MUSICA - LA STORIA DEL ROCK

Anarchia nel Regno Unito

Il Ground Zero dell'Istituzione-Rock

di Alan "J-K-68" Tasselli (26/9/2002)

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Con l'avvento, perentorio quanto terrificante ed iconoclasta, del fenomeno PUNK, la musica rock avrebbe subito il piu' grande tracollo psichico-qualitativo/ideologico di tutta la sua intensa vicenda.
L'anno di TOTALE abbattimento dell'istituzione rockistica e' il 1976, ovvero all'indomani della pubblicazione del singolo/manifesto per antonomasia del nuovo dissacrante "verbo musicale": ANARCHY IN THE UK, indovinate di chi?... MA DEI SEX PISTOLS, of course!!
Per la prima volta si affermava un genere, una trasposizione musicale che ben poco (quasi nulla) aveva a che vedere con i canoni piu' classici del rock'n'roll; il PUNK era essenzialmente una forma grettamente anti-musicale, suonata da autentici incapaci, una moderna (allora) "voce scomoda" e fuori dal coro ma del tutto stonata, ossessiva, fastidiosamente monolitica, depravata e infinitamente volgare: in definitiva tale connubio di devastante carica oltraggiosa e spropositata veemenza anarco-sociale avrebbe comportato al morente (piu' mai) establishment-rock il titolo di "anno zero", meglio!, "GROUND ZERO" della musica popolare giovanile del XX° Secolo. Mai si era assistito ad un degrado qualitativo cosi' ampio e distruttivo, un'inaudita, violentissima soppressione di tutte le certezze che il "vecchio" Rock, inteso come Arte nella piu' totale accezione del termine solo fino a qualche mese prima, aveva riunito in se; esso, con il funestante avvento del PUNK, si vide inesorabilmente travolto, irrimediabilmente corrotto, seviziato, stuprato da un nugolo infinito di anarcoidi repressi, disoccupati e senza un futuro ben delineato ("NO FUTURE" era lo slogan per eccellenza del movimento punker e questo titolo emblematico e' di gran lunga la miglior sintesi possibile per un eventuale commento/analisi sul nuovo Fenomeno sociologico-musicale che colpi' l'industria del pop nei tardi anni '70).
Ad esser del tutto sinceri la prodigiosa evoluzione che vide protagonista il rock'n'roll a partire dal 1966 fino a meta' anni '70 stava affievolendosi in maniera alquanto drammatica, dando segnali di decadimento creativo nonche' di una forte, preoccupante involuzione riguardante pressoche' tutti i mostri sacri del Rock, proprio coloro che avevano contribuito ad elevare a "somma arte" un'espressione fino a qualche anno prima relativamente snobbata e superficialmente giudicata come una forma di divertimento ed eccitazione collettiva e nulla piu'.
Gia' intorno al 1975 il Rock acquista sempre piu' una veste stantia, ripetitiva, disgustosamente pomposa, inutilmente magniloquente, estremamente noiosa; la fase di DEvoluzione era in pieno processo, e l'auto-lesionismo (sia mentale che strumentale) di molti dei titani supremi comandanti della grande nave rock sembrava minacciosamente intento a non diminuire, anzi! Ma ci sarebbe naturalmente stato un prezzo assai salato da pagare e tale "divina" (o diabolica, a seconda dei vostri gusti) punizione si sarebbe implacabilmente materializzata sotto la forma di uomini iper-esagitati, dediti alla violenza e contraddistinti (esteticamente parlando) da creste, spilloni con tanto di vomito rigettato sul pubblico (e non solo in senso figurato...)....., audience fedele ai concerti dei loro beniamini come se si trattasse di riti sacrali volti all'iniziazione verso un ipotetico mondo migliore (ma qui gli ideali pacifisti non c'entrano per nulla...).
Il PUNK si puo' definire come il fratello brutto, stolto ed handicappato della Dea Rock, costei cosi' bella, altezzosa ma anche indisponente, arrogante, pretenziosa, fin troppo esigente. Ed il fratellastro illegittimo, figlio sporco di una cultura altrettanto sporca le avrebbe tolto, senza tanti complimenti od "educate" richieste di permesso, l'apparentemente invalicabile trono; il Rock, almeno inteso come allora, non sarebbe stato piu' lo stesso, nel senso piu' deleterio, psicologicamente violento immaginabile del termine.
La chiave dell'esplosione-punk fu innanzitutto dovuta, oltre al gia' espresso ed evidenziato inizio di riflusso delle istituzioni musicali passate, ad una ricaduta sociale in cui incapparono, in stretto ordine cronologico, prima gli Stati Uniti (corrosi e disorientati sia dallo scandalo WATERGATE che dalle ingenti perdite di vite umane causate dalla guerra Vietnam) ed in seguito il Regno Unito, colpito da una inaspettata crisi da occupazione che aveva pochi precedenti; questi avvenimenti, nel loro caotico succedersi senza tregua apparente, determinarono la nascita e quindi il dilagare di foltissime orde di giovani arrabbiati e desiderosi di far sentire una voce fino a quel momento repressa invocante un futuro senza speranza o privo di alcuna logica, razionale ambizione.
