Cultura - PrimiPASSI

Elettriche note di sangue durante un giorno di semplice, assolutamente ordinaria follia

di Telemaco Pepe (27/3/2003)

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…l'eco di uno stretto passaggio in un piccolo paesino di mare alla fine del secolo scorso, Brighton accesa di mille colori, in attesa di affondare nel passato e risvegliarsi all'alba del nuovo millennio… rincorro strade di mercato impervie ed anguste, mute bancarelle si accostano, poggiandosi sul mio sguardo, un soffio di gelido vento e poi di nuovo brillano luci e mercanti, giocolieri ed affabulatori, nomadi e mercantieri, nessuna disputa, nessuna voce al di sopra delle righe, mi trovo qui, semplice complice di uno squarcio di ordinaria esistenza… e quell'odore acre, spiazzante emanato da giganteschi mazzi di fiori, accanto all'Abbazia di Saint Ashbury, cosi' tagliente e spossante nella sua armonia e bellezza visiva… vorrei che tutto questo venisse tramutato in un immenso, abbagliante quadro dalla svenevole bellezza impressionista; proseguo il mio irregolare cammino, mano nella mano con i miei errabondi, vacui ripensamenti di folle anarchico incolpevolmente schiavo di se stesso, soppresso dalla pazzia… ora, breve frammento temporare: uno stupido pianto di nevrotica frenesia davanti allo specchio, specchio graffiato dalla follia di antica donna "martirizzata", assassinata dai mille amori falciati, sepolta dalla
disillusione e ricoperta di rimpianto, quel corpo dalla intatta bellezza solcato dalle cicatrici della gelosia, fuoco alto, imperioso, distruttivo, simbolo di efferato nichilismo e ingorda cupidigia.
… sporche, sgradevolmente dissonanti note di chitarra piangono un lamento-Blues di antica memoria, strizzano, lanciano strali strazianti, si contorcono, si smarriscono e si ritrovano senza che nessuno se ne accorga, mentre una giovane vergine viene assalita nel bosco del peccato da un maniaco sulla soglia del "bordo pericoloso"… Gli assoli del folle guitar-hero vengono rovesciati sull'intontito, barcollante ed estatico pubblico, con la stessa, trucida potenza di lame di coltello vengono "dirette" con insospettato taglio registico sul corpo della giovane, nuda ragazza. Lei comincia a strillare, ma nessuno sente, mentre la chitarra vomita il suo dissenso urlando una lacerante, ingovernabile sofferenza… stupro sul palcoscenico!!…, e stupro ai piedi di una quercia
ora macchiata di acido sangue… la lama che persiste nel penetrare la pelle innocente di un fiore appena sbocciato… ed ora immediatamente appassito… morente, la chioma rosso-dorata che pende sulle radici dell'albero, involontario testimone di quel pianto straziato soffocato in pochi secondi dalla glaciale indifferenza di un uomo che mai ha osato amare ma che ha sempre saputo, con la medesima abilita', stroncare i sentimenti altrui. Glaciale, come la lama affondata nelle vene della giovane vittima…il sangue dilapidato sembra mescolarsi con compatto orrore ai fili di erba illuminati dai filtri solari, creando un inedito, sconcertante contrasto tra due antitetiche visioni…
Il concerto e' terminato, ogni strumento e' stato sacrificato in nome dello spettacolo; il pubblico ampiamente sfamato ed ora traboccante di lisergia non ancora del tutto diluita, si lancia verso i propri Dei da venerare, e presto il sudore si mescola al tumulto della folla vociante incapace di trovare uno sbocco verso l'uscita… Panico. I cocci della chitarra cinicamente stuprata, graffiata perpetuamente con il plettro d'acciaio, giace ridotta in briciole sul palco, defunta, dimenticata, e presto sostituita. Altro non rimarra' che una tenue, fioca luce volta ad illuminare, piangente, l'ultima, rabberciata corda chiaramente visibile, cosi' maledettamente raggomitolata su se stessa, prima che sopraggiunga una spettrale, soffocante, raccappricciante, inedita, definitiva oscurita'.

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