Lanciano,
22/1/72
E' buio intorno.
E' notte e nella notte
illuminano di viva luce
i lampioni la città,
che dorme silenziosa.
Solo, io vago,
tra auto parcheggiate,
pensando a qualche cosa
che è mia e che non c'è.
Tendo le mani in avanti,
poi d'un colpo le stringo
in un gesto affettuoso;
non trovo nulla,
è ombra, piacevole miraggio,
eppur mi spezza il cuor.
Con un nodo in gola,
quasi in lacrime,
continuo sulla mia strada
e, nel silenzio profondo,
par che qualcuno mi segua;
m'arresto, guardo indietro,
nessuno, non è nessuno.
M'accorgo che è l'eco
che raddoppia i miei passi
e ancor m'illudo
al pensier che fosse lei.
Seguito ad udire quei passi,
ma l'eco non m'inganna
e a testa bassa vado
in un viale ove
non risplende più neppure
la luce di un lampione.
Rivolgo lo sguardo in alto,
mi fermo a guardare
per un po' le mille stelle,
la luna, la profondità del cielo
e nell'immensità
mi sperdo e scopro
che piccolo, come seme di canapa,
sono in questo immenso.
Seppur sì piccolo
grande è l'importanza
per il sommo artista,
che, a completar l'opra sua,
ha bisogno anche
dell'ultimo puntino di colore,
ed io questo sono,
ed in cuor mi rallegro
ad esser proprio lui
perché da nulla
voglio tornare al nulla
da dove io venni.
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