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AL PAKISTAN IN LUTTO

Da FIORI IN BOCCIO di Peppino D'Amico (16/8/2003)

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Lanciano, 16/11/70

O viale, da pioppi ombreggiato,
vilmente da me profanato
col mio sacrilego piede,
accoglimi com'un che chiede
a te, in ginocchio pregando
e si' quasi quasi piangendo,
un po' di riposo e di pace
pel mio cuore, che stanco giace,
come abbandonato tra l'onde,
per gli orror che vita nasconde.
Lontano da me sono morti,
dalla catastrofe travolti,
trecentomila esseri umani,
tutti fratelli pakistani.
Per essi dolore si prova
e l'aiuto di tutti si trova
perché, come in tante nazioni,
vivan giovin generazioni,
per riedificare con lena
quel mondo mandato in rovina.