MUSICA - LA STORIA DEL ROCK

CLAUDIO BAGLIONI -
GIRA CHE TI RIGIRA AMORE BELLO (1973)

di Alan "J-K-68" Tasselli (22/12/2002)

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Non potevo che concludere l'anno con una mia personale "rivisitazione critica" di quello che considero in assoluto il capolavoro baglioniano, nonche' supremo "highlight" musicale italiano del Secolo Ventesimo.
Benche' il sottoscritto sia sempre stato (e fondamentalmente rimarra', almeno fino a quando qualcuno non vorra' farmi il lavaggio del cervello .......) un "battistiano della prima ora", non posso esimermi dall'ammettere senza alcun briciolo di pudore che "GIRA CHE TI RIGIRA AMORE BELLO" e' uno degli LP di musica pop piu' coinvolgenti ed emozionali che mi sia mai capitato di ascoltare (nonche' mio album preferito IN ASSOLUTO, almeno per quel che concerne la musica made in Italy).
GIRA CHE TI RIGIRA non e' solo un ammirevole spaccato della gioventu' italiana nel cuore degli anni '70, ma anche e soprattutto uno dei vertici artistici melodici mai raggiunti da un musicista Baglioni, e questa va spiegato senza mezzi termini, e' sempre stato tacciato, durante la sua mirabilante carriera, di essere un banale canzonettaro a cui piace solo scrivere e raccontare storie di ragazzi e ragazze del suo tempo, rifiutandosi di intraprendere temi legati al sociale o certe obliquita' di pensiero tanto care ai cantautori impegnati che furono, allora, suoi illustri contemporanei.
Niente di piu' falso! Certo, il "Claudio nazionale" mai potra' essere annoverato tra quella folta schiera di sinistrorsi che inondarono il mercato italiano a partire dai primissimi anni '70 (parallelamente al ciclone-progressivo-italico in voga nello stesso periodo), ma egli, in qualita' di cantautore (o meglio!: di CANTASTORIE moderno) ha scritto ed interpretato alcune delle piu' belle, trascinanti melodie del dopo-guerra, ricordando spesso e volentieri come un musicista non debba dimenticarsi (MAI!) di creare, prima di ogni altra cosa, una melodia, e non dei semplici versi di protesta iper-politicizzati alla fine solo deleteri ed incapaci, tutto sommato, di inglobare e successivamente trasmettere un messaggio chiaro e definito.
GIRA CHE TI RIGIRA AMORE BELLO e' la terza opera di un Claudio Baglioni in continua ascesa creativa; l'album esce nel Maggio del 1973 e, come per il precedente, i brani sono costruiti attorno ad un tema centrale: si tratta infatti di un "concept-album", strettamente legato a canoni di stampo cinematografico, da sempre "ossessione" del Baglioni della prima ora. Mentre il famosissimo ed inarrivabile predecessore, lo stra-osannato QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE, edito nel Settembre 1972, era incentrato sulle traversie sentimentali di una giovane coppia di innamorati (da interpretarsi inconfutabilmente come opera autobiografica, e lo stesso dicasi per GIRA CHE TI RIGIRA...), l'album in oggetto di analisi ruota sempre attorno a Claudio ma distaccandosi, spesso, dai cliche's gia' ampiamente collaudati e rivisitati nel suo primo capolavoro, onde immedesimarsi nel giovane moderno di allora, emotivamente preso da certe "manie" ed abitudini vigenti all'epoca: l'auto-stop come forma prettamente anarchica di liberta', il leggendario "2 CAVALLI" (che nell' accezione baglioniana possiede un'identita' tutta sua e personalizzata, l'indimenticabile "Camilla"), che rappresenterebbe il fulcro centrale del racconto; la trama si dispiega abilmente in momentanei "flashbacks" rievocanti le insicurezze e sofferenze del giovane protagonista, a tratti collericale, altre volte costretto ad ammettere "di essere davvero innamorato...", consegnando all'ascoltatore irresistibili bozzetti di vita quotidiana per nulla banali ma, al contrario, ricchi di espressivita' e pathos emotivo.
La bellezza di GIRA CHE TI RIGIRA risiede proprio nella sua straordinaria semplicita' nel descrivere ansie, gioie, preoccupazioni e palpitazioni sentimentali ed affettive di una giovane coppia ordinaria: Baglioni dimostra di sapersi immedesimare alla perfezione nella fragile sensibilita' dell'innamorato, carpendo e percependo stati d'animo superbamente trasposti in musica. L'orgoglio dell'uomo perdutamente innamorato che tenta di rifiutare tale "spinosa" e travagliata condizione verso la sua dolce meta' viene messo in netto contrasto con l'obbligata e quasi rassegnata ammissione di colpa, quella "colpa" di sentirsi tremendamente legato alla persona che si ama, colei della quale e' impossibile fare a meno.
