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Dear Iris, how are you?...
sicche' sarei rimasto
nuovamente solo, appartato, risucchiato dal mio cosmo parallelo,
fugaci apparizioni di angeli e demoni, maghi e prostitute, non
avrebbero che alleviato il mio inaccessibile, infinito solismo
ogni concetto di vita terrena intorno a me assume una straripante
forza anti-gravitazionale, mi cullo nel mio status di immutabile
indifferenza verso il mio ego, ora sagoma invisibile, lampione
spento in una citta'-fantasma, spezzato dall'ennesimo corto-circuito,
un lampione davanti al quale si perdono tracce di pedoni ed autovetture
Non sono che un passante relegato in angoli remoti di una tetra
stanza, in mezzo ballano, ridono, gridano, esaltano e si esaltano,
corpi che mischiano il proprio sudore, la propria apparentemente
sconfinata libido
. Io osservo, passivo e soffusamente perverso;
la mia eccentrica, spasmo-elettrica fantasia continua a riprodurre
incessanti, tortuosi, talvolta criptici sentieri confinanti tra
una ambigua realta' e decadente surrealismo sembrano non possedere
chiavi di accesso, ogni ingresso e' libero, e niente sembra farmi
tornare indietro
E, ancora una volta, vengo riportato inesorabilmente
a me, di nuovo padrone di me stesso e della mia incorruttibile
solitudine
contemplo ogni forma di desiderio, sogni, ellittici
squarci di intemperante, tumultuosa, tempestosa visionarieta'
La gente si prende gioco dei miei pensieri, la folla si disperde
schizophrenica e terrorizzata, quasi fossi una bomba annunciata
prossima ad esplodere
Solo, intento a "fotografare"
una trincea di guerra all'interno delle quale io sono l'unico
sopravvissuto
Celebro questo fecondo attimo di sadica incomprensione,
sciogliendo dinanzi ai miei occhi, stanchi di inutili, patetiche
lacrime, le sagome umane che fino a pochi secondi prima avevano
costituito in me l'ennesima, sciocca utopia, un'utopia ora frustata,
seviziata, stuprata, infine abbandonata. Calpestata. Uccisa dal
sottoscritto, poi derisa. Infinite particelle si staccano dal
loro nucleo ed esplodono accecando, demolendo ogni residuo di
realta', dando origine a spessissimi strati di assai gradita
lisergia
Esse si dividono, scoppiano, si moltiplicano formando
altri milioni e milioni di entita' contraddistinte dalla piu'
svariata, inedita natura, corpi ed anime fluttuanti non aventi
ancora un nome, ne' categoria alla quale essere assegnate
Nulla ha nome, e nulla per molto tempo verra' isolato od analizzato
Intuizioni, poi placate e ridestate, di nuovo anestetizzate,
ma solo per pochi, impercettibili frazioni di tempo, tutto sembra
avere un inizio ma mai una fine
poi tuoni, lampi, stracci
temporali macchiati di sudicio sadismo, rovente eccitazione,
la mente si traveste da inesauribile schermo all'interno del
quale vengono "splittate", spezzate centinaia di immagini
contemporaneamente, senza alcuna connessione logica
Il
maestoso Spazio dentro di me NON HA logica
Nessuna regola,
nessun senso votato alla piu' prevedibile completezza del nostro
pensiero
sicche' ora vedo
sicche' non potei piu'
vedere
sicche' divenni il piu' cieco tra gli esseri viventi
non volli piu' vedere
NON VOGLIO, e MAI vorro' piu' assistere
alla solita, scontata successione di eventi, a me cosi' estranei,
a me cosi' ostili e non comuni
Implodo, mentre sdraiato
sui cieli di una stanza senza soffitto, una spirale che mi risucchia
irreversibilmente verso l'Alto Infinito, dimensioni che si deformano,
seni fluttuanti che si contorcono, si riproducono a milioni
.
e tra una virgola e l'altra, sparsa tra agghiaccianti, siderali
accessi cerebrali, produco un estemporaneo sorriso dalla inequivocabile,
provocatoria, tagliente acidita', finche' l'ennesimo sguardo
verso il vuoto di un conoscente qualunque mi avra' riportato,
immobile ed immutato, sulla sedia di quel bancone da bar, dove
tutto ebbe inizio solamente pochi secondi fa
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