Cultura - PrimiPASSI

COME DUE FIORI SGUALCITI

di Telemaco Pepe (3/2/2004)

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Compagna mia cara, ispirazione dei giorni piu' fecondi, indissolubile luce di primo mattino, mi sto elevando dal suolo, ti prego, riporta il mio ego sul terreno, e lasciamoci trasportare dai flussi concentrici anti-gravitazionali, mentre strozzate voci di un coro femminile avvolgono la nostra velata tristezza di cuori lasciati invecchiare troppo precocemente…. mi genufletto sulle tue lacrime, e ti prendo per mano, nella speranza di condurti sulla cima di questo piccolo monte delle illusioni…noi, infanti delittuosamente lasciati appassire da una spietata solitudine, ci soffochiamo di effusioni, innalzandoci alla piu' lirica platonicita'…. non conosciamo ne' dolore ne' frustrazione, il concetto di fisicita' assolutamente estraneo, nemico, cieco simbolo di lontananza, alleata della piu' cinica schiavitu'… Realta' ed oniricita' si fondono, implacabilmente, formando un unisono di distorte melodie parallele alle quali non possiamo che accondiscendere… il nostro flusso perpetuamente si protrae, sembra non conoscere punti di ritorno, l'estasi ha raggiunto il suo volume atmosferico piu' alto, mentre noi perseguitiamo a nasconderci dietro le nuvole od a rincorrerci felicemente, rumorosamente, come farebbero due bambini in perfettamente sintattica sintonia con il mondo dei non-adulti, ideale sinfonia per un sogno cosi' fagocitante, febbricitante, invadente, ma che potrebbe anche ucciderci… cerco di riportarti verso il Parco Oniride, dal quale abbiamo spiccato il volo pochi attimi fa… l'eternita' che ci siamo costruiti, ora sta lentamente appassendo, divenendo sempre piu' rarefatta ed inespressiva, avverto l'odore di erba secca ed alberi in fiamme, gente che corre follemente verso il proprio destino di auto-distruzione, emofiliaci stesi sui lettini, agonizzanti, dalle palpebre rinsecchite, con ancora la flebo attaccata alle braccia viola prossime alla cancrena … tossicodipendenti dall'andatura stentorea e voce storpiata chiedono inutilmente spiccioli a persone che nemmeno esistono, onde catalizzarsi sull'ennesima iniezione suicida…………….
Non c'e' piu' voce per gridare, ne' occhi per piangere. Noi osserviamo dall'alto, pesantemente ansimando, seduti sulla nostra nuvola, in attesa che il Parco venga svuotato di ogni traccia di immondizia… non pretendiamo altro che poterci sdraiare su di un lembo di terra incontaminato e riprendere felicemente a ballare sui nostri pensieri, quasi fossimo noi stessi espressione, sintesi di un intruglio lisergico dall'indefinibile portata onirica………
In fondo… si tratta solo di un ennesimo istante di compiaciuta auto-indulgenza… gia'… un istante…. Quello stesso istante antecedente l'acida, delittuosa realta' di un sogno frustrato e precocemente spezzato…. L'assassino ora e' comparso, dopo averci a lungo spiato…. Qualcosa ci ha maniacalmente illuso, la nostra apparentemente invincibile indissolubilita' sfuma come cadaveri in lenta decomposizione…. E noi…. Nient'altro che menti sciolte, severamente turbate, violentate, solo vagamente accarezzate da precoci sintomi di follia senza confine o limite alcuno…..
…fino a ritrovarci come fiori sgualciti, morenti, disidratati, mimeticamente confusi in quel tratto di erba secca ed inespressiva, nella vacua, sciocca speranza che nessuno ci calpesti….

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