte" un'espressione fino a qualche anno prima relativamente
snobbata e superficialmente giudicata come una forma di divertimento
ed eccitazione collettiva e nulla piu'.
Gia' intorno al 1975 il Rock acquista sempre piu' una veste stantia,
ripetitiva, disgustosamente pomposa, inutilmente magniloquente,
estremamente noiosa; la fase di DEvoluzione era in pieno processo,
e l'auto-lesionismo (sia mentale che strumentale) di molti dei
titani supremi comandanti della grande nave rock sembrava minacciosamente
intento a non diminuire, anzi! Ma ci sarebbe naturalmente stato
un prezzo assai salato da pagare e tale "divina" (o
diabolica, a seconda dei vostri gusti) punizione si sarebbe implacabilmente
materializzata sotto la forma di uomini iper-esagitati, dediti
alla violenza e contraddistinti (esteticamente parlando) da creste,
spilloni con tanto di vomito rigettato sul pubblico (e non solo
in senso figurato...)....., audience fedele ai concerti dei loro
beniamini come se si trattasse di riti sacrali volti all'iniziazione
verso un ipotetico mondo migliore (ma qui gli ideali pacifisti
non c'entrano per nulla...).
Il PUNK si puo' definire come il fratello brutto, stolto ed handicappato
della Dea Rock, costei cosi' bella, altezzosa ma anche indisponente,
arrogante, pretenziosa, fin troppo esigente. Ed il fratellastro
illegittimo, figlio sporco di una cultura altrettanto sporca
le avrebbe tolto, senza tanti complimenti od "educate"
richieste di permesso, l'apparentemente invalicabile trono; il
Rock, almeno inteso come allora, non sarebbe stato piu' lo stesso,
nel senso piu' deleterio, psicologicamente violento immaginabile
del termine.
La chiave dell'esplosione-punk fu innanzitutto dovuta, oltre
al gia' espresso ed evidenziato inizio di riflusso delle istituzioni
musicali passate, ad una ricaduta sociale in cui incapparono,
in stretto ordine cronologico, prima gli Stati Uniti (corrosi
e disorientati sia dallo scandalo WATERGATE che dalle ingenti
perdite di vite umane causate dalla guerra Vietnam) ed in seguito
il Regno Unito, colpito da una inaspettata crisi da occupazione
che aveva pochi precedenti; questi avvenimenti, nel loro caotico
succedersi senza tregua apparente, determinarono la nascita e
quindi il dilagare di foltissime orde di giovani arrabbiati e
desiderosi di far sentire una voce fino a quel momento repressa
invocante un futuro senza speranza o privo di alcuna logica,
razionale ambizione.
L'ondata di terribile musica che sia addetti che non addetti
dovettero subire andava oltre ogni principio meramente musicale:
era musica suonata non con l'anima ma piuttosto con una disperazione
lacerante che traspariva dall'abbigliamento di stampo inequivocabilmente
nichilista quanto nelle rozzissime soluzioni musicali adottate
da inesperti, musicisti (si fa per dire) assolutamente privi
di talento, aventi una fantasia creativa praticamente nulla,
con idee pseudo-reazionarie alquanto frammentarie ed in alcuni
casi piuttosto ingiustificate. Il Punk non era affatto sinonimo
di rivoluzione, bensi' si manifestava in quanto primordiale,
urgente ed irrinunciabile necessita'; se prima la musica Rock
serviva da tramite e sfogo onde poter guadagnare palate di milioni,
nella musica punk l'unica, vera ed accertata prerogativa era
data da un' affannosa ricerca di una identita' che sembrava essere
stata smarrita per sempre, come se ci si trovasse di fronte ad
un vicolo cieco, senza via d'uscita; dinanzi a noi solo marciume,
disoccupazione, droga, solitudine e tanto nichilismo in abbondanza,
quasi concepito come una sorta di religione alla quale dover
sottostare in segno della fede-punk alla quale obbedire e credere
devotamente, e per la quale magari morire, un giorno. I punkers
si preoccupano di sopravvivere piu' che di vivere e sperare in
rendite migliori, giovani e meno giovani senza arte ne' parte,
mancanti di quella genuina spinta propulsiva, tassello peculiare
della primitiva, ma fondamentale rivolta musicale-sociologica-istituzionale
operata dal rock'n'roll esattamente venti anni prima.
La perfetta incarnazione di questa infinita serie di contraddizioni
furono i SEX PISTOLS di Johhny Rotten e Syd Vicious. Costoro
costituirono il piu' grande "bluff" ideologico-musicale
della Storia del Rock; questi quattro disperati ognuno dei quali
assolutamente incapace di infilare a malapena tre note di fila,
rappresentavano, piu' che legittimamamente, la quintessenza del
roboante movimento punk, ed al contempo la feccia di una NON-GENERAZIONE
senza inventiva o spirito d'iniziativa, inizialmente condannata
a rifarsi sempre su se stessa, evitando contaminazioni di ogni
genere e rifiutando, biecamente e stoltamente, il passato, sia
istituzionale che strettamente musicale. Molti (quasi tutti)
seguirono il percorso tracciato, durante la loro brevissima esistenza,
dalle indecenti, oltraggiosissime "PISTOLE", mentre
i musicisti piu' intelligenti e mentalmente piu' evoluti, accorti
ed elastici, avrebbero usato il PUNK come veicolo di promozione,
per poi distaccarsene gradualmente onde affrontare nuovi percorsi.
Il complesso che piu' di ogni altro si mostro' essere la mosca
bianca in mezzo ad una moltitudine di lercie, orribili moscacce
nere si rivelarono essere i CLASH. Essi col tempo non solo avrebbero
seguito con tenacia e devozione un personale percorso evolutivo,
ma sarebbero stati in grado di distinguersi dal resto della paccottaglia-punkerina
con uno stile ricercato ed assai riconoscibile, con maniacale
riguardo nei confronti delle agitate sommosse socio-politiche
allora in voga nella Gran Bretagna governata dall'odiatissima,
osteggiatissima Margaret Thatcher. Proprio i Clash si dimostrarono
essere i piu' attivi "politicanti in musica", combinando,
con abilita' e tatto interpretativo, il clima burrascoso e anarchico
della Londra di fine anni '70, giungendo a capolavori quali SANDINISTA
ed il successivo COMBAT ROCK, dischi che furono testimonianza
della inarrestabile crescita compositiva di Joe Strummer e Soci
(SANDINISTA, edito nel 1980, viene considerato unanimemente dai
critici come il vertice assoluto, sia per tematiche enunciate
che per le numerose contaminazioni musicali, dei Clash). Sicuramente
il sottoscritto avra' lasciato per strada (comunque ben volentieri!)
quell'insulsa nomea di complessi e complessini producenti musichetta
con molta infamia e nessuna lode, dediti al rumore puro, peccando
gravemente di ingenuita' nel voler credere che abbracciando tre
strumenti ed una voce si crei qualcosa di musicale. In fondo,
i nomi "mitici" del punk li conoscerete a memoria:
RAMONES, DAMNED, DEAD KENNEDYS, STIFF LITTLE FINGERS, SHAM 69,
perfino i primissimi POLICE (che, certo, con il punk ben poco
avevano a che vedere...). Il resto avrebbe portato un solo, drammatico,
rassegnato titolo: IL GRANDE RIFLUSSO (chiedete a DURAN DURAN
e dintorni...)
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