L'ondata di terribile musica che sia addetti che non addetti dovettero subire andava oltre ogni principio meramente musicale: era musica suonata non con l'anima ma piuttosto con una disperazione lacerante che traspariva dall'abbigliamento di stampo inequivocabilmente nichilista quanto nelle rozzissime soluzioni musicali adottate da inesperti, musicisti (si fa per dire) assolutamente privi di talento, aventi una fantasia creativa praticamente nulla, con idee pseudo-reazionarie alquanto frammentarie ed in alcuni casi piuttosto ingiustificate. Il Punk non era affatto sinonimo di rivoluzione, bensi' si manifestava in quanto primordiale, urgente ed irrinunciabile necessita'; se prima la musica Rock serviva da tramite e sfogo onde poter guadagnare palate di milioni, nella musica punk l'unica, vera ed accertata prerogativa era data da un' affannosa ricerca di una identita' che sembrava essere stata smarrita per sempre, come se ci si trovasse di fronte ad un vicolo cieco, senza via d'uscita; dinanzi a noi solo marciume, disoccupazione, droga, solitudine e tanto nichilismo in abbondanza, quasi concepito come una sorta di religione alla quale dover sottostare in segno della fede-punk alla quale obbedire e credere devotamente, e per la quale magari morire, un giorno. I punkers si preoccupano di sopravvivere piu' che di vivere e sperare in rendite migliori, giovani e meno giovani senza arte ne' parte, mancanti di quella genuina spinta propulsiva, tassello peculiare della primitiva, ma fondamentale rivolta musicale-sociologica-istituzionale operata dal rock'n'roll esattamente venti anni prima.
La perfetta incarnazione di questa infinita serie di contraddizioni furono i SEX PISTOLS di Johhny Rotten e Syd Vicious. Costoro costituirono il piu' grande "bluff" ideologico-musicale della Storia del Rock; questi quattro disperati ognuno dei quali assolutamente incapace di infilare a malapena tre note di fila, rappresentavano, piu' che legittimamamente, la quintessenza del roboante movimento punk, ed al contempo la feccia di una NON-GENERAZIONE senza inventiva o spirito d'iniziativa, inizialmente condannata a rifarsi sempre su se stessa, evitando contaminazioni di ogni genere e rifiutando, biecamente e stoltamente, il passato, sia istituzionale che strettamente musicale. Molti (quasi tutti) seguirono il percorso tracciato, durante la loro brevissima esistenza, dalle indecenti, oltraggiosissime "PISTOLE", mentre i musicisti piu' intelligenti e mentalmente piu' evoluti, accorti ed elastici, avrebbero usato il PUNK come veicolo di promozione, per poi distaccarsene gradualmente onde affrontare nuovi percorsi. Il complesso che piu' di ogni altro si mostro' essere la mosca bianca in mezzo ad una moltitudine di lercie, orribili moscacce nere si rivelarono essere i CLASH. Essi col tempo non solo avrebbero seguito con tenacia e devozione un personale percorso evolutivo, ma sarebbero stati in grado di distinguersi dal resto della paccottaglia-punkerina con uno stile ricercato ed assai riconoscibile, con maniacale riguardo nei confronti delle agitate sommosse socio-politiche allora in voga nella Gran Bretagna governata dall'odiatissima, osteggiatissima Margaret Thatcher. Proprio i Clash si dimostrarono essere i piu' attivi "politicanti in musica", combinando, con abilita' e tatto interpretativo, il clima burrascoso e anarchico della Londra di fine anni '70, giungendo a capolavori quali SANDINISTA ed il successivo COMBAT ROCK, dischi che furono testimonianza della inarrestabile crescita compositiva di Joe Strummer e Soci (SANDINISTA, edito nel 1980, viene considerato unanimemente dai critici come il vertice assoluto, sia per tematiche enunciate che per le numerose contaminazioni musicali, dei Clash). Sicuramente il sottoscritto avra' lasciato per strada (comunque ben volentieri!) quell'insulsa nomea di complessi e complessini producenti musichetta con molta infamia e nessuna lode, dediti al rumore puro, peccando gravemente di ingenuita' nel voler credere che abbracciando tre strumenti ed una voce si crei qualcosa di musicale. In fondo, i nomi "mitici" del punk li conoscerete a memoria: RAMONES, DAMNED, DEAD KENNEDYS, STIFF LITTLE FINGERS, SHAM 69, perfino i primissimi POLICE (che, certo, con il punk ben poco avevano a che vedere...). Il resto avrebbe portato un solo, drammatico, rassegnato titolo: IL GRANDE RIFLUSSO (chiedete a DURAN DURAN e dintorni...)

BYE


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