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Ricordo
quando il buio "ingoiava" i miei occhi gia smarriti,
e la mia placidita' soffocata da quelle tenebre. Cosi' mi "lanciai"
ad ascoltare i bisbigli di gente per strada, quei pochi balordi
incoscienti ancora in grado di sfidare l'insicuro destino di
una notte sempre piu' incerta, sempre piu' insicura e figlia
del Demonio. Ora ho bisogno di uno schizzo di luce, una spruzzata di candido chiarore, incestuoso amore che mi riscaldi lo sguardo e strascichi via il mio dolore. E allora uscii e divenni anch'io seguace delle tenebre, cercando di far l'amore con la luce dei lampioni, e con gli sguardi impazziti e claustrofobici dei passeggeri notturni. Mi scontrai con un barbone, ne fui catturato e mi sedetti accanto a lui, lungo il corso di un argine di fiume, lui aveva una cicatrice sulla guancia sinistra ed allora gli chiesi cosa fosse, e lui, prontamente replico' "oh, qualche amore del passato....". E continuo': "Non vedo gente da anni, vado a letto tardi la notte e mi risveglio completamente "stonato" il pomeriggio alle cinque, e poi prendo la macchina e comincio a girare come uno psicopatico, serpeggiando lungo vicoli bui, osservando spacciatori violentare puttane e poi fuggendo via, appagati e soddisfatti del loro stupro giornaliero. M'imbatto in una giovane donna, lungo un sentiero, lei non osa guardarmi, tanto la mia faccia e' losca e "dipinta" di antiche ferite e recenti cicatrici. Nessuno mi ama. Nessuno vuole amarmi. So che un giorno perdero' i sensi, andro' giu' in piazza e sparero' all'impazzata, come solo un vecchio bidone balordo come me sarebbe in grado di fare. Ora e' tardi, ragazzo. Per me e' venuto il momento di rientrare nel cerchio dell'oblio eterno, abbandonero' la mia sadica inquietitudine al torpore racchiuso in un volgare seno di donna scoperto e pronto ad essere succhiato, e poi la cacciero' via brutalmente, e terminero' il mio delittuoso percorso notturno fissando il mio glaciale, spento sguardo sui muri di casa mia, in attesa di addormentare la mia mente, in attesa di dimenticare questo orribile giorno, un giorno come tanti altri, sempre lo stesso, sempre lo stesso rancore, un giorno che ha fatto fatica a ricordarsi di me ed io a ricordarmi di lui. Capisci, ragazzo?... Mi capisci?.... Questa sudicia vita mi sta abbandonando, e io non ho altro da fare che lasciare fluire il mio corpo lungo un mare di perversa incoscienza e reboante, atroce solitudine. Sono stato lasciato al mio terribile destino molto tempo fa, e piu' nessuno da allora ha osato chiedermi dov'ero o che cosa facevo.......". Poi lasciai quel vecchio e tornai a riabbracciare cio' che rimaneva della notte e del suo tragico, ma singolare silenzio. Ero gloriosamente da solo ed il mio leggero umore si scontrava con qualche sirena di ambulanza e con spari di pistola provenienti da luoghi malfamati e sporchi, luoghi di regno per topi e serpenti, dove veleno e vita acquistavano un unico, simbolico significato di esistenza. Mi imbatto in una prostituta, a pochi metri da casa: un occhiata di provocante, debordante sensualita' mi travolge per un secondo, ma poi rientro in me e....... niente da fare, bellezza, regalerai il tuo amore mercenario e disinibito a qualche altro pezzente di questa olezzosissima capitale del piacere, il mio ritorno alla luce del giorno e' prossimo........ E non mi dissolsi nella notte. Questo testo è depositato presso www.neteditor.it e quindi coperto da diritti d'autore. Esso non potrà essere riprodotto totalmente o parzialmente senza il consenso dell'autore stesso, il quale, peraltro, ha autorizzato la pubblicazione su NuovoGPR, in data indicata in testa ed a mezzo e-mail. |