MUSICA - LA STORIA DEL ROCK

JEFFERSON AIRPLANE'S AFTER BATHING AT BAXTER'S

La West Coast si sposa con l'avanguardia psichedelica

di Alan "J-K-68" Tasselli (9/8/2002)

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Il 1967 passera' alla storia come uno degli anni piu' "interminabili" della Storia del Rock.
Fu naturalmente l'anno di SGT. PEPPER, grazie al quale la musica pop del Novecento venne "eretta" a forma d'Arte ma che, allo stesso tempo, sanci' un "punto di non ritorno", sia socialmente che musicalmente: l'esplosione del Sergente Pepe ebbe effetti devastanti su tutta la musica rock dei tardi anni '60 e cambio' radicalmente l'intero settore discografico, oltre ad imporre un nuovo concetto strettamente riguardante le nuove e complesse elaborazioni e sperimentazioni strumentali, che prima di allora erano solo appannaggio di forme di musiche piu' raffinate ed evolute come Jazz e Musica classica.
Anch'essi fedeli a questi principi di "sconvolgenti" innovazioni furono i californiani JEFFERSON AIRPLANE.
Reduci dal trionfo artistico di SURREALISTIC PILLOW (pubblicato l'anno precedente), che li aveva imposti come "i padrini dell'acid-rock" (titolo da condividere legittimamente con gli altri incontestabili "propagatori" del "concetto lisergico": i GRATEFUL DEAD di Jerry Garcia), la band capitanata da Grace Slick e Paul Kantner, anziche' decidere di produrre un disco dai contenuti non dissimili da PILLOW, optarono, intelligentemente, per una nuova, inedita (e per i tempi assai coraggiosa ed audace) ricerca sonora, un forte, magnetico desiderio di sconfinata esplorazione e scomposizione del pop psichedelico vigente a quel tempo. Il risultato fu uno degli album-chiave del decennio, un bizzarro quanto erratico, stralunato meltingpot tra ballate surreali, melodie ipnotiche accentuate da accenni di carattere "arabico", rock corposi sempre comunque sorretti da chitarre acide e compiaciutamente distorte e meravigliosamente dissonanti; su questo eclettico caos psichedelico di gusto vagamente ancestrale e cupo, si stagliavano i decorosi testi di Grace Slick, in perenne bilico tra evocazioni di tempi e luoghi a noi ignoti e dal carattere "esotico", candide poesie di amore lisergico, inconfessati, criptati desideri, su cui si erige uno spietato, difforme spirito libero interiore, che di AFTER BATHING AT BAXTER'S costituira' l'epicentro concettuale ed il collante/comune denominatore delle tracce presenti nell'LP.
BAXTER'S si apre con la travolgente "THE BALLAD OF YOU AND ME AND POONEIL": le chitarre di Paul Kantner e Jorma Kaukonen si rivelano taglienti ed acuminate mentre la melodia pervade il brano di soave, leggera tensione; Balin e la Slick completano il quadro offrendo due stili di interpretazioni assai dissimili ma fortemente complementari l'uno all'altra: Balin piu' lineare e misurato, Grace Slick invece debordante e onni-presente, una presenza a tratti ingombrante ma di grande effetto ed appeal, la quale che dettera' le coordinate all'ascoltatore, su chi dominera', e non solo in termini strettamente vocali, la nuova opera dell'Aeroplano Jefferson.
La seconda traccia, A SMALL PACKAGE OF VALUE WILL COME TO YOU..., si ricollega istantaneamente a certe reminiscenze zappiane presenti in FREAK OUT, uscito proprio pochi mesi prima: sorta di collage dove piu' voci (apparentemente in un clima di contagioso divertimento durante un party...) si sovrappongono e rilasciano frasi disconnesse, creando nella mente dell'ascoltatore una vaga sensazione di ipnotismo e di dolce perdita all'interno del nostro subconscio .... "distratto", "sollevato" da chissa' quali droghe assunte....
