Nel silenzio di una città
straniera.
Nel cuore di una notte quieta.
Noi, gravidi di gelo. I vestiti
modellate dal vento.
E fu il tepore di una luce trasversale,
il nitido chiarore emanato da lampare.
Celammo ognuno nel proprio animo
le parole amare ed avvelenate. Sostammo
appoggiati al parapetto del lungomare
senza parlare. I nostri occhi, senza rotta
né stella polare, erravano nel colore del mare.
Poi dicesti: " Ho letto i poeti per cercare
un verso che potesse racchiudere la mia vita
e tutte le vite. Ma ho solo trovato conforto
dalle loro voci."
Dopo in silenzio di nuovo a ricercare
in uno sfolgorio di luce, in un tono
vivo, uno slancio, che si accordasse
col chiaroscuro del nostro profondo. |
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