C'e' Camilla, la sua inseparabile compagna di viaggio, ma il cuore alla fine ritorna sempre indietro, andando a ritroso verso una sperata riconciliazione con la propria amata: la si puo' interpretare come una continua, forsennata ricerca d'identita', ma mai ossessiva e disgustosamente stereotipata, bensi' genuina e spontanea, una spontaneita' che veniva assolutamente naturale al Claudio Baglioni dei primi passi nel mondo dell'industria discografica, spontaneita' egregiamente riflessa in questo memorabile disco. IO ME NE ANDREI e', sia per intensita' che per pathos interpretativo, il capolavoro dell'album (benche' debba ammettere che si tratti di un "capolavoro tra i capolavori"....eh...!): su di essa vengono riversate tutte le sane contraddizioni ed i sconvolgimenti sentimentali-affettivi di un giovane incapace di darsi pace, in perenne bilico tra un forzato, apparentemente ricercato orgoglio e l'irrefrenabile, irresistibile tentazione di fare un passo indietro: l'intelligenza del testo verte proprio su questo contrasto, in apparenza banale ma in realta' rivelante una profondita' d'animo ed una sensibilita' nettamente fuori dall'ordinario: "…mio Dio pero' voglio uscirne fuori ma tanto so che non potrei lasciare lei lasciare lei lasciare lei…. Io me ne andrei (riproviamo un'altra volta non e' detto e poi non si sa mai) io me ne andrei (cominciamo dal principio tutto quanto vuoi) Io me ne andrei (mi dai una mano) a cercare lontano (non ci vuole poi tanto) una casa nel vento (per ricominciare) e poi volare in alto dove tu non sei (la parola "fine" non esiste mai)... io me ne andrei lo faccio sai lo faccio sai……" - in fondo anche il sottoscritto e' un sentimentale, e quante volte mi sono riconosciuto in questi versi cosi' antitetici, cosi' assurdamente veri, cosi' emotivi e carichi di significato…….
Ma GIRA CHE TI RIGIRA AMORE BELLO non e' pervaso solo da sensi di colpa e dubbi corrosivi, all'interno si possono godere anche irresistibili spaccati d'epoca come W L'INGHILTERRA, piccolo "saggio" sul desiderio evasivo del giovane Claudio, che si illude di poter trovare un giustificato sfogo immaginando di essere nato Oltre-manica, ovvero il sogno che prima o poi tutti noi adolescenti coltiviamo: fuggire dalla realta' in cui siamo cresciuti e che mai abbiamo accettato in pieno, a maggior ragione se e' una donna del nostro paese a farci soffrire.......A fare da antidoto a W L'INGHILTERRA e' la gia' citata IO ME NE ANDREI: il Nostro ritorna saldamente (o bruscamente, a seconda dei vostri gusti) con i piedi sul terreno, incapace, dopo vorticosi giri di parole o continui tergiversare, di farsene una ragione, temi che vengono successivamente ripresi in E APRI QUELLA PORTA: "mannaggia alle donne a tutte quante le donne eh eh, una per una sono tutte un programma…… - hai capito male e' uno sfogo anche se il gioco ... vale quando dura poco ma che razza di fesso sono stato ... anche se ... lo confesso mi ero innamorato ..." A chiudere il LATO A il gentile, pacato, tenero bozzetto di RAGAZZA DI CAMPAGNA, ritratto di pura adoscenzialita' che rivela l'immensa sensibilita' del cantautore romano: in esso c'e' tutto il talento di cantastorie di Baglioni, abile a tratteggiare il passaggio tra l'ingenuita' di una ex-ragazzina ora in procinto di fare il grande salto e ritrovarsi donna.
Il LATO B e' aperto da CASA IN COSTRUZIONE, che riprende Il tema sulla falsariga del parlato/cantato dell'ouverture "gira Che ti rigira", e vanta un irresistibile, struggente ritornello Dalla svenevole bellezza che quasi commuove.
Chiaramente il "core" di tutto l'album e' rappresentato da AMORE BELLO, uscito come singolo e classicissimo di Claudio Baglioni, uno dei brani piu' celeberrimi ed appassionanti del Pop italiano del Ventesimo Secolo: inizio soffuso al piano, frasi quasi sussurrate, soavemente appoggiate sul testo, fino a giungere al ritornello a voce spiegata, caratterizzata dagli acuti tipici tanto cari al cantante romano.
Infine vorrei citare LETTERA, che, intelligentemente, si distacca dai sali-e-scendi umorali del protagonista, regalandosi/ci un momento di tenera, avvincente malinconia, il tutto coronato, una volta di piu', da un testo di disarmante templicita', in perfetta attitudine con la scarna melodia di questo ennesimo, riuscitissimo spaccato baglioniano.
E concludendo…. "gira che ti rigira"…… il sottoscritto Tasselli continua imperterrito e cocciutamente a "perdersi"
Nei solchi di questo immortale capolavoro, lasciandosi andare, spesso commovendosi, ai vuoti lasciati da una malinconia fin troppo estesa e devastante, ma cosi' indispensabile per un iper-sensibile come me……
E ricordate, qualunque discorso o racconto voi intraprendiate Musicalmente, non dimenticatevi mai di una cosa: la melodia.
Perche' MUSICA = MELODIA, dopo tutto, ed in GIRA CHE TI RIGIRA AMORE BELLO ce n'e' in abbondanza, fin troppa. Parola di un sentimentale. AUTENTICO!….

ALAN J-K-68 TASSELLI…..un sentimentale, dopo tutto……


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