Kantner eccelle in "WILD TIME" e la bellissima "WATCH HER RIDE", che si rivelano anche essere i brani piu' appetibili e dall'ascolto meno impegnativo e cerebrale: trattasi di due melodie che trascendono quello splendido spirito di anarchia in seno alla band ma anche del loro forte desiderio di cooperazione, in perfetta linea con l'utopia e le speranze che durante quel breve ma intenso, concitatissimo periodo si sarebbero consumate con frenetica, nevrotica passione.
Ma la composizione di maggiore appeal sara' costituita da REJOYCE, un prodotto, con ogni probabilita', delle distorte "fantasie allucinogene" di Grace Slick. "REJOYCE" rappresenta forse l'azzardo piu' felice di tutto BAXTER'S, in quanto bizzarra rilettura di un testo di JAMES JOYCE, che la Slick "impregna" con alti dosi di lirismo, infondendo un pathos ed una sensibilita' vocale di rara' intensita' ed emotivita', lo strumento perfetto onde scortare il brano lungo percorsi di tetro grigiore, "figli illegittimo" di un'entita' temporale a noi non del tutto chiara, lievemente torbida ed oscura; una suadente, sensuale distesa di flauti trabocchevoli che gioiosamente rincorrono le tessiture vocali della Slick, avvolgendo il suo nudo corpo di un candore spirituale senza tempo e senza eta'. Le tonalita' sono sofferte ed evocatrici, la voce solenne, imperiosa di Grace Slick e' il suggello di questi inaccessibili, proibiti sentimenti; i vaghi accenni arabici compensano il sottile, implicito ma garbato erotismo emanato dalle corde vocali della cantante dei Jefferson e tutto si fonde felicemente in un silenzioso, vorticoso orgasmo sonoro che costituira' uno dei vertici psichedelici di sempre. ...si ha quasi la sensazione di essere "prigionieri" in una giungla di suoni e rumori dal fascino attentatrice, un serpente a sonagli in musica pronto a mordere e poi addormentare col proprio veleno i sensi di chi ascolta (forse con troppa attenzione) questa inedita "digressione" nel mondo onirico "fagocitato", "viziato" dall'assunzione di trips-psichedelici........ e la mente venne, anche per un solo attimo, portata via....... verso arcaici, oscuri orizzonti.......
La Slick chiude i battenti con TWO HEADS, sinonimo della scissione mentale portata dall'inesauribile carica dell'acido lisergico, quanto mai simbolo di pace ed unione, nonche' di sballo ed utopia ad libitum, un manifesto di trasgressione e liberta' anarchica allo stesso tempo.
AFTER BATHING AT BAXTER'S si rivelera' essere un insuperato e mai piu' eguagliato connubio di dissonanze melodiche, chitarre distorte accelerate, melodie mediorientali, ammiccamenti avanguardistici, su cui svetta, lirico e solenne, un concetto di anarchia (musicale e sociologica) senza precedenti, sorretto da un impareggiabile, eccitante, energico "groove musicale" che ebbe pochi eguali, all'epoca.
Chiude degnamente questo album storico per lo sviluppo e l'affermazione del concetto di psichedelia, "WON'T YOU TRY SATURDAY AFTERNOON", che equivale piu' o meno, ad un commiato del gruppo, invocatore del proprio pubblico a riunirsi tutti insieme "lisergico-appassionatamente" un sabato pomeriggio (Baglioni qui non c'entra assolutamente niente...si tratto' di un "sabato pomeriggio" come dire...del tutto differente...); implicito uno spropositato senso di spirito sottilmente orgiastico/"absolutely free", senza inibizioni di sorta. Una melodia ipnotico-stralunata legittimatrice del sound etereo-psichedelico-distorto di AFTER BATHING AT BAXTER'S.
Esso rimarra' un episodio pressoche' unico ed isolato nella carriera dei Jefferson Airplane, un conciso e rimarchevole sposalizio tra l'eccelso song-writing del capolavoro SURREALISTIC PILLOW e le folli, inusuali e ardite sperimentazioni psichedeliche gia' profondamente in atto in quel 1967, che avrebbe sancito per sempre la nascita del colore ed ufficializzato l'investitura della musica pop in qualita' di Nuova eccitante Forma d'Arte.
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