(il
testo che seguira' e' stato il semplice, inequivocabile frutto
di un immaginario dialogo tra madre e figlio, e, si badi bene,
NON tra il sottoscritto e sua madre, sebbene non possa negare
che, tra i solchi di queste righe, si celi un sottile sottofondo
auto-biografico)
MADRE:
........ davanti agli occhi miei non sei altro che neglettitudine,
un fiore appassito ancor prima di veder la luce del Sole....
continui a non dimostrare alcun interesse ne' attenzione per
la realta' che ti circonda.... sei destinato a morire, figlio
mio...a morire morire, morire
FIGLIO:
...forse saro' destinato a morire, ma tu (inconsapevolmente)
sembri voler a tutti i costi dichiararti "morta" l'istante
immediatamente successivo ad uno dei nostri tipicamente acidi
scontri, l'ennesimo di una lunga serie, e certamente non l'ultimo......
tacciami pure di "estremismo" o piu' blandamente di
mancato rispetto verso la contemporaneita', ma sappi che, chi
e' destinato a morire, simbolicamente, sarai tu e la tua generazione
(quella si, un fiore appassito, sepolto, calpestato, divelto
in migliaia di atomi ora dispersi in un angolo remoto della nostra
atmosfera), cosi' incapace di sognare, cosi' incapace di protendersi
verso un fine, un ideale che giustifichi la vostra (magra?) esistenza....
O forse... forse
anche tu sei conscia del fatto di aver creduto (sperato?...)
di poter morir, prima ancora di cominciare il lungo percorso....
Il sangue delle centinaia di morti psichiche causate al sottoscritto,
di cui tu stessa ti sei fatta (onorevolmente?...) carico, cola
come acido cianurico bollente, cola attraverso un lento intercedere
corrosivo dentro i miei ricordi, le mie paure, le mie angosce
di fanciullo "frustato", "stuprato" dalle
tue inammissibili, abominevoli impennate di rovente nevrosi,
nevrosi scaricata, VOMITATA senza soluzione di continuita' sulla
mia debordante labilita' caratteriale; non certo saro' mai in
grado di depurare la mia mente dall'orda impressionante di scorie
radio-psico-nevrosi-attive che ancor oggi mi causano sferzanti
attacchi di fanta-epilessia-cerebrale.... Grazie a te, muoio
lentamente, giorno dopo giorno, nel tentativo di scoprire l'antidoto
a questo tumore maligno, male che non accenna ad alcuna battuta
di arresto........
Ti lamenti della mia immobilita', ti vergogni della mia nullita'
sociale, ti spaventi se confesso i miei complessi ad un caro
amico, ma ti sei chiesta, madre, una volta di piu', CHI e' stato
a commettere il grande delitto?... Chi, CHI! ha osato tanto incunearsi
nei meandri della somma fragilita' di un infaticabile oltranzista
del pensiero senza nemmeno avere chiesto il permesso, senza nemmeno
essere stata in grado di decifrare compiutamente la sintassi
della mia a me assai cara materia cerebrale.... Tu pretendi,
nel tuo fagocitante assolutismo di madre in pena per il proprio
sperduto pargoletto, di sapere tutto, di prevedere tutto, di
anticipare ogni mio momento, di frenare e franare ogni mio piu'
impercettibile movimento..... ma sappi... il nostro non e' altro
che un (anfi)teatro quotidiano, un palcoscenico al di sopra del
quale due primedonne assolute si sfidano in atteggiamenti iper-divistici,
talvolta "macchiati" da piu' che giustificata recitativa
pomposita'.... Ma su chi, di noi due, il sipario calera', beh...
questo non e' dato saperlo.... almeno non ancora... e di sicuro
oggi non avremo che assistito all'ennesimo duello davanti ad
una platea inesistente, la cui foltitudine e' udibile solo all'interno
delle nostre corrotte menti.... Guarda, madre
osserva il
Sole, sembra assai divertito nel deriderci, si, proprio il Sole,
QUEL Sole, malato anch'esso, si sta chiedendo se mai riuscira'
a scorgere il lungo sipario nero in vorace attesa di calare lungo
la sua possente sagoma stellare, mentre "tossisce"
lampi di furoreggiante magnetismo
. Quelle macchie sulla
sua deformemente scolorita faccia
Madre, io
non posso accettare i tuoi ricatti, non posso assecondare la
tua instabile figura di tutore debole, vanitosamente terrorizzato
per la salute del figlio, perche' il vero male, il Demonio che
ho sempre dovuto combattere si e' dimostrato essere il bene che
tu stessa hai sempre cercato di insegnarmi
. No
non
sono nato per condividere i tuoi delittuosi percorsi sociali,
la tua neglettitudine di insegnante all'interno della mia stessa
vita. No, nooooooo
e' puro oltraggio, e' sadica, crudele
tortura, tu che offuschi pedissequamente i sentieri appena tracciati,
tu che esasperi l'indipendenza quando nemmeno ti accorgi di aver
mai posseduto la necessaria autonomia di pensiero al fine di
poter legittimamente predicare possenza di vedute e lucido spirito
osservativo
. Una cosa, madre, per certo so: ancora un altro
fottutamente interminabile secondo, ancora un riflesso del tuo
viso distorto e deforme allo specchio, e mi vedrai platealmente
cadere sotto le fiamme di quelle grida che tumultuosamente rimbombano
da una membrana all'altra del mio cervello dipingendo ombre di
sottile, ma inconvertibile decadenza e sadica percezione di orrore
..
Di tutte le virtu', la piu' nobile che hai saputo infondere alla
mia sempre affamata coscienza e' il culto dell'angoscia attraverso
la quale scandisco come un metronomo disorientato e schizzato
quegli intensi sebbene fecondi attimi di attesa
..
Un frammento di vita in piu', affogato in quel tuo gelidamente
psicopatico sguardo, e morro' tra l'indifferenza generale della
folta platea inesistente, venuta qui ad ammirarci, applaudirci,
deriderci e, perche' no, a decretare il lento, ipnotico calare
del sipario.
Buio in sala, nessun respiro. E nemmeno la grazia di un solo,
roboante, attesissimo applauso.
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